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Autore Topic: Ashes of the War: Le grandi battaglie  (Letto 10692 volte)
pna
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« il: 08 Settembre 2007, 21:11:05 »

Dopo aver ponderato a lungo ho deciso di riscrivere la battaglia della Mecca e l'operazione Red Sky (e narrare qualche altra battaglia che deciderò).
In pratica correggerò e amplierò (nelle mie intenzioni di molto) quel che già avevo scritto di queste due battaglie.


Le grandi battaglie

Buonasera, siamo nel 2015, i nazisti hanno invaso l'Europa e l'Asia, la loro mossa successiva è la conquista del Medio-Oriente, in questo teatro si svolsero alcune delle più cruente e sanguinose battaglie della 1a Guerra Coloniale; quelle che sarebbero diventate le forze federali tentarono, invano, di resistere alle soverchianti forze naziste, ma furono travolte.
Durante queste battaglie cominceranno ad essere scritte le storie di alcuni dei più importanti personaggi dell'epoca, come l'asso di MS Sleggar o il generale Revil dalla parte delle forze che poi sarebbero diventate federali, dall'altra vedremo l'affermazione di personaggi come gli assi von Deikun, Gato o come il 'Generale della morte': Garma Zabi.
Questa sera parleremo de:

La battaglia della Mecca
Il pianto dei rapaci

Veduta dell'area della città della Mecca

27 aprile 2015, ore 3.20 A.M. Arabia Saudita, alture ad est della Mecca.
A seguito dell'attacco nazista al Medio-oriente le forze della regione e quelle superstiti dall'Europa avevano tentato di bloccare l'avanzata nazista, ma invano; la prossima mossa che tutti si aspettavano dai nazisti era la conquista della città della Mecca, la divisione al comando di Garma Zabi e le forze delle SS di Cecilia Zabi erano ormai alle porte della città.
Sotto la grande e superaccessoriata tenda da campo di Cecilia Zabi, in particolare, si stava tenendo una violenta discussione riguardo alla mossa da intraprendere in vista della conquista della città de la Mecca.
In particolare i due assi del Reich, Gato e Deikun, volevano compiere una particolare missione.
“Le ripeto che posso farcela, mi dia l'autorizzazione per questa missione!” esclamò Anavel Gato: l'asso dal MS bianco.
“Posso confermare, le difese nemiche sono mal piazzate e un'azione fulminea di un piccolo gruppo di MS potrebbe riuscire” spiegò Kaswal von Deikun a Cecilia Zabi con tono fermo, ma pacato.
Gato e Deikun avevano studiato una pericolosa missione: distruggere l'HQ della coalizione nemica, effettivamente la missione pur essendo ad alto rischio avrebbe permesso di eliminare tutti i maggiori comandanti delle forze nemiche, in particolare come aveva affermato pochi minuti prima Gato “Quel negro di comandante dell'82th” (James Fowler, che si era distinto nel sapere tenere testa alle puntate offensive dei gruppi di MS durante il ripiegamento verso la Mecca NdR).
Cecilia in effetti era combattuta, se la missione fosse riuscita sarebbe stato un colpo non da poco, considerando anche i pochi mezzi che sarebbero serviti, ma d'altro canto c'era la possibilità di perdere in combattimento Gato e Deikun (che nei piani originari dovevano partecipare entrambi alla missione).
“È troppo pericoloso! Non posso rischiare che voi moriate o peggio ancora cadiate nelle mani del nemico” spiegò Cecilia Zabi.
“Mia comandante! Questa missione è troppo importante! Se andasse solo uno di noi due autorizzerebbe la missione?” domandò von Deikun, quest'ultimo era sempre stato molto influente sulle decisioni della Zabi, probabilmente quella domanda avrebbe avuto risposta positiva.
“Potrei andare io, magari accompagnato da un paio di MS della divisione di Deikun” aggiunse Anavel Gato: aveva colto nel segno, in quel modo Deikun non avrebbe rischiato la vita (che si vociferava stesse molto, molto, cara a Cecilia Zabi), ma allo stesso tempo l'asso dal MS rosso si sarebbe potuto fregiare di una eventuale vittoria, infatti ci avrebbero partecipato anche dei suoi uomini e Deikun, come ne era sicuro Gato, avrebbe dato per la missione i suoi due piloti migliori, cosa che puntualmente avvenne.
“In questo caso avete il mio acconsenso alla missione, però voglio che lei non corra rischi inutili Gato. Ho la sua parola d'onore?” domandò Cecilia Zabi.
“Sicuramente, ha la mia parola d'onore! Le prometto solennemente sul vessillo della mia unità che non correrò rischi inutili” assicurò Gato con tono molto deciso.
“Ti 'presto' volentieri Axel e Hartmann, credo che tu li conosca già sono i miei due migliori piloti, credo che con loro non sentirai la mia mancanza”: come aveva previsto Gato, von Deikun li avrebbe dato i suoi due piloti migliori.
“Allora è deciso. Ora vi lascio, devo andare ad incontrare Garma. Confido su di voi” disse Cecilia uscendo dalla tenda.
“Heil Zabi!” urlarono i due assi all'unisono per salutare Cecilia Zabi che si allontanava.
I due assi cominciarono a pianificare nel dettaglio la missione che sarebbe cominciata alle 4.00, giusto il tempo di preparare i MS e i piloti.
Il piano era semplice con tre SP-04, Gato e gli altri due piloti (Axel e Hartmann), avrebbero dovuto compiere a tutta velocità il tragitto che partendo dalle alture ad est della Mecca (dove era posizionata la divisione di Deikun) conduceva al HQ nemico, saltando (letteralmente, grazie alle capacità del SP-04) ed evitando qualsiasi formazione nemica per andare a colpire direttamente il HQ nemico senza lasciarli tempo di reagire.
Il nome in codice di Gato per la missione sarebbe stato 'Schwalbe': rondine.
Ma a sorpresa Garma lanciò l'attacco alla Mecca alle 3.30, facendosi strada con il gas nervino, “Li stermineremo tutti!” mormorò Garma dopo aver ordinato l'uso del letale gas.
I reparti della coalizione non erano entrati in città perché composti per la maggior parte da truppe occidentali e le poche truppe arabe che sarebbero potute entrare in città scelsero di non entrarci perchè non volevano sostenere una guerriglia che avrebbe potuto danneggiare i luoghi di culto sacri; di segno opposto i comandanti sauditi che invece scelsero di arroccarsi in città e difenderla fino all'ultimo insieme ai civili che si erano armati per difenderla.
Per i reparti ed i civili sauditi fu una strage, l'uso del gas nervino giunse inaspettato; tutti i civili in città morirono e la maggior parte delle truppe asserragliate nel quartiere est della città (il luogo più vicino a dove fu disperso il gas nervino) non fecero in tempo ad indossare le maschere antigas, solo coloro a bordo dei mezzi corazzati dotati di filtri NBC si salvarono (ma neanche tutti, molti che avevano i portelloni aperti...); nonostante questa situazione disperata i sauditi tentarono una inutile quanto disperata difesa.
Già alle 3.50 Garma entrò in città e cinque minuti dopo, con il suo SP, distrusse la Kaa'ba 'rimpiazzandola' con uno stemma metallico raffigurante la croce uncinata, questo atto fu fatto segno di feroci commenti da parte di Deikun e Gato che guardarono la scena disgustati.
Kaswal von Deikun e Gato avevano guardarono la scena senza troppo celare il loro disappunto, se non disprezzo, nei confronti di Garma, come disse Gato “Adesso in Medio-oriente abbiamo solo nemici che ci odiano e che ci spareranno contro...”.
“Prima almeno se ne sarebbero stati buoni, magari qualche d'uno anche alleato, sai com'è per la questione degli  ebrei...” li rispose von Deikun “Garma meriterebbe una punizione, ne parlerò con Cecilia”. aggiunse con un tono che tradiva la sua furia.
La missione di Gato cominciò con 5 minuti di ritardo per via di alcuni aerei in ricognizione rilevati dai radar nazisti in avvicinamento.
Erano due Typhoon di quel che rimaneva della forza aerea saudita.
I due caccia si abbassarono di quota per meglio capire cosa stesse succedendo, vennero fatti segno di alcuni colpi di artiglieria, ma erano imprecisi e non davano preoccupazioni ai due piloti, i due piloti si preoccuparono di ben altro.
In pochi secondi passarono sopra la città e quel che videro non lo dimenticarono mai.
Allontanandosi il capo formazione ebbe il coraggio di comunicare via radio quel che aveva visto.
“Qui è Romeo 1 a base... non ho parole per descrivervi quel che abbiamo visto... c'erano centinaia di persone morte in mezzo alla strada, ma neanche il segno di una esplosione... e poi non c'è più la Kaa'ba, al suo posto c'era una croce nazista...”.
Appena i Typhoon sauditi si allontanarono i tre MS capitanati da Gato partirono alla massima velocità.
La corsa dei tre MS in mezzo alla città della Mecca e nel deserto fu incredibile, gli uomini dell'8a Brigata 'Sharon' non fecero in tempo a prendere le loro armi e a saltare sui loro veicoli che gli MS nazisti erano già nei pressi del HQ, in tutto i MS di Gato ci misero solo 10 minuti a raggiungere l'HQ nemico dalle loro posizioni sulle alture della Mecca.
Fu un macello, ad un km dall'HQ i tre MS, ancora intenti nella loro folle corsa, cominciarono ad aprire il fuoco, le granate da 100mm dei loro cannoni automatici piovvero sull'HQ, dove nessuno si aspettava un attacco, per lo meno non di questa entità.
Appena posero piede nell'HQ i MS cominciarono a calpestare tende e a distruggere tutti i mezzi e i sistemi di comunicazione che trovarono, per 5 minuti fu l'inferno, i vari generali della coalizione provarono a mettersi in salvo nella confusione e nel panico più totale di coloro che servivano nell'HQ, ma appena i MS vedevano nastrine, mostrine e divise da ufficiali, li sparavano con il loro 100mm automatico.
Poco prima, al vedere i MS nazisti che si dirigevano all'HQ di campo alleato, un giovane generale israeliano, Yeoshua Revil, decise di andare a vedere l'azione da vicino; quando il suo autista (assai spaventato) gli chiese perché, Revil gli rispose in greco antico (mentre il fuoristrada accelerava a tutta velocità verso l'HQ):
"Non amo un generale alto, che sta a gambe larghe,
fiero dei suoi riccioli e ben rasato.
Uno basso ne voglio, con le gambe storte,
ma ben saldo sui piedi, e pieno di coraggio”.
Il giovane generale arrivò all'HQ e cercò di non farsi notare dai MS nazisti, per sicurezza pensò bene di staccarsi tutti i suoi simboli di identificazione, come se non bastasse nel tentativo di avvicinarsi al Lohengrin di Gato strisciò anche per terra sporcando la sua divisa, arrivato presso l'SP-04 di Gato si mise in piedi colpito dalla maestosità e potenza di quella macchina.
Gato, quando con la sua telecamera inquadrò questo militare vide solamente un soldato semplice, impolverato, non molto prestante fisicamente e senza l'aspetto fiero e orgoglioso che avrebbe dovuto contraddistinguere un generale nelle sue idee: “Spararli contro sarebbe uno spreco di munizioni” pensò l'asso nazista; gli SP dovevano mirare solo agli ufficiali, questo aveva ordinato Gato poco prima che iniziasse la missione.
Revil rimase li in piedi impietrito aspettando la morte, pensava a sua moglie, alla sua cucina, al destino del mondo... ma la morte non arrivò e quando capì che era ancora vivo cominciò a guardare con attenzione gli SP nazisti, ad analizzarne le mosse e le prestazioni, cercando di capire punti deboli e punti di forza di quelle incredibili, quanto fino a quel momento fantascientifiche, armi.
Cose del genere li aveva a malapena viste solo nei cartoni animati che guardava da piccolo, ma quella era la realtà e lui sarebbe diventato uno degli attori principali di quella guerra.
Alla fine della guerra Gato, quando scoprì che aveva avuto la possibilità di eliminare Revil si pentì di quella sua mania di considerare le persone per i gradi che portavano e di risparmiare le munizioni, nessuno può immaginare cosa sarebbe successo se Gato avesse ucciso Revil, colui che avrebbe condotto le forze della Federazione alla vittoria.
Erano le 4.30 A.M. quando l'8a 'Sharon' tentò un serio contrattacco, per Gato la missione era finita con successo tutte le tende e i mezzi dell'HQ alleato erano stati distrutti, poteva anche ritirarsi, nessun SP-04 andò perduto e i principali generali della coalizione vennero uccisi.
“Signore, non sembrano esserci più ufficiali ed i carri nemici si stanno avvicinando, cosa facciamo?” domandò Axel.
“Per oggi può bastare, ritorniamo alla base!” ordinò Gato facendo spiccare un lungo salto al suo SP-04.
Anavel Gato comunicò via radio la conferma della riuscita della missione al quartier generale nazista: “Qui Schwalbe ad Averla, causa contrattacco nemico siamo costretti a ritirarci, HQ nemico distrutto”.

Posizione delle truppe al momento dell'attacco di Anavel Gato
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« Risposta #1 il: 09 Settembre 2007, 21:31:53 »

Con la fulminea azione di Gato la strada per la conquista di tutto il Medio-oriente sembrava aperta, tutti i più esperti generali e comandanti di unità a livello tattico: Americani, Sauditi, Francesi, Italiani, Israeliani e Siriani erano stati eliminati.
Revil frattanto si fece portare di tutta fretta all'HQ centrale della coalizione per chiedere che li dessero il comando delle operazioni, il comando centrale della coalizione si trovava nell'aeroporto della vicina città di Jiddah.
Revil entrò come una furia nel grande shelter che ospitava il comando, arrivato nella sala delle comunicazioni trovò i più importanti generali della coalizione che stavano ricevendo gli ultimi ordini dal comando americano dell'Africa (AFRICACOM) l'unico oltre al CENTCOM ad essere sfuggito agli attacchi iniziali dei nazisti.
In particolare si trovò davanti il CIC del truppe dell'improvvisata coalizione: il generale Swanson.
“Generale la prego! Mi stia a sentire un attimo!” esclamò Revil vedendo che il generale non lo ascoltava.
“Si può sapere chi è lei? Perché la sorveglianza l'ha fatta entrare? Qui l'accesso è consentito solo agli alti ufficiali!” ribatté Swanson.
“Io sono un alto ufficiale! Sono il generale Revil dell'8a Brigata Corazzata 'Sharon' !” esclamò Revil indispettito, ci può stare che Revil fosse, in quel momento sporco e con la divisa lacera, ma il suo volto doveva essere abbastanza noto al generale, non era la prima volta che si incontravano e lui comandava la principale pedina corazzata con MBT moderni (Merkava VII e VI) della coalizione nell'arco di centinaia di chilometri!
“Beh? Cosa vuole? Non vede che abbiamo da fare? L'HQ tattico è stato letteralmente demolito!” ribatté il generale americano.
“Ma Petraeus e gli altri generali americani intelligenti son già morti tutti?” pensò un basito Revil, non ci voleva un genio per capire che il generale israeliano fosse appena arrivato proprio dall'HQ tattico, “Guardi che arrivo proprio da la! Ho visto all'opera i MS nemici e so come fermarli” spiegò Revil.
“Si, come no? Senta non mi faccia perdere altro tempo e ritorni alla sua brigata, fra trenta minuti lanceremo un attacco totale alla città della Mecca...”
“Ma come? Così senza un piano?” ribatté Revil.
“Il nemico è debole è il momento giusto per contrattaccare!”.
“Questo qui è fuori!” pensò Revil, “Mi stia a sentire!” esclamò Revil alzando la voce, nella piccola stanza si alzò un silenzio di tomba, il generale Swanson non tollerava chi alzava la voce o contraddiceva ciò che lui diceva. “Possibilità di riconquistare terreno non ne abbiamo! Io ho già in mente un piano per una battaglia di contenimento, voi dovete solo organizzare l'evacuazione! Affidi a me il comando delle unità sul campo: ho capito come fermare i MS! Vi rallenterò i nazisti il tempo necessario a fare bagagli e andarcene senza lasciare nessuno indietro!”.
“Lei è fuori di testa! Le farò togliere il comando di quello schifo della 'Sharon'!” a quelle parole Revil divenne rosso di rabbia, la sua brigata? La gloriosa 'Sharon'! Nel 2013, al momento dell'attacco della Siria la brigata era stata appena composta e lui ne comandava uno dei battaglioni corazzata di essa, con quel battaglione non solo bloccò l'avanzata della marea dei T-72 siriani che erano riusciti ad avanzare grazie alle pessime condizioni meteo che impedivano l'intervento aereo, ma avanzò oltre le alture del Golan fino a 10 km da Damasco (quando furono fermati per motivi politici), perdendo solo un carro (poi recuperato) per guasto tecnico: i suoi uomini erano stati splendidi, con quell'azione la 'Sharon' divenne LA brigata corazzata e ora uno stupido generale che aveva ottenuto i suoi gradi per 'caso' osava insultare la 'Sharon', la SUA brigata in quel modo? “Giammai!” pensò Yeoshua Revil, si trattenne un attimo e poi vomitò addosso al generale tutta la sua rabbia, Revil non urlò, mantenne sempre un tono pacato ma deciso, ma non urlò... però le parole, pur lanciare insultare, furono di fuoco nei confronti del generale!
“Lei crede di poter vincere una guerra stando qua davanti ad un monitor dove per altro non giungono neanche le informazioni in tempo reale? Tutti riescono ad essere brillanti generali quando si tratta di combattere a parole contro gli iraniani? Nevvero? Ma lei che ne se sa di corazze, cannoni e tattica? Lei forse crede che i T-72 sono fatti di cartapesta? Che un singolo Abrams possa mettere KO una divisione di carri cinese? Lei ha mai avuto l'emozione di vedersi sfrecciare ad un metro dalla propria testa un proiettile tracciante da 125 mm di produzione russa? Lei ha mai visto da vicino un SP nazista o si è limitato a leggere distrattamente qualche informazione che le ha passato l'intelligence? Me lo dica? Ma sia onesto, qua non c'è in gioco una qualche promozione! Qui c'è in gioco il nostro destino!” concluse Revil.
“COME OSA RIVOLGERSI A ME IN QUEL MODO? GUARDIE! ARRESTATELO PER INSUBORDINAZIONE!” urlò Swanson, subito due militi della M.P. entrarono nella stanza.
Revil fu portato di malo modo nelle vicine celle per i detenuti, ma non fece in tempo ad entrarci che un giovane ufficiale iraniano, Almerhat Rahmani, che conosceva bene Revil con il quale aveva scambiato alcune battute sulla stupidità della condotta bellica alleata, uscì di corsa dallo shelter  di comando andando a far liberare immediatamente Revil.
L'ufficiale iraniano disse a Revil: "Al-Kattabi, se davvero sai come fermare quegli ahriman (il termine persiano per indicare demoni) è il tuo momento, al generale Swanson non pensarci, ci pensiamo noi ad 'esaudire' le tue richieste...", anche se probabilmente il gesto dell'ufficiale iraniano è stato determinato, anche, da inimicizie col generale Swanson (che fino a due mesi chiedeva azioni preventive contro l'Iran ormai 'nuclearizzato'), dalla simpatia verso Revil determinata dalle origini del generale israeliano che si potevano intravedere nei suoi tratti e quella sottintesa nota di apprezzamento alle forze iraniane (“...Tutti riescono ad essere brillanti generali quando si tratta di combattere a parole contro gli iraniani? Nevvero?...”).
“Grazie Rahmani! Cominciate a far convergere tutte le navi possibili, anche i pescherecci, verso il porto di Jiddah e a tenere pronti gli elicotteri da combattimento, mi torneranno molto utili” richiese Revil.
“Contaci!” esclamò l'ufficiale iraniano salutando Revil che stava salendo su uno spider sequestrato dalle forze della coalizione ad un sceicco per tornare all'HQ tattico.
Revil ritornò all'HQ tattico in tempo brevissimo (famosa rimase la sua corsa nel deserto a bordo di quella spider) e come un macigno si sarebbe abbattuto presto sull'incauto Garma e sulle sue forze...
Garma sicuro che ormai i soldati della improvvisata coalizione anti-nazista fossero sul punto di arrendersi, decise di prendersi una pausa, pausa che li fu fatale, perse due ore e mezza alla Mecca per ripulire la città dalle forze saudite che continuavano a resistere aiutate dal fatto che il vento aveva cominciato a portare via il gas nervino, spazzandolo verso est; nel quartier generale di Cecilia Zabi, ci fu, infatti, un momento di panico: tutti cercavano la maschera antigas, nessuno dei nazisti per loro fortuna respirò gas letale anche perché quest'ultimo era di una versione che aveva effetto solo per non più di mezz'ora nelle condizioni atmosferiche ottimali.
Comunque questo bastò a far andare su tutte le furie la Zabi: “Se lo becco, quel figlio di sgualdrina è morto” mormorò, pensando a Garma, mentre entrava dentro il suo Donner equipaggiato con filtri NBC.
Nel frattempo Garma, incurante di tutto ciò era sceso baldanzosamente dal suo SP e si cominciò ad intrattenere con una sua amica di vecchia data (alcuni reputano che fosse qualche cosa di più di una amica): Madlen Köhler, che allo scoppio della guerra, neanche diciottenne venne richiamata al fronte per servire a fianco nello staff di Garma come ufficiale di collegamento con il comando centrale.
“Ormai si sono accorti di non poterci più fermare, presto le forze militari della coalizione nemica si arrenderanno a noi, non mi meraviglierei neanche se interi reparti nemici passassero dalla nostra parte” spiegò Garma, convinto come non mai di quello che diceva e ancora “non capisco perché i miei parenti non vogliano usare il gas nervino su Gerusalemme; ma li metterò davanti al fatto compiuto, sfonderò le linee nemiche oggi stesso e poi avanzerò su Gerusalemme, a quel punto potrò fare quello che voglio, sarò il vincitore e nessuno mi potrà contraddire”.
“Andrà così sicuramente, ormai le forze nemiche sono allo sbando, non ti resisteranno” rispose Madlen senza battere ciglio, da quando era arrivata sulla Terra era diventata molto nervosa e discorsi come quelli di Garma li aveva sentiti mille volte, ormai non ci faceva neanche più caso.
Verso le 5.00 di mattina l'82th Airborne Division americana situata a nord-ovest della città, cominciò a spostarsi verso ovest e insieme all'82th in pochi minuti si cominciarono a muovere anche altre formazioni: Revil aveva ordinato il ripiegamento su Jiddah dove le navi e gli aerei della coalizione avrebbero prelevato le unità portandole in salvo in Egitto ed in Sudan.
Intanto i resti delle forze saudite che erano ancora alla Mecca o erano state annientate mentre tentavano di uscirne o resistevano sul posto disperatamente come alcune compagnie corazzate saudite, inoltre il 20° Battaglione di Fanteria Saudita posto nella piccola città, a nord-ovest della Mecca, di Umm Hamla non rispose all'ordine di ripiegamento di Revil, rimanendo sul posto.
Revil non era di certo un incauto e predispose una 'copertura' alle forze in ritirata in modo che potessero guadagnare maggior tempo per l'imbarco: la neocostituita 1a Compagnia Carri francese(UNFIL II), il 4° Reggimento Blindato italiano (UNFIL II) e la 2a Compagnia/1a Divisione dei Marines americani avrebbero teso una imboscata presso l'autostrada che dalla Mecca si dirigeva verso Jiddah, inoltre l'8a Brigata Corazzata israeliana “Sharon” sarebbe rimasta 10 Km più a nord del luogo di imboscata, presso l'HQ tattico, pronta ad intervenire al momento opportuno.
Le mosse non sfuggirono agli esploratori del Reich che comunicarono a Garma quel che stava accadendo, ma non servì a smuovere Garma, anzi! Garma, infatti cominciò a pensare di avere una buona opportunità per distruggere la flotta nemica, si vedeva già come colui che avrebbe cancellato l'errore di Dunkerque.
Subito comunicò il suo pensiero a Madlen: “Vedi cara Madlen”, intanto si aggiustò il ciuffo, un tic che sarebbe diventato tristemente celebre, visto il personaggio, “il destino vuole che sia io a battere definitivamente il nemico e sarà proprio oggi, oggi distruggerò le forze nemiche di terra, di aria e di mare in un sol colpo. Hitler fu troppo gentile con i nemici a Dunkerque, pensava di poter ancora negoziare e li lasciò fuggire mettendo un grave macigno sulla vittoria finale! Oggi il mio destino si compierà e tu sarai al mio fianco in quella che passerà alla storia come LA battaglia! Dopo la vittoria che otterrò oggi non mi meraviglierei se la popolazione del reich mi osannasse come prossimo Führer, in fondo sto per eliminare definitivamente il nemico ebraico”; ma, mentre Garma cercava di fare colpo sull'avvenente Madlen con discorsi che lasciavano il tempo che trovavano, uno di quei nemici non solo si dava da fare nel cercare di vincere la battaglia, ma aveva anche qualche buona carta da giocare che i nazisti non avevano: elicotteri e artiglierie in abbondanza.
Revil guardava il laptop di continuazione, doveva, voleva sapere ogni dato geografico della zona in cui si sarebbe svolto il combattimento, era di vitale importanza; nella sua mente cominciò a delinearsi un piano semplice, ma nelle condizioni in cui si trovavano pazzesco, ma se avesse funzionato avrebbe potuto salvare le forze della coalizione, infliggendo un grave colpo ai nazisti cosa che non era possibile adottando le normali tattiche per guerra ad alta densità.
Il pensiero di Revil sugli SP (colonna portante delle forze naziste) era semplice, ma tutt'altro che ortodosso:
1.I mobile suit non sono altro che una macchina che riproduce i movimenti umani moltiplicando la loro potenza di X volte., ma hanno il limite del pilota che automaticamente per via del sue capacità psico-fisiche limita le capacità stesse della macchina anche per via della tipologia stessa di missione impartitogli da coloro che comandano i piloti stessi.
2.I MS funzionano bene se riescono a muoversi con agilità e possono sfoderare la loro buona potenza di fuoco, in caso contrario la loro scarsa corazza (almeno dei modelli fino ad allora costruiti) li mette a rischio anche contro dei fanti armati di obsoleti RPG.
Revil partendo da questi due punti sviluppò il piano.
Revil si era accorto che il generale nemico non dimostrava grande perizia tattica, più che altro faceva affidamento sulla potenza degli SP, questo automaticamente limitava l'efficacia stessa degli SP secondo i dettami del punto 1, aggiungendo che quindi gli SP o MS che dir si voglia  hanno il loro punto forte nell'agilità, questo voleva dire che la formazione nemica se impossibilitata ad usare la poca mobilità concessagli dal comandante, era alla merce di elicotteri ed artiglierie a lungo raggio: Revil aveva in mente di bloccare e circondare, almeno in parte, la formazione nemica e quindi far intervenire l'artiglieria e l'unico mezzo allora disponibile che si avvicinava alle prestazioni dei MS: l'elicottero d'attacco, unici suoi due nei l'eccessiva vulnerabilità e l'impossibilità di sfruttare al 100% la conformazione del terreno (ma Revil sperava che i vari equipaggi degli elicotteri d'attacco pronti a partire da Jiddah e dalle unità navali che si stavano avvicinando fossero abbastanza addestrati da saper compiere delle vere e proprie acrobazie).
“Chiami l'aeroporto di Jiddah e ordini a tutte le unità di prepararsi al decollo, inoltre telefoni al comando delle forze aeree della coalizione e chieda se possono mandarci qualche caccia-bombardiere; inoltre faccia preparare i mezzi comando e ordini al 2° Esplorante giordano di evitare qualsiasi contatto col nemico ma di osservarne le mosse” questi erano i comandi che Revil continuava a ripetere a tutti gli uomini del suo improvvisato stato maggiore, formato da bassi ufficiali e da un paio di alti ufficiali che si erano offerti di aiutarlo e costituito con i pochi mezzi e attrezzature salvatesi dall'attacco di Gato.
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« Risposta #2 il: 10 Settembre 2007, 15:25:09 »

