Gundam Universe Forum
25 Novembre 2024, 10:23:08 *
Benvenuto, Visitatore. Per favore, effettua il login o registrati.

Login con username, password e lunghezza della sessione
 
  Sito   Forum   Blog GundamPedia Help Ricerca Ext Gallery Login Registrati  
Pagine: [1] 2 3   Vai Giù
  Stampa  
Autore Topic: Ultimate Century: Schede tecniche  (Letto 30137 volte)
npa
General Maggiore
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 2218




Nuovo messaggio
« il: 24 Luglio 2007, 11:46:27 »

Chiunque può ed è invitato a contribuire (proponendo nuovi mezzi, scrivendo le schede dei mezzi che mancano, facendo proposte, facendo notare errori o miglioramenti che si possono apportare, ect...), i mezzi di cui mancano ancora le descrizioni, ma sono già stati accennati, ho messo solo il nome.

Ashes of the War


Mezzi da guerra aerea

EF-2000 Typhoon
Questo velivolo da caccia europeo adoperato da Austria, Germania, Italia, Inghilterra e Spagna fu uno dei pochi velivoli efficienti in grado di infliggere consistenti perdite alle forze nemiche insieme al Su-30 Flanker e al F-22 Raptor.
Caratterizzato da una grande maneggevolezza e da una aerodinamica avanzata dal 2012 cominciò ad essere equipaggiato con radar ad apertura sintetica e motori a spinta vettoriale come i similari Su-30 e F-22 incrementando le sue caratteristiche di maneggevolezza e di attacco.
A seguito dell'attacco dell'aprile del 2015 la maggior parte degli esemplari utilizzati andarono distrutti eccetto quelli che partecipavano alla sessione addestrativa “Spring Flag” in Sardegna (la base in cui erano stanziati i reparti fu mancata di diversi chilometri dai meteoriti) e quellli che si trovavano in Spagna; i primi dopo aver ingaggiato la forza di invasione (furono i primi a distruggere dei MS nemici, 3 per la precisione, perdendo però 1 Typhoon e 5 AMX) riuscirono a riparare, dopo una rocambolesca fuga attraverso il Mediterraneo, in Marocco dove si trovavano i già sopravvissuti velivoli spagnoli per poi dirigersi verso l'Africa Centrale da dove successivamente operarono.
Successivamente i velivoli sopravvissuti, poco meno di un centinaio, andarono a formare l'ossatura del 4° Air Supremacy Wing formato inizialmente da 94 Typhoon, 10 AMX, 20 Rafale, 2 Gripen e 19 Tornado.
I pochi Typhoon che sopravvissero alla guera vennero radiati nell'8 N.C. e sostituiti, come la maggior parte dei Su-30 e F-22 (questi ultimi si erano rivelati troppo costosi e poco affidabili), dal caccia multiruolo pesante IF-1 "International Angel" di produzione Boeing/Sukhoi.

Momento di gloria del Typhoon:
L'offensiva “Rising Storm” del dicembre 2015-gennaio 2016, volta alla riconquista dei pozzi petroliferi libici in cui il Typhoon si distinse contro i mezzi aerei nemici
In particolare, nell'operazione, si distinse il pilota Roy Jung che distrusse, in una sola missione, con l'uso di missili “Brimstone” e razzi non guidati da 70mm, 4 MS Lohengrin.
Jung concluse la guerra con 18 MS distrutti e 27 aerei nemici abbattuti, diventando il 7° asso delle Forze Federali Terrestri per abbattimenti ed il 5° per MS distrutti a bordo di aeroplani.

Momento inglorioso del Typhoon:
I primi giorni in centrafrica, non c'era una sola delle locali forze aeree in grado di dare un minimo di quel che serviva per mantenere in attività il Typhoon, neanche i generatori d'energia esterni erano di quelli in uso presso la NATO!


F-22 Raptor


Su-30 Flanker


AH-64D Apache


Kamov Ka-50 Black Shark
Elicottero sviluppato verso la fine dell'Unione Sovietica; si caratterizzava per alcune concezioni molto avanzate, ma i continui problemi economici della Russia e la competizione con il più 'normale' Mil Mi-28 (similare all'AH-64 Apache) ne ritardarono la produzione fino agli inizi del 2008, quando un irrigidimento dei rapporti tra Russia e USA provocò la cosidetta: 'Corsa al Dubai', dizione con cui si indicò la piccola corsa agli armamenti che avvenne tra le due nazioni soprattutto con l'obbiettivo, attraverso commesse militari, di attirare verso di se i paesi arabi.
Questo innovativo elicottero da combattimento è caratterizzato dal fatto di essere monoposto (biposto la versione Ka-52 usato solitamente per coordinare le squadre di Ka-50) e dal doppio rotore (con cui si poteva fare a meno del, fragile, rotore di coda).
Esso si rivelo un buon elicottero multiruolo nella lotta al 4° Reich, pur non eccellendo come precisione di ingaggio (al contrario in generale degli elicotteri biposto) si dimostrò un robusto e temibile avversario per i carri Adolf e i MS Lohengrin nazisti.
La formula monoposto obbligava i piloti ad usare il cannoncino in dotazione come arma fissa (anche se disponeva di limitate possibilità di movimento), cosa che, nel 2015 inoltrato, si risolse con lo spostamento del cannoncino dalla fiancata destra al muso asservendolo ad una centralina altamente automatizzata: in pratica il pilota selezionava il bersaglio, il computer elaborava i dati e mirava verso le parti più deboli dei mezzi nemici e al pilota non rimaneva che fare fuoco.
Nel corso degli aggiornamenti, si ricorse, per quanto consentissero le condizioni, ad avionica e parti di produzioni americane; dopo questi aggiornamenti, spesso condotti sul campo e che portarono ad una panoplia di versioni, le macchine vennero soprannominate “Yankee Shark” dagli equipaggi che fino a pochi mesi si addestravano a combattere una eventuale guerra contro gli USA.
Notevole fu la sua partecipazione alla battaglia di San Pietroburgo, in cui le truppe russe al posto di disperdersi resistettero ad oltranza fino alla fine di agosto del 2015 (anche grazie all'aiuto dei finlandesi che evitarono, inizialmente, che le truppe russe venissero accerchiate), nella quale il Ka-50 distrusse il 35% di tutti i mezzi nazisti persi per fuoco nemico.
In particolare il pilota Boris Gamarov distrusse 34 MS nemici (diventando uno dei migliori piloti per MS distrutti, anche se tra i 34 solo 10 erano Lohengrin, la maggior parte era di versioni antecedenti usati con compiti di scorta e di seconda linea) e 55 MBT nazisti diventando l'Hans U. Rudel della situazione, ma mori il 23 agosto 2015 abbattuto dal fuoco di alcune mitragliatrici contraeree degli Adolf durante una disperata sortita dalla città di San Pietroburgo.
I Ka-50 rimasero a lungo in servizio dopo la guerra e presero parte anche alle operazioni contro le armate di von Deikun, anche se in quei mesi cominciavano già ad entrare in servizio gli AH-73 "Scorpion", che avrebbero presto sostituito gli elicotteri dei tipi precedenti.

Momento di gloria:
L'attacco lanciato dal generale Revil a cui parteciparono i Ka-50 appena acquistati dai siriani.
I Ka-50 (non più di 8 parteciparono alla battaglia) mostrarono subito (nonostante fossero, la maggior parte, in mano ad equipaggi inesperti) di esser pericolosi, distruggendo 1 MS e 'tagliando' le gambe ad altri 3.

Momento inglorioso:
Con la distruzione delle pricipali basi russe, addestrare i piloti di queste complesse e particolari macchine divenne particolarmente difficile, tanto è che, nonostante le perdite in fatto di velivoli, verso gennaio 2016 ci si ritrovò con più macchine che piloti, situazione a cui si ovviò solo verso la fine della guerra sulla Terra.


AH-73 "Scorpion"


F-121 Aurora
Progetto top secret americano, dietro la sigla Aurora si celarono negli anni '90 segretissimi programmi di ricerca in campo aeronautico, di cui si sapeva poco o niente, se non la fantomatica sigla.
Il progetto Aurora, cominciato a sviluppare negli anni '80, sembrava vertere su 3 punti che diedero frutto a diversi progetti e ad un aeroplano sperimentale:
1.Creazione di un ricognitore sia spaziale che terrestre in grado di volare a quote di 20km a Mach 8.
2.Aereo in grado di combattere in ambiente spaziale.
3.Aereo in grado di arrivare e combattere nello spazio partendo da basi a terra.
Tutti i punti portarono a progetti sostanzialmente simili che furono riunificati in un unico progetto: l'F-121 sviluppato dagli 'Skunk Works' della Lockheed Martin; la sigla che sembrerebbe essere già stata usata per altri programmi segreti o per la ridenominazione di aerei sovietici catturati, era stata usata per creare una copertura al veicolo, proprio per via di quelli che si credevano gli altri usi della sigla.
Bisogna anche notare come l'esistenza di questo aereo fosse stata oggetto a più riprese di alcuni articoli e trafiletti dalla prestigiosa rivista “Aviation Week & Space Technology”, ma mai niente di preciso era stato saputo anche se alcuni fonti affermavano che si trattasse proprio di uno spazioplano militare capace di decollare da terra; probabilmente le fonti in questioni al tempo tirarono più ad indovinare, era ben difficile che notizie serie fossero trapelate dal programma senza che l'FBI e la CIA non fossero in un qualche modo intervenuti.
Il primo F-121, volò secondo i file desecretati, l'11 settembre del 2001, anche se secondo molti compì voli già agli inizi di agosto; la data ha dato seguito a molte congetture, infatti secondo molti l'Aurora abbatté l'unico Boing che non raggiunse i suoi obiettivi, usando tra l'altro un potente disturbatore elettronico che avrebbe mandato in tilt i comandi del Boeing, ma costringendo l'Aurora (come avvalorato dal rapporto di fine volo) ad un veloce ritorno alla base per via del malfunzionamento provocato ai comandi di volo dal disturbatore stesso.
Il vero punto di svolta nel progetto si ebbe nel 2014, quando il prototipo dell'Aurora fu dotato di un nuovo sistema di propulsione che richiese la parziale ri-progettazione del velivolo, tale sistema di propulsione era una copia in scala ridotta del sistema di propulsione Minovsky delle corazzate come la Albion che all'epoca erano in costruzione, questo sistema rimpiazzò gli Scramjet che inizialmente dovevano essere montati sul velivolo.
Il nuovo sistema di propulsione garantì fenomenali prestazioni in accelerazione, velocità e autonomia al velivolo rendendolo ottimale al combattimento spaziale.
Nel settembre del 2014 intuendo alcune manovre naziste gli Stati Uniti diedero il via alla produzione di serie, arrivando nel giugno del 2015 ad avere 2 velivoli pronti ed altri 20 fase di montaggio nella segretissima linea di montaggio nel Nevada.
Il vero problema fu l’addestramento, addirittura quando i piloti assegnati al programma videro quella macchina per la prima volta credettero che fosse un simulacro e che quella fosse tutta una manovra propagandistica, ma si ricredettero presto, nel giugno del 2016, dopo un anno l’inizio della guerra, il primo gruppo (il 1° Space Interceptor Squadron) formato da assi come Jung o McHallison (5 MS, 80 aerei nemici e 2 pattugliatori spaziali abbattuti prima della sua morte) era pronto ed 1 mese dopo lo erano anche il 2° ed il 3° che formarono, tutti assieme il 1° Space Fighter Wing.
La principale missione degli stormi 'spaziali' era la caccia dei convogli nazisti di rifornimento che giungeva dalla Luna e dalle colonie spaziali fino in prossimità dell'atmosfera terrestre, dove venivano rilasciate le capsule cariche di rifornimento.
Più che un caccia spaziale, l’Aurora era una vera e propria piccola nave spaziale che si rivelo micidiale nell’attacco ai rifornitori spaziali nazisti (la tattica solitamente utilizzata era: i piloti più esperti che proteggevano dai caccia spaziali e MS nazisti quelli più giovani, quest'ultimi si occupavano delle lente e vulnerabili navi cargo nemiche).
Una delle azioni più ecclattanti a cui partecipò questo caccia fu la distruzione della corazzata nazista “Heinrich der Loewe”, questa azione fu caratterizzata da un forte elemento sorpresa e fu una delle prime missioni del Wing, quest’azione venne fortemente pubblicizzata e demoralizzò fortemente le truppe nemiche; addirittura sulle zone controllate dai nazisti vennero lanciati dei manifestini con impressa l’immagine stilizzata della White Base, dell’Aurora e dei MS federali che puntavano le loro armi (o come nel caso dell'Aurora la prua) sulle colonie spaziali naziste.
Da quel momento non si contarono più i soldati nazisti che si arresero alle forze federali.
Vennero compiute addirittura delle missioni con obbiettivo la Luna e addirittura la colonia dove risiedevano i palazzi governativi nazisti, senza dimenticare la partecipazione del velivolo all'ultima disperata battaglia, la battaglia di Solomon.
Dopo la 1a Guerra Coloniale dall'Aurora fu sviluppato l'Aurora Borealis sviluppato secondo le necessità che si erano riscontrate durante la guerra e grazie alle tecnologie acquisite con il BF-2010.



