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« Risposta #32 il: 02 Febbraio 2009, 13:34:58 » |
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Ed ecco le schede dei mezzi apparsi in HBM: Auf Whiedersen Baku!
Ho apportato qualche lieve modifica, sopratutto per quel che riguarda le note di utilizzo del VB-13 (oltre alle modifiche dovute proprio al 'passaggio' da Gundam a HBM)
PzKpfW 108 Denominazione federale: Ghepard
Le forze naziste che si rifugiarono nello spazio puntarono, inizialmente molto sull’aviazione (navi da battaglia spaziali comprese) e sullo sviluppo dei BA, ma a seguito delle prime prove su Marte con lo SP-01 (1973-1974) si resero conto subito di un grave difetto dei BA a cui non si sarebbe potuto porre rimedio per motivi insiti nel tipo di macchina (tutt'al più lo si sarebbe potuto diminuire): lo spessore della corazza, infatti i BA (o SP secondo la denominazione nazista) erano stati sviluppati per avere la massima manovrabilità e la resistenza era considerata un fattore secondario; gli SP, delle prime versioni, potevano essere messi a mal partito da un RPG, senza neanche che quest'ultimo colpisse parti vitali della macchina. Basti pensare che durante le prove a fuoco su un simulacro di SP-1 venne dimostrato come anche il fuoco di mitragliatrici e di fucileria ravvicinato poteva metterlo a mal partito, si capì quindi che in molte situazioni i BA da soli non sarebbero bastati e anzi si sarebbero trovati in difficoltà, perciò i nazisti ordinarono verso la metà degli anni ’70 lo sviluppo di una nuova generazione di panzer. A partire dagli anni '60, con la prossima conclusione della prima fase di colonizzazione spaziale, cominciò a nascere in seno alla Wehrmacht un dibattito sul tipo di guerra futura che si sarebbe dovuta affrontare. Le linee di pensiero erano svariate, ma il dibattito si focalizzò in particolare su due linee di pensiero: quella tradizionalista che puntava su un mix di forze corazzate-meccanizzate supportate dall'aria e quella rivoluzionaria che concentrava tutto sulla potenza dei BA (che al tempo si stava cominciando a progettare) e di gigantesche basi aeree (concetto dal quale sarebbero nate in un primo momento le LT-1 Gustav). Alla fine prevalse la linea rivoluzionaria (anche perché i BA davano la parvenza in un futuro di poter essere usati con successo anche nello spazio) e perciò si smise di parlare di panzer (al più si parlava di qualche mezzo corazzato per la fanteria e di supporto), ma dopo i primi test su Marte del SP-01 (1973-1974) ci si rese subito conto che gli SP (o BA secondo la denominazione NATO) erano troppo poco corazzati e ci sarebbe voluto ancora lunghissimo tempo prima che gli SP potessero rimpiazzare i carri in tutte le missioni. A ciò si unì un fattore economico, anche se era chiaro che le SP-01 era solo un mezzo di test e che i BA successivi sarebbero stati realmente più maneggevoli, veloci, corazzati, rimaneva il fatto che per quanto si fosse semplificato un BA sarebbero rimasti mezzi estremamente complessi e costosi. Già alla fine del '73 si riaffermò la necessità di un carro da battaglia e perciò lo Heer emise due specifiche (in realtà la necessità si affermò già verso gli inizi del '72 quando il primo prototipo di SP-01 era in avanzato stato di completamente e quindi ci si poté rendere già conto di alcune problematiche) che riassumevano le due nuove linee di pensiero in auge nella Wehrmacht sui panzer: da un lato coloro che propendevano per un MBT agile, economico e con una buona (se non incredibili rispetto alle dimensioni) potenza di fuoco in grado di seguire senza problemi i nascenti BA (il carro in questione venne