Erano le 7.15, le radio cominciarono a gracchiare...
La divisione di Garma aveva cominciato ad avanzare lungo l'autostrada che conduceva a Jiddah.
Garma si era intestardito nel voler andare in prima linea a bordo del suo Donner posto comando, il suo stato maggiore sarebbe viaggiato su altri 2 Donner; come se non bastasse Garma lanciò anche un proclama radio alle truppe: “Uomini e donne del 4° Reich si avvicina l'ora della disfatta per il nemico! Questo non è il momento dell'esitazione! Noi abbiamo solo un obiettivo: distruggere il nemico! Il nemico ebraico-comunista-capitalista con subdoli trucchetti distrusse la nostra patria durante la Grande Guerra di Riscossa*, oggi noi vendicheremo l'affronto subito! Quelli che abbiamo davanti a noi non sono uomini! Ricordate! SONO BESTIE!”, ci fu un breve momento di silenzio a sottolineare il concetto, “Non abbiate pietà, eliminateli senza ritegno! La pietà non deve esistere neanche con i nostri parenti terrestri, fino a prova contraria sono tutti potenziali traditori e come tali vanno trattati! Ricordate! Il fato è con noi, la vittoria è nostra!”.
Ma le reazioni non furono tutte positive per questo discorso, molti cominciarono a dubitare di Garma...
“Ma ho capito bene?” domandò arrabbiato un soldato semplice sorpreso da quelle parole, lui e l'unità a cui apparteneva erano tutti intorno alla radio per sentire il messaggio.
Nessuno li rispose, ma cosa strana tutto nessuno lo redarguì, nonostante per una legge non scritta  era vietato criticare i messaggi degli altissimi generali, era un segno evidente come quelle parole (che al loro interno nascondevano un rifiuto) avessero l'approvazione degli altri militi.
Un alto ufficiale, accompagnato dal suo assistente, sentendo quelle parole si avvicinò, era Kaswal von Deikun che era appena uscito dalla tenda di Gato, con cui si era intrattenuto diversi minuti per avere particolari sulla missione contro l'HQ tattico.
“Ragazzo, capisco il tuo sgomento, ma ricorda che certe cose non si devono dire, ci pensiamo già noi generali mentalmente in ordine...” Kaswal disse ciò come se stesse scherzando, ed infatti i soldati stavano già accennando una risata, ma uno sguardo di Kaswal raggelò tutti i presenti e intimamente ne rese felici molti; era uno sguardo omicida diretto verso la radio... che stesse pensando all'eliminazione di uno degli Zabi?
Deikun allontanandosi dal campo della Wehrmacht parlò con il suo assistente (come quest'ultimo depose nel secondo processo di Noriberga) del discorso di Garma : “Ecco! Ora se c'era anche solo un soldato nemico che dubitava della sua missione si sarà ricreduto! Non abbiamo capito nulla, prima il Papa, poi la Mecca, domani Gerusalemme; se c'era anche un solo soldato tedesco o italiano o di qualunque altra nazione pronto a deporre le armi o a passare dalla nostra parte ora si sarà ricreduto e anzi l'abbiamo trasformato in un temibile nemico, certe cose andavano fatte, non lo metto in dubbio... ma a tempo debito...”.
Ma se per Deikun era normale, in privato (neanche più di tanto nella pratica), criticare Garma e anche alcune decisioni politiche degli Zabi (con il “consenso” di Cecilia, che d'altronde a sentire le parole del fratello, quasi ne ordinò la fucilazione), di meno lo era per gli ufficiali semplici o per i soldati, di solito essi non potevano far altro che eseguire gli ordini senza criticare, ma in questa occasione... non si poteva non darli torto, si erano addestrati per 'liberare' i loro 'compatrioti' sulla Terra dalla morsa giudaico-anarco-comunista-capitalista e ora? Ora li veniva detto che pure i loro 'compatrioti' andavano trattati col pugno di ferro.
Malumori si registrarono pure nello stato maggiore di Garma; Madlen, che era sempre stata ascoltata da Garma godendo su di lui di una discreta influenza, addirittura gli chiese a chiare lettere se non aveva esagerato.
“Tu sei intelligentissima, capace e scaltra, ma non puoi capire queste cose di alta politica, le capiamo a malapena noi che ne facciamo parte...” li rispose Garma, accennando un sorriso.
Intanto Revil aveva ascoltato il messaggio radiofonico, capì che ormai era questione di minuti che l'attacco nemico sarebbe iniziato, ma un sottile quanto beffardo sorriso passò sulle sue labbra.
Non rivelò mai i suoi pensieri di quei momenti: anni dopo molti giornalisti li chiesero cosa pensava e provava in quei minuti e lui rispondeva sempre con quel sottile e beffardo sorriso, non una parola, solo quel sorriso...
Il piano di Revil era semplice: le forze UNFIL e Marines difendono l'autostrada principale, con il 4° Reggimento Blindato italiano (Genova Cavalleria) che con i B-2 attacca su un lato le avanguardie di Garma e i carri francesi che forniscono fuoco su lunga distanza coperti dai marines americani, l'8a Brigata Corazzata israeliana “Sharon” (che scalpitava per entrare in battaglia dopo le parole di Garma, tant'è che Revil faticosamente riusci a tenerla ferma) era posizionata a nord pronta ad attaccare il lato della formazione nemica appena questa si fosse sbilanciata in avanti.

Posizione truppe al momento dell'inzio dell'avanzata nazista

Ma il vero asso nella manica di Revil, per bloccare l'avanzata nemica, cominciava a prepararsi... il rumore delle turbine prima e delle pale poi, degli elicotteri da combattimento che decollavano dall'aeroporto di Jiddah e dalle unità navali del Mar Rosso ne erano un chiaro sentore....
Garma intanto mandò in avanscoperta una compagnia rinforzata di MS, per aprire la strada alla formazione principale, clamorosamente non inviò però pattuglie in perlustrazione; Garma richiese però il supporto della Luftwaffe per la ricognizione e la copertura dell'unità a lungo raggio, ma gli aerei del Reich erano impegnati nello stretto di Hormuz a contenere un tentativo di fuga dal Golfo Persico delle navi della coalizione capeggiate e coperte dalla 'Ronald Reagan' e dal suo gruppo di volo montato su F-18 Super Hornet e F-35 Lightning II.
Garma si può tranquillamente affermare che se ne infischiò delle precauzioni e ciò lo fece cadere nella trappola.
Appena la compagnia d'avanguardia cominciò ad essere attaccata dalle forze della coalizione poste a difesa delle alture a sud-ovest della Mecca presso l'autostrada.
“Siamo sotto attacco! Siamo sotto attacco!” continuava ad urlare una atterrito comandante di compagnia nazista, la resistenza della compagnia durò pochissimo.
Nel frattempo piccoli gruppi di F-15 (israeliani e americani) armati di cluster-bomb e Rafale (lanciati dalla portaerei francese Charles de Gaulles, sfuggita ai primi attacchi trovandosi nel Mediterraneo Orientale per esercitazioni) armati con bombe a guida laser, oltre ad interi stormi di elicotteri, attaccarono il grosso della divisione nazista, per la prima volta i MS vennero messi fortemente in difficoltà, se non si muovevano erano un obiettivo facile per gli elicotteri da combattimento e per le bombe a guida laser dei Rafale francesi, se si muovevano gli F-15 lanciavano cluster-bomb sulle loro posizioni danneggiandoli in modo che non era grave, ma abbastanza per rallentarli e per farli diventare facili prede degli elicotteri nemici.
I MS nazisti erano rimasti compressi in un'area troppo piccola, grazie all'ideale cerchio che strinsero sopra di loro gli elicotteri, per manovrare efficacemente, le supposizioni di Revil stavano divenendo realtà.
AH-64, AH-1, A-129, Mi-24, KA-50 sono solo sigle, ma gli elicotteri che si celavano dietro queste sigle divennero uno dei peggior nemici degli MS nazisti fino alla comparsa dei MS federali.
Gli elicotteri americani, israeliani, egiziani, la mezza dozzina di Ka-50 siriani, la ventina di A-129 turchi, i due A-129 italiani e i 6 Mi-24 inviati dallo Yemen furono un incubo per gli SP e i carri Adolf della divisione di Garma.
Appena la divisione di Garma cominciò ad essere bersagliata dall'aria l'8a Brigata 'Sharon' attaccò uno dei due fianchi scoperti della formazione nemica (il fianco nord), le cose per Garma si facevano difficili.
La 'Sharon' riuscì ad avvicinarsi moltissimo alla divisione nemica senza essere bersagliata, gli SP nazisti erano troppo impegnati nel vano tentativo di contrastare gli elicotteri, i carri israeliani quindi cominciarono con quello che passò alla storia come “Il grande tiro al piattello” (definizione comparsa sulle bocche dei soldati dopo la battaglia e la cui origine non è mai stata chiarita).
Sui soldati nazisti si dipinse per la prima volta, da quando era iniziata la guerra, lo spettro della sconfitta, si assistette anche ad alcune scene di puro terrore tra le fila naziste, la divisione di Garma stava cominciando a cedere.

*si riferisce alla "riscossa" dal trattato di Versailles, ovvero la WWII.

Alle ore 7.45 A.M., a quindici minuti dall'inizio dei combattimenti Revil decise che era venuto il momento del colpo di grazia e inviò un messaggio via radio: "4° reggimento spostatevi verso est ed attaccate le formazione nemica dal lato sud, carri UNFIL e marines avanzate verso est e ingaggiate il nemico!", dopo che la compagnia d'avanguardia di Garma era stata annientata le forze della coalizione impegnate contro quell'unità erano state a guardare in attesa di ordini.
Perché Revil decise di non circondare subito l'unità nemica e lasciò passare alcuni minuti prima di circondarla completamente?
Per rispondere a ciò bisogna leggere un'intervista che rilasciò un paio di anni dopo la fine della guerra ad un giornale arabo.
“Con l'attacco degli elicotteri e dei cacciabombardieri avevamo bloccato le forze di Garma, ma nonostante ciò l'unità sarebbe stata ancora in grado di difendersi efficacemente se l'attacco dal lato nord, sud ed ovest fosse avvenuto in contemporanea... vedete con l'attacco della 'Sharon' feci sbilanciare la formazione nemica che si volse tutta a contrastare l'unità corazzata: era quello che volevo, a quel punto ordinai alle altre unità della coalizione impegnate nella battaglia di attaccare l'unità dal lato ovest e da quello sud, capite che quindi in questo modo l'efficacia dell'attacco si rivelò molto maggiore in confronto ad un attacco contemporaneo su tre lati...”.

Posizione unità partecipanti alla trappola ideata da Revil

Nel momento stesso in cui avvenì questo attacco a Jiddah era cominciato l'imbarco delle prime unità della coalizione sulle navi ormeggiate al porto.
Nell'oramai circondata divisione di Garma si consumava il dramma, "Qui è Garma ai battaglioni corazzati! Per la salvezza del Reich venite a tirarmi fuori di qui!": questo fu il perentorio ordine di Garma ad alcune sue unità su carri Adolf rimaste di riserva alla Mecca; l'ordine mostrava ormai lo stato di agitazione in cui si trovava Garma: la sua divisione era sull'orlo del collasso e i nemici non davano segno di volersi arrendere (tutt'altro) come lo Zabi aveva previsto.
Durante questi momenti avvenne un fatto che portò Garma definitivamente all'instabilità mentale, instabilità che aggiunta su una personalità alla perenne ricerca di consenso e potenza come Garma si rivelò fatale, non tanto per lui, quanto per le centinaia di migliaia di civili gassati senza motivo alcuno (tristemente famosa resta la strage di Bassora in cui senza alcuna ragione, a detta stessa di molti ufficiali nazisti implicati nella vicenda, Garma ordinò l'uso di gas nervino sulla città ripetendo l'attacco due giorni dopo uccidendo i pochi sopravvissuti).
Madlen infatti ebbe una 'crisi', la ragazza impugnò la sua pistola contro Garma e sparò mirando al giovane Zabi, ma una delle guardie del corpo di Garma si frappose tra lui e la donna morendo, Madlen proprio in quell'attimo venne raggiunta da una raffica di mitra sparata da un'altra guardia.
Garma rimase impietrito osservando il corpo della ragazza cadere a terra, cinque proiettili la presero in pieno petto.

Non si seppe mai chiaramente cosa portò a questo incredibile, quanto fulmineo, gesto, ma forse per capirne i motivi di fondo è bene leggere alcune deposizioni fatte da ufficiali e soldati nazisti al 2° processo di Norimberga a proposito di quei convulsi momenti.
Maxmilian vonKeitel, aiutante di stato maggiore di Garma: "Quando Garma richiese che i battaglioni di riserva venissero usati per salvarlo ci sentimmo traditi; centinaia di soldati erano morti e almeno altri cinquemila erano circondati da un manipolo di nemici e lui cosa ordinò? Che lo venissero a salvare! Potevamo ancora vincere se avessimo ordinato a quei battaglioni di attaccare sul fianco le forze israeliane e invece furono buttati dentro la sacca! Maledetta guardia del corpo! Madlen avrebbe reso un gran servigio al reich a togliere di mezzo Garma!"
Alexander Zugarf, pilota scelto di MS del 3° plotone SP del 1° Sp-Battallion: "Io e la mia unità eravamo una delle poche ancora in grado di combattere, il nemico ci aveva colto completamente di sorpresa, non sapevamo più cosa fare, non ricevevamo più ordini! e pensare che eravamo tra i pochi ancora in grado di fare qualche cosa!
Molti di noi sentimmo, attraverso le radio dimenticate accese, che molti commilitoni cominciarono a chiedersi se fossimo ancora dalla parte del giusto, ci avevano sempre insegnato che avremmo vinto perchè dalla parte del giusto, ma in quella battaglia stavamo perdendo."
Fernand Baapke, ufficiale delle SS adetto al controllo delle unità: "Io non dubitavo e non dubito ancora adesso del fatto che eravamo dalla parte del giusto, ma dopo la battaglia della Mecca su una cosa modificai le mie credenze: anche tra quelli che ci comandavano c'erano degli emeriti deficienti! Se solo ci fosse stato Deikun al posto di Garma avremmo conquistato il mondo..."
Probabilmente il crollo di Madlen fu causato da una serie di convinzioni simili a queste maturate durante la battaglia; sta di fatto che le sue motivazioni sono finite insieme al suo sangue nella sabbia e non si sapranno mai con certezza, anche se in genere si ritiene pensare che il caso di Madlen fu il primo caso di rivolta all'interno delle strutture del Reich.
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« Risposta #3 il: 10 Settembre 2007, 15:36:55 »

piccola domanda...

eggitto, oman, K8 ed emirati?