Caratteristiche tecniche

Ruolo: caccia e ricognitore spaziale e atmosferico ad altissime prestazioni
Equipaggio: 1 pilota + 1 co-pilota (raramente presente)
Motori: 4 motori Minovsky tipo MRM-6 e due scramjet ausiliari da 40.000 kg di spinta l'uno.
Autonomia: in ambiente atmosferico l'autonomia è teoricamente infinita per i motori Minovsky, nello spazio i serbatoi garantiscono 2 ore a regime di combattimento, 25 minuti per gli scramjet.
Armamento compatibile: vulcan 20mm (fisso), AIM(S)-9X, AIM(S)-120K AMRAAM, SSM-13, bombe a guida laser Paveway IV e V, bombe a caduta libera, missili antiradiazioni 'Harm', 2 missili cruise Tomahawk.
Lunghezza: 60 m
Larghezza: 35 m
Altezza: 15 m
Peso: 352.470 chilogrammi tonnellate (peso massimo al decollo)
Velocità massima in atmosfera: M 9.1 a 21.000m (raggiunto durante una prova di velocità nel 2020)
Equipaggiamento: radar ad apertura sintetica AN/APG 128, sensore infrarosso, sensore termico, sistema di guerra elettronica attiva EACM-1


F-131 Aurora Borealis


C-27J Spartan
Il C-27J è uno sviluppo del trasporto tattico bimotore italiano G.222, che era stato progettato a seguito dell'annullamento della specifica che aveva dato il via alllo sviluppo dello STOVL G.222 “Cervino”.
Il C-27J condivideva gran parte dell'avionica, dei motori ed di altri equipaggiamenti con il C-130J, ciò favori l'acquisto di questo aereo da un gran numero di nazioni tra cui, oltre ovviamente dell'Italia, da parte degli USA.
Gli USA a seguito delle operazioni in Irak e in Afghanistan si erano accorti, sia durante la fase di guerra, sia durante la fase successiva di avere bisogno di un velivolo più piccolo di un C-130J ma con maggiore velocità e capacità di carico di un UH-60 o di un CH-47, in grado di poter atterrare senza problemi fuori dalle piste battute.
A questa specifica rispose pienamente il C-27J. che venne comprato, inizialmente, in oltre duecento esemplari dall'esercito e dall'aeronautica statunitense; nelle file statunitensi l'aereo divenne famoso con l'operazione “Green Mountain” del 14 febbraio del 2013, con cui gli americani catturarono o uccisero i comandi talebani in Afghanistan, principale elemento di questa missione fu il C-27J che portò intere compagnie di soldati americani all'interno del territorio talebano atterrando su piccole strisce di terra non preparate.
Il C-27J fu scelto perchè garantiva maggiori velocità e prestazioni in quota rispetto agli elicotteri, permettendogli di infiltrarsi in territorio nemico in un tempo che non avrebbe permesso al nemico di organizzarsi per attuare operazioni difensive.
Ma il velivolo ebbe il suo exploit durante la guerra scatenata dal reich, il velivolo si dimostrò capace di rifornire (di solito in cooperazione con i C-130J a cui i C-27J “aprivano” la strada) enclave in territorio nemico evitando, col volo a bassa quota, i missili terra-aria e i BF-2002 nazisti.
Il velivolo durante la guerra venne refittato con due mitragliatrice vulcan da 7.62mm, una sul dorso e una sul ventre (inoltre per le missioni speciali poteva essere montata una ulteriore mitragliatrice M2 nei pressi del portellone, anche se le versioni modificate sul campo non si contano e addirittura un C-27J fu modificato per montare un sistema AT "Milan" che poteva essere usato a portellone aperto per coprirsi da eventuali attacchi di MS nei voli a bassa quota), con motori molto più potenti e con un sistema di razzi per il decollo assistito (sull'esempio dei C-130), dando vita alla versione C-27V (chiamato informalmente “Victor”).
Una ulteriore versione, la Z, venne approntata per poter portare e rilasciare in volo, in condizioni operative le armi e le munizioni (caricatori per i bazooka e i fucili da MS da 100mm) ai MS impegnati in battaglia; questa versione venne prodotta (per conversione di unità vecchie ed in minima parte per mezzi di nuova produzione) in circa 100 esemplari.
Il C-27V rimase in servizio per altri 30 anni, soprattutto nell'Unità di Sorveglianza Ambientale, mentre lo Z rimase in servizio solamente per altri 10 anni, soppiantato da unità progettate esplicitamente per quel ruolo, gli Z sopravvissuti furono riconvertiti in V, anche se circa una decina vennero comprati dalle industrie Deikun per supportare i loro MS durante i test sulla Terra.

Momento di gloria:
Le operazioni di rifornimento alla WB, mentre era adoperata in operazioni in profondità, condotte del tenente Matilda che garanti, incurante del rischio continui rifornimenti e pezzi di ricambio.
Un intero wing di trasporto (dotato di 20 C-27J un mezza dozzina di C-130J e 2 C-5) venne messo ai comandi di Matilda per le operazioni di rifornimento.

Momento inglorioso:
Molti velivoli caddero in mano naziste per errori di navigazione (dovuti all'inesperienza dei piloti), durante le operazioni di rifornimento a bassa quota alle forze federali assediate; i mezzi catturatti vennero usati dai nazisti per diversi colpi di mano.


IF-1 "International Angel"


BF2002 “Himmelritter”
Questo caccia, sviluppato sulle colonie naziste dal’87 in poi fu sviluppato per rispondere ai contemporanei sviluppi di nuovi caccia dei paesi europei, dell’URSS e degli USA.
Un mistero del suo sviluppo risiede nella sua sigla BF che dovrebbe stare per Bayerische Flugzeugwerke (quest’ultima assorbita dalla Messerschmitt AG che cambiò, per esempio, il nome del BF-109 in ME-109), ciò ha lasciato pensare che in realtà l’annessione della BF nella Messerschmitt fosse una, parziale, finzione, infatti quest’ultima avrebbe assorbito i vari programmi aeronautici della BF, ma non la maggior parte dei suoi progettisti, che invece sarebbero stati distaccati per il programma “Zweite Heimat”, continuando as usare il nome della BF nelle colonie spaziali naziste.
Questo caccia fu progettato originariamente come caccia di difesa della flotta per il combattimento spaziale (versione R) e con capacità secondarie di combattimento atmosferico; nel 1996 dopo approfonditi test su Marte fu sviluppata la versione A, avente avanzate capacità di combattimento atmosferico e solo secondarie capacità di combattimento spaziale (limitate a missioni di pattugliamento senza poter però ingaggiare il nemico con efficacia).
Questo grosso caccia (simile come dimensioni al Su-34 Fullback russo) aveva una struttura non convenzionale: infatti la cabina di pilotaggio era fortemente rialzata, dando al pilota una visuale estremamente ampia in tutte le direzioni (cosa che tornava utile in uno spazio aperto come quello extra-atmosferico in cui non esiste un piano di riferimento e da cui l'attacco del nemico può giungere da qualsiasi direzione) ed era spinto da un reattore Minovsky ultra-compatto derivato da quello dei SP nazisti.
Le differenze tra le due versioni stavano principalmente nei comandi di volo, completamente differenti come risposta, prontezza e manovre eseguibili fra le due versioni, tanto da richiedere un addestramento completamente differente per ognuna di esse.
Come caccia di difesa della flotta spaziale fu ritirato già attorno al 1999 in favore dei MS nazisti tipo Lohengrin (molti dei velivoli ritirati furono modificati nella versione A, ma alcuni della versione R, alla comparsa degli Auraora, rientrarono in servizio come unità di difesa alle colonie e alle basi lunari), mentre la versione A si rivelò un mezzo fallimento, determinato dalla scarsa conoscenze dei fenomeni aerodinamici (nonostante grosse ricerche in galleria del vento e come già detto su Marte); per esempio erano appena conosciuti i motivi per il quale gli aerei da caccia supersonici presentassero la cosidetta fusoliera “a bottiglia di coca-cola”.
Il BF-2002 aveva i suoi punti di forza solo negli equipaggiamenti che li consentivano di aver, fino a quando i federali non schermarono meglio i loro aerei, in alcune situazioni, la meglio sui migliori aerei disponibili tra le nazioni terrestri del tempo (Su-30, F-22 e EF-2000), inoltre il caccia si rivelò poco adatto all’attacco al suolo, ruolo in cui i nazisti preferirono usare gli aerei catturati.
Un'ulteriore versione, la BF-2010, compi il suo primo volo il 1 gennaio 2019, ormai a guerra finita; questa nuova versione fu provata dai piloti federali che la considerarono superlativa, oltre a poter combattere indifferentemente nello spazio e nell’atmosfera (come gli Aurora, di cui tra l’altro doveva essere la risposta), presentava un'aerodinamica finalmente al passo coi tempi che li permetteva prestazioni superlative nell'atmosfera, addirittura in uno scontro simulato e in diverse prove in ambiente atmosferico il BF-2010 battè l’Aurora (che però manteneva il primato di velocità massima di categoria)!
Le esperienze apprese dal BF-2010 si rivelarono fondamentali per lo sviluppo del F-131 Aurora Borealis che era un Aurora completamente riprogettato e fortemente migliorato.
Inoltre diversi velivoli chiamati RF-10 (derivanti dal BF-2010) furono costruiti per l'esercito che vonDeikun riorganizzò alcuni anni dopo.

Momenti di gloria:
La difesa delle zone occupate dall’attacco dei B-52 e B-1 (fortemente scortati), che avevano come obbiettivo le principali base naziste, subito dopo la battaglia di New York.

Momento ingloriosi:
L’attacco agli F-22 Raptor giapponesi (che tra l’altro erano inferiori come equipaggiamento agli F-22 americani) che vide come protagonista Shiro Amada (che a seguito dell’operazione fu assegnato al progetto V); nonostante la superiorità numerica e la confusione generata sui Raptor dai sistemi di disturbo elettronico dei BF-2002 questi ultimi non riuscirono ad avere la meglio, anzi dovettero battere in ritirata grazie all’azione proprio di Shiro Amada.


BF-2010


Portaerei volante atmosferica LT*-1 “Gustav” o “Schwein”
Questo mezzo è uno dei più discussi della 1a guerra coloniale, molti lo ritengono un mezzo eccellente, altri un fallimento totale, ciò probabilmente è dovuto al fatto che era un mezzo completamente innovativo e di rottura con i mezzi militari per cosi dire “classici”.
Bisogna dire che una portaerei volante era sempre stata una utopia del ‘900, basti citare lo sviluppo di dirigibili in grado di sganciare e raccogliere aerei tra le due guerre mondiali da parte degli USA o lo sviluppo da parte dell’URSS di sistemi atti a sganciare caccia Polikarpov I-16 da vecchi bombardieri quadrimotori durante la seconda guerra mondiale, inutile dire che tutti i vari esperimenti dai più complessi come quelli USA a quelli più semplici come quelli URSS si rivelarono dei mezzi fallimenti.
Il problema di fondo erano due: i sistemi per il lancio e per il recupero dei velivoli e lo sviluppo di motori abbastanza potenti per permettere ad un velivolo di portare un numero sufficiente di velivoli.
Questi sistemi dopo la WWII non ebbero più alcun tipo di ricerca reale essendo le varie potenze più che soddisfatte delle loro portaerei navali o della autonomia dei loro velivoli terrestri, ma il Reich in esilio invece senti l’esigenza di un velivolo simile per due ragioni: a causa di un eventuale attacco alle forze sulla Terra la maggior parte delle basi aeree sarebbe stata indisponibile per un certo periodo per via del loro danneggiamento o distruzione, c’era la necessita di portare i caccia (e in seguito i MS) nell’atmosfera in condizioni operative.
A queste due considerazioni base si aggiunse la considerazione che le basi aeree terrestri, dopo l’invasione, per un certo periodo (più o meno lungo) non sarebbero state disponibili e in quel periodo bisognava garantire la copertura aerea in modo continuato.
Tutto ciò porto, negli anni ’70, allo sviluppo del LT-1 “Gustav”, aereo che avrebbe dovuto fungere da aereo da trasporto e portaerei volante atmosferica, successivamente in fase di progetto al LT-1 si aggiunse la capacità di combattimento con l’aggiunta di un gran numero di cannoni ( 10 da 40mm, 8 da 90mm e un paio di cannoni di derivazione navale da 210mm) e di 6 postazioni lanciamissili a 4 celle AA a grande raggio e 4 postazioni da 4 celle AG.
Le “Gustav” erano un aeromezzo tutt'ala incredibilmente grande, 3 volte un An-225 “Mrya”, spinto da 8 motori Minovsky del tipo per incrociatori spaziali (che in teoria li consentiva di rimanere sempre in volo), capace di circa 1000t di carico, era caratterizzato da una fusoliera molto larga e capace (motivo per il quale venne soprannominato “Schwein”), fusoliera, che era "annegata" nella gigantesca ala, in grado di accogliere fino a 16 SP-04 completamente equipaggiati o 40 BF-2002 operativi o 4 carri Adolf (con grossi limiti all’inviluppo di volo).
La storia del "Gustav" affonda però le sue radici nei progetti dei tutt'ala Horten per la specifica chiamata comunemente "Amerika-Bomber".
Le ricerche per un bombardiere intercontinentale continuarono anche nello spazio, dando vita a tutta una serie di prototipi che, però, non vennero mai prodotti in serie (anche se vennero provati durante la 1a G.C.).
Alla fine i ricercatori nazisti capirono che le tecnologie in loro possesso non permettevano di creare aerei senza piani verticali (solo gli americani arrivarono a capacità simili col B-2 grazie all'uso "totale" si sistemi fly-by-wire) e perciò il "Gustav" divenne una via di mezzo tra un tutt'ala puro e un aereo dalle forme classiche dotato di impennaggi verticali.
Il primo prototipo del "Gustav" volò su Marte nel 24 dicembre del 1979 e subito divenne chiaro che quello non era un normale aereo da trasporto e neanche un innovativo aereo portaerei, era qualche cosa di più, era, come venne definito dal capo di stato maggiore della Luftwaffe del Reich degli anni '70, Hans Rall, “l’aereo che renderà inutile le grosse navi da battaglia, anche le Kiev impallidiranno davanti alle Gustav”.
Subito al programma fu data la priorità massima, insieme allo sviluppo dei MS e alla produzione del carro Adolf, in tutto furono costruiti 40 “Gustav” di cui la maggior parte nella versione J con varie migliorie e fusoliera a completa tenuta stagna per poter essere trasportato attraverso lo spazio, “appeso” ad una corazzata spaziale nazista; la produzione venne bloccata nel 2017 con 4 esemplari incompleti che vennero smantellati per usarne i materiali per costruire mezzi spaziali.
Questo velivolo venne impiegato con frequenza durante 1a G.C., in particolare fu il cardine dell’operazione iniziale, quando diversi “Gustav” furono portati presso l’atmosfera terrestre da alcune corazzate spaziali naziste.
Inoltre fu il mezzo più usato da diversi generali nazisti, tra cui Garma Zabi, che si schiantò con questo mezzo contro una montagna in Iran, durante la battaglia in cui venne messo in trappola dai guerriglieri e dalla WB federale che stava inseguendo.
Doveva essere sviluppato un successore del “Gustav”, l’LT-2, ma la guerra pose fine a ogni sviluppo e la Federazione non si interesso mai allo sviluppo di portaerei volanti, più che soddisfatta dalle proprie spaceship (che potevano combattere senza problemi in ambiente atmosferico) e dai “Gustav catturati (6 esemplari) che vennero chiamati “Gaw” e vennero continuamente aggiornati fino al 120 N.C., quando questo velivolo, diventato ormai un pezzo da museo volante (vennero usati per girare molti film), venne completamente dismesso.

Momento di gloria:
L’attacco all’Europa, in questa operazione il “Gustav” fu la colonna portante delle forze del 4° Reich.

Momento inglorioso:
Le operazioni di combattimento contro le navi federali spaziali sulla Terra, in cui il “Gustav” si dimostrò poco risolutivo e inadatto allo scopo.

