Le prime recensioni sul film dell'incredibile Hulk :
http://www.badtaste.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4098&Itemid=167Bruce Banner è in fuga per il mondo, cercando di trovare una cura per non diventare più Hulk e allo stesso tempo scappando dai militari. Meglio della pellicola di Ang Lee, ma nulla di esaltante...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo L'incredibile Hulk
Regia Louis Leterrier
Cast Edward Norton, Liv Tyler, Tim Roth, William Hurt, Tim Blake Nelwon
Uscita 18 giugno 2008
E' difficile dire se L'incredibile Hulk sia il film più atteso del 2008, primato che probabilmente spetta a titoli come Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, Iron Man e il prossimo Harry Potter. Quasi sicuramente, invece, era il film che suscitava i maggiori interrogativi. Intanto, se sarebbe stato superiore alla pellicola di Ang Lee del 2003, che è stata generalmente (e giustamente) massacrata per i suoi tentativi intellettualoidi non andati a buon fine. Certo, considerando dei trailer non esaltanti e soprattutto le polemiche suscitate da Edward Norton, che si è lamentato dei tagli alla pellicola, c'era da preoccuparsi. D'accordo non vedere un film lunghissimo e presuntuoso come quello del 2003, ma l'alternativa sarebbe stata 'distruzione, distruzione e ancora distruzione'? E i tanti minuti eliminati dal montaggio finale, avrebbero dato vita ad una pellicola visibilmente monca?
In realtà, L'incredibile Hulk non rispetta le attese, nel bene e nel male. Non si tratta assolutamente di un disastro come si poteva pensare a causa delle sue vicissitudini di produzione. D'altra parte, non c'è nulla che possa scatenare l'entusiasmo. Tanto per capirci, Iron Man poteva avere diversi problemi di sceneggiatura, ma con un Robert Downey jr. così smagliante era più semplice dimenticarli. Il paragone non è certo casuale, considerando che stiamo parlando delle prime due pellicole prodotte autonomamente dalla Marvel e che mettono anche in mostra una contrapposizione simile (un cattivo che vuole surclassare il supereroe con le sue stesse armi). Qui, anche il cammeo di Stan Lee non è all'altezza di quello visto in Iron Man (anche se è comunque simpatico) e l'impressione è di una pellicola che oscilla tra il mediocre e il sufficiente, senza nessun picco ma neanche cadute vertiginose drammatiche.
La pellicola inizia con un prologo che fa il punto della situazione, raccontando gli anni passati tra il film di Ang Lee e questo. Il risultato sono alcuni minuti efficaci, rovinati purtroppo da un paio di espressioni ridicole di William Hurt. In effetti, a tratti capita di vedere scene di camp involontario (una gomitata di Betty ad un soldato, un tentativo di sesso sfortunato e un tuffo dall'elicottero assolutamente insensato), ma per fortuna non avvengono spesso. Il paradosso è che quello che non funziona proprio sono le scene più intime e personali, così come i dialoghi. Difficile quindi rimpiangere i tagli effettuati dalla produzione, anzi forse potrebbero essere stati salutari. Comunque, non ci sono problemi di coerenza narrativa, se non forse una possibile sottotrama iniziale con una ragazza brasiliana cancellata, ma è soltanto un'ipotesi personale.
Ovviamente, il modello Ang Lee viene immediatamente messo da parte, mentre è chiaro che il punto di riferimento è il telefilm originale, che viene citato nel tema musicale, in alcuni momenti ed atmosfere (la solitudine di Bruce Banner e la fuga costante a cui è costretto, senza dimenticare una scena in cui fa l'autostop sotto la pioggia) e in un cammeo di Lou Ferrigno non proprio esaltante. E' chiara poi l'intenzione di voler attirare i giovanissimi senza divieti, tanto che di fronte a tutta questa distruzione, non sembra mai morire nessuno (un po' come nell'A-Team). I momenti migliori? La scena probabilmente più riuscita è quella sotto la pioggia con la bella e la bestia, non tanto per l'idea sicuramente non innovativa (da questo punto di vista, il King Kong di Jackson ha momenti di gran lunga superiori), quanto per una fotografia efficacissima. E non sono male le riprese dell'inseguimento sui tetti in Brasile, decisamente la scena d'azione migliore. Sarà perché non c'è Hulk?