Magari anche l'iran visto la minaccia alla citta santa... (sull'ultimo numero di RID c'è una descrizione delle loro FA)

Okky


QUALCHE ADMIN CANCELLI QUESTO INTERVENTO
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« Risposta #4 il: 12 Settembre 2007, 20:34:08 »

Garma chiama i due battaglioni corazzati a salvarlo

I due battaglioni di carri Adolf chiamati da Garma ne eseguirono gli ordini alla lettera e attraverso l'ultimo varco disponibile entrarono nella sacca verso le 8.00.
“Qui è la compagnia Friedrich, siamo a due chilometri da voi!” comunicò il comandante dell'unità panzer al 'Donner' posto comando.
“Qui è il 2° giordano! Carri super pesanti stanno entrando nella sacca”.
“Qui 4a compagnia corazzata! Siamo sotto il fuoco dei panzer nemici!”.
Messaggi come questo cominciarono ad arrivare alla radio di Revil, questi messaggi vennero confermati dai velivoli dell'aviazione che confermarono che i battaglioni panzer erano entrati nella piccola, quanto affollata sacca.
Revil sentendo i nemici compiere questa inaspettata e stupida mossa esclamò "Son tutti matti questi nazisti!" e sogghignando sottovoce "Peggio per loro".
In quel momento gli elicotteri stavano cominciando a ritornare verso la base di Jiddah o alle loro navi per rifornirsi di munizioni e carburante, Revil per non abbassare la pressione sui nazisti ordinò immediatamente a tutte le unità di artiglieria terrestre e navale di aprire il fuoco sulla divisione di Garma: c'era una tale concentrazione di mezzi nella sacca di pochi chilometri quadrati che per l'artiglieria della coalizione non ci sarebbe stato neanche bisogno di prendere la mira con precisione, bastava sparare nel mucchio.
All'azione di artiglieria parteciparono anche alcune batterie di artiglieria missilistica siriane e yemenite di produzione russa da saturazione.
Tutte le artiglierie navali e terrestri alle 8.00 in punto aprirono il fuoco dalle loro sicure posizioni a Jiddah, il cielo venne squarciato dal sibilo dei proiettili in arrivo, il terreno tremò, alte colonne di fumo e fiamme si alzarono, come affermarono alcuni reduci nazisti, sembrava la fine del mondo. Di sicuro si avvicinava la fine per la divisione di Garma, quest'ultimo aveva anche avuto un collasso al sentire i primi colpi di grosso calibro delle artiglierie esplodere.
Come urlò un ufficiale della compagnia dei marines statunitensi a proposito dello 'spettacolo' di esplosioni e di fumo che si parò davanti ai suoi occhi: “WOW!”.
Un ufficiale di un'unità di pattuglia della divisione di Deikun ebbe un'espressione di segno opposto su quello 'spettacolo': “Mein Gott!”, riuscì appena a mormorare.
Ma alle 8.10 A.M. il battaglione esplorante giordano notò una grossa formazione di MS nazisti in movimento che si stava dirigendo alle spalle della 'Sharon'.
“Qui è il 2° giordano, individuato grosso gruppo di MS nemici diretti verso le posizioni della 'Sharon', saranno circa una ventina...”.
Revil ordinò subito a tutte le unità di sganciarsi e di ripiegare su Jiddah con la copertura dell'artiglieria, nel frattempo a Jiddah le operazioni di carico sulle navi e sugli aerei che continuavano a decollare e atterrare dall'aeroporto si fecero febbrili.
Una quantità enorme di aerei da trasporto vennero dirottati su Jiddah; tutti gli aerei militari disponibili, una marea di Boeing e Airbus civili, addirittura dei vecchi An-2 Colt comparvero nell'aeroporto della città, più volte venne sfiorata la collisione in aria ed al suolo nelle piste di rullaggio, ma la bravura di coloro che coordinavano le operazioni di decollo e atteraggio evitò il peggio, ci furono solo quattro aerei coinvolti in modo non grave in incidente, coloro che dovevano trasportare vennero caricati su altre unità, mentre gli aerei in questioni venivano spostati a bordo pista e venivano minati per renderli inservibili.
Al porto la situazione era simile: navi da assalto anfibio, navi da trasporto cargo, traghetti e addirittura qualche petroliera vuota si ammassavano in prossimità del porto in attesa di entrare.
“Muovetevi con quei carri!” urlò un ufficiale della logistica italiano ad un carrista yemenita che stava facendo imbarcare il suo carro su una nave ro-ro che era entrata in porto.
“Facciamo il possibile!”.
“Fate l'impossibile, fra poco dobbiamo imbarcare degli Abrams e dei Bradley e dei vostri vecchi T-72 non me ne frega un emerito...”.
Ad aggravare la situazione logistica c'era il fatto che tutti i civili della città e delle vicinanze volevano essere salvati e quindi oltre a pensare all'imbarco dei mezzi militari c'era da pensare all'imbarco anche di migliaia di civili, molti volevano portarsi dietro anche capi di bestiame e altri beni personali.
Il capo della logistica, un vecchio generale inglese, pur sapendo che quello era un ingombro che avrebbe tolto spazio ai mezzi militari sapeva che se non avesse acconsentito a ciò probabilmente avrebbe dovuto vedersela anche con problemi di sicurezza per probabili tentativi dei profughi di 'conquistare' qualche nave per mettersi in salvo: tra i due mali scelse il male minore.
Intanto i MS di Deikun avevano ingaggiato un brevissimo scambio di artiglieria con una compagnia corazzata israeliana che stava coprendo la ritirata delle altre unità della coalizione; mentre i carri israeliani si stavano allontanando Deikun lanciò un breve ma significatissimo proclama: "Divisione di Garma, è Kaswal von Deikun che vi parla! Il Reich non vi abbandona!”, in questo brevissimo messaggio era contenuta una pesantissima accusa a Garma: Garma era una parte fondamentale del Reich (faceva parte degli Zabi), Deikun invece aveva in pratica affermato che Garma non era una parte fondamentale del Reich (inteso dal lato politico), anzi Deikun stesso si qualificò come "parte fondamentale".
Messaggio che Garma non poté sentire per via delle sue condizioni fisiche e di cui nessuno lo informo successivamente.
Deikun aveva deciso di intervenire, come lui stesso ammise dopo la guerra, in quel momento, a seguito di un puro calcolo politico: se non fosse entrato in azione sarebbe stato accusato di tradimento, se interveniva prima la figura di Garma non sarebbe stata screditata essendo che il combattimento si sarebbe risolto positivamente per i nazisti: quindi quello era il momento giusto per intervenire lasciando nel discredito generale Garma, per essere visto come un eroe dai soldati di nazisti e per ricevere i complimenti di Garma stesso per averlo salvato (!).
Con la comparsa dell'unità di Deikun al fronte, che comportò la ritirata totale delle unità della coalizione, la battaglia della Mecca si può dirsi conclusa, Deikun infatti pur avvicinandosi alla città di Jiddah non l'attaccò.

Le forze della coalizione si ritirano, la divisione di Garma subisce quasi l'annientamento

Dopo alcuni anni si è appurato che ciò avvenne per motivi di tipo politico, infatti Deikun stesso affermò che Cecilia ordinò di non attaccare.
Ciò era dovuto ai contrasti interni della famiglia Zabi, Cecilia in quel momento si era ritrovata tra le mani il modo di screditare Garma (e quindi Ghiren) e non voleva ribaltare la situazione, ma anche dal punto di vista militare l'attacco sarebbe risultato difficile: l'82th Airborne Division americana si era piazzata a difesa del porto e dell'aeroporto di Jiddah, le navi delle marine di Israele, Egitto e i resti delle marine di Italia e Francia erano pronte a far fuoco con le loro artiglierie, inoltre velivoli da combattimento provenienti dall'Egitto coprivano continuatamente le operazioni di imbarco navale e aereo.
Questo non toglie che se i nazisti avessero anche solo tentato una puntata offensiva le operazioni di carico sarebbero andate in crisi, ma Cecilia, come già detto, pensò solo ai suoi obiettivi politici; gli obiettivi di Cecilia nelle linee di massima erano sempre molto chiari, ma i suoi metodi, non in questo caso, erano sempre piuttosto oscuri, per esempio spesso fece promuovere su suo ordine personale all'interno delle SS personale che di solito era definito di categoria B (ariano non puro) andando contro le idee stesse del nazionalsocialismo, secondo molti proprio per screditarlo.
Si può supporre che Cecilia avesse idee politiche tutte, è ormai ben chiaro a tutti che Cecilia avesse trasformato le SS (per lo meno i corpi d'elite) in sue divisioni personali rispondenti alle esigenze e alle filosofie della 'lady di ferro', cosa che venne messa in risalto anche agli occhi dei politici terrestri  proprio durante la battaglia della Mecca.
Inoltre, ma questo non è mai stato confermato dagli interessati,  Cecilia offrì alla Federazione fin dal 2016 (quando ancora sembrava che il Reich stesse per conquistare la Terra) trattati di pace che prevedevano un golpe appoggiato dalla Federazione ai danni di Ghiren e addirittura la consegna di molti di coloro che nelle SS si erano macchiati dei più gravi fatti di sangue (e quasi mai erano coloro che facevano parte dei corpi d'elite, cosa che permise a persone come Deikun di essere ascoltate al processo di Norimberga più come persone informate sui fatti che come imputati) al prezzo dell'unione dei territori della 'Grande Germania' con il 4° Reich, verso la fine della guerra addirittura quest'ultima clausola si dice che scomparve rimpiazzata solo da una assicurazione di integrità dei territori spaziali del Reich al prezzo di solo alcune basi sulla Luna e su Marte
Cecilia aveva quindi più interessi di conquistare il potere del 4° Reich che di conquistare grandi porzioni di territori...
Ritornando alla battaglia della Meccca bisogna ricordare che la Reich Luftwaffe, pur riuscendo a danneggiare pesantemente la 'Reagan' (che si auto-affondò nell'oceano Indiano), aveva subito gravi perdite e i piloti erano allo stremo e perciò non poteva intervenire contro le forze della coalizione presenti a Jiddah.
Le forze di Cecilia, come già accennato, non si mossero e solo a notte inoltrata un plotone di MS tentò una operazione dal mare che però venne annullata a seguito della scoperta del plotone da parte di alcune navi della coalizione, era più che altro una operazione di facciata di Cecilia per far vedere a Ghiren che anche le sue unità avevano partecipato alle azioni.
Le operazioni di imbarco finirono alle 4.00 A.M. del 28 aprile e i nazisti entrarono a Jiddah alle 4.30 A.M. dello stesso giorno.
Revil aveva dimostrato, durante le operazioni di imbarco, una eccezionale capacità organizzativa, infatti riusci a far compiere le operazioni con una estrema perizia e ordine, infatti oltre ad imbarcare tutti gli uomini ed i carri armati che erano sopravvissuti come aveva previsto, riusci a far caricare su aerei e navi anche il 40% delle artiglierie semoventi, il 74% delle artiglierie non semoventi, il 56% di mezzi corazzati da trasporto truppa e l'80% di mezzi del genio, questo fu possibile grazie al fatto che molte petroliere e navi cargo che si trovavano vuote presso i porti egiziani furono usate per imbarcare mezzi e uomini, aumentando la capacità di trasporto della coalizione.
Per quel che riguarda i nazisti, nonostante ci furono alcune pressioni in tal senso Garma non venne rimosso per non offuscare ancora di più il nome degli Zabi; bisogna però dire che questa scelta fu molto combattuta all'interno della stessa famiglia Zabi, ma alla fine si giunse all'accordo di compromesso per il quale Garma avrebbe mantenuto l'autonomia per quel che riguardava la nomina di ufficiali, promozioni e linee strategiche all'interno della sua armata, ma sarebbe stato affiancato (in realtà sostituito) da alcuni ufficiali nelle battaglie di prima linea.
Garma riversò la sua rabbia nelle operazioni anti-guerriglia (non essendo di prima linea nelle retrovie nessuno lo poteva fermare) in cui si mise in luce come uno dei comandanti più sanguinari delle forze del Reich; lo stesso comando federale mise una taglia sulla sua testa di 50 milioni di dollari per averlo morto (vivo la taglia aumentava a 100).
I suoi raid aerei divennero tristemente famosi, spesse volte Garma sceglieva a caso una città sulla mappa e se ne valeva la pena faceva decollare la sua sezione di 'Gustav' per farla bombardare.
Bisogna anche considerare che all'interno della popolazione del Reich si ebbe per la prima volta l'impressione che la guerra non era già vinta e che i nemici erano ancora molto forti, ciò provocò una forte flessione del morale della popolazione e stando ai documenti informativi del Reich, tra la popolazione cominciarono a circolare idee contro gli Zabi e Garma in particolare, idee che quando rivolte solo contro Garma non furono bloccate (di solito se erano contro gli Zabi in generale coloro che le avevano espresse morivano in misteriosi incidenti sul lavoro).
Inoltre si assistette a scene di puro dolore collettivo nelle colonie naziste quando le bare degli ufficiali e le targhette di identificazioni dei soldati furono portate alle rispettive famiglie, gli stessi Zabi per assecondare la popolazione proclamarono due giorni di lutto nazionale, in cui gli Zabi proclamarono grandi discorsi di vendetta, in realtà le madri del Reich volevano solamente piangere da sole; anche le istitutrici delle “scuole per l'infanzia” (posti simili agli orfanotrofi) per la prima volta versarono lacrime per coloro che avevano allevato senza passione e sotto i dettami del Partito.
Per l'oramai nascente federazione la vittoria della Mecca, invece, fu una grandissima vittoria, più che militare, morale.
All'inizio venne interpretata come una sconfitta, ma come disse Revil dal ponte della portaerei nucleare francese 'Charles de Gaulle' sovraccarica di mezzi e persone, mentre la sua unità abbandonava l'Arabia, di fronte alla tristezza ed allo scoramento dei suoi sottufficiali, mormorò in greco...
"Qualcuno dei Sai si vanta del mio scudo, che presso un cespuglio
- arma gloriosa - lasciai non volendo.
Ma salvai la mia vita. Quello scudo, che importa?
Vada in malora. Un altro ne acquisterò, non meno bello.".
E alla domanda di un sottufficiale: "che cosa vuol dire, Signore? ".
"Le nostre vite sono salve: oggi accettiamo questa sconfitta, affilando nuove armi per la vittoria di domani. Oggi ci ritiriamo. Domani, noi ritorneremo" rispose Revil osservando un EH-101 che stava cercando di atterrare su una vicina fregata italiana.
E quella frase, “We'll back”, divenne la parola d'ordine dell'esercito federale nei confronti delle popolazioni sotto il controllo del nemico.
Revil in quei giorni cominciò a scrivere il suo nome nella storia...


La battaglia della Mecca (video WMV)
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« Risposta #5 il: 15 Settembre 2007, 13:59:27 »

Uscendo un'attimo dal discorso medio-oriente (ma in realtà il discorso è collegato per vari motivi tra cui le battaglie per il canale di Suez)...

Operazioni in Nord Africa 2015-1018

Inizialmente le forze dei paesi Nord-Africani non furono vittime di grandi attacchi per mezzo di meteore, ne subirono grosse invasioni, ma fin da subito divennero di importanza fondamentale.
Il secondo giorno di guerra, per esempio, aerei ed elicotteri partecipanti alla Spring Flag in Sardegna ripararono in Marocco e altri velivoli dal continente europeo continuarono ad arrivare nei giorni successivi, almeno quelli che riuscivano a sfuggire all'abbattimento.
Dalla Spagna, quando ogni possibilità di difesa nella penisola iberica si fu esaurita, migliaia di militari e mezzi spagnoli si riversarono nelle enclavi spagnole del Nord-Africa.
Questo per quanto riguarda i primi giorni, infatti, dopo aver completato le procedure di trasferimento delle forze in Europa e dopo le battaglie della Mecca e di Bassora i nazisti poterono cominciare a pianificare l'invasione del continente africano: l'operazione 'Afrika', il nome indicava già l'obiettivo...
Alle ore 5.00 A.M. del 10 maggio del 2015 sugli schermi dei radar che da Tunisi tenevano d'occhio lo Stretto di Sicilia comparve una grossa forza aerea in volo verso la città: erano 8 Gaw e la loro nutrita scorta di BF-2002.
Il 10 luglio 2015 le forze della coalizione subivano, inoltre, un violento attacco presso il canale di Suez, su ordine del comando centrale alle forze in questione veniva ordinata la ritirata verso il Sudan, per coprire questa ritirata e rallentare il nemico (soprattutto dopo che i nazisti conquistarono uno dei ponti sul canale di Suez intatto) venne ordinato ai reparti che si erano salvati dall'Europa di distruggere i ponti sul canale che non si era fatto in tempo a minare.
Gli aerei disponibili erano pochi e le difese nemiche molto forti, ma il 15 luglio due piloti: Francesco Grigoli e Roy Jung (distaccati dal neonato 4° ASW) volando a pochi metri dal suolo con i loro Typhoon in mezzo al canale di Suez e sfrecciando a circa 800 Km/h tra i relitti dei mercantili ed un tripudio di pallottole sparate contro di loro riuscirono a colpire e a distruggere i due principali ponti sul canale, facendo mettere alle forze della coalizione circa 600 km di distanza tra loro ed i nazisti.
Se l'operazione nazista volta al canale tanto ambito da Rommel subì quindi un forte rallentamento così non fu per l'operazione in Tunisia e dopo una vittoriosa battaglia campale contro le forze della coalizione (soprattutto libiche) nei luoghi del Mareth dove i loro avi persero una battaglia difensiva contro gli anglo-americani durante la WWII i nazisti avanzarono fino a Bengasi senza incontrare più una seria resistenza.
L'avanzata lungo l'Atlante fu invece più diffusa e fin da subito l'esercito Algerino si diede ad operazioni dai spiccati tratti di guerriglia, nonostante ciò ogni resistenza di Algeria e Marocco venne rotta dall'invio del corpo speciale MS 'Caracal' che successivamente si rincontrerà in azione nelle operazioni di attacco e difesa presso il confine con la regione sudanese.
Il 21 luglio l'intero Nord-Africa cadde definitivamente in mano nazista, da quel momento non ci fu più una vera avanzata in territorio africano, la presenza stessa del Sahara rese molto ardue le operazioni in profondità e interi territori dell'entroterra caddero in mano alla guerriglia e fu solo 'assoldando' interi gruppi di mercenari locali se quei territori furono mantenuti.
Le uniche operazioni di un certo respiro continuarono a persistere nelle zone del Sudan e lungo la costa atlantica, ma più che altro si trattava di attacchi veloci e condotti abbastanza in profondità volti solo a tenere sotto pressione la Federazione su quei fronti; è doveroso ricordare anche le missioni di sabotaggio che i nazisti compirono con l'ausilio di mezzi catturati, tra queste si ricordi quella che portò alla morte di diversi comandanti del 4° ASW
Dal 1 ottobre 2015 al 1 dicembre 2016 si potrà però assistere ad un primo tentativo di offensiva federale su questo fronte, era l'operazione 'Rising Storm' volta alla riconquista della Libia meridionale, l'operazione in se fu un mezzo fiasco dal punto di vista tattico e solo il 30% dei territori previsti fu riconquistato (territori che di fatto era poi impossibile controllare per la loro grandezza e mancanza di infrastrutture), ma fu un successo dal punto di vista strategico visto che costrinse i nazi a richiamare diverse forze, anche di MS, nella zona, proprio poche settimane prima che la White Base passasse sopra l'Egitto (e quindi facilitandoli il passaggio); da notare che in queste operazioni si distinse l'asso Roy Jung che durante una di queste missioni distrusse ben 4 MS, senza contare che nel resto dell'operazione riuscì ad abbattere diversi altri aerei (alcuni abbattimenti però rimangono solo presunti, quindi non accreditati) e MS.
Il 30 ottobre presso la zona di Bassora la White Base dovette sopportare uno dei suoi più duri combattimenti e quasi finì per essere distrutta, se non fosse stato per l'arrivo dei caccia del 4° ASW che interruppero le operazioni in Libia per aiutare la corazzata federale, tra l'altro il 4° ASW dovette compiere un volo non indiferente e fu solo grazie al supporto di alcune aerocisterne se fu possibile eseguire la missione.
Durante i combattimenti che coinvolsero le unità in questione un pilota di Typhoon: Ryu Josè a causa dei danni riportati dovette atterrare in emergenza sulla White Base.
Qualche tempo dopo, il 27 novembre, in Egitto, non distante da Alessandria d'Egitto, giunse il tenente Matilda Ajan con la sua unità di trasporto che portò i rifornimenti necessari all'unità, ma i pericoli per la WB non erano finiti, presso la diga di Assuan, Rahl ordinò un nuovo attacco e la mattina presto del 22 dicembre.
La battaglia che ne consegue è durissima e tra l'asso di MS federali Amuro Rey e Rahl si sviluppa un violentissimo combattimento con i loro MS, il MS di Rahl è superiore e Amuro rischia la sconfitta ma Ryu Josè, con il suo Typhoon riparato alla bene e meglio, decolla dalla WB e si lancia contro il Siegfred nemico sparando tutto quello che aveva a disposizione, ma non riuscendo a colpirlo seriamente scelse di compiere un'azione che l'avrebbe fatto entrare per sempre nei cuori dell'equipaggio della WB: decise di lanciarsi con il suo Typhoon contro il MS nazista, l'esplosione è violentissima ed il Siegfred è ridotto in rottami e Rahl muore, i membri del suo battaglione (che era stato formato pochi giorni prima con quel che poco che li avevano assegnato) si arrendono esenguendo l'ordine che Rahl aveva comunicato prima della sua partenza (“In caso che io muoia, se non c'è altra possibilità arrendetevi, sarebbe inutile continuare a rischiare le vostre preziose vite”).
Tra i prigionieri fatti dai federali c'è anche Artesia von Deikun che rivelò preziose informazioni sul potenziale bellico nazista.
Qualche giorno dopo, di notte, in Sudan, i nazisti, su personale ordine di Dozul Zabi lanciano un altro attacco contro la WB ferma per riparazioni presso un improvvisato aeroporto (creato dalle unità al comando di Matilda), solo tre MS partecipano all'attacco, ma sono i temutissimi 'Die Schwartze Sterne', tra l'altro riequipaggiati poche settimane prima con un MS di nuova concezione.
La battaglia è durissima e si mette al peggio, ma in quei momenti entra in azione l'unità di Matilda che con i suoi aerei crea un diversivo.
Improvvisamente Amuro riesce a carpire i movimenti del trio nemico e riesce a distruggere due MS e fa scudo all'aereo di Matilda; un pilota nemico, Ortega, riesce a fuggire, ma viene ucciso da Shiro Amada che sopraggiunge con il suo RX-78b, l'Albion, su ordine personale del generale Revil si ricongiunse con la WB per scortarla almeno fino a Citta del Capo.
Il vero giorno dell'aquila si ebbe però il 10 dicembre 2015 quando Cecilia Zabi fece lanciare un attacco, con un intero battaglione di MS e interi gruppi di BF-2002 e LT-1, alle due corazzate federali presso l'altipiano del Kenya (da notare come nei grandi territori africani gli unici punti ad essere veramente controllati erano le principali città, permettendo ad eventuali nemici di infiltrarsi per migliaia di chilometri senza essere individuati, cosa che spiega come mai un attacco di tale portata fu lanciato ben all'interno del territorio controllato nominalmente dai federali); tra i piloti nazisti assegnati alla misssione c'erano due dei migliori piloti di MS disponibili: Deikun e Gato.
Questa battaglia fu una delle più dure mai combattute dall'equipaggio delle due corazzate e fu solo grazie al tradimento di Artesia von Deikun, che durante la battaglia comunicò il codice di blocco dei MS nazisti, che si evitò il peggio, nonostante ciò durante la battaglia il MS di Shiro Amada fu fatto esplodere da quest'ultimo per non farlo cadere in mani naziste e da quel che poi raccontò in seguito fu braccato dai nazisti per diversi giorni prima di finire in un ospedale civile dove servì fino alla fine della guerra, in quell'ospedale, tra l'altro, avvenne anche l'incontro di Shiro con Anavel Gato.
Il 2016 fu un anno che sul fronte africano, nonostante l'infuriare della guerra sugli altri fronti fu piuttosto tranquillo, anche se la tranquillità era relativa essendo che continue puntate offensiva continuarono ad essere lanciate nel Sudan e sulla costa atlantica, senza dimenticarsi i continui combattimenti fra le varie milizie nel Sahara centrale.
C'erano milizie di tutti i tipi filo-federali, filo-naziste, predoni, mercenari e quant'altro si potesse desiderare, spesso si faceva fatica a capire chi controllava cosa.
Nonostante a cavallo del giugno-luglio 2017 scoppiò la battaglia per l'Europa, con lo sbarco federale in Portogallo e Spagna, in Africa non ci fu alcuno sbarco federale (questi ultimi avevano già investito troppe risorse nelle operazioni volte a sbarcare in Europa e non potevano aprire un altro fronte).
Il vero anno di svolta per il continente africano fu il 2018, in questo anno su questo continente si svolsero alcune delle più cruente battaglie della guerra.
Verso la fine del 2017 l'avanzata federale in Europa era ormai a buon punto, a questo punto Revil preferì cominciare a coprirsi le spalle, infatti in caso che l'avanzata fosse proseguita lo sbilanciamento delle forze federali verso il Centro-Europa avrebbe lasciato scoperto le coste spagnole e francesi permettendo quindi ai nazisti di intraprendere operazioni di accerchiamento partendo dall'Africa.
Il 18 dicembre del 2017 una grossa forza di invasione federale sbarcò a Casablanca e i nazisti non poterono far altro che ritirarsi compiendo piccole azioni di retroguardia sulle montagne dell'Atlante; seri tentativi di bloccare l'avanzata federale vennero compiuti nella zona di Tunisi e presso la città di Bengasi, bisogna notare come le forze in campo fossero poche da entrambi le parti, addirittura i federali su tutto il fronte africano non disponevano di più di 16 MS, ciò però non evitò la formazioni di cruenti scontri che arrivarono anche al corpo.
La battaglia, combattutta soprattutto di notte a causa delle altissime temperature di giorno che facevano saltare pure i sistemi di condizionamento di molti mezzi, di Bengasi del 15 agosto 2018, vinta dalla Federazione, in particolare fu ricordata come una delle più violente e con il più ampio ricorso alle forze speciali da entrambi le parti.
Dopo la battaglia di Bengasi i nazisti si ritirarono completamente dal continente africano organizzando un'efficace difesa del canale di Suez (si ricordi il fallito tentativo dei federali di conquistarlo tramite lancio di paracadutisti il 25 ottobre del 2018), ma ormai il destino per i nazisti era segnato, soprattutto dopo la battaglia di Berlino e presto si sarebbero trovati circondati su tutti i fronti.
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« Risposta #6 il: 17 Settembre 2007, 14:02:48 »

Ed ecco l'inizio della v2 della morte di Garma.
NB: in confronto alla v1 c'è un nuovo personaggio o meglio una vecchia conoscenza dalla 1a serie...