*LT = Lufttransport


Mezzi da combattimento terrestre

M1A5 "Abrams" ed M1A6 "Ivanhoe"
Corazzato di ultima generazione americano fu uno dei pochi carri capaci di scontrarsi frontalmente col lento ma corazzatissimo carro Adolf.
Caratterizzato dalla dotazione di un cannone da 140mm, questo carro costitui la punta di lancia delle divisioni corazzate americane dal 2013 e nella versione M1A6 "Ivanhoe" (caratterizzata dalla possibilità di lanciare missili dalla canna da 140mm, seguendo uno standard piuttosto consolidato tra i corazzati russi, e dalla presenza di piastre reattive ERA di origine russa) costitui lo standard delle forze corazzate federali dimostrandosi nettamente superiore al "Black Eagle" russo.
Il segreto di questo carro stava nella sua corazzatura in materiale composito di nuova generazione che li permetteva a parità di peso alle versioni precedenti di ottenere risultati migliorati nella protezione del 20%; questo materiale fu usato anche sul RX-93 per migliorarne la resistenza nei punti critici.
L’M1A6 "Ivanhoe" si poteva ottenere attraverso un semplice aggiornamento dell’M1A5 originale, mentre le versioni antecedenti alla M1A5 poterono essere migliorate solo per quel che riguarda l’armamento, le dotazioni interne e le piastre ERA, ma non per quello che riguarda la corazzatura di nuova generazione; l’alto numero di M1A2 ed M1A3, presenti nei magazzini americani ed in giro per il mondo, che vennero aggiornati, vennero chiamati M1A6S (dove S stà per simplified).
Questi mezzi nelle varie versioni parteciparono a tutte le principali operazioni, distinguendosi in particolar modo durante la battaglia di New York.

Momento di gloria:
Durante la riconquista dell’Europa gli "Abrams" si distinsero nel tenere testa alla divisione corazzata "Goring" (dotata secondo varie stime, al momento del contrattacco, di circa 150 Adolf e 28 MS di vario tipo) durante il contrattacco sferrato da quest’ultima nei pressi di Amburgo.
In particolare il 7° plotone carri ed un plotone di MS federali, tennero testa all’intera divisione nemica per circa 16 ore, mentre difendevano una dei principali ponti sull’Elba

Momento inglorioso:
Le versioni in dotazione alle forze saudite (generalmente M1A2 o similari) vennero annientate durante l’attacco nazista non riuscendo a tenere testa a nessuno dei mezzi nemici, addirittura aveva dei problemi contro il mezzo multiruolo per il supporto MS “Donner”.
I problemi erano imputabili ai sistemi di comando e controllo del mezzo e del suo armamento che subivano pesanti deterioramenti a seguito dei disturbi elettronici nazisti (cosa che non avvenne per le versioni successive caratterizzate da una maggiore resistenza alle contromisure elettroniche)


Iveco-BAE Systems (United Defense) VTLM II "Cat"
Mezzo da trasporto tattico che sostituì gradualmente tutti i vari mezzi fuoristrada, derivava da un progetto italiano (il VTLM "Lince") acquisito da vari paesi europei dagli inizi del 2007, dal 2009 partecipò al concorso per trovare un sostituto dell’Hummer, gara che fu vinta… dall’Hummer (che provocò lo scandalo “Lucy” dal nome dell’impiegata dell’AM General, produttrice degli Hummer, che per prima parlò alla stampa dello scandalo).
Il progetto, anche a seguito dello scandalo, fu inizialmente riesumato per le forze speciali americane e poi, andando a rilento le consegne del nuovo Hummer, li fu assegnato un sostanzioso contratto per la consegna all’US Army di 4000 veicoli da assegnare a paesi amici o alleati degli USA.
Con lo scoppio della guerra del giugno del 2015 e la formazione della Federazione Terrestre, vista anche la sostanziosa presenza in giro per il mondo del veicolo, fu assegnato un contratto per un totale di 500000 veicoli per sostituire tutti gli altri modelli in giro per il mondo.
I "Cat", vennero prodotti in una panoplia di versioni oltre a quella basica da trasporto: armate (con il montaggio di affusti per mitragliatrici pesanti, cannoni senza rinculo, missili guidati e mortai), per l’osservazione avanzata, ponte radio e evacuazione sanitaria per citare le più diffuse.
Di fondo però furono sviluppate varianti partendo da due modelli base:
- il modello VTLM II "Cat" propriamente detto (designato anche "Original Cat") prodotta da FIAT, BAE e dal sub-contractors GM
- un modello "Cat" giapponese prodotto da Toyota, funzionante con un motore Diesel di diversa concezione ed in alcuni lottti con un motore a benzina uguale a quello degli Hummer americani per "riciclare" la marea di motori ancora in buono stato degli ormai obsoleti Hummer
C'è da segnalare che un 2000-3000 Cat furono costruiti dai nazisti col nome di "Luchs", riattivando le linee di montaggio del VTLM II che si trovavano in Italia; seppur i primi lotti di produzione presentavano ancora l'originale motore ibrido elettrico-scoppio dall'esemplare n°580 furono dotati di uno degli ottimi motori elettrici, sviluppati dai nazisti per uso civile sulle colonie, che può venire ricaricato dai generatori Minowsky dei Donner o dell'Adolf.
Non ebbe mai particolari momenti di gloria, anche per via del tipo stesso di veicolo, ma la sua gloria consistette proprio nell’essere dappertutto e nel fare di tutto: in pratica nell’essere il “mulo” degli anni 2000.
I "Luchs" nazisti si distinsero in alcune azioni di commando (soprattutto in Africa) facilitate dalla somiglianza estrema del "Luchs" col "Cat".
Mezzi "Cat" erano assegnati a tutte le unite di terra e alle navi spaziali classe “Pegasus”.
A queste ultime navi erano, in particolare, assegnati mezzi nella particolare versione universale G3+ (in dotazione in genere alle forze speciali) in grado di fungere da posto d’osservazione mobile, ponte radio, trasporto e, con alcune modifiche, evacuazione sanitaria, rivelandosi un preziosissimo supporto ai MS imbarcati, consentendogli anche in ambienti saturi di contromisure elettroniche naziste di mantere il contatto radio con la nave e di avere un “occhio” in più nella scoperta di trappole, agguati e attacchi nemici.


B1 Centauro, B2 Centauro II e M10 Wolf Hunter
Questo mezzo blindato 8x8 cominciò ad essere distribuito ai reparti delle forze armate italiane nel 1991 e nel 2006 fu acquistato anche dalla Spagna.
Questo mezzo è stato prodotto in diverse versioni: cacciacarro, trasporto truppe essenzialmente, da queste poi sono state tratte versioni ancora più specializzate.
Solitamente nei similari progetti di altre nazioni si sviluppava la versione cacciacarri dalla versione trasporto truppe (in questo caso chiamata VBC con cannone automatico da 25mm), per questo progetto è avvenuto il contrario; ciò ha prodotto un mezzo cacciacarri, che fin dalle versioni iniziali (con cannone da 105mm), si è rivelato di altissime prestazioni tanto da essere definito un carro armato con le ruote; pur non potendo affrontare direttamente i MBT, grazie alla sua elevata velocita su fondi non troppo sconnessi, può compiere pericolose imboscate a danno di quest'ultimi.
Dai primi anni 2000 cominciò ad essere studiata una versione con cannone ad anima liscia da 120mm; nel 2009 cominciarono le consegne alle truppe di cavalleria di questo eccellente mezzo (chiamato B2) e dal 2011 una particolare versione (B2 lotto 20) dotata di motore più potente e da una maggiore capacità di movimento su fondi sconnessi (a danno della velocità massima che scese a 100km/h, mentre nella versione basica B2 era di 120 km/h). cominciò ad essere consegnata alle truppe alpine.
Durante la guerra del 2015-2019 ebbe vari modi di scontrarsi con MS nemici dando ottimi risultati, seppur la maggior parte andò distrutta alcuni esemplari, in prova per lo US Army nell'ambito della gara FATWV (Future Anti-Tank Whelled Vehicle), vennero, a seguito degli ottimi risultati ottenuti nei brevi combattimenti in Spagna e Italia, attentamente studiati e quindi copiati con alcune migliorie per quel che riguarda l'armamento.
Il mezzo che ne consegui fu il M10 "Wolf Hunter" vero e proprio ammazza MS, dotato, oltre che del cannone da 120mm, anche di due razziere da 70mm sulla torretta e da un lanciatore quadruplo per missili Hellfire; ne furono prodotti in numero sufficiente per riequipaggiare 8 divisioni federali, nel NC 45 ne risultavano in dotazione ancora un 100-200 esemplari ampiamente modernizzati.
Bisogna anche citare che nel 2018 entrò in produzione l'M14, mezzo che derivato dall'M10 lo avrebbe sostituito e che sarebbe stato padre di una prolifica categoria di mezzi che si concluse con la A-1 nel 410 N.C.

Momento di gloria:
La disperata difesa di Torino da parte della brigata alpina 'Taurinense' che nel 2° giorno di guerra riusci ad arrestare per 6 ore l'avanzata dei MS nemici su Torino con continue imboscate dei B2 lotto 20, che provocarono la perdita accertata di 3 MS più 9 gravemente danneggiati ed altri 4 messi fuori combattimento per tutta la durata della battaglia.
Grazie a questo combattimento, seguito da uno degli ultimi satelliti spia americani attivo, fu possibile capire alcuni punti deboli dei MS.

Momento inglorioso:
La difesa del porto di Tolone del 3° giorno in cui le Centauro salvatesi dalla penisola italica furono considerate dal comandante francese inutili contro i mezzi nemici e quindi usati come artigliera fissa.
Mezzo che durò più a lungo durante la battaglia : 1 minuto e 30 secondi, a detta dell'unico equipaggio sopravvisuto, giusto il tempo di essere individuato dai nazisti


HM-2 "Fat Girl" e M-14 "Wolf destroyer"
Verso la fine del 2017 le forze armate federali emisero una specifica per un nuovo mezzo in grado di affrontare i MS nemici anche in territori pianeggianti e poveri di ripari (luogo dove i MS si erano rivelati quasi inattaccabili da parte dei "Wolf Hunter").
In particolare la specifica richiedeva un mezzo ad altissima velocità in grado di fare manovre molto spinte, inoltre il mezzo doveva costare, minimo, un 1/5 di un MS.
Questa specifica fu molto contestata, infatti molti ritenevano che sarebbe stato più saggio produrre MS, ma alla fine non venne abolita e già nel febbraio 2018 vennero presentate le prime tre proposte:
1) un fuoristrada modificato con supporto per razziere da 81 di ultima generazione
2) una nuova versione dell'M10 (M12 "Wolf riot") ottenibile attraverso conversione di quest'ultimi e consistente nella rimozione del cannone da 120mm per far posto ad un arma ad energia diretta a fuoco rapido.
3)un mezzo a cuscino ad aria armato (HM-1), nelle intenzioni iniziali, con la torretta dell'M10 (presto proposto con la nuova torretta sviluppata per il M12)
L'esercito federale optò per i due progetti più promettenti, la modifica degli M-10 (non di tutti gli esemplari, ma solo della metà) nel breve periodo, dandogli la designazione M-14 a seguito di modifiche nel progetto originario M-12, e la produzione dell'HM-1 "Wave" (il 3° progetto) appena pronte le linee di montaggio.
La fabbrica aveva appena finito di produrre il 24° esemplare di preserie (era il 31 dicembre 2018) quando venne colpita da un grosso frammento di Solomon, che rase al suolo tutto quello che stava attorno alla fabbrica nell'arco di 30 km.
A seguito dei mutamenti climatici, dell'inizio dello sfruttamento delle risorse del polo sud e della importanza di difendere i giacimenti petroliferi siberiani (ormai immersi in un perenne inverno) la Federazione senti ancora di più l'esigenza di un mezzo in grado di combattere in luoghi simili, venne deciso perciò di sviluppare, partendo dall'HM-1, un nuovo e più potente veicolo a cuscinetto ad aria: l'HM-2, caratterizzato dalla capacità di poter portare una intera squadra di fanteria al suo interno, di una maggiore affidabilità nel funzionamento a basse temperature e un radar utilizzato per la scoperta e per la guida dei nuovi missili multiruolo "Hellsing", che rimpiazzò nel 2017 inoltrato gli ormai obsoleti "Hellfire".
Questo veicolo fu il capostipite di una grande famiglia di veicoli (che mantennero lsempre una indiscussa somiglianza con l'HM-2) che rimase in auge fino alla costruzione del veicolo da battaglia tuttofare (un mezzo che soppiantò in un sol colpo MBT, mezzi blindati da trasporto truppe, da supporto MS e genio) definitivo: M-83 nel 252 N.C.
L'HM-2 si dimostrò un valido mezzo contro l'attacco di von Deikun, ma non ebbe mai la fama di ammazza MS del "Wolf Hunter", ciò era dovuto principalmente alla vulnerabilità del cuscino ad aria: bastava una pallottola da 5.56 con nucleo al tungsteno per forarlo; non erano rari i casi in cui mezzi di questo tipo, dopo aver distrutto o danneggiato MS nemci, venissero immobilizzati dal fuoco di fucileria della fanteria; come se non bastasse non essendo un mezzo particolarmente bello ricevette l'appellativo di "Fat Girl", ma tra gli equipaggi si usavano, anche, appellativi, per identificarli, al limite della decenza.
Al problema del cuscino ad aria si pose rimedio con una delle ultime versione della famiglia, la HM-8 caratterizzata dalla possibilità di estrarre dei cingoli in caso di necessità.
In quanto agli M-14, diventarono il veicolo blindato standard della Federazione e rimasero in servizio per altri 60 anni e si dice che gruppi di guerriglieri li abbiano continuati ad usare (aggiornandoli) fino al 2200 inoltrato, le ultime versioni dell'M-14 non avevano in pratica più niente in comune con i mezzi originari.
Tra mezzi che seguirono la filosofia di impiego e le linee generali di costruzione dell'M14 bisogna ricordare C-4, della casata d'argento scozzese dei Macmillan, che si rivelò un osso duro pure per l'M-83 (il veicolo che si pensava doveva mandare in pensione i MS, molto usato tra le piccole casate e le casate d'argento) grazie al suo potente cannone ad energia diretta (prodotto dalle industrie della famiglia Macmillan) e alla innovativa possibilità di poter compiere brevi voli (salti più che altro) con l'ausilio di razzi che li permetteva di superare ostacoli e ritirarsi velocemente, il C-4 rimase uno dei best seller del periodo che va dal 270 al 340 NC, rimanendo in uso fino al 370 NC tra le rinate forze federali.
Le rinate forze federali produssero, tra l'altro, partendo dai C4 catturati la versione A-1 che rimasero in servizio fino al 410 NC.
Una storia di durata e di impiego incredibile per un mezzo che affonda le sue filosofie d'impiego e costruttive nel B-1 Centauro creato alla fine degli anni '80 del 1900


