Z GUNDAM - EPISODIO 12
I VENTI DI JABURO
La puntata riprende senza
soluzione di continuità il combattimento dell’episodio precedente: Camille spara
un pallone di un Hizack, causando la combustione del MS a contatto con
l’atmosfera, ma subito dopo viene assalito da sensi di colpa, in quanto non è
onorevole attaccare un nemico non in grado di difendersi. Le forse dell’AEUG
riescono ad atterrare nei pressi di Jaburo senza grossi inconvenienti, mentre la
base federale attiva tutte le difese possibili in termini di Huntank e caccia
per difendersi dall’attacco. Camille atterra proprio sul Rio delle Amazzoni, e
utilizza il waverider come hovercraft per scivolare sulla superficie del fiume,
abbattendo un Tin Cod prima di raggiungere la sponda.
Nel frattempo, rinchiusi in una cella di Jaburo, Reccoa e Kai stanno studiando
un modo di scappare,notando anche che l’area in cui risiedono è stranamente
silenziosa, mentre anche Jerid e gli altri Titani atterrano nella foresta e
subito cercano di ingaggiare il Mk II, ma nella confusione dello scontro e la
vegetazione perdono il contatto visivo con il Gundam: a quel punto Jerid decide
di dirigere la sua squadra a Jaburo. Camille abbandona il suo waverider
utilizzando come un’arma contro degli Hizack e sic ongiunge con Char e i suoi
due gregari, Apolly e Roberto.
Il capitano nota che le difese di Jaburo sono molto più deboli rispetto alla sua
precedente visita, e l’entrata nella base è molto semplice: molti settori della
base sotterranea sembrano deserti. Anche Jerid nota che qualcosa di strano sta
accadendo, e interroga un ufficiale federale sulla situazione: la risposta è che
la base prima dell’attacco stava già per essere smobilitata. Char ordina a
Roberto e Apolly di cercare Reccoa, e in quel momento Camille percepisce la sua
presenza nella base. In quel momento Jerid appare sul suo Galbady e attacca
Char e Camille, ma i due rispono al fuoco riuscendo a metterlo in difficoltà:
per salvarsi è costretto a farsi scudo di uno dei suoi uomini, mentre la
battaglia si sposta dai quartieri residenziali alle grotte. Apolly, sceso con le
truppe di terra, interroga un maggiore federale in evidente stato di agitazione,
che vuole scappare il prima possibile dalla base, e per riuscire a convincere l’AEUG
li informa che dato che il loro attacco era previsto una trappola è stata
preparata, entro un’ora un ordino atomico esploderà in Jaburo.
Apolly non gli crede, dato che le le armi nucleari sono vietate dal Trattato
Antartico, ma l’ufficiale federale gli rivela l’ubicazione e chiede solo di
essere portato fuori di là, se le sue parole non dovessero rivelarsi vere si
offre anche di essere ucciso. Da un’altra parte di Jaburo, Camille continua a
combattere Jerid e a cercare Reccoa allo stesso tempo, riuscendo a distruggere
il braccio del Galbady, ma finendo contemporaneamente la batteria del beam rifle.
Jerid se ne accorge e lo attacca, facendo cadere Camille su un terreno instabile
e poi in un canyon. Appena anche Jerid scende, entrambi fanno fuoco con i
fucili, e si colpiscono a vicenda. L’impatto dei due raggi causa un’esplosione
che scuote la grotta, facendo crollare Camille in un recesso più profondo,
mentre Jerid deve abbandonare il Galbady prima che esploda. Char, sopravvenuto
sul luogo dove le truppe dell’AEUG trattengono i prigionieri federali, e riceve
la conferma della presenza dell’ordigno nucleare, il problema è che essendo
sepolto a 150 metri di profondità sotto la base non può essere disinnescato, e
mancano solo trenta minuti all’esplosione. L’unica soluzione è evacuare la base
utilizzando el due navi volanti Garuda, e Char richiede di portare anche i
prigionieri federali per aiutare a caricare i mezzi. Il maggiore federale è
colpito da questo atto di civiltà e vuole sapere il nome di Quattro per
segnalarlo al comando della Federazione, ma Char lo gela rispondendogli che le
sue motivazioni non sono umanitarie ma che lo fa solo perché ha bisogno di quei
soldati per effettuare la fuga.
Nel frattempo Camille avverte la presenza di Reccoa e si mette alla sua ricerca,
mentre Jerid si unisce a un gruppo di soldati feriti per abbandonare la base.