La fine di Garma
Operazione 'Red Sky'

Ore 1.00 P.M. 17 ottobre 2015...
In quei giorni la White Base, dopo aver sopportato durissimi combattimenti si stava per avvicinare al territorio sotto il controllo di Garma: il Medio-Oriente.
Il comando delle forze militari nazista nella regione, in vista del passaggio della corazzata federale, aveva aumentato il numero degli aeroplani impegnati in ricognizione; la maggior parte di quelli impiegati nella sorveglianza dello spazio aereo della zona dell'Iran e dell'Afghanistan decollavano dall'aeroporto internazionale del Dubai, uno delle principali basi aeree utilizzate nella regione.
In una delle strutture di quell'aeroporto Garma ed il suo stato maggiore si stavano concedendo uno lauto pranzo a cui partecipava anche un ospite d'eccezzione: Kasval von Deikun di rientro da uno sfortunato ciclo d'operazioni contro il 'cavallo alato' federale.
“Che vino squisito, mai assaggiato una prelibatezza di questo genere, che vino ha detto che è?” domandò Garma al cameriere durante il lauto pranzo che si stava concedendo.
“Chianti signore, gentile dono del comando della Wehrmacht in Italia” rispose il cameriere, ma in quel momento entrò di corsa, nella stanza del banchetto, un affannato soldato semplice con uno stropicciato foglio di carta in mano.
“Come osi interrompere il mio pranzo” esclamò Garma indispetitto, ma appena si fece consegnare il foglio Garma divenne raggiante: il destino li stava dando su un piatto d'argento la possibilità di riscattarsi, due ricognitori aerei avevano individuato in Pakistan una corazzata federale in rapido movimento verso l'Afghanistan.
Ordinò ai suoi tre 'Gustav' personali di tenersi pronti, facendoci imbarcare sopra un totale di 24 BF-2002, cosa che avrebbe richiesto alcune ore, infatti le procedure di carico dei caccia su un 'Gustav' non era una operazione propriamente semplice.
Al sentire la notizia Deikun, che si stava tranquillamente mangiando uno dei migliori arrosti che avesse mai assaporato, balzò in piedi e chiese a Garma di poter partecipare anche lui alla missione con un plotone dei suoi MS, stando ovviamente sotto “l'illuminato” comando del più giovane degli Zabi; a questa richiesta Garma non riuscì a dir di no: Kaswal von Deikun in persona che li chiedeva di stare sotto il suo comando non era cosa da poco e quella richiesta di von Deikun andò a colpire in pieno la vanità di Garma.
Nel frattempo a 1270 km di distanza (circa), presso la città di Quetta in Pakistan, una delle roccaforti della guerriglia federale dotata addirittura di un aeroporto...
“20 gradi a babordo, discesa di 5 metri al secondo, mantenere silenzio radio, prepararsi all'atterraggio” ordinò Bright asciuttamente.
“Prua confermata, discesa impostata, presenza di deboli venti laterali, nessun ostacolo davanti a noi, atterraggio fra un minuto, allacciarsi le cinture” disse, con voce un po' affannata, Mirai, in fondo dovevano atterrare su una minuscola striscia di asfalto, su un aeroporto non attrezzato per accogliere una corazzata classe Pegasus, con la WB tutt'altro che in ottime condizioni e alla fine era su di lei che l'equipaggio della WB faceva affidamento, non poteva di certo permettersi errori “Prepararsi all'atterraggio, tenetevi forte, 10... 9... 8... 7... 6... 5... 4... 3... 2... 1... ORA” la WB venne scossa da forti da tremori, ma tutto sommato poteva dirsi un atterraggio ben fatto, visto lo scarso addestramento di Mirai.
Una pick-up armato e pieno di uomini armati fino ai denti, avvolti nei loro passamontagna, si avvicinò alla WB.
L'equipaggio ebbe qualche remora a scendere, ma il nuovo arrivato, Sleggar che era stato raccolto alcuni giorni prima e subito assegnato alla guida di uno dei MS vista la sua esperienza di pilota da combattimento, con nonchalance scese dalla WB andando incontro al piccolo gruppetto di miliziani che appena lo videro li posero una semplice domanda “al'Qubt-ut-Allah?”.
Sleggar rispose con un cenno affermativo della testa e a quel gesto i miliziani proruppero in urla di gioia e cominciarono a sparare in aria con i loro kalashnikov.
Al riecheggiare degli spari sulla pista accorsero decine di altri miliziani che, capendo che era un momento di festa si avvicinarono per vedere cosa stava succedendo e vedendo Sleggar anch'essi cominciarono ad esultare e ai pochi che erano scesi, tra cui Amuro, fecero dono di armi, cibo e qualsiasi cosa potesse avere un qualche valore e utilità.
“Ehm... grazie! Grazie!” disse Amuro ad un miliziano che li mise in mano il suo AK-74 ed alcuni caricatori, Amuro non se la sentì di rifiutare.
Altri miliziani e molti civili cominciarono ad affluire dalle vicinanze per portare altri omaggi all'equipaggio della nave, ma soprattutto per poter incontrare colui 'a cui Allah aveva dato la forza': Sleggar.
Bright in quei momenti ricevette una notizia su canali radio criptati secondo cui erano stati individuati dalle forze nemiche e che nel Dubai si stavano preparando diverse unità per intercettare la corazzata federale.
Bright con grande apprensione di Mirai si decise a scendere (in effetti i miliziani avevano buone intenzioni, ma il loro aspetto e armamento non era di certo molto rassicurante) e una volta sceso chiese di incontrare il comandante della milizia del posto, li era venuta una idea un po' fuori dai canoni, oggi non sarebbero fuggiti, ma il tempo stringeva...
Il comandante della milizia (un ufficiale pakistano che aveva studiato nelle accademie militari americane) non si fece attendere (era tra quelli che stavano festeggiando l'arrivo di Sleggar), Bright accompagnò il comandante della milizia (Dareh Mushaf) presso la plancia di comando della nave e cominciò a spiegarli la situazione: probabilmente verso sera la WB sarebbe stata attaccata (sapeva che per far decollare una consistente forza di attacco ci voleva il suo tempo), ma l'occasione era ghiotta per assestare un duro colpo ai nazisti e indicò sulla cartina una zona.
“Vede questa zona, secondo me è perfetta per un'imboscata, da lei voglio sapere: A se le forze in quella zona dispongono di adeguati sistemi antiaerei e B se eventualmente la sua unità può 'prestarmi' alcune unità” Bright fu estremamente chiaro nelle sue richieste e a sentire queste richieste il comandante pakistano venne preso in contropiede, ma non si tirò indietro e anzi decise di dare il suo massimo apporto alla WB.
Dareh diede tutte le informazioni che aveva richiesto Bright e si incaricò lui stesso di comunicare alle unità in quella zona (soprannominata da Bright “il calderone”) di tenersi pronti con le loro armi AA (secondo le ultime informazioni due cannoni binati da 23 e 5 lanciamissili Stinger o similari di produzione russa), inoltre avrebbe fornito tre sistemi antiaerei semoventi SA-17 'Grizzly' su cui aveva messo le mani recentemente, ma soprattutto dopo aver appreso che alla WB mancava del personale, soprattutto degli artiglieri, li annunciò che seduta stante avrebbe fatto imbarcare alcuni dei suoi uomini che sapevano parlare inglese in modo che potessero completare l'organico.
“Io non trovo le parole per ringraziarla, la sua generosità passerà alla storia, grazie a lei son sicuro che riusciremo a raggiungere il territorio federale” disse un Bright a dir poco incredulo di come in 15 minuti fosse riuscito a ottenere non solo quello che aveva richiesto, ma addirittura di più, senza contare le provviste che stavano venendo imbarcate sulla WB.
“Non potevo non aiutare i compagni su cui 'al'Qubt-ut-Allah' fa affidamento, se morisse senza che io abbia fatto nulla per aiutarlo non potrei mai perdonarmi, anche se credo che Allah lo voglia ancora a lungo sulla Terra per sconfiggere coloro che ci vogliono distruggere”.
Alcuni minuti dopo Bright diramò alcuni ordini: “La WB decollerà tra un'ora e mezza, entro quell'ora tutti dovranno essere ai propri posti, lo stato d'allerta rimane su 3, le operazioni di manutenzione fino al momento del decollo devono continuare senza sosta, nessuno si deve allontanare senza il consenso del sottoscritto”.
Kay (all'anagrafe noto come Klaus, ma un giapponese a Okinawa li storpiò il nome e da quel momento...) e alcuni altri membri dall'equipaggio nel frattempo scendevano dalla WB per poter andare a cercare ulteriori rifornimenti su ordine di Bright.
Girando per la cittadina di Quetta Kay vide uno spettacolo tristissimo: migliaia di rifugiati che versavano in cattive condizioni ai margini della strada., cure mediche assenti, fame generalizzata e quant'altro poteva accadere in una città di fatto circondata e piena di profughi.
“Qui facciamo ancora un delitto a portare via le provviste” pensò Kay, guardando due bambini che  si contendevano un tozzo di pane; Kay non poté fare a meno di dare (senza farsi vedere dai suoi commilitoni) ai due bambini una grosso pezzo di pane che li aveva dato poco prima uno dei miliziani.
Kay, arrivato in una strada poco affollata, ordinò ai suoi commilitoni di sparpagliarsi, così avrebbero avuto maggiori possibilità di trovare delle sprovviste; dopo qualche secondo che i suoi commilitoni si erano sparpagliati si voltò e disse ad alta voce: “Fatti avanti!”, infatti aveva notato come qualcuno li stesse seguendo.
Una ragazza avvolta in un pesante foulard, che li copriva anche parte del volto, uscì da dietro una porta di una casa semidistrutta.
“Chi sei?” chiese Kay, notando, da quel poco che non era coperto dal foulard, che la ragazza presentava tratti che non erano di certo tipici della gente del posto.
“Sono Miharu Ratokie” rispose la ragazza togliendosi il foulard.
“Strano nome... giapponese?” domandò Kay.
“No, irlandese il cognome e coreano il nome” spiegò la ragazza togliendosi il foulard.
“Come mai mi seguivi?”.
“Capirai, seguimi...” esclamò la ragazza.
Miharu portò il ragazzo presso una casa diroccata: “Ecco entra...”.
“Ci conosciamo da appena cinque minuti e già...”.
“Stupido, cos'hai capito! Devo mostrarti una cosa! E io che credevo fossi una persona per bene!” disse la ragazza arrabbiata.
“Guarda che scherzavo” ribatté Kay.
I due entrarono dentro la casa, Miharu spostò alcune mattonelle del pavimento di quella che era la cucina ed estrasse una piccola cassa.
“Aprila” spiegò Miharu.
“Eseguo”.
Dentro alla cassa c'era una videocamera ed alcune schede di memoria.
“Le immagini che vedrai sono state riprese da mio fratello sul fronte iracheno alcuni mesi fa, era rimasto staccato dal resto dei soldati in ritirata. Sono immagini terribili,  per portarmele qua rischiò la vita. Sono la prova degli eccidi fatti dai nazisti”.
“Tuo fratello dov'è ora?” domandò Kay.
La ragazza non rispose e portò Kay in un piccolo spazio aperto vicino alla casa, c'era una croce e sulla croce delle targhette di riconoscimento, Kay si tolse l'elmetto in segno di rispetto.
“È morto in combattimento una settimana fa” mormorò la ragazza.
“Mi dispiace” rispose Kay sottovoce.
Dopo qualche secondo di silenzio Kay riprese la parola: “Come mai tu sei qui? Mi sembri troppo giovane per essere una militare e non credo che così giovane i tuoi ti avessero lasciato venire in queste zone” domandò sempre a bassa voce.
“Ero venuta qui nell'ambito di un progetto di cooperazione internazionale, poi i miei erano abituati a vedere i loro figli partire in quarta ed andare chissa dove: i miei due fratelli, Johnson e Dester erano militari delle forze irlandesi inviati in Iraq poco prima della guerra; purtroppo sono morti tutti e l'unico a cui sono riuscita a dare sepoltura è stato Johnson che seppur ferito mortalmente è riuscito a raggiungere le nostre linee” spiegò Miharu cercando di non piangere.
“Tutto ciò è terribile” disse Kay.
La ragazza si voltò e ritornò verso la casa.
“Comunque anche tu mi sembri troppo giovane per essere un militare” fece notare Miharu accennando un sorriso.
“Effettivamente, ma cosa vuoi... le strane cose che avvengono nella vita... piuttosto, perché non ti imbarchi con noi sulla WB? Abbiamo un disperato bisogno di personale, pensa che non abbiamo neanche cuochi a sufficienza!”.
“Non so... non mi va di abbandonare mio fratello...”.
“Ma se resti qua finirai per morire anche tu!”.
“Lo so, ma...”.
“Ma niente ma! Credi che tuo fratello ti voglia vedere già morta alla tua giovane età? Almeno stando con noi hai qualche possibilità di sopravvivere!” fece notare Kay concitatamente.
“No, non ho intenzione di morire, ma il punto è che non vi sarei di alcuna utilità! Cosa mai potrei fare?”.
“Qualsiasi cosa! Dai andiamo! Che fra poco la WB decolla!”.
“...ecco...io... e va bene! Aspetta che prendo le mie cose!” disse la ragazza andando in un'altra stanza, dopo un minuto era già di ritorno con una grossa valigia da viaggio in mano
“Già fatta la valigia?”.
“Qui bisogna essere sempre pronti a fuggire”.


Ore 5.00 P.M Aeroporto internazionale del Dubai
“Attenti a quel caccia! Non è fatto in cemento!” “Caricate quelle munizioni svelti!” “La centralina di controllo modello 5B che avevo chiesto? Senza di quelle la precisione del 40mm di prua va a farsi benedire” urlò un capo meccanico della Luftwaffe ai suoi uomini.
“Da chi? Dal Papa?” domandarono alcuni addetti alla manutenzione degli SP delle SS, esplodendo in una fragorosa risata, all'affannato addetto della Luftwaffe che si cimentava nell'ingrato compito di dover far caricare: i caccia, gli SP di Deikun e controllare le operazioni di manutenzione del 'Gustav' personale di Garma; il tutto doveva essere fatto entro le 6 quando normalmente per quel lavoro ci sarebbe voluta una mezza giornata.
Il povero addetto della Luftwaffe sospirando si pose la più classica delle domande: “Ma chi me l'ha fatto fare?”.
Nello stesso momento, a qualche centinaio e più di chilometri, un indaffarato Amuro si domandava la stessa cosa mentre cercava di riparare i danni che aveva riportato il suo Gundam negli ultimi combattimenti, compito che non veniva facilitato di certo dalle turbolenze che la WB incontrava nel volo a bassa quota.
“Su resisti sono solo un po' di turbolenze, mai viaggiato in aereo?” chiese il professore Kozumi divertito a vedere la faccia di Amuro mentre lo stava aiutando a ripristinare i collegamenti elettrici del braccio destro del Gundam.
“Solo due volte, ma volavo ad alta quota, senza queste put**** di turbolenze” rispose Amuro, il suo colorito era diventato tendenzialmente verde.
“Vè! Non si dicono le parolacce e poi Bright te l'ha detto, non vuole lasciare ai nemici l'iniziativa, perciò voleremo bassi, solo quando sarà il momento che vorremo farci identificare cominceremo a volare alti, quindi lavora! Piuttosto passami quella pinza. Grazie”.
Ormai la White Base era vicina alle posizioni dei guerriglieri della regione del Farah, la regione dove Bright voleva tendere la trappola alle forze naziste.
Intanto Miharu e Kay si trovavano nell'hangar vicino alle 'Cat' a disposizione della WB.
“Allora hai capito come usare la radio?” domandò Kay alla ragazza.
“Si, certamente... il sergente Gregor me lo ha spiegato per tre volte!” rispose Miharu.
“Hai già imparato ad usare i visori notturni e l'M4?”.
“Stavo giusto per leggere i manuali” spiegò la ragazza che fino a pochi mesi prima non avrebbe manco sfiorata una pistola giocattolo, manco pagata, ma: "In fondo anche Ghandi non ha mai detto che hai nazisti non bisogna sparare" pensò la ragazza come per giustificarsi, d'altronde una piccola venia di odio per la perdita dei fratelli li correva nel sangue.
“Lascia stare ti spiego io” disse Kay afferrando la carabina che era stata consegnata alla ragazza.
Intanto Bright dal ponte di comando scrutava all'esterno con il binocolo.
“Tenete gli occhi aperti, appena vediamo una T bruciare avvertitemi, dovremo atterrare in quella zona” ripetè Bright, per l'ennesima volta, all'equipaggio presente sul ponte di comando,
“Mi scusi se le porgo la domanda, ma credo che sia quello che si stiano domandando tutti, perché dobbiamo rischiare tendendo una trappola alle forze nemiche? Non sarebbe meglio fuggire alla massima velocità verso il territorio federale?” chiese Mirai all'improvviso tra un misto di incredulità e velata felicità generale dell'equipaggio (che voleva porre la stessa domanda, ma non ne aveva il coraggio).
“Mirai, secondo te siamo qui a fare una allegra scampagnata, cosa che, tra l'altro, farei più che volentieri o a combattere?” chiese Bright tra l'incredulità generale dell'equipaggio che non capì dove volesse arrivare a parare il comandante.
“A combattere! Ma adesso la situazione impone che noi raggiungiamo il territorio federale, comandante Bright!” disse con un velo di risentimento e sfida Mirai.
“Esattamente! Ma mi dica, quali sono gli unici due mezzi che una volta che noi ci troviamo in volo hanno una reale possibilità di abbattere la White Base e qual'è la rotta più veloce per arrivare in territorio federale?” chiese con un sorriso sornione Bright
“I caccia e i 'Gustav' nemici sono i due più pericolosi mezzi e la traiettoria più veloce è attraverso l'Arabia Saudita” rispose Mirai stizzitamente che pensò tutto il male possibile di Bright.
“Brava! Dai che hai quasi compreso il mio piano! E qual'è la base principale della Luftwaffe dove sono stanziati i 'Gustav' ?” domandò Bright con un malcelato orgoglio.
“Dubai...” rispose Mirai, stringendosi tra i denti una parola che non era propriamente un complimento.
“...e quindi lei pensa di distruggere o per lo meno rendere inoperativi i 'Gustav', che fra poco decolleranno per intercettarci, in un territorio che a noi può essere favorevole rendendoci più tranquillo un eventuale passaggio attraverso l'Arabia Saudita; cosa che adesso sarebbe quasi completamente impossibile dato che i nazisti controllano la posizione chiave del Dubai.” si intromise Sleggar entrato da poco nella plancia di comando, giusto in tempo per seguire la discussione, “Mirai non se la prenda con Bright, ma capisca che a Bright è venuta in mente una strategia a cui neanche molti anziani generali dell'USAF avrebbero pensato, forse ad alcuni del corpo aereo dei Marines, anzi senza il forse, ma non molti dopotutto” aggiunse Sleggar con la sua classica risata, assai fragorosa.
“La ringrazio del complimento” rispose tutto soddisfatto Bright, felice che qualche d'uno apprezzasse il suo piano, tanto più che il complimento giungeva da un marines qual'era Sleggar (si sa, la rivalità tra le quattro forze armate americane è sempre stata molto pesante).
La radio interna di bordo dopo qualche secondo si accese: era una delle postazioni che doveva comunicare con Bright.
“Qui postazione n°3, avvistata 6 km a nord una T che sta bruciando”.
“Qui Bright, siete sicuri?”.
“Sicurissimi signore.” rispose prontamente l'artigliere della postazione n°3.
“Mirai si diriga verso le coordinate riferite dalla postazione” “A tutto l'equipaggio mettersi in stato di allerta 2, tutte le postazioni di artiglieria operative, Patriot operativi, batterie di missili AG operative, inoltre i MS si posizionino in stand-by” disse Bright divenendo improvvisamente serio.
“Per fortuna che abbiamo finito in tempo, io torno in infermeria, ci vediamo Amuro!” esclamò Kozumi sentendo l'allarme di allerta 2.
“Grazie ancora professore!” disse Amuro vedendo il professore allontanarsi.
“Di niente! È il mio mestiere!” spigò Kozumi allontanandosi.
“Ok, ora dovresti essere a posto” disse, rivolgendosi all'RX-78, Amuro: anche lui stava prendendo l'abitudine classica dei piloti di parlare con le proprie macchine; Amuro lo guardò per qualche secondo in attesa di una risposta che non sarebbe arrivata e poi entrò in cabina di pilotaggio per mettere il suo Gundam in posizione di stand-by come ordinato da Bright la cui voce veniva amplificata dagli altoparlanti della WB.
Successe però che Amuro non riuscì ad eseguire gli ordini di Bright: mentre entrava nel cockpit la WB venne scossa da un'altra serie di turbolenze ed il colorito del ragazzo divenne ancora più pallido, non li rimase altra scelta che scendere velocemente dal MS per cercare qualche cosa in cui vomitare.
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« Risposta #7 il: 18 Settembre 2007, 18:10:50 »