PzKpfW 107 "Adolf"
Le forze naziste che si rifugiarono nello spazio puntarono, inizialmente molto sull’aviazione (navi da battaglia spaziali comprese) e sullo sviluppo dei MS, ma a seguito delle prime prove su Marte con lo SP-01 (1973-1974) si resero conto subito di un grave difetto dei MS a cui non si sarebbe potuto porre rimedio per motivi insiti nel tipo di macchina (tuttalpiù lo si sarebbe potuto diminuire): lo spessore della corazza, infatti i MS (o SP secondo la denominazione nazista) erano stati sviluppati per avere la massima manovrabilità e la resistenza era considerata un fattore secondario; gli SP, delle prime versioni, potevano essere messi a mal partito da un RPG, senza neanche che quest'ultimo colpisse parti vitali della macchina.
Basti pensare che durante le prove a fuoco su un simulacro di SP-1 venne dimostrato come anche il fuoco di mitragliatrici e di fucileria ravvicinato poteva metterlo a mal partito, si capì quindi che in molte situazioni i MS da soli non sarebbero bastati e anzi si sarebbero trovati in difficoltà, perciò i nazisti ordinarono verso la metà degli anni ’70 lo sviluppo di una nuova generazione di panzer.
Nelle forze terrestri della Wehrmacht si combatterono due linee di pensiero, da un lato coloro che propendevano per un MBT agile, economico e con una buona potenza di fuoco in grado di seguire senza problemi i nascenti MS (il carro in questione venne chiamato informalmente tipo 1), dall'altro coloro (soprattuto alcuni ex-comandanti delle unità di carri Tigre) che volevano un carro ultra-pesante, corazzatissimo e con una potenza di fuoco superiore a quella di un semovente di artiglieria (tra le motivazioni c'era proprio quella di riunificare in un solo mezzo carri e semoventi), il carro in questione venne informalmente chiamato tipo 2.
In effetti il dibattito divenne molto acceso, i contendenti sapevano che le possibilità economiche ed industriali avrebbero permesso la produzione di un solo modello; inizialmente, grazie al suo basso costo e semplicità sembrava che dovesse vincere il carro 'normale' (che sarebbe stato spinto da un economico ed affidabile, ma estremamente potente motore elettrico), ma nel '77 al momento dell'approntamento finale dei prototipi e della decisione su quale carro produrre si intromise il comandante del primo battaglione sperimentale SP: il generale Adolf Mahn; Mahn cominciò a ostacolare sempre di più il progetto del panzer 108 (così venne chiamato il carro tipo 1), ritenendolo una inutile sovrapposizione agli SP, l'influenza di Mahn fece si che nel '78, quando venne annunciato il vincitore la spuntasse, a sorpresa il tipo 1 o Panzer 107 (tra l’altro venne abbandonata la consuetudine tedesca di segnalare i carri armati in numero romano) spinto da un propulsore Minovsky derivato da quello del SP-01.
Questo mezzo a prima vista sembrava lo sviluppo del Panzer VIII Maus (progetto di carro da 188t tedesco della WWII) presentando dimensioni ancora più ragguardevoli (14.6m in lunghezza, 4.5m in altezza e 7m in larghezza) ed un peso a vuoto di 210t , con una V. max di 60 km/h (ma dotato di una manovrabilità e di una accelerazione degna di un elefante); era armato con un innovativo pezzo da 210mm ad anima liscia (o 21cm secondo la consuetudine tedesca) caratterizzato dalla possibilità di poter usare speciali munizioni a razzo (che seppur imprecise, nei primi lotti, aumentavano la gittata fino a 15-20km effettivi con CEP di 80m, fino a raggiungere i 30-35 km con un CEP di 15 m sulla massima gittata); il carro era stato pensato per essere una vera e propria fortezza su cingoli.
Il panzer 107, chiamato ufficialmente 'Adolf' in onore del primo Fuhrer del Reich, fu pensato soprattutto per il combattimento nel deserto e nelle grandi e desolate pianure russe.
A seguito del fallimento della specifica del Panzer 108 si sentì comunque la necessità di incrementare la scarsa accelerazione e velocità del il Panzer 107 fu dotato di un motore Minovsky più potente (ma meno resistente) che aumentò la V. max a 70km/h, questo upgrade fu dal 1985 subito implementato sulle unità di nuova produzione e 450 carri già prodotti (su 470 carri, la produzione annua si attestava sui 100 carri circa) venne aggiornata al nuovo standard.
Oltre alla sostituzione del motore Minovsky furono apportate varie migliorie nei sistemi (soprattutto per quel che riguardava l'interfaccia ed il sensore termico) e fu aggiunta un cannoncino multiuso da 30mm a controllo remoto montato sulla torretta in prevalente funzione AA e anti fanteria in aggiunta alla mitragliatrice pesante coassiale e alle 4 MG brandeggiabili; la versione così aggiornata veniva chiamata PzKpfW 107 B; ci furono ulteriori sotto versioni come la B-1 con sistemi radio più potenti per il comandante di plotone, la B-2 con due MG brandeggiabili sostituite da due MG a controllo remoto e maggiori protezioni laterali (studiato per il combattimento urbano) e la B-3 (rimasta solo sulla carta) che incorporava una nuova trasmissione, un lanciatore laterale per missili AA ed un radar.
La versione definitiva fu la C che incorporava molte delle modifiche che furono applicate alle sotto versioni del B (la nuova trasmissione, le due MG a controllo remoto, le migliori protezioni laterali e nella C-1 per il capo-plotone anche i sistemi radio migliorati).
Dal 1990 in poi il carro non subì modifiche di rilievo (se non continui aggiornamenti e perfezionamenti del software di controllo e di funzionamento del carro e dei suoi sistemi), se si esclude che nel 1991 fu creata la versione multiruolo per il genio e per il supporto veicoli Donner (vedere scheda successiva); nel 1998 i progettisti presentarono una nuova versione dotata al posto del cannone di un sistema lanciarazzi multiplo di cui ne furono prodotti 2 prototipi e 4 esemplari di pre-serie (denominata PzKpfW 107/F-4R).
Agli iniziali attacchi dell'aprile il 2015 l’Adolf non prese parte, infatti i 'Gustav' erano stati portati presso l’atmosfera carichi di MS e non c’era più spazio a bordo delle di essi, tanto più che ne poteva portare solo 4 (senza munizioni di riserva per gli 'Adolf' e con pesantissime limitazioni all'inviluppo di volo).
L’'Adolf' cominciò ad essere dispiegato in quantità consistenti verso l’agosto del 2015 in Russia (nel tentativo di contrastare le forze russe che erano sopravvissute ai primi attacchi) e nel settembre dello stesso anno in Medioriente (per distruggere le forze mediorientali e israeliane unite nella difesa delle coste mediterranee e del canale di Suez), ma in queste operazioni l’'Adolf' si rivelò un completo fallimento; bisogna però ricordare che consistenti numeri di carri 'Adolf' presero parte già alla battaglia della Mecca e più in generale alle operazione volte alla conquista dell'Arabia Saudita, in cui però non si distinsero particolarmente.
I carri russi non accettarono mai lo scontro diretto contro i corazzatissimi 'Adolf', preferendo tendere imboscate 'mordi e fuggi' ai carri nemici impegnandoli in una continua, ma efficace, guerra di logoramento; in medio-oriente i Merkava applicarono contro gli 'Adolf' tattiche simili a quelle russe, con il vantaggio che le ultime versioni del Merkava, (come la VII o la VI migliorata), pur essendo tra i MBT più corazzati al mondo, avevano una ottima mobilità (al contrario delle versioni precedenti).
Alcuni Merkava riuscirono pure a resistere a colpi ravvicinati dei cannoni degli 'Adolf'; ai colpi diretti del cannone da 210 mm pare non sia mai sopravvissuto nessun carro, quando andava bene la forma del carro federale e la resistenza della sua corazza poteva far 'rimbalzare' il colpo, ma solitamente sempre con gravi conseguenze per il carro federale stesso).
L’'Adolf' successivamente partecipò a tutte le operazioni naziste (l’ultima roccaforte nazista sulla Terra appartenne alla 3° Panzer Division dotata di 'Adolf' e di alcuni MS), senza mai distinguersi per efficienza e capacità di combattimento, le uniche battaglie in cui riuscì a distinguersi furono quelle in cui l’Adolf veniva appoggiato adeguatamente da SP nazisti per poter utilizzare il suo 210mm come arma da demolizione e appoggio di fuoco diretto; ma furono pochi i casi in cui i comandanti delle unità di SP accettarono di cooperare con i panzer.
Gente come von Deikun o Gato mostrarono in questo una certa ristrettezze di vedute, troppo presi dalle prestazioni di agilità dei loro SP (che però in fatto di potenza di fuoco, eccetto le ultime versioni, difficilmente potevano competere con i carri federali).
Dopo la guerra del 2015-2019 l’"Adolf "venne riesumato da von Deikun, che trasformò alcuni esemplari in suo possesso in piattaforme mobili di artigliera missilistica, riesumando quindi la abortita versione F-4R, in questo ruolo il PzKpfW 107 (che dopo la guerra del 2015-2019 perse completamente la denominazione 'Adolf') si rivelò micidiale ed in un buone mani, una sezione di fuoco di queste macchine (soprannominate 'L'organo di von Deikun'), poteva in pochi minuti annientare un intero battaglione federale: come avvenne a durante una battaglia sulle Ande meridionali, in cui l'intero 14° Mobile Suit venne annientato in pochi minuti dal preciso fuoco dei missili dei Pzh-1 (come vennero ridenominati i panzer modificati nelle file di Deikun).

Momento di gloria:
La battaglia di Bengasi, in cui un battaglione utilizzante questo mezzo (usato per difendere le principali postazioni) si rivelò invulnerabile (anche per via del fatto che vennero parzialmente interrati) e arrestò una intera divisione corazzata federale (in realtà sotto organico come numero di carri e blindati, inoltre non era dotata di MS) dalle 4 di mattina fino alle 23 di sera, quando commandos federali (formato da tedeschi vestiti da nazisti che ingannarono le sentinelle naziste) sabotarono gli "Adolf" eccetto una decina che si ritirarono nel centro città che difesero ancora per due ore, sotto il tiro dei cannoni navali e degli attacchi aerei federali.

Momento inglorioso:
La battaglia per le Alpi Occidentali, in cui divisioni blindate federali (dotate dell’M10) e partigiani locali distrussero, con azioni di guerriglia, le divisioni corazzate naziste, subendo pochissime perdite.
Le divisioni naziste erano dotate di moltissimi "Adolf" (ed erano quasi assenti i MS) che si rivelarono una trappola per i loro equipaggi che non erano in grado di muoversi adeguatamente nelle valli alpine subendo moltissime perdite senza poter rispondere al fuoco nemico, aprendo la strada ai federali per la riconquista della penisola italica e aprendo un varco verso i Balcani.


PzKpfW 107H "Donner"
Con la comparsa dei MS e dopo i vari test su Marte il comando nazista sentì l'esigenza di un mezzo in grado di supportare i MS portando sul campo di battaglia munizioni e pezzi di ricambio; il risultato fu il 'Donner', derivato dall''Adolf', ma senza la torretta e dotato di un cannone automatico da 30mm, con corazza ridotta (ma il peso totale per via delle parti aggiunte non diminuì più di tanto) e con la possibilità (poi standardizzata anche agli Adolf) di portare un rimorchio per incrementare il carico utile.
Il mezzo se non portava parti di ricambio e munizioni (che venivano caricate attraverso un portello ricavato sopra al mezzo per mezzo della piccola gru di cui disponeva) poteva portare al suo interno una intera squadra di fanteria diventando quindi un IFV.
Dal Donner basico ne furono ricavate versioni specializzate come: posto di comando, mezzo d'artiglieria semovente (ottenuto montandogli pezzi d'artiglieria non autopropulsa catturati nelle varie fasi della guerra, spesse volte modifica effettuata sul campo direttamente dai reparti operativi), mezzo di soccorso sanitario, mezzo sminatore e posto di osservazione avanzato; comunque essendo le modifiche fatte sul campo (eccetto la posto di comando) con parti di mezzi catturati si ottennero versioni che spesso incorporavano particolari di altre versioni e che era ben difficile distinguere, non era raro che nella stessa compagnia ci fossero 6 'Donner' che presentavano modifiche completamente differenti.
Doveroso ricordare la versione F/4v su cui fu montata, in via sperimentale, un'arma beam; questa versione doveva essere prodotta in serie, ma solo due esemplari riuscirono a prendere parte alla battaglia di Odessa e dopo la fine dei combattimenti sul suolo terrestre la produzione di questo mezzo fu sospesa.
I federali trovarono un paio di questi mezzi completi presso la catena di montaggio n°5 sulla Luna e quattro mezzi vennero poi ritrovati gli anni successivi nascosti nelle gallerie su Marte.

Panzer 107C e 107H caratteristiche tecniche
Lunghezza: 14.6m
Altezza: 4.5m
Larghezza: 7m
Peso totale: 210t (107C), 200t (107H)
V. max: 70 km/h
Armamento (107C): cannone ad anima liscia da 210mm, 2 MG brandeggiabili, 2 MG a controllo remoto, 1 cannone automatico da 30mm (anche sul 107H), 16 lanciafumogeni.
Sistemi: sensore infrarosso, sensore termico, sensore ottico indipendente 10x per ogni membro dell'equipaggio, sensore ottico 40x per il capocarro, sensore ottico 25x accoppiato alla centralina di tiro del cannone principale
Motori: 2 motori di tipo Minovsky


Panzer 108


Mezzi navali

Sottomarino nucleare classe 'New York'

Sommergibile d'attacco 'Akula III'

Mobile Suit e Mobile Armor

Plan 1004 "Uralsk" denominazione federale ILS-1 (Infantry Light Suit-1)/b]


ST03X Stalingrad (Soviet Gundam)


RX-78b


SP-04
ect...


Corazzate e navi spaziali

Corazzata federale classe "Pegasus"


Pattugliatore e nave da supporto federale classe "Pubblic" (?)


Nave da trasporto federale classe "Apollo" (?)


Corazzata federale classe "Pegasus II" (?)


Corazzata nazista classe "Heinrich der Loewe"


Pattugliatore nazista classe "von Richtofen" (?)


Nave da trasporto nazista classe "Eurasia" (?)


Armamenti Particolari

Missile SSM (Space to Space Missile)-13 “Little Something”
Evoluzione del missile anti-nave Harpoon americano, fu sviluppato per essere usato sugli Aurora.
Questo missile fu sviluppato, intorno al 2008 per dare all’Aurora una reale capacità antisatellite e anti Spaceship, che non era ottenibile con il solo cannone gatling (modificato per funzionare ad alte velocità e nello spazio), i missili AA di autodifesa e il malfunzionante disturbatore elettronico.
Esternamente simile all’Harpoon originale era caratterizzato da un sistema di guida modificato in grado di compiere avanzate manovre evasive in ambiente caratterizzato da mancanza di ‘livello minimo’, ‘gravità’ e ‘range’, teoricamente il missile poteva essere lanciato fino ad una distanza che quest’ultimo potesse coprire in un tempo di due ore (oltre si esaurivano le batterie) purchè avesse un obbiettivo che potesse essere assegnato anche verso la fine del volo.
La battaglia di Solomon fu caratterizzata dall’iniziale lancio di una salva di questi missili (un centinaio) a 4000km di distanza dalle navi federali usando una traiettoria balistica (la situazione era disperata e perciò si tento una operazione mai provata prima), nella fase finale MS federali in ricognizione inviarono i dati dei bersagli da colpire ai “Little Something” che pur trovando contro un forte sbarramento anti-missile riuscirono a distruggere 2 incrociatori, 1 pattugliatore danneggiandone gravemente altri 2 e danneggiando lievemente una corazzata nazista.
Il nome deriva dalla frase pronunciata dall’asso Jung durante la prima missione con l’uso di questi missili; la frase era : “Lanciamo ai nazisti un piccolo pensiero di pace”.