chiamato informalmente tipo 1 e venne sviluppato dall'ufficio tecnico n°3 sulla Luna), dall'altro coloro (sopratutto alcuni ex-comandanti delle unità di carri Tigre e tecnici che avevano partecipato alla stesura dei super carri nazisti, mai completati) che volevano un carro ultra-pesante, corazzatissimo e con una potenza di fuoco superiore a quella di un semovente di artiglieria (tra le motivazioni c'era proprio quella di riunificare in un solo mezzo carri e semoventi), il carro in questione venne informalmente chiamato tipo 2 (sviluppato dall'ufficio tecnico n°6, presso la colonia capitale). In effetti il dibattito divenne molto acceso, i contendenti sapevano che le possibilità economiche ed industriali avrebbero permesso la produzione di un solo modello. Già nel '75 cominciò la produzione dei prototipi; inizialmente, grazie al suo basso costo e semplicità sembrava che dovesse vincere il carro tipo 1 o Panzer 108 (nota 1) (che sarebbe stato spinto da un economico ed affidabile, ma estremamente potente, motore elettrico), ma nel '77 al momento dell'approntamento finale dei prototipi e dei primi test, ci furono pesanti intromissioni del comandante del primo battaglione sperimentale SP: il generale Adolf Mahn; Mahn cominciò a ostacolare sempre di più il progetto del panzer 108, ritenendolo una inutile sovrapposizione agli SP. L'influenza di Mahn fece si che nel '78, quando venne annunciato il vincitore, la spuntasse, a sorpresa, il tipo 2 o Panzer 107 (tra l’altro venne abbandonata la consuetudine tedesca dell'uso dei numeri romani per i mezzi corazzati) spinto da un propulsore Heisenberg derivato da quello del SP-01. Nonostante ciò prima il programma proseguì in via ufficiosa almeno fino ai primi mesi del 1980 per completare almeno il quarto prototipo (in realtà costruito partendo dalla prima cellula di 108 prodotta) e raccogliere dati. Dal punto di vista tecnico il 108 non era molto innovativo come carro (anzi presentava soluzioni tecniche piuttosto tradizionali) e ricordava molto le linee del fortunato Leopard 1 della Germania Federale (o del Panther, di cui sembra essere un diretto discendente). Non era molto corazzato (si presume dai pochi dati raccolti che fosse inferiore ad un Leopard 2 o M1A2 Abrams, ma superiore o pari a quella di un T-90), ma disponeva di un formidabile cannone da 160 mm, lo KwK-69 L/52 (nota 2) nella versione 2 (appositamente sviluppata per il carro) il più grande mai montato all'epoca su un MBT della sua categoria, micidiale contro qualsiasi corazzato, anche se diede qualche problema di affidabilità, in particolare la rottura dei supporti del cannone durante un test di fuoco intensivo nel '79 provocò il grave ferimento di due membri dell'equipaggio e fu una delle principali cause che misero completamente fine allo sviluppo del carro. Durante la 1a guerra coloniale il quarto prototipo fu rischierato sulla Terra, presso Baku, per una serie di test operativi che non ebbero però luogo (venne compiuta solo una missione di test il 1° febbraio 2016 che però venne interrotta da un attacco della guerriglia federale, anche mediante l'uso di MBT, tale occasione mise in mostra le capacità del 108 che riuscì in pochissimo tempo a distruggere diversi carri tipo T-90 e T-80) per una serie di ripensamenti. La macchina già inviata sulla Terra venne quindi assegnata ad una divisione di fanteria presso Baku (la 311° fanteria) che lo usò fin verso la fine della guerra, fino a quando venne perso durante i violenti combattimenti che lo videro impiegato contro le forze federali che avanzavano dall'Iran nel tentativo di ricongiungersi con le forze federali a nord del Mar Caspio.