Ore 5.10 da qualche parte nella regione di Farah...
“Mirai fermi la WB a 5m dal suolo, sopra quel campo di papaveri” ordinò Bright, “E pensare che gli ultimi comunicati dicevano che le piantagioni erano state completamente estirpate..” aggiunse sotto voce celando una nota di disappunto.
“Siamo fermi, condizioni del tempo in via di peggioramento probabilmente si avvicina una tempesta per stanotte” disse preoccupato il 2° addetto ai sistemi del ponte di comando della WB.
“Le grandi battaglie sono in genere caratterizzate dalla presenza di tempo non favorevole” commentò Bright  con fare pensieroso.
 “Allora spero che le previsioni meteo siano sbagliate...” aggiunse Mirai sempre più preoccupata per come si stavano mettendo le cose.
La WB era ferma sopra al campo di papaveri già da un paio di minuti quando si avvicinarono alcuni pick-up armati.
“Fate salire il comandante delle guerriglia” ordinò Bright appena si sincerò che sui pick-up c'erano molti appartenenti a quel che rimaneva dell'esercito afghano.
Nel frattempo nell'hangar principale...
“Uao! Mezzo secchio pieno, incredibile! Be, questo non te lo invidio!” disse Kay con un velo di felicità, che sarà anche stato amico di Amuro, ma di certo non li piaceva essere l'eterno secondo.
“Taci!” rispose un funereo Amuro che aveva rigettato tutti i pasti e le bevande della giornata in quel lucente secchio metallico.
“Qualche problema Amuro? Non preoccuparti ho una medicina infallibile!” esclamò Sleggar estraendo una fiaschetta dalla tasca, “Questo fa passare tutto!” aggiunse facendone bere il contenuto al malandato Amuro.
“Ehm, signor Sleggar? Non sarà per caso qualche cosa di alcolico?” domandò Kay con un fare leggermente preoccupato.
“Whisky, perché?”.
“Siamo fritti...”. Rispose Kay melanconicamente.
Kay si ricordava benissimo di quando aveva portato un quasi astemio Amuro in una delle maggiori birrerie di Ramstein e di come Amuro aveva cominciato a cantare tipiche musiche del folklore locale; Kay e Fraw, che aveva accompagnato Amuro avendo avuto un presentimento di quel che sarebbe successo, erano imbarazzatissimi.
Ovviamente non poteva dimenticarsi di come lui e Fraw l'avevano dovuto riportare a casa passando per le strade principali di Ramstein tra le risatine della gente (erano solo le 10 di sera): di certo da quel giorno Amuro quasi non tocco più alcool, oltre ad essere l'episodio continuo argomento di discussione quando, tra i compagni di scuola di Amuro, non si sapeva di cosa parlare.
Intanto sul ponte di comando era giunto il comandante dei guerriglieri, un vecchio ufficiale delle truppe regolari afghane che era nato e cresciuto in quelle martoriate zone.
“Le dirò, subito che appena ho ricevuto la richiesta di prepararmi ad aiutare truppe alleate dal comando di Quetta immaginavo che fosse il solito gruppo di incursori, non di certo un mezzo di questo tipo, che non capisco neanche bene che cosa è... come si chiama?” chiese l'ufficiale afghano che si trovava visibilmente a disagio, di certo non aveva mai visto un mezzo del genere: nessuna immagine era stata diffusa fino a quel momento e le poche informazioni che circolavano tra i federali giravano solo tra le più sicure basi nel continente americane, non arrivavano di certo in quel luogo dimenticato da tutti.
“White Base” rispose Bright asciuttamente.
“White Base” ridisse pensieroso l'afghano, “Bhe, immagino che la vostra non sia una visita di cortesia, in cosa dovremmo aiutarvi?”.
L'ufficiale afghano aveva operato spesso a fianco delle forze americane e sapeva che non era gente che andava tanto per il sottile, almeno i soldati ed i bassi ufficiali.
Bright si mise ad illustrare il piano all'ufficiale afghano, i due cominciarono a discutere su dove fosse meglio piazzare le truppe e su alcuni dettagli operativi alla fine della spiegazione i due comandanti si accordarono: le forze dei guerriglieri si sarebbero dispiegate immediatamente nel 'Calderone', inoltre Bright avrebbe donato le sue batterie di SA-17 alle truppe di guerriglieri dove c'erano diverse persone che avevano utilizzato in passato diversi sistemi missilistici antiaerei di produzione russa e sovietica che quindi dovevano essere in grado di usarli.
“Allora considerate le truppe già piazzate; la velocità nei movimenti è diventata d'obbligo per noi vista la situazione in cui ci troviamo” spiegò l'afghano accennando un sorriso, “inoltre se volete un punto dove atterrare, più avanti ci sono diverse zone incolte e senza la presenza di rocce o simili, inoltre passa anche un fiume se avete bisogno di acqua”.
“La ringrazio, appena lei scenderà andremo ad atterrare nel punto che ci ha indicato in attesa che l'operazione incominci” disse Bright salutando l'ufficiale afghano che fatto il saluto militare si voltò per andarsene, ma si trattenne ancora un momento: voleva sapere ancora una cosa.
“Quasi scordavo... voi americani avete l'abitudine di dare un nome alle vostre operazioni, questa...”. “Red Sky” rispose Bright.
“Rosso come il colore del sangue dei nemici che tingerà il cielo?” domandò l'afghano.
“è quello che è nelle mie intenzioni” rispose Bright annuendo leggermente con la testa.

Ore 6.15 P.M. Costa del Dubai, Golfo Persico
“Qui Hitler 3 (nel codice fonetico nazista per la H si usava il cognome del primo fuhrer NdR) in formazione”.
“Qui Hitler 2 in formazione”.
“Qui Hitler 1 rotta confermata, non volare sopra i 500m dal suolo, mantenere una coppia di caccia pronti al lancio. Stato di allerta generale 3 su 5, ripeto 3 su 5”.
“Qui Hitler 2, 3 su 5 confermato”.
“Qui Hitler 3, 3 su 5 confermato”.
Le comunicazioni tra i tre 'Gustav' una volta che sarebbero cominciati a volare sopra l'Iran  sarebbero dovute diminuire al minimo indispensabile per evitare di essere individuati, i piloti approfittavano di quei pochi minuti che rimanevano prima di dover cessare quasi del tutto le comunicazioni radio.
“In poco più di due ore saremo sopra Quetta... che ne pensi Kasval?” aggiunse Garma aggiustandosi il ciuffo e assumendo un'espressione seria.
“Pensare a proposito di cosa?”.
“Sulla mia sorellastra, Cecilia. Lo so che sei sotto il suo comando e ti metto in imbarazzo a fare una domanda del genere, ma....”
“Ma cosa?” domandò von Deikun curioso.
“Ho l'impressione che stia macchinando contro di me, il comportamento di Madlen, le riserve di Cecilia, escluso te mio caro amico, che se ne stanno in seconda linea mentre eravamo circondati, le resistenze nell'assegnarmi unità, gli ufficiali che sono costretto a portarmi appresso per ordine suo...”
“A proposito come hai fatto ad evitare che venissero con noi? Non mi sembra di averli visti” affermò von Deikun facendo come per guardarsi intorno.
“Ahah! Quegli schiocchi per una accordo non scritto non hanno influenza sul territorio che non sia di prima linea” rispose divertito Garma, ma poi facendosi serio “L'insuccesso della Mecca è stato dovuto a inesperienza e imperizia, è inutile girarci attorno, avevo sottovalutato le unità nemiche. Ma oggi mi rifarò agli occhi di tutti. Per quel che riguarda la domanda di prima?”
“La guerriglia si è fatta sempre più violenta e tu stai cercando in tutti i modi di sedarla, mio caro amico, sei arrivato ad usare anche metodi controproducenti: diciamocelo chiaramente, ma domandiamoci una cosa se vogliamo essere chiari... chi è che ti ha  impartito le direttive principali, chi è chi ti ha detto di usare la forza? Gihren, nevvero? Ma secondo te quelle direttive, che ormai ti sei accorto anche te che sono controproducenti, le ha sviluppate Gihren da solo o forse qualche d'uno, per cosi dire, l'ha invogliato a darti quegli ordini? Capisci dove voglio arrivare? Prendi la questione della Kaa'aba, noi l'avremmo comunque distrutta, ma solo nel momento giusto, come per gli ebrei: a guerra finita, ma distruggerla ora che senso aveva se non a portarci in una situazione potenzialmente pericolosa per le nostre possibilità di vittoria? Gihren sa come si conduce una guerra, ma si fida di alcune persone che invece nutrono per lui rancore e lui non può giustamente occuparsi solo sulle direttive da impartire alle forze armate... mi segui? Non è in tua sorella che devi cercare il nemico, lei è tua consanguinea, siete parenti. Anche se spesso ti critica, non lo fa perché ti odia o perché per un qualche motivo ti teme, ma perché vuole che tu migliori. Capisci vero?”
“Già hai ragione, sono stato uno sciocco, in fondo l'assassinio di mio padre è la chiara dimostrazione che c'è qualche d'uno all'interno del Reich che non vede bene l'illuminata guida della famiglia Zabi, non mi meraviglierei se qualcuno avesse intimorito o fatto pressioni a Madlen  per  uccidermi. Anzi sicuramente è andata cosi, probabilmente hanno minacciato di morte qualche suo famigliare, sarà bene che mi ricordi di avviare indagini a tal proposito; comunque è anche colpa mia, l'avevo caricata troppo di responsabilità, da un giorno all'altro si è trovata sul campo di battaglia senza addestramento e deve aver perso la testa, non avrebbe mai anteposto la salvezza della sua vita o di qualche suo parente alla sicurezza del Reich. Mai” rispose Garma battendo un pugno contro la paratia del 'Gustav'.
“Devi fartene una ragione, più si è importanti più si ha nemici, la cupidigia umana non ha limiti” disse Deikun, che nel frattempo sfiorò, come per lucidarla, la sua Walther d'ordinanza, in effetti stava  cercando di resistere alla tentazione di sparare un colpo in testa a Garma: doveva solo aspettare il momento giusto per eliminarlo.

Intanto nel 'Calderone' l'atmosfera si stava facendo tesa...

Il 'Calderone'

“Presto, presto! Nostri informatori ci hanno comunicato che gli aerei nazisti sono appena partiti! Si può sapere che stai facendo Kay? Dovresti già essere sul Gundam! Ma soprattutto perché diamine Amuro sta camminando come un ubriaco?” chiese Bright da quello che veniva chiamato volgarmente 'citofono'.
“Mi scusi se mi intrometto, ma se Amuro si trova in quelle condizioni è solo colpa mia” disse Sleggar intervenendo al 'citofono'.
“Come? Si spieghi meglio!” sbraito Bright, in fondo ne aveva di motivi per essere arrabbiato.
“Prima Amuro stava male per via delle turbolenze e allora io per tirarlo su li ho dato un po' del mio Whisky...”.
“Un po'?!” si intromise Kay “Li hai dato tutto il fiaschetto!”.
“Non si sente neanche il sapore del Whisky con un fiaschetto!” ribatté Sleggar “E comunque, per tornare a noi, comandante, non sapevo che Amuro fosse intollerante all'alcool” aggiunse tranquillamente.
“Se non stessimo per combattere vi avrei già sbattuto tutti in cella! Significa che vi ci sbatterò...” ma venne interrotto da Mirai che li porse un panino e nel far ciò pronunciò platealmente una massima che Bright non avrebbe dimenticato per lungo tempo: “Tieni, a pancia piena si ragiona meglio, si è più tranquilli e si evitano di dire stronzate” esclamò la prode timoniera.
“Come ti permetti!”, esclamò Bright che comunque addentò il panino, “Però devo dire che è buono. Cosa ci hai messo Mirai?” domandò il comandante gustando il panino appena preparato.
“Qua siamo giunti al ridicolo” mormorò Kay “Comandante? Aspetto ordini! Cosa dobbiamo fare con Amuro? Attualmente è nella fase triste dell'ubriaco”.
“Come prego?” chiese Bright.
“Lo ascolti, continuiamo a metterlo nell'acqua fredda ma non sembra avere effetto” disse Kay spostando la videocamera del 'citofono' in modo che inquadrasse Amuro.
Qualche metro più in un anziano meccanico si stava prendendo cura del ragazzo, “Amuro vuoi stare tranquillo? Cosa penserebbe di te la tua ragazza vendendoti cosi?”
Amuro con la prontezza di un ubriaco e la voce triste rispose: “Cosa vuoi dalla mia ragazza eh? Lei è brava, molto brava, tutta acqua e sapone” spiegò il pilota di MS accovacciandosi.
“Mi fa piacere che tu abbia una ragazza così” rispose il meccanico.
“A me no” ribatté Amuro “è una di quelle che solo dopo il matrimonio la...” e in quel momento Kay, intuendo cosa stava per dire, urlò due sole parole, che si sentì benissimo fin sul ponte di comando (i motori erano spenti): “IN ACQUAAAAA!!!!”; il povero Amuro non poté finire la frase che si ritrovò con la testa immersa nell'acqua gelata.
“Come può vedere almeno per altre due ore Amuro non sarà in grado di guidare il MS, che facciamo comandante Bright?”.
“Beh.... non c'è soluzione, non possiamo aspettare la WB deve decollare per farsi intercettare in volo; tu, Sleggar ed il plotone di Gregor comincerete a scendere con i Gundam e le 'Cat' piazzandovi presso le postazioni assegnate... Amuro ce lo porteremo dietro noi”.
“Signorsì!” dissero all'unisono Sleggar e Kay che si voltarono per andare a salire sui loro Gundam, non prima che Kay avesse infilato, personalmente, per l'ennesima volta, la testa di Amuro nell'acqua ghiacciata.
“Miharu! In bocca al lupo!” urlò Kay alla ragazza.
“Crepi!” li rispose Miharu sporgendosi dal 'Cat' che stava passando vicino al Gundam per apprestarsi a scendere.
In meno di un minuto i due Gundam e le due 'Cat' uscirono dalla WB dal portellone n°1 anteriore.
“Qui Sleggar siamo fuori dalla White Base, potete proseguire”
“Grazie Sleggar, ricevuto! White Base pronta la decollo, in attesa di ordini” disse Mirai rivolgendosi al comandante.
“Mirai grazie ancora del panino, ora che ho la pancia piena decolli pure e prosegua il volo come da piano” ordinò Bright accennando un sorriso; dopo alcuni secondi Bright decise che era venuto il momento di fare un discorso ai suoi sottoposti, si alzò in piedi facendosi estremamente serio e aprendo tutti i canali di comunicazione interni: “A tutti gli uomini e donne della White Base, oggi stiamo mettendo in gioco le nostre stesse vite, non vi chiederò se a voi va bene così: a voi può solo andar bene così, è la nostra unica possibilità di salvezza.
Ci viene fornita su un piatto d'argento la possibilità di ottenere una vittoria strategica nei confronti dei nazisti... sono passati diversi mesi da quando i nazisti attaccarono in forze la Terra, da allora le forze federali hanno ottenuto poche vittorie e abbiamo perso continuatamente terreno nei loro confronti, oggi noi possiamo ottenere la prima e indiscussa vittoria della Federazione.
Fonti di intelligence ci hanno comunicato che ben tre 'Gustav' e forse lo stesso Garma Zabi sono in volo per intercettarci. Non sarà facile, non lo è mai stato in guerra.
Oggi mettetevi in testa che sarà la nostra prima grande battaglia, quelle che abbiamo affrontato finora erano solo scarse forze che puntavano a distruggere i MS, di certo non avevano la forza per distruggere la WB... mettetevi in testa che oggi morire non sarà una vaga possibilità...
Ma d'altro canto è la nostra unica possibilità perché qualcosa si salvi.
In questo momento, uomini e donne che vi trovate su questa nave, sappiate che voi non siete su un semplice mezzo bellico, la White Base è un lume di speranza.
Trasformiamo questo lume in un incendio che bruci e divampi sulle forze nemiche, così forse quelle che per noi adesso sono speranze si trasformeranno in realtà.
Uomini e donne della White Base, buona fortuna, ne avremo bisogno!”.
Dopo alcuni minuti di silenzio assoluto Bright riprese il comando della WB: “Mirai salga fino a 3000m e faccia abbassare l'emissione di particelle Minovsky è venuto il momento di farci rilevare dai radar nazisti”, sul volto di Bright era dipinta la tensione di chi sapeva a cosa rischiava di andare incontro.
Bright odiava mettere in pericolo la vita dei suoi sottoposti, ma in fondo lui era il comandante, era l'unico in grado di comandare quell'unità in quel momento e l'unico modo di salvare i suoi sottoposti era arrivare in territorio federale, anche se ciò voleva dire combattere.
Quasi si pentiva che nei primi giorni di comando, per coprire le sue paure, avesse assunto un atteggiamento inflessibile, odioso e irritante; ora non poteva più tornare indietro doveva continuare a comandare in modo inflessibile, odioso e irritante e proprio lui aveva sempre odiato chi comandava in quel modo, lo riteneva un metodo non giusto, soprattutto nei momenti difficili dove bisognava mostrare comprensione e umanità.
Sapeva che non era ben visto dalla maggior parte dell'equipaggio in quei giorni.
Quanto si odiava per essere stato così odioso con Mirai qualche ora prima, per non parlare poi di come prima stava per minacciare di sbattere Sleggar e Amuro in cella, a ripensarci stava male e avrebbe voluto piangere.
In  fondo Bright stesso all'accademia aveva alzato il gomito un paio di volte, ma per bontà dei suoi superiori non fu punito, inoltre non poteva di certo accusare Amuro che neanche l'aveva fatto apposta, ma doveva continuare con la recita, almeno finché non fossero giunti in territorio federale; arrivati in territorio federale Bright pensava di rassegnare le dimissioni da quell'incarico richiedendo di essere trasferito a qualche unità da caccia.
In ogni caso, fino a che la situazione non fosse migliorata, doveva continuare ad essere odioso e irritante in modo che i suoi sottoposti riversassero la rabbia che avevano contro di lui sul nemico.
Il ragionamento era contorto, ma così pensava Bright in quei momenti.
Bright era assorto nei suoi pensieri quando all'improvviso un allarme risuonò per il ponte di comando, i radar nazisti li avevano intercettati.
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« Risposta #8 il: 20 Settembre 2007, 18:10:27 »