SSM-14A/N
L’SSM-14A e N affonda le sue radici nella guerra fredda, quando i due contendenti svilupparono missili dei più svariati tipi anti-nave e anti-sommergibile a testata nucleare.
Alla metà degli anni ’80 comiciò ad essere sviluppato, in risposta al SS-N-22 Sunburn sovietico, l’RGMN-114 Antietam.
Lo sviluppo del missile (portato avanti dalla marina americana) rimase allo stadio puramente concettuale per via della fine della contrapposizione tra blocchi.
Nel 2008 satelliti spia americani che sorvegliavano le manovre delle forze naziste nelle colonie spaziali si resero conto che ormai le spaceship da battaglia naziste avevano raggiunto reali risultati operativi e divenne chiaro che in quel momento le forze armate americane non avevano alcun sistema per reagire ad eventuali attacchi, per questo motivo furono lanciati due programmi l’SSM-13 e l’SSM14 A e N.
Il primo programma era un programma “sicuro” che si basava su strumenti e tecnologie già utilizzati e semplicemente adattati all’uso nello spazio tramite vettore Aurora.
Il secondo programma era più ambizioso: si basava su un progetto in gran parte nuovo e delineato solo di massima.
Come base per questo secondo programma furono prese in esame alcune scelte effettuate sull’RGMN-114 Antietam, in particolare: la possibilità di cambiare tipo di testa di guerra in meno di due minuti attraverso una costruzione modulare della fusoliera del missile (bastava sostituire la prua del missile), la possibilità di “disarmare” la testata nucleare a distanza (garantendo in caso di mancato centro la possibilità che in caso che ricadesse sulla Terra non facesse danni), la possibilità (volendo) di “frammentare” il missile in più parti indipendenti, come testa di guerra e propulsione, verso la parte finale dell’attacco in modo che potesse colpire bersagli multipli, sistema di guida di tipo fire and forget (la nave pensava ad assegnare il bersaglio che poi veniva seguito dai sistemi del missile, togliendo alla nave il compito di guidarlo fino all'obbiettivo)
Il risultato fu un missile (pronto nel 2012) si efficiente, ma troppo grosso per le stive interne dell'Aurora; quest'ultimo lo poteva portare si esternamente, ma facendogli perdere ogni caratteristica stealth; ciò era dovuto al fatto che per motivi di segretezza non venne rivelato ai progettisti la grandezza della stiva in cui doveva essere montato, dando solo valori generici tra 7-8 e 10-11 metri.
I progettisti, pensando che eventualmente la stiva sarebbe stata adattata/creata al missile, puntarono ad usare ogni centimetro disponibile creando un missile di 10756mm, quando la stiva in realtà era lunga 9980mm.
Per non attirare troppo l’attenzione sul programma, già alle prese con le ire della Russia e dei pacifisti (il programma continuava ad essere celato sotto la copertura di un nuovo missile anti-nave e sommergibile nucleare) si accettò di metterlo in produzione, in primis per le nuove corazzate spaziali classe “Pegasus”, anche se ufficialmente i missili erano destinati a rimpiazzare i missili anti-nave e som. dei SSN americani.
Durante l’operazione Star One tutte le “Pegasus” e le poche “Pubblic” (nuova classe di nave spaziale di scorta e appoggio alle Pegasus) disponibili vennero dotate di questi missile, che comunque non potè mai rivelare le sue vere potenzialità e venne presto soppiantato, nel NC 11, dal SSM-21A/N diretta evoluzione dell’SSM-14A/N che però era più compatto potendo essere, finalmente, caricato sugli Aurora e dal loro successore Aurora Borealis.[/url]
Loggato

npa
General Maggiore
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 2218




Nuovo messaggio
« Risposta #1 il: 24 Luglio 2007, 12:02:13 »

Knights & Soldier


Mezzi da guerra aerea

F-164 “Bluelight”

Il Bluelight è un caccia in grado di combattere sia nell’atmosfera sia nello spazio.
Sviluppato a partire dal 160 N.C. dall’Atlantic Aerospace Consortium per rispondere alla specifica federale NGSEF (Next Generation Space and Earth Fighter) cominciò ad entrare in produzione nel 190 N.C., prodotto in 900 esemplari fu l’ultimo vero caccia della Federazione Terrestre, infatti il suo successore, l’SF-1 ‘Crusader’, cominciò ad entrare in produzione solo nel 266 N.C. (ne vennero completati 25 esemplari prima della fine delle forze armate federali, la produzione dell’SF-1 fu poi continuato dai casati).
L’F-164 era spinto da due potenti motori Minovsky della Garren Motor and Energy Industries GMEI-85 e aveva un carico utile di 80t di armamento (sia in stive interne che appeso ai piloni esterni) e carburante, queste caratteristiche lo classificavano come caccia pesante.
Il velivolo era caratterizzato da un ala morphing a profilo e geometria variabile di pianta romboidale  e da una fusoliera molto ampia in cui erano contenuti i due motori Minovsky.
Il velivolo era studiato soprattutto per il combattimento BVR e nel combattimento ravvicinato la sua grandezza e la sua mole diventavano un ostacolo nonostante il velivolo fosse indubbiamente maneggevole.
Il suo armamento fisso era costituito da un micidiale cannone tipo beam, che si rivelò molto utile nelle missioni d’attacco al suolo.
Il velivolo ebbe una lunghissima vita operativa che continuò anche dopo la fine delle forze armate federali nel 268 N.C., moltissimi esemplari furono ancora utilizzati con successo durante le operazioni che portarono alla nascita della 2a Federazione, stabilendo un record di vita operativa superiore anche a quella del bombardiere B-52 e dell’immortale IF-1 “International Angel”.
Bisogna infine ricordare come nei reparti imbarcati sulle corazzate spaziali o sui sottomarini nucleari porta-velivoli veniva usato il piccolo multiruolo F-180, un piccolo monomotore dotato di un motore Minovsky ultracompatto, assai somigliante all’F-164 come linee generali ne condivideva gran parte dell’avionica e dell’armamento utilizzabile; al contrario dell’F-164 però questo caccia era prodotto da un’altra joint venture, la Worldfighter di cui importanti azionisti erano i Ronah.
L’F-180, prodotto a partire dal 230 N.C. fu molto usato dalla Federazione e, successivamente, dai casati, molti di essi lo rimisero addirittura in produzione, producendone piccoli lotti con i quali equipaggiare le proprie corazzate spaziali (quando non ci si poteva permettere l’SF-1) o sottomarini, per affiancare i MS nelle varie missioni e garantire la superiorità aerea (cosa impossibile ai MS sulla Terra o su Marte).

SF-1 Crusader

Mezzi da combattimento terrestre

HM-2 "Fat Girl" e M-14 "Wolf destroyer"
Verso la fine del 2017 le forze armate federali emisero una specifica per un nuovo mezzo in grado di affrontare i MS nemici anche in territori pianeggianti e poveri di ripari (luogo dove i MS si erano rivelati quasi inattaccabili da parte dei "Wolf Hunter").
In particolare la specifica richiedeva un mezzo ad altissima velocità in grado di fare manovre molto spinte, inoltre il mezzo doveva costare, minimo, un 1/5 di un MS.
Questa specifica fu molto contestata, infatti molti ritenevano che sarebbe stato più saggio produrre MS, ma alla fine non venne abolita e già nel febbraio 2018 vennero presentate le prime tre proposte:
1) un fuoristrada modificato con supporto per razziere da 81 di ultima generazione
2) una nuova versione dell'M10 (M12 "Wolf riot") ottenibile attraverso conversione di quest'ultimi e consistente nella rimozione del cannone da 120mm per far posto ad un arma ad energia diretta a fuoco rapido.
3)un mezzo a cuscino ad aria armato (HM-1), nelle intenzioni iniziali, con la torretta dell'M10 (presto proposto con la nuova torretta sviluppata per il M12)
L'esercito federale optò per i due progetti più promettenti, la modifica degli M-10 (non di tutti gli esemplari, ma solo della metà) nel breve periodo, dandogli la designazione M-14 a seguito di modifiche nel progetto originario M-12, e la produzione dell'HM-1 "Wave" (il 3° progetto) appena pronte le linee di montaggio.
La fabbrica aveva appena finito di produrre il 24° esemplare di preserie (era il 31 dicembre 2018) quando venne colpita da un grosso frammento di Solomon, che rase al suolo tutto quello che stava attorno alla fabbrica nell'arco di 30 km.
A seguito dei mutamenti climatici, dell'inizio dello sfruttamento delle risorse del polo sud e della importanza di difendere i giacimenti petroliferi siberiani (ormai immersi in un perenne inverno) la Federazione senti ancora di più l'esigenza di un mezzo in grado di combattere in luoghi simili, venne deciso perciò di sviluppare, partendo dall'HM-1, un nuovo e più potente veicolo a cuscinetto ad aria: l'HM-2, caratterizzato dalla capacità di poter portare una intera squadra di fanteria al suo interno, di una maggiore affidabilità nel funzionamento a basse temperature e un radar utilizzato per la scoperta e per la guida dei nuovi missili multiruolo "Hellsing", che rimpiazzò nel 2017 inoltrato gli ormai obsoleti "Hellfire".
Questo veicolo fu il capostipite di una grande famiglia di veicoli (che mantennero lsempre una indiscussa somiglianza con l'HM-2) che rimase in auge fino alla costruzione del veicolo da battaglia tuttofare (un mezzo che soppiantò in un sol colpo MBT, mezzi blindati da trasporto truppe, da supporto MS e genio) definitivo: M-83 nel 252 N.C.
L'HM-2 si dimostrò un valido mezzo contro l'attacco di von Deikun, ma non ebbe mai la fama di ammazza MS del "Wolf Hunter", ciò era dovuto principalmente alla vulnerabilità del cuscino ad aria: bastava una pallottola da 5.56 con nucleo al tungsteno per forarlo; non erano rari i casi in cui mezzi di questo tipo, dopo aver distrutto o danneggiato MS nemci, venissero immobilizzati dal fuoco di fucileria della fanteria; come se non bastasse non essendo un mezzo particolarmente bello ricevette l'appellativo di "Fat Girl", ma tra gli equipaggi si usavano, anche, appellativi, per identificarli, al limite della decenza.
Al problema del cuscino ad aria si pose rimedio con una delle ultime versione della famiglia, la HM-8 caratterizzata dalla possibilità di estrarre dei cingoli in caso di necessità.
In quanto agli M-14, diventarono il veicolo blindato standard della Federazione e rimasero in servizio per altri 60 anni e si dice che gruppi di guerriglieri li abbiano continuati ad usare (aggiornandoli) fino al 2200 inoltrato, le ultime versioni dell'M-14 non avevano in pratica più niente in comune con i mezzi originari.
Tra mezzi che seguirono la filosofia di impiego e le linee generali di costruzione dell'M14 bisogna ricordare C-4, della casata d'argento scozzese dei Macmillan, che si rivelò un osso duro pure per l'M-83 (il veicolo che si pensava doveva mandare in pensione i MS, molto usato tra le piccole casate e le casate d'argento) grazie al suo potente cannone ad energia diretta (prodotto dalle industrie della famiglia Macmillan) e alla innovativa possibilità di poter compiere brevi voli (salti più che altro) con l'ausilio di razzi che li permetteva di superare ostacoli e ritirarsi velocemente, il C-4 rimase uno dei best seller del periodo che va dal 270 al 340 NC, rimanendo in uso fino al 370 NC tra le rinate forze federali.
Le rinate forze federali produssero, tra l'altro, partendo dai C4 catturati la versione A-1 che rimasero in servizio fino al 410 NC.
Una storia di durata e di impiego incredibile per un mezzo che affonda le sue filosofie d'impiego e costruttive nel B-1 Centauro creato alla fine degli anni '80 del 1900

M-83 "Saberlight"
La storia dell’M-83 è una storia lunga e travagliata, le sue origini si possono far risalire al programma federale lanciato nel 170 N.C. per la ricerca di un mezzo da battaglia universale con cui sostituire i vari M-14, i mezzi della serie HM e i mezzi trasporto truppa M-20.
Il programma si arenò presto per mancanza di fondi (a causa anche della crisi economica del 200 N.C., anno in cui dalla fase progettuale si doveva passare a quella di produzione) e per la mancanza di un vero nemico (gli ultimi gruppi di guerriglia pesantemente armati, anche con MS e derivati di M14 vennero completamente annientati negli anni immediatamente precedenti al 190 N.C.) in grado di opporsi alle forze federali.
Nonostante ciò nel 250 N.C. il programma venne ripreso, la Federazione (che era ormai in una continua fase di declino economico) aveva bisogno di mettere in pensione i suoi costosissimi, quanto inutili vista la situazione pacificata (apparentemente), MS (che tra l’altro erano al limite della loro vita operativa, visto che il modello più recente risaliva al 205 N.C., il RGP*-210 Jegan III), ma nel frattempo mantenere una certa capacità militare terrestre (per il combattimento spaziale e aereo venne prodotto lo SF**-1 Crusader, caccia multiruolo a geometria variabile).
Il risultato di questa richiesta fu il Federal Defense Industries M-83 “Saberlight”; il Saberlight era caratterizzato da un motore Minovsky con sistema di volo omonimo integrato (era in grado di farlo volare fino a 10-15m di altezza, inoltre scomparivano i cingoli o i cuscini ad aria), dimensioni similari al Panzer 107 (di cui riprendeva le linee generali), cannone di tipo Beam integrato e montato su una torretta fissa, armi tipo Gatling da 60mm in funzione contro-fanteria e anti-aereo, equipaggio ridotto a 2 uomini (guidatore-artigliere, artigliere in seconda per le gatling), ampio spazio per portare una squadra di fanteria completamente equipaggiata o eventualmente 6 barelle e possibilità in meno di un minuto di aggiungere al mezzo un modulo gittaponte.
Il mezzo, con l’eliminazione dell’arma principale, veniva proposto anche come centro comando mobile.
La produzione cominciò nel 252 N.C. e totalizzo un totale di 400 unità, nel 268 N.C. avvenne però “l’incidente di Roma“ che mise fine alla Federazione di stampo repubblicano e diede il via a una lotta tra le famiglie (che si faranno chiamare in seguito casati) più economicamente potenti per il potere.
Con lo smembramento delle forze federali gli M-83 si distribuirono tra un po’ tutte le casate, molte casate addirittura con alcune modifiche minori lo rimisero in produzione (soprattutto quelle d’argento che non si potevano permettere MS, se non i vecchi Jegan III).
L’M-83 fin dalla sua nascita era stato presentato come il mezzo che avrebbe mandato in pensione i MS, ma la realtà dei fatti è diversa, gli M-83 si rivelarono un discreto mezzo contro i Jegan II e appena sufficiente contro i Jegan III, ma inutile contro i MS di nuova produzione, tanto più che casate come quella d’argento dei MacMillan cominciarono a produrre mezzi come il C-4 che eredi della tradizione dell’M-14 si rivelarono un reale osso duro, tanto più che costavano poco ed erano producibili in grande quantità.
Il problema di fondo dell’M-83 è, che pur avendo una agilità che nei carri armati non si vedeva dai carri di produzione svedese della Guerra Fredda e potendo fare tutto, non riusciva a fare in modo ottimale un solo lavoro; tra le forze delle casate si consolidò sempre di più l’uso dell’M-83 come mezzo per controllare zone appena conquistate o come mezzo per saturare una zona, lavoro che i pochi giganteschi MS delle casate non potevano compiere.

