Dopo i tragici eventi dello scontro nell'orbita della Luna la Jotunheim si è riunita alle truppe di Zeon davanti a A-Baoa-Qu. Pur decimata dall'attacco del Solar Ray, la flotta federale avanza inesorabile verso l'ultima fortezza spaziale del Principato di Zeon. Al rientro nella flotta una sorpresa ha accolto la 603a: il Quartier Generale, nell'imminenza dell'inevitabile assalto, ha deciso di mobilitare ogni sua residua forza per questa battaglia finale; anche armi totalmente nuove, che sembrano appena uscite dai tavoli da disegno dei progettisti più che da un bacino di costruzione. Anche un'arma come il Big Rang, un grande Mobile Armour che la 603a non appena rientrata si è visto assegnare.
Gli ingegneri della 603a spiegano a Kuspen ed al comandante Prochnow di che unità si tratti: il Big Rang è un Mobile Armour di grandi dimensioni dalla struttura e dagli scopi assolutamente particolari, per molti versi unici, è nato dalla combinazione di un Bigro (uno dei Mobile Armour più veloci e manovrabili dell'esercito di Zeon) con una vera e propria officina volante automatizzata il cui scopo è supportare gli Oggo ed i mobile suit in battaglia così da allungare di molto le capacità operative di questi mezzi. L'unità avrebbe però meritato maggiore attenzione nella costruzione, infatti Oliver May, eseguendo alcuni test, si rende conto di alcuni chiari limiti e di vari difetti costruttivi dovuti alla fretta nell'assemblaggio che potrebbero minare l'affidabilità del mezzo. Ma i membri della 603a e del plotone Kuspen non hanno tempo per indagare sui motivi dell'assegnazione di questa strana unità alla loro valutazione. Gli eventi stanno precipitando e, seguendo i loro piani di battaglia, le forze federali stanno lanciando l'attacco finale alla Fortezza.
L'azione delle forze federali si dispiega in due ondate violentissime. Le truppe federali avanzano in massa verso le linee difensive, precedute da micidiali bombardamenti che spazzano via le pattuglie di avanguardia. Il settore Nord è pesantemente investito ed anche il settore Sud è assalito con ferocia. Il nemico dimostra tutta la sua forza.
Al Plotone Kuspen è affidato il compito di difendere praticamente da solo il settore Est di A-Baoa-Qu, quello che guarda verso Side 3, verso Zeon, verso casa, appoggiando le pochissime forze che già lo sorvegliano. Anche se in questo settore non si prevedono grandi attacchi, è certo che si troveranno di fronte molte unità nemiche, una proporzione di almeno sei unità nemiche per ciascuna di quelle che può schierare il plotone Kuspen.
Il piano di battaglia prevede di far avanzare la Jotunheim sfondando le linee nemiche e lanciare le unità mobili a disposizione per poi ritirarsi nelle retrovie. In questo modo gli Oggo e gli Zudah potranno colpire con maggiore efficacia le retrovie nemiche sguarnite. Vi è in questo piano un'eco della disperata ma efficace manovra attuata da Dozul Zabi a Salomon mentre con il BigZam sfondava le linee federali e da solo distruggeva un'intera squadra nemica aprendo una via di fuga a molte sue truppe. Salomon, dove il fuoco solare dei federali aveva bruciato lo spirito di Kuspen.
Una manovra che può riuscire e di cui il Big Rang è un elemento essenziale grazie la cui potenza di fuoco, supporto fondamentale al gruppo degli Oggo. Lo stesso Big Rang che però continua ad essere senza pilota. Kuspen lo dice apertamente, non ha mai creduto nei Mobile Armour: è la capacità umana quel che conta, il coraggio in battaglia, inoltre non potrebbe comunque pilotarlo perché deve coordinare le truppe sul campo di battaglia e Monique è ancora sconvolta dalla morte del fratello, quindi, chi? Prochnow, rompendo la sua neutralità, prende una rapida decisione ed affida ad Oliver May, che si trova già a bordo del Mobile Armour, la guida del Big Rang; una decisione che Kuspen appoggia immediatamente. Oliver protesta ma è costretto ad accettare di fronte agli ordini ricevuti ed all'evidenza: Monique, che gli comunica le disposizioni di Kuspen, semplicemente non è in grado di combattere, almeno per ora.
Mentre il plotone si prepara al combattimento accade qualcosa che conferma con chiarezza quel che Kuspen oramai pensa: non vi sono più retrovie. Una squadra di navi di Zeon, delle Musai con a capo una Chibe (è la 91a flotta di Pattuglia) hanno rotto ogni indugio e si sono unite alla 603a in questa missione disperata. La piccola unità di Musai si dispone attorno alla Jotunheim, quindi la squadra di navi si lancia a tutta velocità verso il nemico.