“Qui Hitler 2 a Hitler 1, comunichi al comandante Garma Zabi che abbiamo individuato una grossa traccia radar compatibile con quella del Cavallo Alato ad un ora di volo dalle nostre posizioni, vi invio le coordinate”.
“Qui Hitler 3 abbiamo individuato grossa traccia radar, vi passiamo le coordinate”.
“Qui addetto radar dell'Hitler 1 ho individuato una grossa traccia radar a 700 km a nord-est della nostra posizione!”: la White Base era apparsa sugli schermi radar delle 'Gustav'.
Garma sentendo quelle parole divenne rosso di rabbia e aveva le sue ragioni, i servizi di informazione non l'avevano avvertito che il cavallo alato era in movimento, nonostante la corazzata federale fosse tenuta continuatamente sotto osservazione dalle unità di ricognizione nazista.
“Il nostro servizio di informazioni ha lacune da tutte le parti!!!” inveì lo Zabi appena lesse i dati che li arrivarono sullo schermo, “Dirigetevi immediatamente verso l'ultima posizione rilevata della corazzata nemica , non c'è un secondo da perdere, il Cavallo Alato non deve fuggirci!”
“Signorsi, signore!” rispose il pilota dell'Hitler 1, il marconista dell'LT-1 provvide subito a comunicare l'ordine al resto della formazione: “Qui Hitler 1 a tutte le unità, i nuovi ordini sono di dirigerci verso la provincia di Farah, dove abbiamo individuato il Cavallo Alato, aumentare lo stato di allerta a 2 su 5, pronti al lancio dei BF-2002 in qualsiasi momento! Chiudo!”.
Mentre i 'Gustav' compivano una lunga virata per dirigersi verso il nuovo waypoint i piloti degli 'Himmelritter' indossarono tutti la tenuta di volo e si prepararono al decollo sui loro aerei, stessa cosa avvenne anche per coloro che comandavano le numerose armi di bordo del 'Gustav' che si rimisero a controllare se fosse tutto in ordine.
I tre 'Gustav' passarono sopra una piccola cittadina, gli abitanti assistettero ad uno spettacolo spaventoso e molti di loro cominciarono a pregare o a scappare: quando i 'Gustav' comparivano si preannunciava una strage... i 'Gustav' erano il simbolo di potenza e di morte di Garma.
...
“Comandante! Ci hanno individuati sui loro schermi radar, inoltre hanno cambiato direzione, in meno di un'ora dovrebbero arrivare qui signore!” confermò l'addetto ai sistemi della WB.
“Proseguite come da piano, i fumogeni devono essere pronti in qualsiasi momento, mantenere la velocità sulle 50 miglia orarie, tutto il personale in stato di allerta, armi AA pronte in qualsiasi momento!”
...
Intanto sul 'Gustav' di Garma cominciarono ad analizzare i dati che riuscivano a rilevare con il radar, il primo dato rilevato era la velocità tenuta dalla corazzata federale, velocità che fu subito oggetto delle attenzioni delle forze naziste.
“Signore, la presenza del cavallo alato è confermata, ma si muovono molto lentamente, probabilmente o stanno cercando un posto dove atterrare oppure hanno dei problemi tecnici” disse l'addetto radar della 'fortezza volante' nazista comunicando con Garma tramite il canale interno di comunicazione del 'Gustav'.
“Hai sentito Kasval? É probabile, che la WB sia danneggiata o comunque sia in procinto di atterrare, comunque sia va tutto a vantaggio nostro!” esclamò Garma esaltato, i suoi occhi si erano come illuminati.
“È la dimostrazione che il fato è dalla tua parte, comunque non sottovalutare il Cavallo Alato, è un osso molto duro” fece notare Deikun che era reduce da molte battaglie contro quella corazzata e le sue unità.
“Non lo farò e poi che gusto ci sarebbe a battere un avversario debole, non mi renderebbe onore!” affermò Garma aggiustandosi il ciuffo, in quel momento in realtà stava estremamente sottovalutando il Cavallo Alato ed era fin troppo sicuro delle sue capacità.
“Comandante, alla nostra velocità saremo sull'obbiettivo tra tre quarti d'ora” comunicò il pilota del 'Gustav'.
“Eccellente! Passiamo allo stato di combattimento, voglio tutti i caccia pronti a decollare e tutte le armi dei 'Gustav' pronte a far fuoco” ordinò Garma eccitato dalle prospettive di vittoria.
“Kasval! Credo che oggi non sarà necessario il tuo intervento” aggiunse Garma sogghignando
“Meglio così, pezzi di ricambio in meno da farci arrivare! Ciò significa che ti osserverò mentre conduci la distruzione del Cavallo Alato” disse von Deikun sforzandosi dia ssumere un atteggiamento felice.
“Lo farò scomparire dalla faccia della Terra quel maledetto Cavallo Alato” rispose Garma, sempre più sicuro della vittoria.
Deikun si sforzò di far vedere di essere contento, ma tra se e se si promise che quel figlio di donna che praticava il mestiere più antico del mondo sarebbe presto morto.
Ed in effetti non era solo lui che se ne augurava la morte, gli ufficiali che erano stati 'affiancati' a Garma avevano appena comunicato a Dozul ciò che stava succedendo, ma oltre a comunicare ciò a Dozul (che aveva sempre avuto una grandissima considerazione di Garma e che l'aveva difeso in ogni caso) lo comunicarono anche a Cecilia Zabi (nonostante la catena di comando escludesse che ciò potesse avvenire).
Cecilia Zabi si trovava a Berlino da sola nel suo ufficio quando li giunse la telefonata di uno di quegli ufficiali.
“Mi sta dicendo che Garma sta andando all'attacco del Cavallo Alato e che con lui c'è anche von Deikun?” esclamò Cecilia con un tono che, stranamente, era assolutamente tranquillo.
“Esattamente! Bisogna farli tornare indietro, ne ho già parlato con Dozul, ma...”.
“Non si preoccupi! Se Dozul ha acconsentito e ha dato il suo placet vuol dire che non ci sono problemi, inoltre le ricordo che io non ho potere diretto su Garma”.
“Allora la prego di scusarmi di averla disturbata. Le auguro buona giornata” esclamò l'ufficiale.
Cecilia mise giù la cornetta, per qualche secondo ci fu il silenzio assoluto, poi sul suo volto si dipinse un enigmatico sorriso e dopo qualche secondo cominciò a ridacchiare.
Qualche minuto dopo nell'ufficio entro il generale delle operazioni speciali delle SS: Siegwon Kerton.
“La trovo di ottimo umore” disse il generale dopo i saluti iniziali di rito.
“Diciamo che von Deikun capisce le cose che deve fare anche senza dirglielo...” spiegò Cecilia.
“Effettivamente von Deikun è uno dei migliori elementi che abbia mai conosciuto. A questo punto direi che questo è un buon motivo per brindare con questa bottiglia di pregiatissimo spumante francese che vi ho portato...”: il generale aveva capito al volo cosa stava per succedere...
“Di solito si dice che su certe cose non si brinda, ma d'altronde ogni cosa ha un lato positivo e uno negativo dipende dal punto di vista... per il mio punto di vista vedo solo cose positive” spiegò Cecilia porgendo un paio di bicchieri al generale.
“Anche dal mio, anche dal mio...” confermò il generale.

Ore 7.30, regione del Farah...
“Qui Hitler 1, nemico in vista a portata delle nostre armi tra 30 secondi. Sembra che il Cavallo Alato abbia dei problemi ai reattori, c'è un grosso fumo che si sprigiona dai motori di destra!”.
“Qui Garma Zabi, lanciare tutti i caccia, aprire il fuoco appena possibile!”.
Attorno ai 'Gustav' volteggiavano già 6 caccia, dopo l'ordine di Garma ne vennero lanciati immediatamente altri 6.
Le attività si fecero frenetiche, ogni soldato presenti sui 'Gustav' era concentratissimo sul proprio compito, tutti si preparavano al combattimento che sarebbe cominciato entro pochi secondi; al contrario di Garma i suoi soldati non prendevano sotto gamba il Cavallo Alato, anzi! Attorno ad esso si erano sviluppate varie leggende e superstizioni tra le file naziste come quella che voleva che l'unico modo per salvarsi da un combattimento con il Cavallo Alato fosse quello di vendere l'anima al diavolo.
...
“Tutti ai posti di combattimento, aprite il fuoco su bersagli oltre i cinque chilometri solo su mio ordine, virare di 10 gradi a tribordo, rilasciate tutti i fumogeni, aumentare velocità!” ordinò velocemente Bright: la WB era stata intercettata, tutto proseguiva come previsto.
“Signore! Le Gustav stanno lanciando tutti i loro caccia!” annunciò l'addetto radar.
“Mirai! Prosegua come da piano di volo! Compia solo le manovre evasive necessarie!”  ordinò Bright.
“Signorsi!” rispose sicura Mirai.
“A tutti gli artiglieri prepararsi a far fuoco; lanciare una salva di missili a medio raggio tra 5... 4... 3... 2... 1... ORA!” dalla WB partì una salva di missili AIM-120K/M, in contemporanea anche Garma ordinò un attacco missilistico.
“Lanciate una salva di missili AA ORA!” ordinò il giovane generale nazista aggiustandosi il ciuffo
Un silenzio di tomba, quasi surreale, fino a pochi momenti prima aleggiava tra l'equipaggio della WB e dei 'Gustav', ma per via dell'ordine di sparare, che fu quasi simultaneo, dei due comandanti, questo silenzio venne rotto e urla concitate, epiteti e ordini cominciarono a rincorrersi tra i militari.
Nel frattempo i preparativi al 'calderone' erano stati completati tutti i missili antiaerei le due binate da 23mm AA e i Gundam si erano piazzati, a coordinare l'azione di queste unità ci avrebbero pensato i 'Cat' equipaggiati con radio aggiuntive del plotone di Gregor.
“L'avete sentito anche voi? Hanno cominciato a sparare! Khalid si prepari a dare l'ordine di sparare! Fra poco la situazione diverrà calda!” disse il sergente Gregor rivolgendosi all'ufficiale afghano, “Miharu! Aiuta Nelson alla mitragliatrice! Li serviranno continuatamente acqua e munizioni!”.
“Subito!” rispose la ragazza afferrando una grossa tanica piena d'acqua.
Intanto le postazioni antiaeree e antimissile (gatling da 20 mm con un sistema di controllo derivato da quello navale) della WB cominciarono a far fuoco per abbattere i missili lanciati dai “Gustav” e i caccia nemici in rapido avvicinamento.
“Signore! È confermato! Hanno problemi tecnici! Quando hanno aumentato la velocità il fumo dai motori del lato destro è aumentato” comunicò uno dei copiloti dell'Hitler 1 a Garma
“Bene! Ordinate a tutti i caccia di accanirsi su quel motore, dobbiamo costringere la WB ad atterrare se vogliamo usarli contro le armi pesanti!”, ma dopo qualche secondo Garma ebbe un parziale ripensamento,“In particolare ordinate alla prima squadriglia caccia di attaccare in forze, ma dite alla seconda di rimanere a proteggere i 'Gustav', non credo che serva mandare tutti quei caccia all'attacco viste le condizioni del nemico”, il giovane Zabi sembrava un bambino in un negozio di giocattoli, probabilmente assaporava già il gusto della vittoria e il riscatto che li avrebbe dato quell'azione.
...
Intanto sul ponte della WB, Bright continuava a dirigere il fuoco delle artiglierie antiaeree e a ordinare manovre evasive, ormai mancava un minuto di volo al Calderone; pure Amuro si era ripreso ed era salito sul Gundam pronto ad essere lanciato.
Eppure si arrivò ad un passo dal disastro, disastro che fu evitato dalla prontezza di riflessi e dall'addestramento fisico ricevuto da Bright nell'USAF.
Un caccia nazista si era portato a tutta velocità davanti alla WB, ma non puntava alla struttura principale, puntava al ponte di comando...
“A TERRA!” urlò Bright agli ignari membri dell'equipaggio presenti sul ponte di comando e mentre diceva ciò con un balzò arrivò presso Mirai gettandola a terra, proprio in quel momento una salva di proiettili da 20 mm distrusse le ampie vetrate del ponte, passando proprio fino a dove pochi decimi, se non centesimi, di secondo prima c'era Mirai e andandosi a conficcare sulle pareti blindate del ponte di comando.
"Sta bene Mirai?" domandò Bright preoccupato.
"s..s.." la povera Mirai quasi non riusciva ad aprire bocca dalla paura, in effetti non è esperienza di tutti i giorni vedersi arrivare in faccia i proiettili traccianti di armi da 20mm e poterlo raccontare.
"Si calmi adesso! Abbiamo bisogno di lei, se non si riprende per noi sarà la fine!" esclamò Bright con tono fermo, ma tranquillo.
"S..Si, va bene" affermò Mirai rimettendosi faticosamente in piedi.
"Ottimo Mirai conto su di lei!" aggiunse Bright.
Il caccia attaccante, in ogni caso, fu abbattuto dalla pronta reazione delle armi di poppa della WB; in tutto prima di arrivare al calderone la WB aveva abbattuto tre caccia e danneggiato lievemente un motore dell'Hitler n°3 con un MIM-210 Patriot.
“Saremo in zona per la fase n°2 dell'operazione 'Red Sky' fra 30 secondi” comunicò Mirai con voce ferma o almeno questo era nelle sue intenzioni visto che tremava come una foglia.
Ormai anche nel 'calderone' potevano sentire distintamente le esplosioni.
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« Risposta #9 il: 21 Settembre 2007, 18:06:53 »

le manovre dei 'Gustav' e della WB.

Posizione delle armi AA e dei Gundam

Ore 7.40 P.M...
Il tempo si stava annuvolando come avevano annunciato le previsioni ed il sole stava calando; gli addetti alle ZU-23 e ai manpads si stavano esaltando: ormai i mezzi aerei erano vicinissimi.
“Stanno arrivando!”, “Dove sono?”, “Attenti a sparare all'aereo bianco!”, “Li sento, li sento!”, “Arrivano da ovest, ma non ne sono sicuro!”, “Allah è con noi!”, concitate urla in dialetto locale continuavano a rincorrersi, i miliziani cercavano quasi di farsi forza con quelle urla.
“A tutte le unità sparare su mio ordine!” urlò via radio il comandante locale della guerriglia, i miliziani si misero tutti a fare silenzio.
“Si comincia...” mormorò Sleggar osservando la White Base che si avvicinava e bevendo un sorso dalla sua fiaschetta di whisky.
...
“Signore! Il cavallo alato sta per atterrare in quella specie di conca, probabilmente vogliono farsi scudo con le montagne” osservò il pilota dell'Hitler 1 con una nota di orgoglio; a coloro che avrebbero partecipato alla distruzione di corazzate o MS federali il Reich aveva promesso tre mesi di licenza e un lauto premio in denaro, il pilota evidentemente pregustava già il periodo di licenza e le cose che avrebbe potuto comprare con i soldi del premio, senza contare che avrebbe potuto dire di avere svolto un ruolo fondamentale nell'operazione, in fondo era ai comandi dell'aereo personale di Garma.
“Perfetto!  Intensificate il fuoco e avvisatemi se lanciano i MS” ordinò Garma, “No Kasval, dove vai? Non preoccuparti non servirà il tuo intervento ormai sono in trappola! I tuoi MS non avranno bisogno di essere usati, non faranno neanche in tempo a capire cosa li ha colpiti.
Deikun stava per rispondere quando una salva di missili venne lanciata dalla conca da postazioni nascost, e traccianti di armi automatiche solcarono il cielo; improvvisamente tutti gli avvisatori antimissile si accesero e a mezzo chilometro dal 'Gustav' di Garma un BF-2002 prese fuoco e il suo pilota dovette lanciarsi.
“Garma! È una trappola! Guarda la WB si sta nascondendo dietro quelle piccole colline, probabilmente stanno facendo scendere gli SP! Autorizzami a far scendere due dei miei SP prima che il fuoco antiaereo aumenti!” urlò Deikun preoccupato dalla piega che stava prendendo la situazione, sapeva che il fuoco delle milizie del posto non sarebbe durato a lungo anche per via della reazione dei 'Gustav' che cominciarono a sparare diversi missili aria-terra verso le postazioni nemiche, ma se il fuoco antiaereo fosse stato rimpolpato dalla WB e dai Gundam, probabilmente sarebbero stati abbattuti, mancava si e no un minuto al raggiungimento del centro del calderone.
“Fai aviolanciare immediatamente due dei tuoi SP!” acconsentì uno spaventato Garma “Ma tu rimani in riserva, non vorrei che i federali avessero in mente qualche cosa!”
Deikun annuì e ordinò immediatamente agli SP n° 102 e 104 di lanciarsi; il volto della cometa rossa era diventato rosso sangue, solo uno stolto poteva continuare a non capire che quella era una trappola a tutti gli effetti, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla vista dei traccianti di armi di grosso calibro che solcarono il cielo dirigendosi verso l'Hitler 2: era Sleggar che stava usando l'arma da 120mm per fuoco di precisione a lunghe distanze contro i “Gustav”, protetto da Kay con il suo gatling da 30mm.
L'Hitler 2 fu abbattuto da 4 colpi da 120mm che colpirono in pieno il gruppo motori destro che prese fuoco, l'aereo cominciò a precipitare perdendo l'ala destra lacerata dalle esplosioni; ciò che rimaneva andò a schiantarsi contro le montagne, una gigantesca esplosione illuminò a giorno la valle.
...
“Yauhh!” urlò Sleggar, “Kay! Guarda e impara come spara un marines!”.
“E no! È lei che deve guardare e imparare da me!” ribattè Kay tutto soddisfatto dopo aver abbattuto un BF-2002 e danneggiatone un altro che si stavano avventando sul MS di Sleggar.
“Attenzione! Abbiamo individuato due MS in fase di aviolancio!” comunicò Gregor con la radio del 'Cat'.
“Presto Kay! Dobbiamo abbatterli prima che tocchino il suolo!” ordinò Sleggar.
“Come se fosse facile! Si trovano alla massima gittata dell'arma!” bofonchiò Kay, il suo gatling garantiva un'altissima cadenza di fuoco, ma la precisione e la portata era quel che era.
Kay e Sleggar riuscirono a distruggere un SP prima che questi riuscisse a toccare a terra, ma l'altro raggiunse terra incolume e ora si stava avvicinando alle postazioni di artiglieria AA dei guerriglieri per distruggerle.
“Sleggar, cosa facciamo? Se ci muoviamo le artiglierie delle 'Gustav' ci distruggono!” fece notare Kay via radio.
Ma improvvisamente il cielo, che ormai era diventato sempre più scuro per la presenza di nuvole temporalesche, venne solcato dal bagliore delle armi antiaeree e dei missili della WB: la WB stava riprendendo il combattimento.
“Qui è Amuro! Ci penso io a distruggere il MS nemico!” e come una scheggia una figura di MS passò davanti ai MS di Kay e Sleggar.
“Ma che diamine!” esclamò Kay che aveva lasciato il suo amico in condizioni tale da non poter neanche stare in piedi.
“Pensa a sparare agli aerei nemici prima che riprendano quota!” ordinò Sleggar a Kay che si era distratto al passaggio di Amuro.
L'HUD di Amuro parlava chiaro, il MS nemico avrebbe raggiunto le postazioni nemiche in meno di  40 secondi e lui alla massima velocità ci avrebbe messo poco meno di un minuto e mezzo per raggiungere l'SP nemico, come se non bastasse doveva “dribblare” i vari attacchi che gli aerei nemici li sferravano.
Mancavano 32 secondi, Amuro decise di ricorrere al suo 76mm a fuoco rapido nonostante la distanza che lo separava dal nemico, distanza che rendeva la mira difficile da prendere, tanto più in movimento.
28 secondi, l'obiettivo era nel mirino.
26 secondi, un attacco aereo obbligò Amuro a compiere una manovra evasiva che li fece perdere l'agganciamento dell'arma col mezzo nemico.
25 secondi, l'SP-04 si preparò a far fuoco sulle postazioni di guerriglieri.
22 secondi, Amuro ricompletò l'agganciamento e sparò una salva di tre colpi; su tre colpi due colpirono l'obiettivo distruggendoli la 'testa' e facendoli perdere l'equilibrio, anche per via che lo SP era in fase di movimento veloce.
Dopo 10 secondi Amuro si avventò sul mezzo nazista che distrusse definitivamente mediante l'uso della beam saber, il pilota dell'SP-04 riuscì a fuggire, ma venne fatto prigioniero poco dopo dai guerriglieri federali.
“Miharu! Acqua! Ho bisogno di acqua! Qui si sta per fondere tutto!” urlò il mitragliere del 'Cat' che mirava a qualsiasi cosa entrasse nel raggio d'azione.
“L'acqua è finita! Vado a cercarne un'altra tanica!” ribatté la ragazza.
“Lascia stare ragazza! Abbiamo appena ricevuto l'ordine di ritirarci!” li urlò Gregor e poi alzando ancora di più la voce in modo che tutti potessero sentirlo in mezzo a quelle esplosioni: “PRESTO TUTTI SUI FUORISTRADA! CE NE RITORNIAMO ALLA WB”.

Ore 7.48 P.M...
“Ritirata! Ritirata!” urlò uno spaventatissimo Garma, ormai non aveva più unità di riserva se non 4 caccia (tra cui il suo personale) rimasti a bordo dei 'Gustav' e i due SP di Deikun (inutili nel combattimento aereo).
I 'Gustav' stessi e molti dei caccia in volo erano danneggiati o a corto di munizioni; le condizioni del motore che era stato colpito dell'Hitlter 3, tra l'altro, erano peggiorate essendo che alcuni colpi d'artiglieria della WB avevano colpito l'impianto di raffreddamento dello stesso Hitler 3.
“Fatemi atterrare!” implorò via radio il pilota di un 'Himmelritter' che aveva perso completamente l'impennaggio sinistro e col motore dello stesso lato che aveva smesso di funzionare.
“Negativo! Mettiti in coda!” li urlò l'addetto alle operazioni di atterraggio dei caccia dell'Hitler 1.
Al caccia neanche un minuto dopo li si fermò anche l'altro motore ancora funzionante ed il pilota dovette eittarsi.
Cadde nelle mani di un gruppo di miliziani, forse li sarebbe convenuto schiantarsi con il suo caccia visto le torture che dovette subire, torture che lo portarono alla morte....
...
“Qui è Bright! A tutte le unità! Fate immediatamente ritorno alla base!”, “Mirai si prepari a intercettare le unità nemiche appena i Gundam saranno rientrati, sembra che si stiano ritirando”.
“Pronta in qualsiasi momento!” rispose Mirai che si aggrappava al timone con tutte le sue forze per non cadere a terra per via delle forti turbolenze che cominciavano a formarsi a causa del peggioramento delle condizioni meteo e per via di un forte vento a raffiche che stava incominciando a soffiare.
Kay e Sleggar comunicarono via radio che ci avrebbero messo due minuti per tornare sulla WB, mentre Amuro comunicò che ce ne avrebbe messi tre di minuti, ma Bright li diede al massimo un minuto e mezzo.
Amuro, come Kay e Sleggar, riuscì a rientrare per il rotto della cuffia sulla WB.
Bright non scherzava! La WB alla fine del minuto e mezzo stava già accelerando!
“Bright è fuori di testa!” commentò Kay passandosi una mano sulla fronte, aveva sudato freddo vedendo la WB dare potenza ai motori e dovette usare tutta la sua bravura nel pilotaggio per tornare sulla corazzata.
“Sete?” domandò Miharu arrivando di corsa con una bottiglia di acqua in mano.
“Grazie Miharu, ne avevo proprio bisogno...” disse Kay afferrando la bottiglia d'acqua, cominciò a bere l'acqua avidamente: si era dimenticato di riempirsi la boraccia.
Intanto per i BF-2002 la situazione stava peggiorando, infatti i 'Gustav' avevano un grandissimo pregio ed un grandissimo difetto: il pregio era quello che potevano lanciare gli aerei molto velocemente, il difetto era che ci voleva un sacco di tempo per recuperare gli stessi.
“Qui Otto 2 chiedo permesso di atteraggio!”, “Qui Dora 1, ho gravi danni alle superfici di comando, richiedo permesso per atterraggio di emergenza!”.
I BF-2002 stavano tentando di far ritorno sui 'Gustav' per rifornirsi di munizioni e riparare i danni più gravi, ma era più facile da dirsi che da farsi e la situazione peggiorò ulteriormente quando i sensori dei 'Gustav' captarono che la WB aveva cominciato l'inseguimento.
Ordini e contro ordini continuarono ad essere inviati ai caccia in volo, la confusione regnava sovrana.
“Attaccate la corazzata federale!” oppure “Ritiratevi tutti!” erano solo alcuni dei contraddittori ordini che continuavano ad essere inviati da Garma.
I piloti dei caccia cominciarono a non ascoltare più gli ordini e a concentrarsi solo sulle complesse manovre d'atterraggio.
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« Risposta #10 il: 22 Settembre 2007, 12:47:21 »