SCHEDA TECNICA
Codice: PzKpfW 108 Tipo: MBT Produttore: Arsenale militare dell'Heer di Hitlerstadt Periodo di produzione: 1976 Reparti di assegnazione: 5° Unità di Valutazione Tecnica della Wehrmacht, 311° divisione di fanteria Larghezza: 3,90 metri Lunghezza: 11,07 metri (cannone in avanti) Altezza: 2,70 metri (altezza alla torretta) Stazza: 51,5 t (pieno carico operativo) Corazza: scafo frontale 76 mm composita ed omogenea Motore: elettrico di potenza equivalente a 1100 hp Velocità massima: 62 Km/h Autonomia: 340 Km Equipaggio: 3
Armamento (nota 3): 1 x Cannone KwK-69 (2) L/52 da 160mm 1 x Mitragliatrice MG-63 da 7,92 x 57mm (8mm Mauser) 1 x Mitragliatrice pesante M2HB su torretta remotizzata 16 x Lanciagranate da 60 mm
Nota 1: Notare come al tipo 1 non corrisponda la prima delle due designazioni ufficiali, ciò è dovuto al fatto che l'ufficio tecnico numero 3 presento la sua proposta una settimana dopo rispetto a quello dell'ufficio tecnico numero 6 a causa di problemi di collegamento tra la Luna e la colonia capitale che durarono due mesi, tra il febbraio e l'aprile del '75.
Nota 2: Cannone che nonostante le sue prestazioni non ebbe un grande successo a causa del suo costo e della sua complessità, ne furono prodotti (escludendo quelli montati sul prototipo del 108) solamente 389 (la produzione iniziata nel '72 si protrasse fino al '91 con un basso rateo di produzione), andando ad equipaggiare almeno 3 battaglioni d'artiglieria (con 31 cannoni l'uno) delle SS, 8 dell'Heer, 2 della Kriegsmarine (in chiave di protezione delle coste, con 20 cannoni l'uno) ed i rimanenti 8 usati dalla scuola artiglieria della Wehrmacht.
Nota 3: Ci si riferisce all'armamento conosciuto montato sul quarto prototipo durante la Prima Guerra Coloniale.
DT-01 Denominazione NATO: Albus Denominazione federale LBA 1: Light Battle Armor 1
Questo piccolo mezzo quadrupede, dotato di due braccia meccaniche, triposto (autista, comandante e artigliere) fu sviluppato in Russia nel 1988 sfruttando le conoscenze acquisite con il programma ST; a seguito del crollo del muro di Berlino il programma venne congelato essendo i pochi fondi disponibili per la ricerca di armi antropomorfe assegnati allo sviluppo del più prestante ST-03. Nonostante ciò nel 2009 ne venne ripreso lo sviluppo e grazie anche al basso contenuto di prodotti tecnologici del mezzo già nel 2011 erano stati prodotti una decina di esemplari di pre-serie, a questo punto della sua storia il mezzo subì la sua seconda battuta d'arresto, infatti, seppur i fondi per la ricerca di nuove armi in Russia fosse aumentata le ottime prestazioni dell'ST-03 spinsero lo stato maggiore russo a puntare tutto su quello che sarebbe poi divenuto celebre col nome di 'Stalingrad'. Nel 2014 però le richieste dei parà di rinnovare i loro armamenti si fecero pressanti ed il DT-01 fu riesumato venendone prodotti altri 5 esemplari per le prove operative, ma poi giunse lo scoppio della guerra che pose fine definitivamente al progetto, essendo le industrie e i centri di ricerca del programma tutti distrutti o catturati nei primi giorni di guerra, al contrario dei centri di ricerca riguardanti l’ST-03. Ciò però non pose fine alla carriera del DT-01, infatti diversi esemplari (oltre ai cinque per prove operative ne era cominciata la produzione in serie e si suppone che un numero variabile di mezzi completi tra i quattro ed i dieci esemplari vennero prodotti prima dello scoppio della 1a Guerra Coloniale) si salvarono e parteciparono alle operazioni di guerriglia soprattuto nei pressi del Caucaso. IL DT-01 era stato progettato per poter operare con le