In effetti, il problema maggiore di questo tipo di pellicole è proprio la creatura realizzata in digitale. Questione non da poco, considerando che il film non si chiama 'Bruce Banner', ma appunto L'incredibile Hulk. Il fatto è, per quanto si possa avanzare nella tecnologia digitale, il mostro è ancora ben lontano dall'essere credibile. E se nelle scene d'azione semplicemente non sembra avere il giusto spessore per farci credere alla sua esistenza, in quelle più personali diventa un grosso ostacolo per appassionare il pubblico. Meglio sicuramente quando è in penombra o di notte. Se poi si potesse evitare di farlo parlare, non sarebbe certo un danno.
Per quanto riguarda gli attori, Edward Norton se la cava, ma senza ritrovare la brillantezza degli esordi. La Tyler, come tutti i personaggi femminili in questo genere di prodotti, ha il ruolo peggiore e non fa miracoli (anche se quando è incazzata non è male). Il più interessante sarebbe Blonsky, interpretato da Tim Roth, che risulta efficace nel mostrare la sua follia. Per questo, si rimpiange che non sia stato fatto un lavoro migliore per rappresentarlo come un personaggio drammatico e quasi shakespeariano (a meno che tutto questo non sia finito sul pavimento della sala di montaggio).
E ora, cosa ci si può aspettare per il futuro? Insomma, si tratta di una pellicola che è in grado di incassare adeguatamente per dare vita ad una serie o anche questo secondo tentativo di lanciare il gigante verde cadrà nel vuoto? L'impressione è che questo film possa fare un 400-450 milioni di dollari nel mondo, cifra molto interessante, ma non straordinaria. Basteranno per un'altra pellicola di Hulk o invece lo vedremo utilizzato solo in progetti come Avengers? Difficile dirlo. Sicuramente, qualsiasi cosa si decida di fare, per il futuro sarebbe auspicabile vedere un prodotto eccitante ed eccitato come Hulk, piuttosto che tranquillo e piatto come Bruce Banner...
http://www.cineblog.it/post/10984/lincredibile-hulk-recensione-in-anteprimaL’Incredibile Hulk (The Incredible Hulk, Usa, 2008) di Louis Leterrier; con Edward Norton, Liv Tyler, Tim Roth, Tim Blake Nelson, Ty Burrell, William Hurt, Robert Downey Jr.
Bruce Banner è da anni un fuggitivo a caccia di una cura per annientare gli effetti delle radiazioni gamma che gli hanno avvelenato le cellule, scatenando in lui una incontrollabile forza rabbiosa, capace di trasformarlo in un mostro dalla forza disumana: Hulk. Costretto a vivere nell’ombra, perennemente nascosto e lontano dalla donna che ama, Betty Ross, Banner lotta per sfuggire alla sua ossessione, il Generale Thunderbolt Ross, pronto a tutto pur di metter mano a quell’invincibile potere, tanto da finire per creare un altro terribile mostro, dal nome Abominio…
Sei anni dopo il discusso Hulk di Ang Lee, in casa Marvel riportano in sala il mitico uomo verde, riuscendo in pieno nell’operazione ‘restyling’. Dall’eccessiva introspezione di Lee siamo passati all’azione frenetica di Laterrier, che finisce per realizzare un buonissimo cinefumetto, mantenendosi fedele all’originale su carta, strizzando l’occhio a King Kong e finendo probabilmente per superare il nemico/amico su celluloide Iron Man…
Inizio e Fine.
Le novità portate da questo Incredibile Hulk firmato Laterrier arrivano proprio dall’inizio e dal finale fiume della pellicola. Per la prima volta, da quando l’era dei cinefumetti è ri-partita, la ‘genesi del mostro’, la creazione, l’episodio scatenante, che può essere un morso di un ragno, un esplosione o un trauma infantile, ci viene mostrato nel minor tempo possibile, ovvero nei titoli di testa!
Tempo 2 minuti e avremo già visto tutto, attraverso un montaggio quanto veloce quanto sintetico (forse troppo?) per ritrovarci immediatamente dopo nella fase successiva, quella della fuga. Bruce Banner è un uomo in fuga. L’esercito americano lo cerca con insistenza, vuole il suo Dna per creare il militare perfetto, e Banner, da buono scienziato, si assume le proprie responsabilità, mollando la vita che ha sempre vissuto, fuggendo dal proprio amore, perennemente alla ricerca di un antidoto che faccia sparire quel terribile alter-ego che torna ogni qualvolta le pulsazioni superano i 200 battiti al minuto.