Mentre l’evacuazione continua, sia da parte dei Federali che dell’AEUG, Char
rimonta sul modello 100 per cercare Camille e Reccoa, mentre lei e Kai, semrpe
imprigionati, hanno ormai abbandonato ogni speranza di un aiuto esterno. Camille,
con il Mark II, individua la prigione e apre un varco fra le mura con un colpo .
Il costernato Kai riconosce un nuovo tipo di Gundam e pensa naturalmente ad
Amuro e ai suoi ricordi della Guerra di Un anno, ma Reccoa gli presenta Camille,
proprio al sopraggiungere di Char che li informa di fare presto: la bomba sta
per esplodere.
L’evacuazione delle due parti continua fra il panico generale: ormai i soldati,
avendo persono completamente interesse allo scontro, si accalcano per riuscire a
salire sui pochi mezzi disponibili priam che sia troppo tardi. La ritirata delle
forze federali, fra i molti feriti, è particolarmente caotica, mentre alcuni
reparti ancora combattono, ignari della situazione. Jerid arriva all’aeroporto
mentre l’ultimo shuttle sta per decollare, abbandonando molti federali al loro
destino, e lui, come molti, cerca di salire, ma la calca sulla scaletta lo
spinge fuori dal mezzo. Proprio nel momento in cui sta per cadere, la mano di un
ufficiale donna dei Titani dallo shuttle si allunga per afferarlo portandolo in
salvo prima che sia troppo tardi.
Non molto lontano, anche la nave volante Audhumla sta decollando quando una
squadra di Hizack li attacca, nonostante l’AEUG cerchi di informare i piloti
della bomba, allora Camille e Char coprono la Argama, riuscendo nell’intento e
subito dopo a salire in extremis sul mezzo. L’Audhumla è in aria da poco quando
l’esplosione accecante dell’ordigno nucleare riempie di luce la foresta
amazzonica, per poi lasciare un enorme fungo di polvere e gas. Char a quel punto
pensa che i Titani sono disposti a distruggere l’intero ecosistema terrestre pur
di distruggere l’AEUG.
Le due navi volanti cariche vengono intercettate da un XB-70 Valkirie, pilotato
dal reduce della Base Bianca Hayato Kobayashi, che si presenta come membro
dell’organizzazione militare Karaba e si offre di guidarli in salvo.
Un altro episodio, come il
precedente, dominato dall’azione, ma ancora più interessante specialmente se
confrontato al primo attacco a Jaburo della serie originale: l’operazione è
ancora una volta guidata da Char, come la prima infiltrazione a Gryps. Stavolta
il piano riesce, ma come nota subito la Cometa Rossa in realtà la base è una
gigantesca trappola per l’AEUG: i Titani infatti, in qualche modo hanno
subodorato la mossa dei ribelli, e hanno predisposto un modo sicuramente
efficace di distruggere gran parte delle forze avversarie, non curandosi
minimamente delle perdite dell’Esercito Federale, perlopiù all’oscuro del piano,
e tantomeno dell’ecosistema terrestre e dei rischi enormi di contaminazione
radioattiva dell’Amazzonia. Jerdi si dimostra della stessa pasta di gente come
Bask e Jamitovo, sacrificando uno dei suoi uomini nel duello contro Camille, per
poi essere salvato dalla fine che si meriterebbe da un nuovo personaggio appena
presentato alla fine dell’episodio, similmente a quanto precedentemente accaduto
con Scirocco, che avrà un’importanza nel futuro sviluppo della vicenda.
Riguardo il cinismo, Char in questo episodio ritrova la patina di spietatezza
della serie originale contro gli Zabi, nella sua risposta all’ufficiale federale
che vorrebbe citarlo per comportamento cavalleresco (sicuramente migliore
rispetto a quello dei Titani) verso i prigionieri: il biondo capitano dell’AEUG
sente il bisogno di spiegare esplicitamente che intende usare i soldati federali
per l’evacuazione, sennò non avrebbe problemi ad abbandonarli al suo destino…
Al termine dell’episodio compare uno degli ultimi personaggi della Base Bianca
non ancora ripresentati in Zeta, assieme a un aereo che gli appassionati di
aviazione non tarderanno a riconoscere: si tratta di un XB 70 Valkirye, candido
bombardiere nucleare degli anni ’60, uno dei pochi aerei, assieme al nero SR 71,
in grado di raggiungere e mantenere continautivamente Mach 3. Vedremo più avanti
come mai Kobayashi possiede un aereo del genere.