truppe paracadutiste sovietiche nelle difficili missioni desant e questa filosofia operativa si rispecchiava nelle sue caratteristiche tecniche, oltre ad avere grossi elementi di comunanza con i mezzi BMP-2 (torretta) e 3 (motore ed elementi dello scafo). L’armamento fisso era notevole, la torretta, evoluzione di quella del BMP-2, disponeva di: un cannone da 30 mm, una mitragliatrice PK coassiale e 4-5 missili anticarro. Inoltre le pinze delle due braccia meccaniche del mezzo potevano portare ed usare: un lanciafiamme, due mitragliatrici pesanti, lanciarazzi equipaggiabili con armi termobariche, senza contare che potevano essere usate per applicare esplosivi o portare materiale di vario genere (in effetti fare una lista completa ed esatta delle armi usate dal DT-01 sarebbe impossibile visto che le unità operative tendevano ad adattare quello che avevano). La propulsione era affidata ad un motore diesel compatto (sviluppato appositamente per il mezzo) di potenza sui 800-900hp (a seconda delle versioni) il peso a pieno carico era di circa 13-14 tonnellate con serbatoio di carburante pieno e le munizioni della torretta caricate, il peso a pieno carico poteva essere ulteriormente alzato: infatti le due braccia meccaniche potevano sollevare ognuna fino a 500 kg di materiali, ma presso le unità operative non era raro che le braccia meccanica venissero usate ben oltre il limite massimo stabilito dai manuali. Il mezzo era dotato di sistema di tracking e visione IR, camera termica e camera ottica con zoom fino a 25x, la visibilità esterna diretta era garantita attraverso alcuni blindo vetri. Alto circa 6 m e dalle linee generali piuttosto semplici, ma sfuggenti si rivelò un ottimo mezzo in battaglia, capace anche di impegnare i battle armor più grandi. I pochi mezzi di questo tipo disponibili vennero usati dai comandi federali per operazioni speciali dietro le linee nemiche (una di queste, contro un nuovo modello di panzer, però si risolse con la perdita di due DT-01) e per missioni di sabotaggio (si ricordi l'attacco ad alcuni tunnel e vie di comunicazioni nel caucaso per impedire la ritirata dei nazisti verso la fine della guerra, tra il 2017 ed il 2018). Un esemplare sopravvisse alla guerra e fu alla base dei primi mobile worker, da cui sarebbero poi derivate le più sofisticate work armor o work suit (che si differenziavano dai MW per la presenza di arti inferiori).
SCHEDA TECNICA
Codice: DT-01 Tipo: Battle Armor Leggero per operazioni aviotrasportate Produttore: Industrie di Stato Sovietiche/Consorzio Difesa Russo Periodo di produzione: 2010-2011 Chief designer: - Reparti di assegnazione: Forze di resistenza Altezza: 4,4 metri Stazza: 13,5-14 t (pieno carico operativo) Corazza: alloggiamento piloti e giunture protette con corazza in lega di Titanio Motore: UDT-35V da 800hp Velocità massima: 47 Km/h Equipaggio: 3
Armamento (nota 4): 1 x Cannone 2A42 da 30mm 1 x Mitragliatrice PKTM coassiale 1 x Lanciatore a 5 celle per missili controcarro Kornet-G 6 x Lanciagranate fumogene da 81mm 2 x Lanciafiamme (a braccio, opzionale, uno per braccio) 2 x RPG-32 (a braccio, opzionale, con caricatore da 6 colpi, uno per braccio) 2 x Mitragliatrice pesante NSVT (a braccio, opzionale, una per braccio) 2 x Mitragliatrice media PKTM (a braccio, opzionale, una per braccio)
Nota 4: L'armamento principale (non a braccio) era basato sulla torretta del BMP-2. Per quello a braccio solitamente si usavano svariate combinazioni, per esempio si era soliti montare il lanciafiamme insieme ad una mitragliatrice media e solo raramente le braccia meccaniche portavano lo stesso armamento.
