Sulla Terra siamo alla vigilia della battaglia di Odessa. Nello spazio l'euforia serpeggia fra i ranghi della Jotunheim ed della 603ima: la macchina che il comando generale di ingegneria ha assegnato per i test sta superando brillantemente ogni prova. Si tratta dello EMS-10 Zudah, che si sta confermando il migliore successore dello Zaku, una macchina potentissima in grado di rispondere alla minaccia costituita dal nuovo mobile suit della federazione. Una minaccia ormai anche troppo concreta, troppe le sue vittorie, troppi i lutti; la morte di Garma ha poi spezzato la cortina di silenzio con cui la propaganda di Zeon aveva avvolto la Base Bianca, il Gundam e la sua marcia inarrestabile. E così i problemi degli Zaku sono diventati evidenti: le potenti macchine da guerra che hanno permesso al piccolo Principato di aver la meglio sulla Federazione Terrestre sono in difficoltà, ma il nuovo prodotto delle industrie belliche di Zeon, lo EMS-10 Zudah, può ribaltare nuovamente le sorti della guerra.
Possente e velocissimo, padrone dello spazio come lo sarà della Terra, questa è la promessa. Di nuovo la propaganda riempe i canali televisivi esaltando il nuovo mezzo e con esso la figura del comandante collaudatore, l'esperto maggiore Jean Luc Duvall. I tre Zudah assegnati per i test alla 603ima si stanno dimostrando nettamente superiori agli Zaku grazie al loro formidabile apparato motore che garantisce una straordinaria mobilità. L'entusiasmo ha contagiato persino l'anziano comandante della Jotunheim. La realtà è però ben diversa, come apprenderà Oliver May recandosi a far rapporto al comando generale dell'ingegneria.
Il suo ufficiale superiore, di fronte allo stupore ed alle rimostranze di Oliver per la grande, eccessiva, propaganda data al loro lavoro sullo Zudah gli spiega cosa sta realmente accadendo. La battaglia che si sta per scatenare ad Odessa potrebbe essere persa e sarebbe una sconfitta decisiva per l'esercito di Zeon sulla Terra; così l'Alto Comando di Zeon ha deciso di giocare ogni carta per risollevare il morale dei soldati in vista di questo possibile scenario, anche una carta rischiosa come quella dello Zudah. Ad uno stupito ed incredulo Oliver May viene impartita una lezione di storia degli MS e del loro sviluppo: certo lo Zudah è una macchina potente, ma è una macchina vecchia.
In realtà lo Zudah, con il codice di Zudah EMS 4, era stato scartato nel confronto con lo Zaku MS-06 proprio per via di un difetto nel suo super motore. Per quanto questo infatti gli consenta di essere velocissimo, superiore non solo allo Zaku ma anche al Rick Dom (in fase di realizzazione alla Zimmad Corporation), lo rende anche molto rischioso nel volo, perché spinto alle massime accelerazioni il MS corre seri rischi per la sua struttura. Di fatto lo Zudah EMS 4 durante i confronti con lo Zaku esplose frantumandosi in mille pezzi. Oliver obietta allibito che ovviamente la nuova versione, lo Zudah EMS 10, deve avere visto aumentata la sua resistenza, altrimenti perché tanta propaganda, perché il Quartier Generale rischierebbe così tanto? La risposta non sta solo nella possibile sconfitta di Odessa, ma anche in altre immagini che il comandante mostra ad Oliver, è il suo "regalo di addio", riprese dai monitor di uno Zaku del Gundam in azione. Il Quartier Generale corre il rischio perché non sa cosa contrapporre al Gundam.
Qualche giorno dopo, durante una prova di attacco in velocità dello Zudah, il pilota dell'unità numero tre invece di limitarsi alla copertura cerca di eseguire a sua volta l'attacco in velocità. La prova degenera in una folle gara con l'unità di Duvall; però Duvall, che conosce il mezzo molto meglio degli altri piloti, riesce a gestire la situazione. Invece le vibrazioni dello Zudah numero tre fanno perdere il controllo del MS al pilota e in pochi istanti l'unità esplode. E' la fine di ogni possibile illusione. Il silenzio cade come un velo sulla Jotunheim, rotto solo dai singhiozzi di Washiya, pilota del secondo Zudah.
Oliver e il maggiore Duvall si affrontano in uno scontro durissimo. Oliver accusa il maggiore di averli ingannati: lo Zudah EMS 10 ha gli stessi difetti di costruzione dello Zudah EMS 4. Duvall difende la macchina e non esita ad accusare di incompetenza gli ingegneri che hanno costruito quello Zudah, ed anche il pilota morto poco prima per non aver saputo guidare correttamente l'unità.
Il duro confronto è interrotto dal richiamo del comandante Prochnow che vuole tutti sul ponte di comando: i centri di comunicazione dell'Esercito Federale stanno trasmettendo su tutti i canali video un messaggio che riguarda proprio quanto accaduto allo Zudah. Con il linguaggio universale dei cartoni animati il messaggio dileggia lo Zudah e mette alla berlina il valoroso eroe della patria Duvall mostrando le immagini dell'esplosione di uno Zudah lanciato a tutta velocità. Con questa azione i Federali dimostrano come il servizio segreto, grazie ai "nostri amici di Zeon", sia al corrente di quel che sta accadendo e denunciano come lo Zudah EMS 10 non sia altro che uno Zudah EMS 4 con un nuovo codice identificativo, una mano di vernice ed affidato ad un "volto" prestigioso. Il messaggio si conclude con la dichiarazione che la battaglia di Odessa è oramai vinta. L'annunciatore si identifica come "Billy" (come colui che da Londra informava i partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale).