Momento di gloria:
Con la rinascita della Federazione molti M-83 caddero in mano dei federali che li usarono in modo egregio contro le forze nemiche.

Momento inglorioso:
Nella battaglia di Calais tra la casata d’argento dei Froundein e la piccola casata degli Lerzal, gli M-83 riuscirono a tenere testa e a battere i “Froundein I,” MS evoluzione dei Jegan di produzione della famiglia dei Froundein; ciò fu dovuto alla capacità del capo-famiglia dei Lerzal che prese il comando diretto delle sue unità riuscendo a circondare i mezzi nemici.


Mezzi navali

Sottomarino nucleare porta aerei e MS classe Freedom


Mobile Suit e Mobile Armor

RGP-130 Jegan I, RGP-180 II e RGP-210 Jegan III e derivati


WS-16P (Mezzo da lavoro per compiti di polizia armato)


F-91 "Gundam"


RMS-023Z Efreet


Non classificabili

Moonlight Butterfly


Corazzate e navi spaziali

Corazzata degli Orkaf classe 'Victory'
Loggato

npa
General Maggiore
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 2218




Nuovo messaggio
« Risposta #2 il: 24 Luglio 2007, 12:04:21 »

Soul of the Space


Mezzi da guerra aerea (?)

Mezzi da combattimento terrestre (?)

Mezzi navali

Mobile Suit

Turn A


Turn X


Corazzate e navi spaziali

White Ark


Non classificabili

Moonlight Butterfly
Loggato

matte
Visitatore

Nuovo messaggio
« Risposta #3 il: 29 Agosto 2007, 16:00:39 »

ciao a tutti...
ecco a voi una nuova scheda sul "Soviet Gundam"
spero vi piaccia...

ST03X Stalingrad (Soviet Gundam)

All’inizio degli anni ’70, l’esplorazione spaziale convinse l’Armata Rossa dell’effettiva minaccia rappresentata dalla crescente potenza militare del Reich. Grazie ad immagini captate dalle sonde sovietiche, così come ad informazioni rubate alla NASA, l’Armata Rossa identificò la necessità di sviluppare unità da combattimento analoghe ai MS, o comunque in grado di affrontarli in un eventuale conflitto. Fra il 1975 ed il 1985, vennero vagliati una serie di progetti, comprendenti armamenti portatili per la fanteria (tra i quali il celeberrimo RGM-007 Skorpion, ampiamente utilizzato durante il Primo Conflitto Coloniale e soprannominato “Iron Fist”, in quanto il suo impattare sui mobile suit era simile a quello determinato da un vero e proprio “pugno d’acciaio”) e modifiche agli armamenti per i carri armati e gli elicotteri.
La cosiddetta “Commissione Andropov”, così chiamata per via del proprio presidente, futuro segretario del Partito Comunista, ed all’epoca esponente di spicco del KGB, concluse tuttavia che “soltanto un bogatyr (ndR: nickname ufficiale dell’Armata Rossa per i MS) può combattere efficacemente un altro bogatyr”. Per questo motivo, venne attivato il cosiddetto progetto Schit’ (Scudo, in russo) destinato alla costruzione di un vero e proprio “mobile suit sovietico”.

Il progetto Schit’ si scontrò immediatamente con limiti tecnologici difficilmente superabili con la tecnologia disponibile negli anni ’70 ed ’80, per altro complicati dalla difficile congiuntura economica chiamata “stagnazione brezneviana” nella quale l’URSS era piombata con la fine degli anni ’70 e le spaventose spese militari intraprese per contrastare lo Scudo Stellare americano (del resto, intrapreso piuttosto per contrastare un’eventuale invasione del Reich che per la giustificazione ufficiale di proteggere il territorio americano da un improbabile attacco nucleare sovietico).

Il primo prototipo, l’ST-01 “Stalin” fu completato nel 1986, rivelandosi immediatamente un vero e proprio fallimento. Senza i propulsori Minowsky, senza la lega di Gundarium, con un sistema di controllo informatizzato molto primitivo, l’ST-01 risultava eccessivamente lento, pesante, goffo. Del tutto inadatto per qualsiasi tipo di impiego bellico.

Nonostante l’insuccesso, il governo sovietico decise di sostenere gli investimenti che avrebbero portato, nel corso del biennio successivo, all’ST-02 “Zjuikov”, un modello pienamente operativo. Lo Zjukov presentava tutte le caratteristiche poi conservate nei modelli seguenti, ed in particolare nell’ST03X “Stalin”, il cosiddetto “Soviet Gundam”. Le differenze nei confronti del progetto americano erano enormi, con alcuni elementi di particolare originalità che verranno conservati e trasferiti alle unità federali successive al modello RX78b.

Diversamente dall’RX78b, l’aspetto antropomorfo dell’ST02 era conservato solo grossolanamente. In particolare, al posto delle mani erano presenti due più rozze pinze idrauliche che, nella serie ß potranno essere elettrificate. La testa era più saldamente incassata all’interno del corpo macchina, risultando sostanzialmente un supporto corazzato per le telecamere di servizio. Ulteriore differenza dal modello americano, l’ST02 presentava quattro telecamere anteriori, in grado di operare sia nella scala del visibile, che nell’infrarosso e dell’ultravioletto, così come in modalità di visione notturna. Rispettando i dettami della commissione, l’ST02 disponeva di un’architettura costruttiva modulare, con hard points localizzati sugli arti superiori, inferiori, sulle spalle e sul tronco. In pratica, ciò rendeva rapidamente sostituibile ogni elemento dell’unità, permettendo inoltre di installare e rimaneggiare l’armamento applicato. Elemento che si rivelerà particolarmente decisivo durante la Guerra.
Ulteriore aspetto peculiare dell’ST02 era la presenza di un sistema sussidiario di locomozione del tutto originale, con cingoli localizzati negli arti inferiori - effettivamente oversize (da cui il nome NATO Bigfoot, piedone), che, quando impiegati, permettevano all’unità di raggiungere e superare i 60km/h anche su terreni particolarmente accidentati.
Rispettando i dettami della commissione, lo Zjukov era costruito nell’ottica di poter sviluppare il massimo volume di fuoco possibile, potendo installare tutte le armi convenzionali a disposizione delle forze del Patto di Varsavia.

Data la mole di armi installate, fu decisa la soluzione a doppio pilota, con un navigatore ed un cannoniere. Anche per questo motivo, mentre la NATO considerava i MS alla stregua di evoluzione dei caccia-bombardieri, riservando a tale programma i migliori piloti d’aereo, il Patto di Varsavia li considerava step successivo nello sviluppo dei carri armati. D’altro canto, il sistema a doppio pilota permise all’Armata Rossa di aggirare i limiti del sistema di controllo con i quali la NATO stava drammaticamente scontrandosi.

Lo Zjukov piacque tanto alle forze militare russe, da spingere queste ultime a domandarne l’immediato impiego in Afghanistan, all’epoca ancora occupato dall’Armata Rossa. Tuttavia, dati il deciso taglio imposto alle spese militari dalla Perestrojka di Gorbaciov, il ritiro dall’Afghanistan, la dissoluzione del Patto di Varsavia e della stessa Unione Sovietica, il progetto Schit’ fu sospeso “sine die”. Si venne a creare la paradossale situazione di una Russia che disponeva di un proprio MS effettivamente funzionante, e di cui poteva essere intrapresa immediatamente la produzione di serie, ma che non era in grado di iniziarla - a fronte della NATO che riservava energie e fondi spaventosi al medesimo progetto senza venirne a capo.
Dati gli accordi di Singapore, la conseguente alleanza militare fra Russia e Cina, e grazie alla più positiva congiuntura economica, il progetto Schit’ fu infine riattivato nel corso del 2007. Lo Zjukov fu impiegato come piattaforma di base per il modello successivo, l’ST03X.
Molto simile all’ST02, il “Mischa” (come fu inizialmente chiamato), era leggermente più piccolo e compatto (19,5 m di altezza per 55t contro i 18,5 m per 62t del modello precedente), surclassandolo a livello di prestazioni sotto ogni dettaglio. Inoltre, grazie all’avanzamento della tecnologia delle cosiddette “fuel-cells”, l’ST03X fu dotato di un nuovo sistema di alimentazione completamente elettrico, con autonomia superiore alle 3h a pieno regime operativo, e tempi di ricarica inferiori ai 30min - pur essendo comunque possibile, in corso di combattimento, provvedere alla ricarica semplicemente rimpiazzando il blocco delle batterie. Possibilità determinata dalla tipologia costruttiva dell’unità.

Fra i sistemi d’arma installabili, particolarmente celebre era il cosiddetto “Opteron”, un sistema LASER ad altissima energia, in grado di tagliare anche gli acciai speciali dei carri armati, le cui spaventose richieste energetiche erano sopperite da un sistema di batterie supplementari installate sul backpack grazie agli hard-points dedicati.
Infine, nella prospettiva di vendere il proprio mobile suit (eventualmente depotenziato) anche a paesi terzi, gli alloggiamenti e gli hard points furono ulteriormente modificati in modo da poter impiegare anche armi secondo standard NATO.

Nel 2015, l’ST03X era definitivamente pronto. Il presidente Kamarov aveva quindi deciso di togliere il vincolo di  segreto militare al progetto Schit’, cosa che ne avrebbe permesso la costruzione di massa: nell’Aprile di quell’anno era già previsto di portare alcuni prototipi al prossimo salone di Le Bourget, quando l’Operazione Klausewitz sconvolse ogni piano.
Dopo il disastroso attacco alla Russia, l’Armata Rossa fu costretta a difendere disperatamente le proprie posizioni sul Baltico e sul Volga, ripiegando il fronte orientale, lentamente ed inesorabilmente, verso gli Urali. Poiché le principali basi sperimentali dell’ST03X si trovavano nella zona di Ekaterimburg, esse furono risparmiate dalle devastazioni indotte dall’attacco nazista. D’altro canto, per lo stesso motivo gli ST03X non furono schierati in battaglia - quantomeno finché, nel maggio del 2015, la mozione Kamarov sanciva la nascita della Federazione Terrestre. Con la nascita dell’Esercito Federale, il generalissimo Revil fu messo a parte del progetto Schit’, decidendo la sua immediata attivazione: tutte le industrie pesanti russe, e quelle cinesi scampate alla distruzione, furono immediatamente riconvertite nella produzione dell’ST03X.

Rispetto all’RX78b, l’ST03X era molto meno costoso - rapporto compreso fra 3:1 e 4:1 a secondo delle diverse stime, e poteva essere completato in tempi molto più brevi. Inoltre, potendo impiegare praticamente qualsiasi genere d’armamento e di munizionamento, presentava problemi logistici molto più limitati rispetto al - comunque superiore, RX78b.
Impiegato per la prima volta durante la Battaglia di Kazan’ (Gennaio 2016), diede immediatamente efficace prova di sé: il neocostituito 119th MS, composto da soli piloti russi, non soltanto riuscì a bloccare l’attacco congiunto del 114. SP e del 115. SP nazisti, ma li respinse oltre i confini della regione, bloccando definitivamente l’espansione del Reich ad oriente. Proprio in tale occasione, il Mischa fu ribattezzato dai piloti “Stalingrad”, in onore della celebre battaglia della seconda guerra mondiale. A causa della limitata autonomia, fu impossibile impiegare lo Stalingrad per un’eventuale controffensiva, destinandolo piuttosto al controllo ed alla protezione delle piattaforme petrolifere in Kazakistan, in Siberia, e nel Polo Nord.
Durante la guerra, lo Stalingrad fu progressivamente aggiornato, determinando una panoplia di versioni - la più celebre delle quali fu sicuramente il blocco delta, impiegato nel corso delle battaglie di Berlino e di Odessa. Rispetto al modello originario, questo presentava un propulsore Minowsky a doppio circuito e doppia bobina, analogo a quello installato sugli RX-178 HiGundam, ed un cervello positronico adattato. Diversamente dal Gundam, l’ST03X rimase comunque un modello rigorosamente biposto, potendo quindi essere impiegato anche da piloti che non avessero subito trattamento con nanomacchine. Nel corso della battaglia di Odessa, venne poi sperimentato un modello avanzato di Opteron, il cosiddetto “Opteron Beta”, che trasformò gli Stalingrad nell’incubo dei carri Adolf e delle Gaw. Inoltre, durante la medesima battaglia venne sperimentato il cosiddetto allestimento Schpat’ , spada, che trasformava gli Stalingrad in colossali piattaforme d’artiglieria semovente.
Con la battaglia di Odessa, la storia del progetto Schit’ giunge al proprio termine. Non essendo stato progettato per la guerra in assenza di atmosfera - lo Stalingrad non fu impiegato nel corso della battaglia di Salomon: quasi tutte le unità ancora operative furono decommissionate. Quelle superstiti, il cosiddetto 7th battaglione, furono trasferite nella base di Baku, in Kazakistan, rimanendo operative per circa 10 anni. La massiccia introduzione di nuovi modelli della serie RX provocò infine la completa dismissione dei pur gloriosi ST.
Loggato
Gcdenio
Generale
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 4296



WWW

Nuovo messaggio
« Risposta #4 il: 29 Agosto 2007, 17:29:10 »

interesante... molto accurato.. ma posso consigliarti dei mezzi da inserire, secondo me sarebbero ottimi anti-ms

L'autocannone scndinavo, l'Archer. Con i suoi 26kilometri di gittata!!!!

http://www.defenseindustrydaily.com/images/LAND_Bofors_Archer_Artillery_lg.jpg

Questi semoventi sono in pratica dei camion da cantiere con un cannone a caricamento automatico montato su un rimorchio dotato di fermi-anti rinculo.

Questo cannone ha un caricatore da 30 colpi +colto in canna e un caricatore di riserva nel rimosrchio stesso.

è in grado di sparare con un elevata cadenza di tiro tutti i colpi del caricatore in un tempo abbastanza ridotto.

Date le caratteristiche del mezzo di trasporto e dei blocchi è in grado di spostarsi rapidamente dopo aver sparato, evitando il tiro-antibatteria ed essere in efficenza di tiro già pochi minuti dopo.


Con le stesse intenzioni i francesi hanno sviluppato unmezzo simile, senza rimorchio e caricatore automatico (praticamente un furgoncino con cannone).