VB-13 Walküre Denominazione federale: Svava
Verso la fine degli anni '50 (a colonizzazione neanche ancora conclusa) si cominciò a pensare a rinforzare la Wehrmacht, soprattutto a causa dello sviluppo delle capacità spaziali sovietiche e americane che facevano temere, secondo le conclusioni del celebre rapporto (celebre all'interno del governo nazista, infatti tale rapporto venne mantenuto strettamente segreto presso la popolazione delle colonie) Bodersan che “entro 10 anni i bolscevici e gli americani saranno capaci di creare missili in grado di raggiungere la Luna, entro 20 saranno in grado di sviluppare navi da guerra in grado di combattere nello spazio, entro 30 lo spazio influenzato dalla Terra sarà diventato il campo di battaglia principale su cui si confronteranno le due potenze, entro 50 l'intero Sistema Solare all'interno della fascia degli asteroidi sarà un possibile enorme campo di battaglia e noi, se non ci riarmiamo, già fra 20 anni, saremo alla merce dell'uno e dell'altro”. Subito quindi venne dato il via almeno alla progettazione di nuove armi, una di questa ebbe uno sviluppo abbastanza lungo per l'epoca (una decina d'anni): il VB-11, bombardiere da rappresaglia 11. Il VB-11 doveva essere un bombardiere abbastanza convenzionale con la capacità di uso spaziale, ma lo sviluppo dell'XB-70 americano e delle sue copie sovietiche raccolse molte attenzione da parte dei servizi segreti nazisti e dei maggiori ingegneri nazisti dell'epoca. Ciò portò, nel 1961, ad un cancellamento del programma VB-11, dando il via al progetto di un nuovo bombardiere dalle prestazioni ancora più spinte: il tuttala VB-13, che doveva essere in grado di raggiungere mach 3 in ambiente atmosferico (nella pratica il VB-13 si dimostrò in grado di raggiungere mach 4). Il VB-13, denominato Walküre, doveva la sua particolare conformazione a vari fattori, principalmente la formula tuttala sembra da addebitare al fatto che si cercò di sfruttare al massimo i dati provenienti dallo sviluppo dei LT-1 Gustav allora in fase iniziale, più che ad eventuali lontane 'discendenze' da progetti segreti nazisti sul finire della Seconda Guerra Mondiale, quali l'HO XVIII a cui è stato spesso collegato. Dotato di quattro motori Heisenberg, con le estremità delle ali a freccia variabile, possibilità di inclinare la cabina per una migliore visibilità in atterraggio, tre armi difensive automatiche a controllo remoto da 2,7 cm, 50.000 Kg di bombe e missili trasportabili era sulla carta un vero e proprio mostro, superiore pure all'XB-70 (e pari sovietici) di cui doveva essere la risposta nazista. Ne furono prodotti secondo diverse fonti circa sedici con un bassissimo rateo di produzione per tutti gli anni '70, tali velivolo però dagli inizi degli anni '90 furono smantellati per tre cause: 1.La Reich Luftwaffe puntò a diventare una forza aerea tattica, tenendo solo gli asset strategici da trasporto (allora in fase di ampliamento) che erano divenuti una priorità per la Wehrmacht. 2.Il costo esorbitante di manutenzione ne faceva un vero e proprio peso per la Reich Luftwaffe, inoltre le componenti, i materiali ed i reattori dei VB-13 potevano essere usati con molto profitto per costruire nuove Gustav o navi da battaglia spaziali. 