Duvall urla la sua rabbia nei confronti dei traditori della Zeonic che a suo dire hanno sabotato il primo collaudo con lo Zaku, macchina assolutamente inferiore allo Zudah, secondo l'infuriato maggiore. A rendere la situazione ancora più drammatica arriva un messaggio del Quartier Generale che ordina a tutte le unità nei pressi dell'orbita terrestre di avvicinarsi al pianeta e dare assistenza alle truppe provenienti dalla Terra. Prochnow comprende subito cosa sta accadendo, dietro le anodine parole del comando c'è un solo significato: la battaglia di Odessa è perduta e quanto resta dell'armata di stanza nella città sta cercando salvezza nello spazio. Senza esitare getta anche la Jotunheim verso l'orbita terrestre: anche se disarmata la nave potrà essere di aiuto.
Quel che Prochnow non si aspetta è la dimensione del disastro; non pochi HLV, ma centinaia se non migliaia di capsule e di mezzi di ogni tipo, dalle astronavi agli shuttle. Tutti si sono alzati dalla Terra dirigendosi verso lo spazio, ognuno con a bordo truppe di Zeon che chiedono aiuto sia per il recupero sia contro l'esercito di Ball federali che piombano su di loro come lupi su pecore. Nonostante si tratti solo di Ball, hanno vita facile contro gli Zaku di Tipo J predisposti per il combattimento terrestre. La sola Jotunheim nulla può fare contro i nemici e coraggiosamente Monique Cadillac decide di lanciare all'attacco gli Zudah, per quanto difettosi: sono le uniche armi a disposizione della nave; lei stessa si pone alla guida di un'unità di riserva nel tentativo di dare respiro ai soldati in fuga, almeno fino all'arrivo delle navi delle altre flotte.
Lo scontro fra i tre Zudah e le Ball è violentissimo, reso difficoltoso soprattutto dalla necessità di non colpire i mezzi di evacuazione che sono incapaci di manovrare; le Ball però non possono competere con gli Zudah e sono costrette alla ritirata. Due pattuglie, ognuna composta da tre velocissimi GM, si stanno già portando sul campo di battaglia. Duvall comprende subito che questi sono avversari ben più temibili delle Ball e decide l'unica strategia possibile: ordina a Monique e Washiya di continuare ad aiutare i fuggitivi e da solo si getta contro gli avversari. Ne abbatte due affrontandoli in un rapido e violentissimo corpo a corpo, usando la velocità ed una delle armi principali dello Zudah EMS 10: i due "artigli a scomparsa" posti sullo scudo, devastanti nei combattimenti corpo a corpo.
I 4 GM superstiti circondano l'avversario, lo Zudah è potente e ben guidato, ma il numero e il pesante armamento dei GM garantisce la loro vittoria "sul più gran fesso della storia" come la propaganda ha appena finito di dipingere il maggiore Duvall. Così i piloti federali dimenticano ogni precauzione e Duvall sceglie di percorrere fino in fondo la sua strada: attira su di sé il fuoco degli avversari lanciandosi poi in una folle corsa lungo il lato oscuro della Terra verso la linea dell'orizzonte solare, in modo da impedire ai GM di usare i sensori per colpirlo da lontano. Ignorando ogni precauzione, convinti che alla fine lo Zudah esploderà, i piloti federali accettano la sfida.
Dalla Jotunheim, impegnata nel recupero e nell'assistenza dei soldati provenienti dalla Terra, il comandante Prochnow osserva il treno che si va delineando con in testa, in costante accelerazione, lo Zudah di Duvall e dietro i suoi 4 avversari; distanziati invece, Monique e Washiya sono pronti a dar sostegno al loro compagno. Duvall consapevolmente percorre una strada che lo porta verso il suo destino, cercato e voluto per coinvolgere anche i suoi stolti avversari. Solo uno di loro si rende conto del pericolo e nel tentativo di sganciarsi dall'inseguimento finisce distrutto da Monique che dimostra le sue ottime doti di pilota di MS. Gli inseguitori rimasti iniziano a rilevare cedimenti strutturali ai loro MS, ma ormai è troppo tardi e finiscono la corsa in una nuvola azzurra. Anche per lo Zudah è ormai tardi, ma il suo pilota è orgoglioso di essere riuscito nel suo intento. Nella morte Duvall recupera il suo onore ed anche l'onore di quella macchina a cui ha legato la sua vita.
Il Quartier Generale di Ingegneria, nel disporre la fine dei test sullo Zudah, ordina che gli esemplari rimasti siano assegnati come autodifesa alla Jotunheim. D'ora in poi, il comandante Prochnow ne è consapevole, la missione della nave cambierà, come l'intero approccio alla guerra.
Oliver May nel suo resoconto finale dichiarerà esplicitamente di non sapere, forse di non voler sapere cosa scrivere su questa ultima missione.
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