Ore 8.00 P.M...
“Comandante Garma! Comandante Garma!” chiamò spaventato l'addetto radar dell'Hitler 1 “Il Cavallo Alato si sta avvicinando! Tra dieci minuti sarà su di noi!”.
“Accelerate, non dobbiamo farci intercettare! Inoltre chiamate la base del Dubai e fateci venire in aiuto la 4a squadriglia caccia!” ordinò un ormai distrutto Garma, sapeva quel che lo attendeva, l'operazione era stata un fiasco totale, un 'Gustav' distrutto, un numero imprecisato di caccia andati perduti o inutilizzabili per un lungo tempo e due SP persi sulle alture afghane.
Neanche Ghiren o Dozul stesso avrebbero potuto far qualche cosa per aiutarlo: questa volta la destituzione era sicura e tutto sommato ormai neanche lui più se la sentiva di continuare a comandare unità da battaglia.
Deikun si alzò dal suo sedile di scatto dopo aver guardato l'ora e si diresse verso l'hangar principale del 'Gustav' per parlare con il suo aiutante di campo, fedelissimo suo e di Cecilia Zabi.
“Signore, sbaglio o il “Gustav” sta aumentando l'andatura?” chiese il fido Hans Graf vedendo von Deikun avvicinarsi.
Deikun prese Graf per un braccio e lo trascinò in un corridoio di ispezione secondario dove nessuno potesse sentirli.
“Non sbaglia, quell'imbecille di Garma si sta facendo inseguire dai federali. Ha fatto come le ho detto?” domandò von Deikun guardando freneticamente in giro per controllare che non ci fosse nessuno.
“Certamente signore. Ma ne è proprio sicuro?” chiese Graf un filo spaventato.
“Sicurissimo, ricordati che sono ordini che vengono dall'alto... se capisci cosa intendo!” li rispose von Deikun sempre guardandosi attorno.
“Signorsi! Non deve aggiungere altro!”: Graf non aveva certo bisogno di spiegazioni, la sapeva lunga quasi quanto il suo comandante.
“Ottimo lei farà strada! La proporrò per una promozione”.
“è la ricompensa per questo lavoro?” chiese Graf con un sorriso ironico.
“In questo universo si” rispose Deikun ridendo sotto i baffi, “Fuori uno” pensò nella sua mente.
Allontanandosi il volto della 'cometa rossa' si presentava disteso e sereno.
Frattanto a Berlino si stava tenendo una grande riunione del partito nazista a cui partecipavano, per la prima volta, anche molti delegati 'terrestri', a questa riunione partecipava anche Ghiren Zabi in persona.
La sua poltrona ricordava più un trono, 2 metri sopra tutte le altre, al suo fianco, ma più in basso di un metro c'erano tutti i più alti dirigenti del 4° Reich.
Uno degli aiutanti di Ghiren si avvicinò al Fhurer, in mano aveva un telegramma appena giunto dal fronte.
“Signore, dal comando della Wehrmacht del Medio-Oriente le hanno inviato questo messaggio” mormorò l'aiutante a Ghiren porgendoli il telegramma.
Ghiren prese in mano il telegramma, il suo volto leggendolo si fece teso.
“Qualche problema?” chiese l'addetto economico del partito che era seduto a fianco di Ghiren.
“Qui c'è gente che si sta prendendo gioco di me...” mormorò Ghiren, l'addetto non comprese le sue parole, immaginò solo che ce l'avesse con qualcuno dei delegati 'terrestri' che in quel momento stavano tenendo i loro discorsi.
Nello stesso momento un indemoniato Bright continuava a dirigere le operazioni di intercettazione delle forze nemiche, i “Gustav” già li avevano individuati ed avevano accelerato e questo comportava che ci volessero ancora un 20 minuti buoni prima di portarsi a tiro con le artiglierie della WB, avrebbe potuto lanciare i Patriot, ma quelli erano preziosi e con quelle condizioni meteo le possibilità che mancassero il bersaglio erano alte, non poteva permettersi di sprecarli; d'altro canto sapeva che se i “Gustav” avessero trovato un varco tra i cumuli temporaleschi che li sovrastava, probabilmente non avrebbe potuto più abbatterli in quanto la WB non poteva ancora funzionare alle alte quote per via del danno al reattore centrale non ancora riparato.
“Mirai non può andare più veloce di cosi?” chiese, con un tono che ammetteva una sola risposta, Bright.
“Sto facendo il possibile” rispose Mirai contrariata.
“E allora faccia l'impossibile, come ha già dimostrato di saper fare” esclamò Bright
“è una parola” aggiunse Mirai, stremata dai continui scossoni della WB provocati dalla presenza di forti turbolenze.
“Traccie di calore sopra di noi ad alta quota, sembrerebbe uno stormo di caccia nemici” comunciò l'addetto ai sistemi della WB, interrompendo Bright che stava per ribattere a Mirai.
“Ci hanno individuato?” chiese preoccupato Bright.
“No, probabilmente la copertura nuvolosa disturba i loro sistemi, senza contare che le particelle Minovsky che stiamo rilasciando e che hanno rilasciato i 'Gustav' davanti a noi impediscono il corretto funzionamento dei sistemi radio e disturba ulteriormente i radar.” rispose prontamente il radarista.
“Ok, Mirai prosegua con questa rotta, dobbiamo sperare che non ci intercettino e di riuscire a intercettare le 'Gustav' prima che sia troppo tardi, se trovano un varco tra le nuvole li perdiamo definitivamente... sono molto più veloci di noi ad alta quota”.
...
Venti minuti dopo, da qualche parte sopra l'Iran...
“Signore! Signore! Ci stanno per intercettare! Fra tre minuti saremo nel raggio di azione delle loro armi” comunicò il preoccupato pilota dell'Hitler 1.
“Saliamo di quota! Saliamo di quota! Saliamo di quota! Dobbiamo fuggire da qui! Lanciate tutti i caccia disponibili, non mi interessa se rimangono indietro! Non voglio morire, non voglio morire...” disse Garma terrorizzato strappandosi i capelli e piangendo di disperazione; ormai aveva perso tutto e le artiglierie ed i missili del Cavallo Alato erano come un incubo per i 'Gustav'.
“Signore, mi rifiuto! Volare con un 'Gustav' in mezzo a quelle nuvole è un puro suicidio!” ribattè spaventato il pilota che aveva ormai compreso che non avevano più nessuna guida; a peggiore la situazione c'era il fatto che i caccia provenienti dal Dubai non riuscivano a mettersi in contatto con loro.
“Fallo se no ti...” stava dicendo Garma, ma in quel momento sopraggiunse Deikun, che appena vide le condizioni in cui riversava Garma capì che quello era il momento tanto atteso.
Estrasse la pistola e la puntò contro Garma, che cadde per lo spavento con la schiena sulla parete dietro di lui.
“Garma, guardati! E tu saresti un comandante? E tu saresti un fiero appartenente alla razza ariana? Cosa penserebbero di te i nostri avi che sono morti per la patria, che sono morti difendendo fino all'ultimo, fino a che non vennero traditi, Berlino? Tu vorresti essere un grande comandante?  Non andresti bene neanche come lustrascarpe, anche gli ebrei meriterebbero un lustrascarpe migliore! Dovrei spararti qui e adesso! Tu non sei niente altro che feccia e con la feccia dei traditori dovresti stare!...”.
Il pilota del 'Gustav' si voltò un attimo a guardare la scena e poi ricominciò a pilotare come se niente fosse, giusto con un sorrisetto sulle labbra.
“...Tu non sei niente altro che un bambino viziato! Mentre mandi i tuoi uomini, convinti sostenitori del Reich e del nazionalsocialismo per cui darebbero, e hanno dato, il loro sangue, tu te nei stai li a guardare, a piangere per aver salva la vita! Mi ricordi quel feldmaresciallo che a Stalingrado si consegnò ai sovietici! Aveva avuto la promozione da Hitler il giorno prima di arrendersi e al posto di morire per il Reich e il nazionalsocialismo cosa fece? Si consegnò ai sovietici per aver salva la vita, dopo che tutti i suoi uomini erano morti! Tu ne sei la sua ombra*.
Quanti altri valorosi comandanti hanno preso il loro mezzo e hanno combattuto in prima linea in condizioni disperate per la causa suprema? Tantissimi e tutti hanno reso gloria, onore e vittoria al Reich, ma poi... ma poi ci sono le persone come te che infangano il Reich...” ma in quel momento Garma si mise a urlare disperatamente.
“No, io non infangherò il nome del Reich, io vincerò, io li renderò onore, vedrai!” urlò disperato Garma, con le lacrime agli occhi, correndo verso l'hangar e urlando a squarciagola di preparare il suo aereo.
Gli occhi di Deikun si illuminarono di felicità: aveva ottenuto quel che voleva, poteva anche rimettere la sua pistola nella fondina, non aveva bisogno di sporcarsi le mani, non era il suo stile.
“E già! Io mi merito un lustrascarpe migliore di quello” mormorò von Deikun dirigendosi verso il suo SP; sul suo volto si dipinse un velato sorriso, un sorriso che nascondeva molti segreti che mai avrebbe potuto rivelare.

Ore 9.05
Ormai il combattimento tra la WB e i mezzi nazisti era cominciato; era un combattimento senza esclusioni di colpi.
Garma stava uscendo col suo aereo quando venne abbattuto l'Hitler 3, ormai la formazione nazista stava per essere annientata: l'Hitler 1 era danneggiato e quasi tutti i caccia erano stati abbattuti.
Quello che avvenne dopo non è mai stato chiarissimo, alcuni meccanici sentirono Garma (diventato all'improvviso tranquillo), prima che questi accendesse i motori del BF-2002, parlare da solo e pronunciare una strana frase: “ma allora il vero traditore...” mormorò Garma prima di interrompersi, subito dopo si mise a ridere come mai aveva fatto, rideva di gusto e sembrava felice.
“Che scemo che sono stato... ma ora facciamola finita una volte per tutte con queste stronzate”, non si seppe mai cosa volesse dire, probabilmente era in preda a forti allucinazioni o come pensarono altri aveva deciso di compiere un attacco kamikaze.
Garma in quei momenti forse si rese conto di molte cose, forse maturò in quei momenti quel poco che bastava a rendersi conto di cosa era successo alle sue spalle, ma rimangono pure congetture, quello che pensava finì con le carcasse del suo aereo contro uno sperduto monte in Iran.
Il BF-2002 di Garma una volta in volo ebbe forti avarie e nonostante non lo controllasse quasi più Garma provò a schiantarsi contro lil Cavallo Alato, ma il suo velivolo venne colpito in volo da diversi colpi ed esplose prima che questi potesse colpire i federali.
Il combattimento proseguì ancora per un'ora, ma alla fine il 'Gustav' superstite fu abbattuto; Deikun e Graf si paracadutarono dal 'Gustav' con i loro SP portando con loro decine di superstiti, ma la WB, complice anche la stanchezza dell'equipaggio (come ebbe a dire Bright nel suo rapporto, la timoniera stava quasi per svenire dalla fatica), decise di lasciare andare quei sopravvissuti.
“Per oggi può bastare. Mirai si riposi, lasci fare al pilota automatico” ordinò Bright.
“Grazie...” mormorò Mirai guardando con occhi vuoti le fiamme che divampavano dalla carcassa del 'Gustav' abbattuto.
A Berlino quando si apprese della notizia ci furono due reazioni che passarono alla storia, ma di cui si seppe solo dopo la guerra.
Ghiren stava tenendo il discorso di chiusura dell'assemblea quando il suo aiutante li comunicò la notizia.
Ghiren si interruppe per qualche secondo, nella sala calò il silenzio più totale: nessuno sapeva cos'era successo, ma il volto di Ghiren non lasciava dubbi: era qualche cosa di molto grave, come si deduceva dal suo volto carico di rabbia.
Ghiren cominciò un discorso durissimo, a tratti folle, a tratti con accenti profetici.
Coloro che lo ascoltarono dissero che il suo discorso per commerare la morte di Garma davanti ad una gigantesca platea alcuni giorni dopo non fu che una pallida ed edulcorata copia di quello che disse a quell'assemblea, se si pensa quali furono le sue parole al discorso (tra l'altro trasmesso in mondovisione) vengono i brividi solo ad immaginare cosa possa aver detto: probabilmente lo stesso Adolf Hitler sarebbe rimasto imbarazzato dalle parole di Ghiren.
Di segno opposto fu la reazione di Cecilia, che in privato festeggiò con un brindisi “all'azione di von Deikun' insieme ad alcuni suo fedelissimi, ormai le SS erano toltalmente sotto il controllo di Cecilia Zabi e Ghiren era visto come un nemico all'interno degli alti ranghi dell'organizzazione.
Una particolarità di questa battaglia fu che per motivi propagandistici la morte di Ghiren venne spostata ina vanti di alcune ore, precisamente all'una della mattina del 18 ottobre, per far vedere che la battaglia era durata più a lungo.
Inoltre è ormai appurato che fu da quel momento che Gihren si convinse definitivamente delle 'oscure' trame di sua sorella e per un certo periodo si fece sostituire la sua scorta di SS con una scorta formata da soldati scelti delle forze regolari.
In quanto alla WB, il piano di Bright si rivelò geniale e facilitò il passaggio attraversò l'Arabia più del previsto, per questa operazione la WB venne decorata con una medaglia al valore di 2a classe, senza contare le promozioni e medaglie che furono assegnate ai singoli membri dell'equipaggio.
Tanto per citare le principali medaglie e promozioni assegnate:
A Mirai fu assegnata la Federal Service Medal di 3a Classe su proposta di Bright per aver tenuto duro durante tutta l'operazione nonostante l'inesperienza e i fatti che avvennero, inoltre su proposta del comando centrale venne promossa a tenente (equivalente al sottotenente di vascello navale, notare come sulle corazzate spaziali l'uso dei gradi militari terrestri e navali fosse usato in modo indifferente).
A Bright venne conferita una promozione a tenente colonnello (equivalente del capitano di fregata navale) regolarizzando la sua posizione come comandante della WB.
A Sleggar, per aver abbattuto un "Gustav", li fu assegnata la Federal Service Medal di 2a Classe.
Ad Amuro invece non li arrivò nessuna medaglia o promozione ('solo' una menzione sul bollettino di guerra insieme a Sleggar), ma li arrivò un dono più particolare: un pregiato tappeto persiano, come gentile dono del comando dei guerriglieri federali  delsettore mediorientale per aver distrutto l'SP-04 e salvato la vita a decine di guerriglieri.
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« Risposta #11 il: 16 Ottobre 2007, 18:01:35 »

Ed ecco, come vi avevo anticipato (notare che lo suddiviso in capitoli, il prossimo che posterò sarà sulle sorti della Spagna e della Svizzera attaccate nel maggio-giugno, saranno quindi capitoli che si susseguiranno a livello temporale e che solo raramente si affiancheranno, giusto in caso di grosse operazione contemporanee):

Parte 1: La guerra in Europa, i giorni dell'occupazione

L'operazione 'Klausewitz'

Il Fuhrer Ghiren Zabi nei giorni precedenti il 14 aprile aveva avuto incontri ad alto livello con alcune delle massime autorità militari politiche, tra queste si ricordino il capo della Wehrmacht (Dozul Zabi), il presidente del Reichstag (Albert Junker) e alcuni dei maggiori rappresentanti dell'alto consiglio del Reich.
Tutti gli incontri non avevano fatto altro che aumentare le sue preoccupazioni riguardo alla perdita dei consensi nella Wehrmacht e in larghe fasce della popolazione, ciò era dovuto a tutta una serie di motivi, ascrivibili in gran parte al ferreo indottrinamento che era stato impartito alla popolazione in quegli ultimi anni.
Era quindi ovvio, o per lo meno non sembravano esserci altre possibilità, che Ghiren lanciasse il cosiddetto piano 'Klausewitz'.
Il 12 aprile 2015 venne dato il via alla fase 0 del piano: diverse classi K partirono dalle colonie orbitanti con appresso la quasi totalità della flotta di LT-1 Gustav, mentre altre navi come le Eurasia erano cariche di moduli per il rientro atmosferico, moduli carichi a loro volta di mezzi e soldati.
Il 14 aprile anche le principale potenze della Terra ebbero il sentore che qualche cosa stava per succedere quando diversi osservatori astronomici ebbero modo di osservare alcuni movimenti sospetti delle forze naziste e il riposizionamento di alcune colonie orbitanti (spostate per motivi di sicurezza e per non intralciare le operazioni).
Gli USA (e di conseguenza i suoi alleati) decisero però di non dare l'allarme generale alle forze armate e alla popolazione (si ricordi che il dossier 'Bradley' era all'epoca ancora segreto e nessuno che non fosse autorizzato ne era a conoscenza), ciò diede un vantaggio enorme alle forze naziste che quindi poterono muoversi sicure di non trovare alcuna resistenza organizzata al loro arrivo.
Va ricordato a discolpa di coloro che presero la decisione di non dare la mobilitazione che in effetti era impossibile sul momento capire quali fossero le reali intenzioni delle forze naziste e si voleva quindi evitare scene di panico tra la popolazione, ma soprattuto non si voleva rivelare l'esistenza del rapporto 'Bradley', rapporto per il quale era stata fatta creare ad arte la leggenda degli UFO e dell'Area 51...
Alle ore 6.00 GTM Ghiren Zabi ordinò la prosecuzione del piano ordinando di passare alla fase 1, a quel punto non si poteva più tornare indietro, infatti la fase 1 prevedeva il lanciò di diversi meteoriti con l'obiettivo di colpire i principali agglomerati urbani cinesi ed indiani e le principali basi militari in Europa, una volta che i meteoriti avessero assunto la traiettoria prevista difficilmente si sarebbe potuti bloccarli (cosa che non era nelle intenzioni dei pianificatori, sui meteoriti non vennero neanche piazzate delle cariche per farli esplodere nel caso Ghiren avesse cambiato idea).
Il primo attacco fu violento ed è stato calcolato che il 72% delle forze aeree, il 50% delle forze navali ed il 37% delle forze terrestri sul suolo europeo (Russia esclusa) sia stato distrutto dall'attacco nazista condotto per mezzo di meteore che si schiantarono sui loro obbiettivi verso le 18.17 GMT.
Tra le principali basi attaccate si ricordino Ramstein (ma l'attacco fu impreciso e distrusse 'solo' il 60% della base), Taranto (ma il grosso della Marina Italiana era salpato da un paio di giorni per esercitazioni), le principali basi della RAF in Inghilterra (questo fu uno degli attacchi condotti con maggior successo, sembra che solo 30 tra caccia, bombardieri e aerei da trasporto fossero rimasti ai  reparti  della RAF sul suolo patrio alle 19.00 GMT secondo alcune stime), Aviano (la piccola, ma strategica base e i paesi circostanti non ebbero scampo), Vicenza (ma il meteorite andò completamente fuori traiettoria e si schiantò a circa dieci chilometri dalla città facendo relativamente pochi danni), Decimomannu (idem come prima) e alcune delle basi aeree francesi (con ottimi risultati); ulteriori meteoriti caddero sui sobborghi di Mosca e Parigi.
Alle  18.34 GMT i 'Gustav' completarono la loro manovra di rientro atmosferico e cominciarono a paracadutare gli SP che avevano caricato a bordo attorno alle principali capitali europee e molti moduli di rientro atterrarono presso le basi militari del continente non ancora attaccate prendendo completamente alla sprovvista le forze militari ivi stanziate.
Gli unici centri di resistenza nei giorni successivi furono: Amburgo (che cadde il 30 aprile), la Sardegna (dove erano riuniti diversi gruppi aerei di diversi nazione per una manovra addestrativa che subito si impegnarono nei combattimenti), Malta (che caderà solo mesi dopo) e Trondheim (che cadde il 5 maggio).
Amburgo e Trondheim furono inizialmente scelte come punto di resistenza dalla NATO, soprattutto in vista di una eventuale evacuazione del suolo europeo, ma sia Amburgo che Trondheim caddero in pochi giorni.
Ad Amburgo si radunarono diversi battaglioni dell'esercito danese e tedesco (ed alcune unità minori belghe e olandesi) che difesero accanitamente la città fino al 30, la difesa della città fu possibile grazie all'incertezza del generale nazista Peter Josher che, timoroso di affrontare un combattimento urbano, lanciava attacchi veloci e circoscritti facilmente respinti dai Leopard II e dai mezzi blindati tedeschi.
La situazione cominciò a sbloccarsi solo il 28, il giorno prima il comando delle forze impegnate nell'assedio di Amburgo venne assunto dal maresciallo Delaz, questi ordinò subito attacchi più massicci, ma condotti in modo tale da non provocare gravi danni alla città (“Mai sia detto che io abbia ordinato di uccidere dei tedeschi, il mio ordine è di provare a catturare coloro che si oppongono a noi e di non sfiorare manco con un dito i civili!” rispose Delaz ad un ufficiale di un battaglione di para che non voleva attaccare per paura di uccidere dei 'compatrioti').
Il 30 mattina ci fu un ultimo disperato attacco della NATO dal centro di Amburgo volto a spezzare momentaneamente l'assedio e per guadagnare tempo, l'attacco fu lanciato da una ventina di carri Leopard II (di cui alcuni in versione con cannone da 140mm) e almeno una quarantina di mezzi blindati tra Puma e vecchi Marder), ovvero tutti i mezzi corazzati eficcienti ancora attivi tra le truppe NATO trincerate nella città, ma l'attacco si risolse in nulla di fatto grazie all'intervento dell'8° battaglione SP che distrusse o catturò l'intero gruppo attaccante.
A mezzogiorno Delaz ordinò un violento bombardamento della zona del porto, con questo bombardamento ogni resistenza delle forze NATO nella città venne rotta e già a sera Amburgo si poteva considerare in mano nazista.
Trondheim riuscì che a resistere qualche giorno in più solo grazie ad una minore presenza di SP nazisti nella penisola scandinava, ma la sua sorte fu simile a quella del porto di Amburgo, le truppe NATO vennero sottoposte ad un fortissimo bombardamento aereo nazista nella notte del 4 maggio e contemporaneamente subirono l'attacco della 2a compagnia SP della 7a divisione SP e del 5° battaglione di fanteria meccanizzata, la battaglia durò un giorno intero finché anche l'ultima raccogliticcia unità NATO (formata da soldati norvegesi e svedesi) si dovette arrendere la mattina del 5 dopo aver finito le munizioni ed essere stati minacciati di morte in caso di mancata resa.
Il vero punto di forza, in questo ed in altri teatri, dei nazisti furono gli Schutzenpanzer o Mobile Suit per la NATO, queste armi antropomorfe si rivelarono la vera pedina vincente della armate naziste nella fase iniziale della guerra.
A tal proposito una delle ipotesi più frequenti sulle motivazioni che hanno portato Ghiren a far scoppiare la guerra e quella seconda il quale fu proprio il rischio di perdere quella superiorità tecnologica tanto agognata.
Va ricordato che in Russia, e ciò avvalora questa tesi, era ormai prossimo alla produzione l'ST-03X un SP di concezione originariamente sovietica, mentre in Europa tra le massime cariche militari si era ormai in procinto di avviare lo sviluppo, in collaborazione con gli USA, di un MS europeo, rimasto sempre sulla carta, lo AX-01 o specifica XX01 'Enact' volto allo sviluppo di un MS ad altissime prestazioni e tecnologie (nella specifica le prestazioni e gli equipaggiamenti richiesti erano addirittura superiori a quelli dell'RX-78b di cui doveva essere una derivazione, con particolare attenzione all'uso in ambienti acquatici e freddi), notizie che erano giunte alle orecchie dell'organizzazione ODESSA, organizzazione che invece non sapeva niente dei MS sviluppati da USA e Giappone, delle corazzate spaziali USA-Canadesi e che aveva comunicato giusto un paio di rumors (presi dai giornali) sui caccia spaziali F-121 'Aurora'.