3.Si considerò che 16 VB-13 sarebbero stati comunque insufficienti e che i Gustav (o eventuali aerei catturati dopo una possibile invasione) potevano tranquillamente ricoprire il loro ruolo e visto che il loro costo (e le scelte degli stati maggiori) non prevedevano la produzione di nuovi VB-13 si pensò di lasciar perdere il tutto. Non tutti e 16 i velivoli furono però demoliti, uno fu assegnato al Museo della Scienza e della Tecnica del Reich (dopo che furono sbarcati i reattori e tutti gli altri componenti ancora utilizzabili), due furono assegnati all'ufficio interforze di sviluppo bombardieri della Wehrmacht (esemplari che non volarono più fino alla Prima Guerra Coloniale e vennero utilizzati per vari test su apparati e per la riduzione della traccia radar) ed uno alle SS che all'epoca stavano studiando di dotarsi di eventuali pattugliatori d'attacco a lungo raggio atmosferici e spaziali, il VB-13 nelle SS fu testato per alcuni mesi e poi venne anch'esso assegnato all'ufficio tecnico interforze durante il 2005, ma a partire dal 2008 tutte e tre le macchine passarono sotto il controllo diretto delle SS. Certamente una di queste macchine fu usata nell'attacco (generato dalla diffusione di false informazioni da parte dei federali, false informazioni create per sviare l'interesse nazista dal programma Aurora allora in fase di completamento) del cosmodromo di Kourou nella Guyana francese del 18 febbraio 2016 che portò alla distruzione di un vettore spaziale e di numerose infrastrutture, rendendo inoperativa la base per tre mesi, l'attacco si concluse però con l'abbattimento del VB-13 da parte dei Flanker federali stazionati nella zona. Le altre due macchine furono osservate a più riprese sul fronte russo e successivamente sul fronte giapponese durante la grande offensiva aerea volta a piegare la resistenza e le capacità industriale federale in Giappone, dopo questo uso non si hanno più notizie certe. Pare che vennero usati spesso nel ruolo antiguerriglia con lunghissimi pattugliamenti sopra le zone calde, pronti ad intervenire appena ce ne fosse stata la necessità, mentre è accertato l'uso di almeno uno di questi velivoli, nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio 2018, nottata in cui si svolse un'importante operazione d'attacco aeronavale contro l'importante convoglio federale SCT-25A diretto verso i porti atlantici francesi per portare rifornimenti alle truppe impegnate nella liberazione dell'Europa. Una macchina venne ritrovata sabotata presso l'aeroporto norvegese di Bodø dalle truppe partigiane del luogo che presero il controllo della zona nei primi mesi del 2018.
SCHEDA TECNICA
Codice: VB-13 Denominazione: Walküre Tipo: Bombardiere Strategico Atmosferico e Spaziale Produttore: Junker-Arado Periodo di produzione: 1968-1980 Reparti di assegnazione: 1a unità di prove tecniche delle SS, I./KG 63 (?, nota 5), IX./KG 1 (?, nota 6), 4° Flotta Aerea Settentrionale (?, nota 7). Propulsione: 4 propulsori a getto tipo Heisenberg Velocità massima: M 4.1 a 13.000 metri di quota Autonomia: 84 ore di volo continuato Equipaggio: 6
Armamento: 3 x Cannoni MK-126 da 27mm 50.000 kg di bombe o missili
Nota 5: Non si hanno notizie certe, il I./KG 63 operò dall'aeroporto di Miroslawiec (Polonia) dall'ottobre 2015, mese in cui fu creato il KG 63, fino al luglio 2017, mese in cui fu sciolto il reparto, sembra che uno dei VB-13 fu assegnato, tra il marzo ed il giugno del 2016 a questa unità.
Nota 6: Il IX./KG 1 operò dall'aeroporto internazionale di Honk Kong per tutta la durata della guerra, fino alla conquista di Honk Kong da parte federale nel dicembre 2017, a questa unità furono sicuramente assegnati i due VB-13 durante le operazioni di bombardamento del Giappone.
Nota 7: La 4° Flotta Aerea Settentrionale copriva un vastissimo territorio che andava dalla Scandinavia alla Siberia ed era principalmente una forza aerea di pattugliamento e di contrasto alle forze sottomarine e ai bombardieri strategici federali, con l'aumento delle forze partigiane in tutti il territorio europeo ei suoi velivoli operarono anche in favore delle forze di terra in missioni COIN, probabilmente ad unità di questa flotta aerea vennero assegnati i VB-13 apparsi su quei fronti.
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