Condensando tutta la genesi del mostro nei titoli di testa, Laterrier si può concentrare su tutti gli aspetti successivi, come se questo Incredibile Hulk fosse un sequel, e non un ‘nuovo inizio’ della serie. Troviamo così Edward Norton in Brasile, intento a fare meditazione, in modo da poter controllare la propria rabbia, con tanto di geniale contatore visivo dei ‘giorni senza crisi’.
Dall’altra parte del mondo, però, il perfido Generale Thunderbolt Ross non ha ancora perso le speranze di poterlo ritrovare. Grazie ad una fortuita notizia torna sulle sue tracce, assolda un terribile soldato russo, Emil Blonsky, e riparte all’assalto. La caccia si riapre. Bruce Banner torna ad essere un uomo in fuga, con alle costole questa volta un pazzo assetato di potere, pronto a farsi inniettare raggi gamma pur di riuscire a combattere ad armi pari con Hulk, trasformandosi in Abominio…
I dubbi e le perplessità nate con l’Hulk di Ang Lee finalmente spariscono con questo ‘nuovo corso’. Molto più fumettaro del precedente, l’Hulk di Laterrier è un concentrato di azione ed effetti speciali, senza perdere di vista l’introspezione dei personaggi principali, Banner su tutti. Vulnerabile e bruto al tempo stesso, Banner muore d’amore per la propria amata, Betty Ross, e proprio la storia tra i due risulta alla fine riuscitissima.
Liv Tyler è la migliore Betty Ross che si potesse trovare, così come il gracile e dolce Edward Norton risulta essere un perfetto Banner. Una scena su tutte riporta alla mente il mitico King Kong, con la Bella e la Bestia capaci di superare la barriera della mostruosità grazie all’amore che li sovrasta. Ai due si affiancano uno splendidamente sadico Tim Roth e un glaciale William Hurt, per un cast risultato alla fine azzeccatissimo.
Se l’inzio rapido, con conseguenti splendidi inseguimenti tra le favelas di Rio de Janeiro, è seguito da una parte centrale leggermente più lenta e ripetitiva, con Hulk e Blonsky che si sfidano a duello faccia a faccia più volte, il finale torna nuovamente sulle ali dell’ottovolante con uno scontro tra titani da durata record.
Proprio in Iron Man, infatti, l’amaro in bocca era nato dall’eccessiva velocità con cui si era concluso l’atteso scontro tra Iron Man e Iron Monger. 10 minuti scarsi e il problema era stato risolto. Perfetto… dimenticatevi Iron Man! Qui lo scontro tra titani, ovvero tra Hulk e Abominio, è mostruosamente lungo, avvicinandosi alla mezz’ora di durata.
30 minuti di cazzottoni, macchine che volano, missili, elicotteri in caduta libera e botte da orbi, con tanto di mitica onda d’urto hulkiana, finalmente visibile al cinema. Per i fans dell’uomo verde sarà un vero e proprio orgasmo visivo, grazie anche all’ottima regia e ai buonissimi effetti speciali. Questo è Hulk, quello che ‘spacca tutto’, e questo vogliamo vedere da un film sull’uomo verde!
In conclusione prova superata per Louis Laterrier, che infila i soliti divertenti camei, dall’immancabile Stan Lee al divertentissimo Lou Ferrigno, e per questo ritorno dell’uomo verde, annunciato fino a 2 mesi fa come un possibile flop al botteghino. Un flop che, se mai dovesse avvenire, sarebbe assolutamente immeritato. Per 112 minuti ci si diverte, si torna bambini, alla mitica serie tv che ci ha cresciuti, con tanto di tema musicale ricordo, si esce dalla sala battendo le mani, sperando che l’onda d’urto sposti la multa dal proprio parabrezza, pensando soprattutto al geniale e spoleirosissimo finale che rimanda a Tony Stark e ad una nuova futura saga di supereroi (applausi in sala per la trovata a questo punto…).
Questo nuovo corso produttivo della Marvel ci piace. Era ora che ai cinefumetti ci pensasse direttamente chi i fumetti ha contribuito ad inventarli, e fino a quando riusciranno a tirar fuori cine-comics del genere, chè vadano pure avanti, perché noi non ci stancheremo mai di vederli!
Voto Federico: 6,5