Takashi Murakami a Milano: il ciclo di Arhat
Prima mostra del “bambino antico” giapponese in uno spazio pubblico italiano. Poliedrico artista del nostro tempo Takashi Murakami approda a Milano, in questi giorni è partita una grande mostra, selezione di lavori recenti, tra riferimenti fantascientifici e citazioni del recente passato del sui Paese. Nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, fino al 7 settembre.
A Milano Murakami presenta il ciclo di Arhat: nel buddismo sono le persone perfette, prossime al nirvana, dipinti con cura certosina e alcuni aiuti. Oltre a quattro dipinti fino a oltre 10 metri di larghezza, alcune tele di dimensioni inferiori mostrano alcuni autoritratti dell’artista, che ama rappresentarsi in modo buffo con occhiali tondi, barbetta e capelli raccolti in codino, appoggiato su cumuli di teschi, assolutamente non inquietanti, o su ammassi di materia gassosa.
I lavori del ciclo, come afferma lo stesso autore nella video intervista segnano un vero cambiamento nell’arte dell’autore, nascono dopo il disastro di Fukushima, che ha scosso in modo indelebile il Giappone:
“E’ una grande e piccola mostra montata in tempo record che ci svela la mutazione di Murakami, dopo il 2011, in bambino antico – spiega il curatore Francesco Bonami – è incentrata sul tema dei disastri in Giappone, ed è allestita in uno spazio simbolico che parla dell’ineluttabilità del destino, un luogo bruciato durante la guerra e successivamente andato in rovina. Noi europei non siamo abituati a tener troppo conto del fato, e questa è un’esposizione dove i protagonisti sono dei monaci che vogliono aiutare gli uomini ad andare avanti nelle avversità».
( continua sulle pagine di Repubblica)
In concomitanza con l’esposizione presso l’Apollo spazioCinema un’altra anteprima italiana, il primo lungometraggio live-action prodotto dall’artista “Jellyfish Eyes“.
Gallery delle foto della mostra da Flickr
Gallery di Repubblica
Fonti Consultate:
Repubblica.it
Televisionet.TV