La resistenza della Svizzera e le sorti della Spagna
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« Risposta #12 il: 18 Ottobre 2007, 14:50:43 »

La resistenza svizzera e novelli caudillos

Mentre Amburgo cadeva sotto i colpi delle artiglierei naziste quest'ultimi invadevano la Spagna e la Svizzera, ritenute dal comando nazista non pericolose e non in grado di lanciare offensive.
In effetti l'offensiva del 15 aprile colse lo strumento militare spagnolo e svizzero completamente impreparati, ma si analizzi ora la situazione militare dei due paesi caso per caso.
La Spagna negli anni che erano coincisi con la presidenza Zapatero aveva aumentato considerevolmente le sue capacità militare attraverso l'acquisizione di nuovi mezzi ed un potenziamento generale, potenziamento diretto prevalentemente all'uso dello strumento militare all'estero; al momento dell'attacco il 60% delle truppe si trovava all'estero al momento dell'attacco, impegnate soprattutto nella missione GOFOR, sul Golan; cifre del genere d'altronde erano normali anche per gli altri paesi europei, ma la GOFOR si rivelò deleteria, infatti se per le altre missioni all'estero le altre nazioni usavano soprattutto forze di fanteria leggera per la GOFOR (missione voluta e comandante dagli spagnoli all'insegna di una rinata potenza iberica) non era e non poteva essere così, visto il rischio della missione vennero schierate a rotazione le principali forzi corazzate spagnole, infatti su un totale di 220 (circa) carri Leopard II disponibili, 40 erano impegnati nella GOFOR (unitamente a 20 Centauro e mezzi vari, non per altro era una delle missioni di peacekeeping più 'pesante' mai compiute da diversi anni a quella parte) e gli altri che erano in patria erano invece fermi perché in manutenzione (la GOFOR si rivelò molto usurante per i mezzi) o perchè all'equipaggio era stato dato un periodo di riposo.
Il 15 aprile non solo la notizia dell'attacco fu uno schock (per coloro che poterono ricevere informazioni dettagliate), ma le forze spagnole dovettero assistere impotenti alla conquista di Gibilterra da parte nazista, ci fu un tentativo di contrattacco, ma i sei SP-03M (versione anfibia) in dotazione al corpo d'attacco nazista eliminarono facilmente il gruppo di trasporto truppe corazzati e fanteria che tentarono l'assalto alle loro posizioni.
Fu giocoforza che il 20 aprile (quando i primi SP varcarono i Pirenei) l'unica reale minaccia per l'avanzata nazista fosse la ben equipaggiata forza aerea spagnola, ma due fattori impedirono alla forza aerea di entrare in azione:
1 l'ordine del comando della NATO (o quel che rimaneva) alla marina, all'esercito e all'aviazione  di abbandonare la Spagna e dirigersi in Marocco o Algeria, se ciò fu possibile solo in minima parte per l'esercito (che era stato 'chiuso' in poche ore sulle coste atlantiche), non fu un problema all'aviazione e alla marina spagnola che riuscirono a fuggire in Algeria e da li continuarono la guerra (e non fu un segno di abbandono della Spagna come fece passare la propaganda nazista, ma era l'unica azione pratica da fare ovvero quello di ritirarsi e organizzarsi).
2 ci furono alcuni eccellenti tradimenti tra gli alti comandi (e non solo dell'aviazione, ma quest'ultima fu quella che perse l'intero stato maggiore tra tradimenti e omicidi) che gettarono nella completa disorganizzazione la forza armata (alche non rimase quindi che seguire i comandi che giunsero dalla NATO).
Il 27 cadeva Barcellona ed il 29 cadeva Madrid, attorno al quale ci fu l'unico vero tentativo di bloccare l'avanzata nazista; ma per l'esercito spagnolo, colpito da gravi defezioni, non c'era più niente da fare se non darsi alla macchia, ma le operazioni di guerriglia, inizialmente pianificate in modo coscienzioso sui Pirenei non poterono essere attuate a causa di un piccola, ma abbastanza consistente supporto locale alle forze naziste.
Si ricordi che nel settembre del 2015 venne formata la 1a Brigata Volontari Stranieri SS 'Pirenei' formata da militanti dell'ETA che avevano ricevuto promesse e rassicurazioni sul destino delle loro terre, in particolari li venne promessa una particolare autonomia e un trattamento da 'pari', la brigata però si ritrovò a combattere contro alcuni gruppi di partigiani nella regione basca (il supporto ai nazisti non era poi così sentito come era apparso in un primo momento).
Per il Portogallo la situazione fu simile a quella Spagnola e fu aggravata dal fatto che le forze armate portoghesi non disponevano di reali capacità di trasporto via mare o via aria e quindi se si riuscì a mettere in salvo la marina e l'aviazione così non fu per l'esercito che ricevette immediatamente l'ordine di disperdersi e continuare i combattimenti con azioni di guerriglia.
La Svizzera invece presenta caratteri per certi versi opposti a quelli spagnoli e fu forse per la sua poca integrazione nella NATO che le forze corazzate svizzere (indenni dagli attacchi condotti via asteroide) non poterono lanciare una offensiva nelle prime fasi di sbarco contro le teste di ponte naziste in Francia e in Germania, attacco che avrebbe potuto far vacillare le forze nemiche proprio in un momento di difficoltà come quello in cui le truppe naziste sbarcate si ritrovavano a combattere senza supporto, in condizioni fino a quel momento sconosciute ed in una condizione di caos nelle comunicazioni e tra la popolazione che affollava le strade; è evidente che un attacco condotto in quel momento pur non risolvendosi in una vittoria avrebbe arrecato pesanti perdite alle forze naziste e fatto guadagnare del preziosissimo tempo, ma questa teoria si basa sul presupposto che le forze svizzere fossero state mobilitate, cosa che così non era, come non lo era per la maggior parte delle forze NATO.
Successivamente le cosiddette 'zone basse' della Svizzera vennero attaccate da diversi gruppi di MS, città come Ginevra e Berna il 7 maggio erano già cadute ed una accanita resistenza venne opposta dall'esercito svizzero sulle 'zone alte', ma come era stato possibile per l'esercito svizzero resistere addirittura per un mese, a corto di munizioni e supporto esterno, con le truppe naziste che giungevano da tutte le parti?
Semplice, grazie all'ampio ricorso a tutti i bunker disponibili sulle alpi svizzere, anche a quelli dismessi e adibiti a museo della WWII, ma non solo a questo...
Bisogna considerare che i comandanti nazisti sapevano  che i loro uomini non avevano assolutamente le nozioni necessarie per combattere in alta montagna ed in particolare non si sapeva quale sarebbe stato il comportamento degli SP su tali terreni, fu giocoforza per i nazisti puntare sui panzer e sulla fanteria, ma l'avanzata fu lenta, gli svizzeri difesero tenacemente, usando fin i semoventi d'artiglieria per sparare ad alzo zero, i passi e le principali alte valli alpine, facendo pagare carissimo ogni metro d'avanzata alle truppe naziste.
Alcune forze organizzate dell'esercito svizzero continuarono a combattere fin ad agosto prima di darsi all'uso di tattiche di guerriglia!

La caduta dell'Italia
I nazisti si erano posti due obiettivi primari per le prime ore di combattimento: la conquista della Germania come primo e la conquista dell'Italia come secondo.
Come ben è saputo ciò non potè essere completato nei primi giorni per la Germania (la caduta di Amburgo è solo del 30 aprile) e anche per la conquista dell'Italia sorsero alcuni inaspettati problemi.
Roma come è ben risaputo fu una delle prime capitali ad essere invase, durante l'attacco furono eliminati tutti i politici (che si barricarono a palazzo Madama in inutile Aventino), venne sgomberato il quartiere ebraico e represso nel sangue ogni tentativo di manifestazione o di contrattacco delle forze militari e para-militari stanziate in città.
La mattina del 16 aprile a Roma sui principali palazzi governativi già sventolava la bandiera uncinata, ma non andò così bene anche ai gruppi di attacco incaricati di conquistare anche le altre città italiane.
Se si esclude Milano, il cui attacco nazista condotto la mattina del 16 si risolse in una barzelletta a causa dell'atteggiamento dei milanesi che ancora non avevano ricevuto informazioni precise su quel che stava succedendo e che credevano fosse tutto uno scherzo (basti dire che l'operazione fu condotta talmente male che il comandante della compagnia di SP nazista incaricata di conquistare Milano venne processato sotto legge marziale), Genova, a causa della conformazione del territorio e di una certa resistenza della popolazione (facilitata proprio dalla conformazione del territorio) e Torino a causa della resistenza delle forze alpine ivi stanziate tardarono a cadere in mano nazista.
In particolare la battaglia che si svolse vicino a Stupinigi (alla periferia di Torino) è molto ricordata a causa della mole di informazione sugli SP che fece giungere agli alti comandi USA, infatti la battaglia fu osservata da uno degli ultimi satelliti spia americani ancora attivi.
La disperata difesa di Torino venne attuata dalla brigata alpina 'Taurinense' che nel 2° giorno di guerra riusci ad arrestare per 6 ore l'avanzata dei MS nemici su Torino con continue imboscate dei B2 lotto 20, imboscate che provocarono la perdita accertata di 3 MS più 9 gravemente danneggiati ed altri 4 messi fuori combattimento per tutta la durata della battaglia.
Nonostante ciò Torino cadde a seguito del ritiro della Taurinense verso Tolone, si ricordi che il comandante della Taurinense, Mario Cheavly, aveva voluto evitare in ogni qual modo il combattimento urbano proprio per preservare la città di Torino ed i suoi abitanti da eventuali ritorsioni.
Venezia cadde solo la sera del 19 grazie alla accanita resistenza delle forze militari italiane (in realtà piuttosto poche, ma conoscevano a menadito il territorio) nel Veneto che riuscirono a rallentare l'avanzata nazista e a tentare qualche timido contrattacco finché l'intervento dell'76° battaglione SP e di un paio di 'Gustav' ruppero ogni resistenza, diversi aerei dell'A.M.I. riuscirono a decollare prima del crollo totale verso i paesi dell'est Europa che non erano ancora caduti e da li si diressero in Russia dove formarono il 1° Stormo 'Buscaglia', specializzato nell'attacco al suolo (formato in prevalenza da F-35, una manciata di Tornado e AMX e alcuni M-346, tutte macchine che vennero modificate per poter utilizzare componentistica e armi di produzione russa) , soprattutto dopo che i pochi Typhoon sopravvissuti vennero prelevati per essere consegnati alle unità ancora operative che ne potevano disporre ancora di un certo numero, i sei Typhoon in questione vennero successivamente utilizzati dal 4° Air Supremacy Wing
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« Risposta #13 il: 21 Ottobre 2007, 15:10:03 »

Comincia la resistenza

Il 21 giugno del 2015 Ghiren Zabi proclamò la caduta dell'intera Europa continentale, in quella data solo la Sicilia, la Sardegna, le Baleari e Creta non erano ancora cadute in mano nazista, ma entro il settembre 2015 anche le guarnigioni di queste isole caddero e furono costrette a riparare a Malta, la resistenza di Malta, durò diversi mesi, fino al settembre 2016, grazie anche all'invio sull'isola di due corazzate classe Pegasus e di diversi MS federali (l'assedio di Malta verrà trattato estensivamente in altro capitolo).
Come già accennato precedentemente le forze militari europee che riuscirono a sopravvivere ai primi attacchi, ma che non riuscirono a riparare in Africa, si diedero in gran parte alla macchia incominciando immediatamente azioni di guerriglia e di disturbo.
Tra le prime azioni vanno ricordati i sabotaggi dei ponti sul Po, sul Reno, sulla Mosa e sul Danubio che cominciarono fin da luglio, ma sabotaggi di ponti su fiumi minori erano anch'essi all'ordine del giorno, cosa che diede enormi problemi a livello logistico ai nazisti e che contribuì a rallentare l'avanzata in territorio russo.
Grossi problemi i nazisti li ebbero anche a controllare gli enormi territori dell'Europa dell'est, basti pensare che pur avendo nominalmente conquistato l'Ucraina il 7  giugno con un ardito colpo di mano delle forze speciali, questa regione rimase per lungo tempo in mano alle forze ucraine che per interi mesi non entrarono in contatto con le forze nemiche, ma situazioni simili c'erano un po' dappertutto ed è solo con l'ottobre-novembre del 2015 che il controllo del territorio da parte dei nazisti migliorò grazie all'invio sulla Terra di diverse divisioni di polizia militare e dei famigerati Landser.
I Landser si rivelarono molto utili nella soppressione dei gruppi partigiani nemici (che cominciavano ad essere rinforzati anche da un gran numero di civili), ma solo dopo il freddissimo e nevoso inverno (basti pensare che quell'anno in Libia arrivarono a depositarsi per qualche ora trenta centimetri di neve) determinato dalle polveri sollevate dai meteoriti lanciati contro la Terra, infatti durante questa stagione i gruppi di guerriglia sulle Alpi, nei Balcani, sui Carpazi e nella regione scandinava ripresero il controllo di importanti e vitali passi e ponti, zone che furono riconquistate dai nazisti con gravi perdite solo con l'inizio della primavera.
Però i gruppi partigiani fallirono in quelli che erano gli obiettivi più importanti stabiliti da Revil in persona: attuare serie azioni di disturbo sul Brennero e la distruzione dei trafori alpini del Frejus e del Monte Bianco.
I  nazisti ben consci dell'importanza di queste vie di comunicazioni li fecero presidiare da diversi battaglioni di fanteria e da alcune compagnie di SP, ci fu solo un tentativo di far saltare il Frejus, ma la bomba piazzata dal fante Enrico Dacetti (morto durante l'azione per far attivare la bomba, li fu assegnata la medaglia d'oro alla memoria) non risultò abbastanza potente, ma comunque bloccò l'uso del Frejus per circa un mese a causa di vistose crepe che si erano aperte nella galleria.
Uno dei pochi passi che fu riconquistato dai nazisti durante il periodo invernale fu il San Gottardo, cosa che fu possibile solo grazie all'uso di SP di una compagnia speciale delle SS.
Una nota particolare meritano quelle azioni di guerriglia che molti sorrisi strapparono dopo la guerra, ma in realtà il loro apporto alla situazione militare fu molto più alto di quel che si pensava, si ricordino: “La guerra del senso unico” in Italia, “La guerra del the” in Gran Bretagna e “La corsa dei tori” in Spagna.
“La guerra del senso unico” assunse questa denominazione a seguito di uno spettacolare frontale nelle strade di Roma tra due semicingolati nazisti, ciò fu determinato dal riposizionamento e dalla eliminazione di diversa segnaletica stradale ad opera delle unità partigiane della zona; i nazisti per contrastare ciò formarono le “Squadre dei segnali” che avevano il compito di rimettere in sesto la segnaletica stradale, ma il giorno dopo che il cartello era stato riposizionato stranamente scompariva, è grazie a questo che molti soldati e colonne naziste percorsero chilometri e chilometri senza meta in territorio italiano (cadendo la maggior parte delle volte in mano avversaria).
“La guerra del the” fu invece una particolare tipologia di guerriglia che applicarono le forze partigiane in Gran Bretagna, questa tipologia di guerriglia aveva i connotati più vari e fantasiosi, ma con sempre il solito obiettivo: far star male i nazisti attraverso avvelenamento delle vivande, cosa che raramente era mortale (per evitare dure ritorsioni) e solitamente dava forti problemi gastrici; di questo tipo di guerriglia caddero vittime alcuni generali che per lungo tempo dovettero prendersi una licenza credendo di essere stati colpiti da una qualche malattia 'terrestre'.
“La corsa dei tori” prende le sue mosse da alcune feste tradizionali della penisola iberica, la tattica era quella di lanciare, prima dell'agguato vero e proprio, contro le formazioni naziste in pattugliamento nelle città mandrie di tori (avvenne solo un paio di volte e con risultati incredibili, distruggendo interamente due compagnie naziste) o, come avveniva solitamente, altri animali (come cani, cavalli imbizzarriti e una volta gli animali dello zoo di Madrid, tra cui alcuni elefanti che distrussero diversi mezzi delle forze naziste); questo era un tipo di guerriglia più psicologica che altro, infatti i nazisti erano sempre molti restii a effettuare pattuglie in territorio urbano timorosi di trovarsi contro mandrie di animali (senza contare che dopo 'l'attacco' degli animali arrivava quello dei partigiani).
In generale le azioni di guerriglia che vanno dal 2015 agli inizi del 2016 si caratterizzavano per una grande velocità d'esecuzione e avevano come obiettivo quello di danneggiare le comunicazioni ed i collegamenti nazisti, ma ora verranno analizzati nel dettaglio le operazioni di guerriglia che vanno dal giugno 2015 agli inizi del 2016 per regione geografica.
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« Risposta #14 il: 12 Novembre 2007, 18:41:25 »

capitolo piuttosto corto causa problemi al computer che mi hanno fatto perdere diversi dati (maledetto a me e alla mia abitudine di non fare copie di backup) che tra l'altro faranno slittare ancora di un paio di settimane la pubblicazione della seconda e definitiva edizione di operazione athena (sarà perchè stavo scaricando l'episodio 12 di Victory?O_O). Ma problemi tecnici a parte ecco a voi un piccolo pezzettino sulle operazioni in Europa e ne approfitto per avvisare che ho aggiornato il personaggio di Miharu ne 'La morte di Garma' per quel che riguardava alcune spiegazione sul come mai si trovasse in Afghanistan (basandomi sull'intervista ad Amuro Very Happy ) e sulle operazioni in Nord-Africa (le date dello sbarco e dele ultime operazioni), in modo da dare un miglior realismo alle operazioni di conquista dell'Europa.

La resistenza in Europa, brevi cenni sulla resistenza 2016-2018
Il periodo che va dal 2016 al 2018 divennero noti come 'B-Years': Bomb Years, gli anni delle bombe, la resistenza in quei due anni si fece ancora più violenta ed il bolletino dei morti nazisti giornalieri a causa di attacchi partigiani salì fino a toccare un picco di 1250 morti l'8 febbraio 2017 e di 750 il 9 febbraio per poi scendere a 230 il 10 febbraio.
Durante questi tre giorni unità partigiane italiane e francesi, grazie anche alle forti nevicate che avevano fatto rientrare le unità naziste nelle loro basi, attaccarono i nazisti (che vennero presi quindi di sorpresa nelle loro caserme) su tutto l'arco alpino occidentale attraverso il quale passavano alcune importanti vie di comunicazione.
L'operazione 'Lunardi', così venne chiamata dai partigiani italiani (tale nome sembra che sia stato pescato a caso tra un scelta di venti nomi di ex-ministri dei trasporti e delle infrastrutture italiani e francesi), era volta alla riconquista di tutto l'arco alpino occidentale il tempo necessario per sabotare e rendere completamente inservibili i principali ponti, trafori e vie di comunicazioni.
Per questa importante operazione, affiancata negli stessi giorni da operazioni similari, ma di minore importanza, in tutta Europa (si ricordi l'operazione 0 delle unità partigiane belghe e olandesi e l'operazione 'Armin' delle unità partigiane tedesche*), vennero inviate dal comando federale alcune delle migliori unità delle forze speciali, purtroppo l'operazione fallì nei suoi obiettivi strategici (solo il 30 % delle infrastrutture venne reso inservibili), ma fu un altro disastroso colpo al morale dei nazisti che persero addirittura alcune compagnie di SP, tra cui: due di SP-04 e una dotate dei nuovissimi SP-06 (ma non per pessime caratteristiche della macchina, semplicemente la compagnia in questione, la 8th della 116a MS, fu distrutta nella sua caserma e così i suoi MS, non prima di essere stati analizzati a fondo da specialisti federali).
Revil stesso, che pure aveva contato molto sull'operazione, era ben conscio che le dure sconfitte subite dai partigiani francesi disposti lungo le principali vie di accesso alle Alpi sul lato francese e da quelli italiani nella Pianura Padana avrebbero permesso ai nazisti di spostare velocemente rinforzi senza incontrare resistenza e così fu.
Nonostante l'arrivo dei rinforzi nazisti le forze partigiane riuscirono comunque a disimpegnarsi e ad evitare la cattura o l'annientamento riprendendo dopo alcuni mesi le operazioni di sabotaggio e di attacco.

Operazione Turning Point: introduzione
 “Andiamo, vinciamo, ma prima mangiamo”
Queste parole rimasero impresse nella memoria dei collaboratori di Revil e successivamente sarebbero state oggetto di libri, film e anche canzoni.
Revil era riunito con i suoi collaboratori nella sala del centro di comando delle forze federali quando pronunciò queste parole alla fine di un infuocato discorso in cui spiegava il piano per la riconquista dell'Europa, d'altronde l'Europa poteva aspettare per un prelibato piatto di Rahia, sua moglie.
Era il 25 aprile 2017, una settimana dopo ci sarebbe stata la battaglia di New York, senza volerlo (oppure no? Il dubbio, viste anche le capacità in un qualche modo 'visionarie' di Revil, è sempre rimasto) Revil con quella battuta riassunse quello che sarebbe successo un paio di mesi dopo: prima di vincere in Europa avrebbero mangiato, si, le forze federali avrebbero mangiato le migliori divisioni del 4th Reich.

*di tutte queste operazioni si vedono alcune scene durante l'episodio 'Revil: The Big One', in cui attraverso la narrazione di Revil in persona si ripercorrono le fasi della guerra fino all'operazione 'Turning point', l'operazione di sbarco in Europa; attraverso il punto di vista di Revil si assiste in maniera più approfondita alla battaglia della Mecca, tanto per fare un esempio, ma allo stesso tempo si riesce a cogliere meglio la 1a Guerra Coloniale, fin li combattuta, attraverso un punto di vista più strategico e soprattutto 'avvezzo' ai retroscena del progetto V e degli altri progetti segreti. Episodio importantissimo quindi per comprendere appieno la prima parte della 1a G.C.
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