Altro mezzo carino è il semovente d'artiglieria cingolato tedesco che riprende il desain del vecchio Elephant nazi, i modernissimi M-109 A3G-2

Questi mezzi hanno fatto molto successo in europa ma non solo, anche istraele ne ha una versione in linea
http://www.rheinmetall-defence.com/img/product/ls_m109.jpg

appropsito di Israeliani...
Che fai mi tralasci i Merkava 2, 3 e 4????
sono i migliori carri da combattimento del mondo!!!
Nella guerra del Libano dell'annoscorso uno degli ormai "obsoleti" Merkava 2 è stato centrato da ben almeno sette RPG 7 rimannendo completamente funzionante se ben con qualche ammaccatura!

ecco alcuni merkava che danno prova di velocità e resistenza strutturale...
http://www.voltairenet.org/IMG/jpg/Merkava-400.jpg
http://www.independence05.com/blog/uploaded_images/2006-08MerkavadestroyedinSouthofLebanon-785731.jpg
Loggato

matte
Visitatore

Nuovo messaggio
« Risposta #5 il: 29 Agosto 2007, 17:30:22 »

se vuoi buttar giù una scheda sulla falsariga di quelle proposte da pan sappi che sfondi una porta aperta!
Loggato
matte
Visitatore

Nuovo messaggio
« Risposta #6 il: 29 Agosto 2007, 18:09:15 »

comunque, mettiamola così... in attesa che qualcuno più esperto di me provi a buttar giù le relative schede...

i carri Merkava possono essere stati usati durante la prima fase della guerra, fino alla presa di Gerusalemme, e magari anche in seguito grazie all'accurata ritirata di Revil

l'Archer avrà avuto un ruolo essenziale nella difesa di Trondheim, il suo armamento è stato poi impiegato sull'ST03x, così come i carri rimasti sono stati impiegati durante la guerra in Europa...

fila?
Loggato
Gcdenio
Generale
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 4296



WWW

Nuovo messaggio
« Risposta #7 il: 29 Agosto 2007, 18:29:16 »

non ho ben letto le storie cmq ti butto giù qualche dettaglio tecnico che riesco a ricavare dai vari RID
Loggato

npa
General Maggiore
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 2218




Nuovo messaggio
« Risposta #8 il: 31 Agosto 2007, 19:25:50 »

Anche tu leggi RID!!! Fantastico! Sicuramente se prendi i dettagli tecnici da quelle riviste farai schede molto più accurate delle mie (nelle mie ci metto più che altro la fantasia... ma prossimamente... preparatevi ad una v2 di alcuni vari altri mezzi).

In quanto ai Merkava non li tralascio... diciamo solo che ho una mezza idea un po' pazza che riprendero dopo Athena e 108 (PS in quest'ultimo si vedranno anche T-90 e T-80. avevo pensato anche al Black Eagle, ma ci devo ancora ragionare su).

Un appunto per la storia del Gundam Sovietico: se ho letto bene il priumo mezzo è dell'86... chiamarlo Stalin mi sembra un po' strano, se non erro era già stato rinnegato dai suoi successori (almeno da quel poco che ho letto, chieedo venia se ho detto una cag....).
Loggato

matte
Visitatore

Nuovo messaggio
« Risposta #9 il: 31 Agosto 2007, 19:44:46 »

cribbio hai ragione

meglio chiamarlo... boh! ... Kutuzov
Loggato
npa
General Maggiore
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 2218




Nuovo messaggio
« Risposta #10 il: 31 Agosto 2007, 21:01:12 »

Pubblicata la scheda del f-164 (nelle prime pagine di Operazione Athena l'avevo erroneamente chiamato F-64).
In quanto al ST-01 con la stella rossa direi che un nome originale può essere: Malinovsky (http://en.wikipedia.org/wiki/Rodion_Malinovsky) da quel che ho letto ha avuto anche una carrierra dagli interessanti risvolti politici.

In quanto all'ILS-1 spero di pubblicarne presto la scheda, dico subito che lo ILS-1 o plan 1004 (ma credo che ne cambierò la denominazione russa) sarà un mezzo studiato soprattutto per le operazioni Desant.
Loggato

npa
General Maggiore
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 2218




Nuovo messaggio
« Risposta #11 il: 12 Settembre 2007, 14:44:53 »

DT-01 “  (Infantry Light Suit – 1 denominazione NATO)

Questo piccolo mezzo fu sviluppato in URSS nel 1988 sfruttando le conoscenze acquisite con il programma ST; a seguito del crollo del muro di Berlino il programma venne congelato essendo i pochi fondi disponibili per la ricerca di armi antropomorfe assegnati allo sviluppo del più prestante ST-03.
Nonostante ciò nel 2009 ne venne ripreso lo sviluppo e grazie anche al basso contenuto di prodotti tecnologici del mezzo già nel 2011 erano stati prodotti una decina di esemplari di pre-serie, a questo punto della sua storia il mezzo subì la sua seconda battuta d'arresto, infatti seppur i fondi per la ricerca di nuove armi in Russia fosse aumentata le ottime prestazioni dell'ST-03 spinsero lo stato maggiore russo a puntare tutto su quello che sarebbe poi divenuto celebre col nome di 'Stalingrad'.
Agli inizi del 2015 però le richieste dei parà di rinnovare i loro armamenti si fecero pressanti e il DT-01 fu riesumato; di questo mezzo furono prodotti altri 5 esemplari per le prove operative, ma poi giunse lo scoppio della guerra che pose fine al progetto essendo le industrie e i centri di ricerca del programma tutte distrutte o catturate nei primi giorni di guerra.
Ciò però non pose fine alla carriera del DT-01, infatti alcuni esemplari si salvarono e parteciparono alle operazioni di guerriglia soprattuto nei pressi del Caucaso.
Un esemplare sopravvisse alla guerra e fu alla base dei primi mobile worker, da cui sarebbero poi derivate le work suit (che si differenziavano dai MW per la presenza di arti).
IL DT-01 era stato progettato per poter operare con le truppe paracadutiste sovietiche nelle difficili missioni desant e questa filosofia operativa si rispecchiava nelle sue caratteristiche tecniche, oltre ad avere grossi elementi di comunanza con i mezzi BMP-2 (torretta) e 3 (motore).
L'armamento fisso era notevole, la torretta del BMP-2 disponeva di: un cannone da 30 mm,una mitragliatrice PK coassiale e 4-5 missili anticarro.
Inoltre le pinze dei due arti superiori del mezzo potevano portare ed usare: un lanciafiamme, una mitragliatrice pesante e lanciarazzi equipaggiabili con armi termobariche, senza contare che potevano essere usate per applicare esplosivi o portare materiale di vario genere.
La propulsione era affidata ad un motore diesel compatto (sviluppato appositamente per il mezzo) di potenza sui 500-600hp derivato da quello del BMP-3; il peso era di circa 13-14 tonnellate con serbatoio di carburante pieno e le munizioni della torretta caricate, con armi esterne il peso poteva aumentare fino ad un paio di tonnellate.
Il mezzo era dotato di sistema di tracking e visione IR, camera termica e camera ottica con zoom fino a 25x, la visibilità esterna diretta era garantita attraverso alcuni blindovetri. Era alto circa 4-5 m e dalle linee generali sfuggenti da qui il soprannome di 'Egg' molto in uso tra i comandi federali per indicare i pochi mezzi sopravvissuti che vennero utilizzati soprattutto per missioni speciali, tra le quali quelle di distruzione di mezzi speciali nemici (una di queste, contro un nuovo modello di panzer, però si risolse con la perdita di due DT-01).
Loggato

matte
Visitatore

Nuovo messaggio
« Risposta #12 il: 12 Settembre 2007, 17:54:54 »

ciao ragazzi

avendo casualmente notato che il buon Pan ha postato, fra mezzi & armi di K&S anche il mortale Moonlight Butterfly, e visto che in queste settimane, per ragioni di lavoro, mi sto dedicando a nanomacchine (vere) e nanoparticelle (vere pure quelle), ho pensato di scrivere la scheda tecnica relativa.
Per l'occasione, ho deciso di cambiare stile, provandone uno "wikipedia-like". Vi prego di segnalare eventuale gradimento nel post dedicato wink

Moonlight Butterfly. Arma fizionale presente nelle serie fantascientifiche "KSG:Knights & Soldiers" e "KSG:Soul of the Space".

Stando alla continuity ufficiale dell'Ultimate Century, il MB fa la sua comparsa nell'episodio n° 43 di K&S ("Attraverso uno specchio infranto"), quando Kiltem Derim, capo ricercatore della famiglia Ronah, riceve l'ordine di "togliere il sigillo all'arma finale" direttamente da Karozzo Ronah. Quando compare, il MB si presenta come una sfecie di monolite nero traslucido, apparentemente molto simile al più celebre monolite nero di 2001:A Space Odissey.
Sin dall'inizio, il MB viene avvolto da un'aura di terrifica potenza: Derim, solitamente privo di scrupoli, si rifiuta inizialmente di introdurre la prima sezione del codice di riattivazione, che permette ai Ronah di estrarre lo strumento dal bagno di azoto liquido nel quale viene abitualmente conservato.
Poco prima della terribile e risolutiva battaglia di Zefiroth, esso viene infine trasferito sull'ammiraglia dei Ronah, la Saberlight (episodio 49: "Il richiamo della Guerra"): a Zabine, apparenemente ignaro della natura dell'arma, Karozzo consegna la seconda parte del codice di ri-attivazione rinchiusa in una capsula sigillata, ordinandogli di aprirlo soltanto se realmente necessario.
Dopo che la battaglia di Zefiroth ha visto la netta prevalenza degli F91 federali, Karozzo ordina a Zabine di "rilasciare l'angelo della morte" (episodio 51: "L'angelo di Mezzanotte"), ordine che Zabine esaudisce subito dopo che il suo MS, RMS-023Z Efreet è stato messo fuori uso dall'F91 di Arno.
Appena l'Efreet trasmette il secondo codice, il MB reagisce in modo apparentemente inaspettato, decoponendosi all'istante come se fosse polvere dissolta dal vento. Mentre l'equipaggio della Saberlight si interroga su cosa sia successo, la nave inizia a decomporsi come se fosse essa stessa fatta di sabbia, finché non esplode a causa dell'immediata decompressione.
Come spiega Karozzo all'interdetto Zabine, il MB non è propriamente un'arma, ma un insieme di nanomacchine in grado di decomporre qualsiasi strumento tecnologico umano, sia esso su base metallica, composita, od organica. Le nanomacchine, simili ai replicatori di Stargate SG1 sfruttano il materiale decomposto per autoriprodursi, determinando una vera e propria reazione esponenziale.
Le fila federali vengono investite dal battito d'ali della Farfalla notturna, e devastate. Arno, che si trova in prima fila, è anche uno dei primi ad essere aggredito. Quando tutto sembra finito, mentre le nanomacchine stanno penetrando attraverso la corazza del Gundam, Arno compie un gesto apparentemente folle, procurandosi con la sua spada Kusanagi (vedi episodio 31: "Sollevando la spada verso il cielo")una ferita al palmo della mano destra. Quindi, un istante prima che il Gundam esploda distrutto dalla decompressione esplosiva, apre il portellone dell'unità e getta la spada, completamente cosparsa del suo sangue, in pasto al MB. Le nanomacchine aggrediscono la spada, ma non appena interagiscono con il sangue che la ricopre come un guanto, esse si fermano, come se si congelassero.
Come spiega Amuro, spettatore interessato dell'evento, le nanomacchine contenute nel MB hanno interagito con quelle veicolate dal sangue di Arno, che lui stesso gli aveva iniettato (ep. 30: Un pesante fardello). Cosa sia successo, non viene spiegato: come chiarirà Kordell Nemechek in "A way to the Stars" (ep. 29, "La sconosciuta Kadath"), le nanomacchine di Arno e quelle del MB si sono fuse in una nuova popolazione di nanostrutture. Fatto ancor più importante, Arno ne ha acquisito il pieno controllo, scatenandole a sua volta contro ciò che rimane dell'armata delle Grandi Case, distruggendola una volta per tutte.

Poco prima di morire, ucciso a tradimento da Karozzo, vistosi ormai sconfitto, Arno ordina alle nanomacchine di disassemblarsi, temendo che il MB, impazzito e senza controllo, distrugga ogni forma di civiltà tecnologica in tutto il sistema solare, ma soprattutto che un'arma del genere possa essere nuovamente utilizzata. In realtà, il suo coraggioso ultimo sforzo riesce solo parzialmente. Il MB è disattivato, e le nanomacchine si disassemblano spontaneamente senza ritornare alla forma quiescente originaria - ma alcune piccole quantità di nanomacchine rimangono intrappolate all'interno dei rottami della battaglia. Come spiega lo stesso Nemechek, "le nanomacchine allo stato elementare possono restare quiescenti anche per millenni, resistendo a qualsiasi forma di agente fisico, chimico o meccanico, aspettando pazienti che uno specifico codice di riattivazione le richiami alla vita", alimentate dalla sola energia radiante del Sole. Grazie a queste piccole riserve di nanomacchine, Amuro potrà costituire un nuovo MB (la cui forma quiescente, nel settimo episodio di SotS si presenta identica a quello originaria, e che come tale viene trasferito all'interno del WGT-001-TAG (TurnA Gundam) utilizzato da Rolan nel corso di tutta la serie. Rispetto al MB originario, quello presentato in SotS non presenta caratteri particolari o particolari differenze. Sempre grazie ad una singola nanomacchina fortunosamente, reperita all'interno della carlinga dell'F91 di Arno, la Lega di Zanskar tenta di costituire una propria versione del MB da porre sotto il controllo di un clone di Kaswal von Deikun. Ciò che i ricercatori non sanno è che Kaswal aveva subito un trattamento con le stesse nanomacchine di Arno, ma di una generazione precedente (Gato's Last Revenge, ep. 2 "Il cavaliere scarlatto"). Durante il processo di replicazione del clone, gli scienziati di Zanskar avevano maldestramente catturato alcune nanomacchine, integratesi con il DNA della Cometa Rossa (cosa possibile, come spiegato in Die Weisse Koenigin - CCA versione ultimate, ndMatte - ep. 13 "La nascita della Bianca Regina"), che si erano immediatamente replicate insieme al patrimonio genetico di von Deikun. Non appena raggiunta la massa critica, esse avevano ripreso ad interagire con quelle ancora contenute nella salma di Von Deikun: queste ultime possedevano una copia perfetta dei percorsi neurali della Cometa Rossa, così come dei suoi ricordi, che vengono immediatamente trasferiti nel clone (con un procedimento simile a quello messo artificialmente in atto da Kozumi alla fine di Ashes of the War, vedi l'episodio 52: "Sia pace in terra agli uomini di buona volontà") che subito si ribella, acquisendo il controllo del MB. Su ordine di von Deikun, quest'ultimo non si limita a distruggere tutto ciò che sfiora, ma - dopo aver interagito con un frammento della corazza biorganica del TurnA (vedi) e con il prototipo del TurnX che la lega Zanskar sta cercando di costruire, diventa in grado di modificare liberamente i tracciati neurali umani trasformando chiunque non si sottometta spontaneamente alla volontà della Cometa Rossa in un obbediente drone.
Il MB compare infine durante l'ultimo episodio di SotS, quando Rolan e Kaswal lo rilasciano contemporaneamente in quello che sembra un braccio di ferro su scala siderale. Consapevole della situazione di stallo che si è venuta a creare, Rolan decide infine di attivare la modalità C dell'induttore di singolarità del TurnA, provocando un'esplosione su scala galattica che distrugge ogni traccia della civiltà umana, così come delle infernali nanomacchine.