Nel settore Est la battaglia sta divampando ferocissima. A dispetto delle affermazioni del Quartier Generale di Zeon le unità federali sono ben più numerose del previsto, oppure il loro numero sembra più grande di fronte all'effettiva pochezza del numero di unità di Zeon presenti, unità zeoniane che stanno rapidamente capitolando di fronte al semplice strapotere numerico degli avversari. Nugoli di Ball e GM hanno ragione di Zaku e anche di moderni Dom e Gelgoog, sia che siano affidati a ragazzi che ai pochi veterani superstiti. Perciò una vera e propria esplosione di gioia accoglie l'arrivo della flottiglia guidata dalla Jotunheim.
L'azione riesce alla perfezione perché le forze federali, pensando anche al loro numero prevalente, non ingaggiano direttamente la formazione della 603a, iniziando uno scambio di colpi con le navi che seguono la Jotunheim ma quasi ignorando la grossa nave, bersaglio lento, troppo lento, ritengono, perché valga la pena di preoccuparsi. E' in questo modo che la Jotunheim sfugge loro completamente, come la grandissima parte delle navi che la hanno seguita. Non tutte. Nello scambio di colpi una delle Musai della squadra è colpita a morte ed esplode. Sulla Jotunheim il comandante Prochnow sta rivolgendo un indirizzo di saluto ai piloti degli Oggo in partenza sulla grossa struttura di lancio, invitandoli ad essere coraggiosi e a tornare alla nave sani e salvi. Il lancio avviene e gli Oggo sferrano un feroce attacco alla retroguardia della flotta federale, sorprendendola completamente.
La velocità e la disperazione che hanno portato la Jotunheim e le sue unità attraverso ed oltre la flotta nemica sembrano proprio la carta vincente per la piccola squadra. La retroguardia federale ora è esposta ad un attacco micidiale. Sembra non esistere nulla che possa fermare la corsa di questa piccola ma compatta unità, nulla se non la previdenza dei comandanti federali che hanno lasciato alle loro spalle tre Salamis di riserva e sono proprio queste unità a rispondere all'attacco della Jotunheim e della sua scorta. Un'altra delle Musai esplode, colpita in pieno. La Jotunheim, presa di mira, si salva per la pronta reazione del vice comandante e per la propria enorme velocità e manovrabilità a dispetto delle grandi dimensioni, ma è solo l'intervento del Big Rang a ribaltare di nuovo la situazione. Silenziosamente Oliver May ha seguito il plotone scivolando fra i fuochi della battaglia senza sferrare un colpo, osservando la distruzione. Vedendo però la Jotunheim in pericolo, per la prima volta ha cessato di essere un osservatore ed ha agito, impiegando quelle armi che finora ha solo studiato. Con un solo colpo il Big Rang spazza via le tre Salamis che esplodono sotto l'attacco del cannone a megaparticelle.
Oliver ha salvato la Jotunheim...ha salvato tutti...
Quindi il Big Rang e gli Oggo, seguiti e quasi scortati dalle sonde sganciate come sempre dalla Jotunheim per rastrellare dati, attaccano di nuovo la flotta nemica, o meglio cercano di attaccarla perché con gran coraggio una parte delle unità federali e un consistente numero di Ball e GM, tutti molto determinati a fermare quel micidiale contrattacco, si lanciano addosso al gruppo della Jotunheim decisi ad intercettarli ed a salvare la flotta federale da quelle unità di Zeon sbucate apparentemente dal nulla. E' una lotta mortale e all'ultimo sangue, nessuno darà tregua e nessuno la chiederà, ognuno dei due contendenti sa cosa vi è in gioco. In piccolo, nel settore Est, si replica il grande scontro che sta avvenendo ad A-Baoa-Qu e che si è avuto durante l'intera Guerra di un Anno: un avversario dotato di grandi risorse, un vero Golia, viene affrontato da un piccolo Davide pieno di ingegno e talento, ognuno con le sue ragioni.
Durante l'uso Oliver continua a cozzare con i limiti del Big Rang: oltre alle carenze strutturali, infatti, chi lo ha costruito ha sottostimato le esigenze energetiche dell'unità e del cannone a raggi; eppure, nonostante anche la sua scarsa esperienza, Oliver riesce a distruggere persino una grossa Magellano, che ha cercato di avventarsi su di lui per annientarlo, bruciandone il ponte di comando. Ma sono ancora moltissimi i GM e le Ball in volo, malgrado le perdite, e se sembrano esitare è solo una ritirata per riorganizzarsi e per riprendersi dallo stupore (e dal timore) suscitato dalla presenza di questo incredibile Mobile Armour, per di più colorato del rosso che richiama alla memoria la terribile Cometa Rossa.