Il MB è considerato l'arma più potente dell'Ultimate Century, quantomeno a livello del Graviton Wave Beamer installato sulla Phoenix alla conclusione di A way to the Stars. Alcuni gruppi di fan hanno comunque osservato che, alimentandosi il MB grazie ai fotoni solari e non richiedendo una fonte esterna di energia, e soprattutto potendo funzionare a tempo indeterminato, il titolo di "madre di tutte le armi" gli spetti di diritto.

D'altro canto, alcuni fan dubitano della natura di arma. Durante A way to the Stars, Nemechek rileva come "le nanomacchine utilizzate dalla tecnologia industriale dei Grandi Antichi siano basate su nanotubi metallici e di carbonio con passo di 0.12 nm, del tutto simile a quello del MB" (ep. 49: "L' alba del grande balzo"). Su questa base, è stato speculato che il MB, al pari del Disco del Sole e della Luna, siano in realtà resti della tecnologia dei Grandi Antichi, sopravvissuti alla distruzione di R'lyegh ed alla caduta di Kadath. Curiosamente, tuttavia, non solo Chtulhu non fa menzione del MB ma, nel corso della battaglia conclusiva di A way to the Stars, la Phoenix e la gemella Silverblade non fanno ricorso a tecnologia simile al MB, che pure sarebbe stata assolutamente utile vista la situazione disperata in cui la Federazione viene a trovarsi sotto l'assedio dell'Alleanza.
(ndMatte: molti di questi passi vi saranno chiari quando avrà postato la trama integrale di A way to the Stars)
Altri fan hanno osservato che proprio il mancato ricorso al MB rischi di mandare la tanto criticata serie fuori continuity. Forse anche per sedare tali critiche, la più recente versione DVD della serie presenta alcuni secondi di animazione aggiuntiva in cui, nel già citato episodio, il comandante Bright commenta che "... le nanomacchine del MB sono state dichiarate armi di distruzioni di massa e vietate in base al trattato di non proliferazione di Mosca".
A favore dell'ipotesi che vuole il MB un artefatto dei Grandi Antichi sopravvissuto alla loro guerra con i Primi Venuti è la loro incapacità di aggredire e di smantellare la corazza biometallica del TurnA, che Amuro avrebbe sviluppato proprio sulla base della tecnologia degli Antichi. Ugualmente, quando Amuro (ep. 46 e finale di aWttS), infiltra il sistema neurale di Chtulhu allo scopo di impadronirsi del segreto del Graviton Wave Beamer, dell'Induttore di Singolarità e delle corazze biometalliche (tecnologie poi impiegate nella White Ark e nel TurnA, oltre che - temporaneamente, sulla Phoenix e Silverblade), il Grande Antico capisce immediatamente cosa stia facendo Amuro (facendo capire che gli Antichi avessero piena conoscenza della tecnologia soggiacente), e lasciandolo inizialmente fare convinto che la tecnologia umana non possa penetrare il suo organismo - "Queste non sono le nanomacchine create da voi", ribadendo quindi che le nanomacchine di Galamir Kahn presentino basi tecnologiche completamente diverse.

D'altro canto, è stato speculato che Amuro, scoperta l'esistenza del MB e collegatala alla stessa tecnologia che aveva creato i Dischi del Sole e della Luna, avesse volutamente intrapreso il viaggio sulla Phoenix e, sebbene ciò non sia mostrato nella serie regolare e quindi non faccia parte del canone, determinato l'anomalia di balzo alla fine del 26° episodio "La via delle Stelle" proprio allo scopo di entrare in possesso della tecnologia alla base delle nano macchine del MB.
Loggato
matte
Visitatore

Nuovo messaggio
« Risposta #13 il: 13 Settembre 2007, 14:25:40 »

I dischi del Sole e della Luna.Oggetti fizionali presenti nelle serie di Sci-Fi “KSG : Ashes of the War”, “KSG : Knights and Soldiers”, “KSG : a Way to the Stars”.

Il cosiddetto “Disco della Luna” fa la sua comparsa in “KSG: Ashes of the War” sin dalla seconda puntata (“La notte dei Ciclopi”, per altro spesso considerata il primo vero episodio di KSG:AotW in quanto la schermata dei titoli del precedente “Notte sull’Europa” lo qualifica più propriamente quale “Chapter Zero”). Esso fa bella mostra di sé sulla scrivania di Gihren Zabi durante la sua prima comunicazione con il Presidente USA Lassiter. Durante tutta la serie, Gihren dimostra per tale oggetto un tenace attaccamento, portandolo con sé praticamente ovunque - con la dovuta eccezione della battaglia finale. Poco prima di salire a bordo della sua ammiraglia, la Hermann Göring, lo consegna a Katrin Steinback, la sua segretaria, ordinandole di custodirlo con la massima cura (ep. 46, “Il giorno in cui il cielo tremò”), preservandolo così dalla distruzione.
Secondo il canone ufficiale, come ci viene mostrato nell’episodio 1 di “A Way to the Stars” (“Where no one ...”), il DdL era stato rinvenuto casualmente durante le procedure di scavo della base antartica. In tale occasione, gli ingegneri della Zweite Heimat avevano rinvenuto vaste cavità sotterranee preesistenti, occupate da una grande massa di detriti. Provvedendo al loro allontanamento, Karsten Jespers, già protagonista dello speciale natalizio “Circle of the Time”, nota un oggetto molto strano, che si rivela subito un artefatto.   Di forma circolare, con una superficie convessa e l’altra perfettamente piana, il Disco presentava sulla prima tre falci di luna intrecciate, avvolte da un anello dorato. Immediatamente consegnato alle SS ed alla loro unità speciale Aneherbe, il disco venne considerato la testimonianza tanto a lungo ricercata degli Antichi, i precursori della “razza ariana”, e come tale consegnato al Reichsführer quale massimo tesoro del Quarto Reich.
Dopo la Prima Guerra Coloniale, il disco entrò nel tesoro della Federazione, e come tale esposto nel neo-costituito Museo Storico Federale di Firenze, istituito (“Die Weiße Königin”, episodio 1: L’alba di una nuova era) con quanto sopravvissuto alla distruzione del Louvre (vedi KSG:AotW, episodio 1) e del Pergamonmuseon (KSG:AotW, episodio 42: “Il regno della morte”).

Nel corso di aWttS, viene rivelato come il cosiddetto Disco della Luna sia l’oggetto più disperatamente ricercato dall’Alleanza, una lega costituita dagli eredi dei Profeti del Messiah e dagli Atlantidi. Questi hanno infatti scoperto che il DdL sia una specie di chiave, ma la natura dell’oggetto che il DdL attiverebbe rimane sostanzialmente segreta fino all’episodio 37 di aWttS, “The Calling”, in cui Cthulhu rivela all’equipaggio della Phoenix della guerra fra i Grandi Antichi, le prime forme di vita intelligente del pianeta Terra, sviluppatesi in civiltà tecnologica dall’inizio dell’Ordoviciano (510 milioni di anni fa), e signori incontrastati del Pianeta, così come di buona parte della Galassia, per quasi 200 milioni di anni, ed i Primi Venuti. Creature formate di “materia oscura”, i Primi Venuti erano i primi esseri senzienti sorti nell’immediato post big-bang in un’altra regione dell’Universo. Scacciati dal loro possesso primordiale dal progressivo raffreddamento dell’universo medesimo, avevano invaso la nostra Galassia - la cui colonizzazione era stata, frattanto, già intrapresa dagli Antichi, decisi a diventarne i nuovi padroni. Pur non essendo una civiltà tecnologica, i Primi Venuti erano nemici formidabili persino per gli Antichi: in quanto costituti di materia oscura, essi non erano soggetti alla leggi della fisica classica, e manifestano poteri sterminati, in qualche modo considerati divini dagli stessi Grandi Antichi. Dopo milioni di anni, i Grandi Antichi erano stati infine sconfitti, e rinchiusi fra i confini della Terra. Durante un assedio che aveva visto la devastazione di tutta la superficie terrestre (la celebre grande estinzione del Triassico, 208 milioni di anni fa), gli Antichi avevano infine scoperto un’arma in grado di distruggere i loro nemici: il Graviton Wave Beamer, un raggio di gravitoni ad altissima densità che, emessi da una sorgente puntiforme, era in grado di provocare il collasso stesso della materia, e della stessa materia oscura. Alimentato dalla più grande invenzione degli Antichi, una fonte di energia apparentemente inesauribile ancorché contraria a tutti i principi della termodinamica, il cosiddetto “induttore di singolarità”, il Graviton Wave Beamer fu installato su tutte le bionavi loro rimaste, consentendo agli Antichi di annientare i Primi Venuti una volta per sempre.
Alla fine del conflitto fra Primi Venuti ed Antichi, questi ultimi erano stati dilaniati dalla terribile guerra civile fra i più potenti di loro per il dominio della Galassia.
Chtulhu, creatore dell’Induttore di Singolarità ed unico a conoscerne il funzionamento, convinto che nessun essere vivente o senziente in tutto l’universo, in quanto mortale e perciò fallace, avesse il diritto di disporre della potenza del Graviton Wave Beamer (un’arma della potenza di un buco nero) e dell’Induttore stesso - la cui potenza, se erroneamente rilasciata, avrebbe potuto distruggere l’intera galassia (previsione corretta, vista la conclusione di Soul of the Space, ep 52 - Symphony of Light), ne sigillò la camera di illuminazione (il cuore del sistema energetico) con due supercomputer basati su nanomacchine, rinchiudendone una sotto le fondamenta di Kadath, la capitale degli Antichi, e consegnandone una seconda al fratello Shab Niggurath perché la disperdesse in qualche angolo sperduto dello Spazio. Quest’ultima era, ovviamente, la Pietra del Sole, ritrovata (aWttS) da Kaspers Lang sul cosiddetto Pianeta dei Draghi durante la puntata “the breath of the Dragon” (ep. 24).

Realizzato che, se l’Alleanza si fosse impadronita della PdL, l’avrebbe impiegata per riattivare a pieno regime Induttore e GWB, utilizzandoli con scopi non dissimili da quelli dei Primi Venuti, Chtulhu decise di aiutare i propri discendenti in ogni modo. Per aiutarli, rivelò loro le tecnologie relative alle armature biometalliche, ai computer nanomolecolari - ma anche, e soprattutto, quanto necessario a costruire un GWB ed un induttore di singolarità, entrambi installati sulla Phoenix. Il patto fra Chtulhu ed il comandante Lindsay Bright prevedeva che tali tecnologie non potessero essere trasferite dalle due navi e dai rispettivi mobile suit ad altre unità, letteralmente morendo il loro segreto insieme a coloro che ne erano venuti a conoscenza. Per assicurarsi che la tentazione rappresentata dall’induttore e dal GWB non soverchiassero l’onestà dei Federali, Chtulhu fece installare sulla Phoenix un sistema attivabile soltanto tramite le due chiavi rappresentate dalle Pietre del Sole e della Luna, premurandosi che tale sigillo non fosse aggirabile in nessun modo.
All’inizio della battaglia finale di aWttS (ep. ), Derek Shepherd discende quindi sulla Terra con il suo F97 - che proprio entrando ed uscendo dall’atmosfera come se niente fosse rivela apertamente la spaventosa potenza della nuova unità basata sulla tecnologia degli Antichi, e recupera il DdL. Attivato, il GWB dimostra rapidamente la sua spaventosa potenza, distruggendo con un colpo i cinque sesti della flotta dell’Alleanza. Subito dopo, tuttavia, le due pietre si frantumano, rendendo induttore e GWB sostanzialmente inutili.

È stato speculato che tale scelta narrativa sia stata applicata allo scopo di giustificare l’assenza del GWB in “SotS”, nel quale l’arma più potente è rappresentata dalle nanomacchine del Moonlight Butterfly. In effetti, alcuni fan hanno osservato che, essendo sia la White Ark che il TurnA Gundam alimentati da un induttore di singolarità, sarebbe alquanto strano che Amuro - diventato padrone di entrambe le tecnologie nell’ultimo episodio di “aWttS”, non installasse un’arma tanto potente sulle unità che, nelle sue intenzioni, avrebbero dovuto permettere a Rolan di costituire l’Impero Galattico.

In realtà, nonostante aWttS sia stata apprezzata da molti fan per il ritmo serrato della narrazione, e la loro estrema eterogeneità - consentita dal particolare impianto narrativo, “a metà strada fra Battlestar Galactica 2003 e Star Trek”, i fan storici dell’Ultimate Century hanno spesso osservato che l’introduzione degli Antichi, e la costruzione su tre diversi piani temporali abbiano inutilmente complicato la storia. Quasi tutti i fan storici del MS bianco, del resto, già ostili alle divagazioni Sci-Fi di Soul of the Space, avevano inizialmente storto il naso alla scoperta che aWttS avrebbe riservato ampio spazio a dei fantomatici “alieni”. Con la scoperta che questi ultimi, almeno inizialmente, fossero soltanto dei terrestri emigrati silenziosamente subito dopo la Seconda Guerra Coloniale, molte delle critiche si erano placate - salvo poi esplodere, più violente che mai, con la comparsa (ep. 32, Darkest Frontier) delle prime bionavi. Altri fan hanno infine contestato la scelta di impiegare caratteri ed atmosfere inizialmente create da Lovecraft per le sue storie dell’orrore, incarcerandole nell’universo gundamico - una scelta che il capo sceneggiatore ... Ha spesso giustificato con l’intenzione di “fondere insieme le grandi passioni della mia infanzia: il Richiamo di Chtulhu ed il Mobile suit bianco”.
[/b]
Loggato
npa
General Maggiore
*
Offline Offline

Sesso: Maschile
Posts: 2218




Nuovo messaggio
« Risposta #14 il: 13 Settembre 2007, 19:53:43 »

Postata la v2 della scheda dell'Aurora, rimpiazzata quella vecchia


Scheda tecnica dell'F-121 Aurora in PDF (con alcuni extra a livello di immagini che qui non ho messo, alcune non le avevo postate neanche nel topic dei commenti...)

http://www.megaupload.com/?d=B97L0632
Loggato

Pagine: [1] 2 3   Vai Su
  Stampa  
 
Salta a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.19 | SMF © 2006-2011, Simple Machines
Traduzione Italiana a cura di SMItalia
XHTML 1.0 Valido! CSS Valido!
Pagina creata in 0.174 secondi con 20 queries.