Mentre il nemico si allontana Oliver May, fermatosi al sicuro dietro lo schermo anti-raggi, fa salire a bordo del Big Rang gli Oggo ed inizia le riparazioni, che il mezzo esegue in parte automaticamente. Il giovane ingegnere riflette sulla battaglia in corso e sui limiti del mezzo: il generatore non riesce proprio a reggere le richieste dell'unità ed in ogni momento rischia di rimanere bloccati nello spazio. Intanto la Jotunheim, scortata dagli Zudah, procede alla raccolta dei superstiti delle truppe che difendevano il settore Est. Non sono rimaste molte unità di Zeon attive, ci sono alcuni Mobile Suit, che si radunando intorno alla grossa nave come bambini attorno alla mamma, e poche altre navi che si aggirano smarrite. In quel momento accade qualcosa di inatteso: una lunga colonna di navi zeoniane di ogni tipo appare sull'orizzonte ottico degli Zudah. Chi sono? Unità di rinforzo inviate dal quartier generale? Sbandati? Oppure...? Kuspen si rende conto che qualcosa non va. E' troppo esperto per non capire. Anche se non vuole capire. Un messaggio echeggia nel vuoto. Un ordine che è più un grido disperato, l'ultima disposizione del moribondo Quartier Generale della Fortezza. "Abbiamo perso ogni capacità di comando. A tutte le navi impegnate nel combattimento, cessate ogni ostilità. Regolatevi secondo il vostro giudizio". Un grido udito ovunque, anche sul ponte della Jotunheim dove si consuma un vero e proprio scontro fra Kuspen e Monique. Kuspen vuole prendere il suo Gelgoog e fare...che cosa mai? Letteralmente minaccia con la sua arma di ordinanza il comandante Prochnow, e Monique lo minaccia a sua volta.
Anche le truppe federali hanno ascoltato. Hanno ascoltato l'ordine dato alle truppe di Zeon di cessare ogni ostilità, di arrendersi, ritirarsi. Ma troppo sangue è stato versato, troppa rabbia accumulata, troppi morti nello spazio e sulla Terra. La rabbia dei veterani per i troppi camerati visti morire si mescola alla rabbia e alla paura delle reclute più giovani. Una miscela spaventosa. I primi a farne le spese sono proprio i giovani piloti agli ordini di Oliver che subiscono, malgrado non oppongano nessuna resistenza, un proditorio attacco da parte dello stesso gruppo di Mobile Suit contro i quali avevano combattuto poco prima...è un momento terribile.
Lo scontro che si riaccende è se possibile ancor più feroce del precedente. Oliver si rende conto che il gruppo di MS potrebbe compiere una vera strage piombando sulle truppe di Zeon in piena ritirata e decide di resistere ad ogni costo. Per interminabili minuti la battaglia infuria, il piccolo gruppo di Oggo che sempre più viene decimato e il Big Rang, che sottoposto ad un massiccio attacco ravvicinato inizia a mostrare i suoi limiti contro le forze preponderanti dei Mobile Suit federali. Poi improvvisamente lo Zudah di Monique ed il Gelgoog di Kuspen piombano alle spalle dei nemici: lo scontro è ancora impari ma ora almeno vi è una possibilità e certamente i federali non possono più sperare in una rapida e facile vittoria.
Sulla Jotunheim, impotenti, attraverso le telecamere delle sonde assistono alla grande battaglia in cui si consumano le vite di decine di piloti federali e di piloti di Zeon che hanno scelto il proprio destino nella notte del 31 dicembre 0079.
Non è vano il sacrificio delle truppe di Kuspen e di Oliver. Accanto alla Jotunheim, lento ma costante, sfila un flusso di navi e veicoli di Zeon. Mentre la flotta della Federazione Terrestre seguendo il proprio piano si avventa tutta sulla fortezza spaziale, una grossa parte di ciò che rimane della flotta di Zeon riesce abilmente a fuggire dal campo di battaglia e a trovare scampo proprio attraverso il varco del settore Est difeso dal Plotone Kuspen, il cui comandante termina la sua vita come avrebbe voluto sempre terminarla: portandosi all'inferno quanti più nemici possibile, difendendo il proprio onore ed eseguendo il proprio dovere. Solo pochi istanti dopo, anche l'enorme Big Rang scompare in uno sfolgorante lampo di fuoco, quando il generatore di energia è alla fine collassato come Oliver aveva temuto fin dall'inizio. Ultima a lasciare il settore Est è proprio la Jotunheim per dirigersi verso Zeon, ma mentre Prochnow medita sulla sorte dei suoi uomini caduti nel corso di quell'anno, non solo di Oliver May ma di tutti i suoi soldati, persino di Monique Cadillac che dà per spacciata. La vera sorpresa, però, giunge dalle pieghe dello spazio, dove emerge un gruppo di Mobile Suit ritardatari, molto mal messi. Alla loro testa uno Zudah senza un braccio scortato da altri Mobile Suit e dagli Oggo superstiti. Uno Zudah ... Lo Zudah di Monique che nella mano meccanica tiene Oliver May, salvato dai rottami del Big Rang.
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