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« Risposta #6 il: 08 Aprile 2016, 18:48:59 » |
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Alcuni giorni orsono nella temperie spirituale che Flora citava, è uscita questa nota:
In giapponese esiste un termine, “nijigen”, che significa “due dimensioni” ed è applicato a un intero immaginario. Questo mondo bidimensionale è, nel bene e nel male, tutto ciò che la realtà non potrà mai essere e, proprio per questo, le sue possibilità sono infinite. Noi, lettori di #manga, ci rifugiamo in questo mondo bidimensionale da così tanti anni da averlo accettato come normale e, a volte, ci dimentichiamo di quanto possa essere frainteso, schernito e strumentalizzato.
Se anche tutti i manga fossero porno (e non è così), sarebbe poi tanto grave? Dopotutto, non si tratta di genere ma di contenuti: un manga di qualità, anche ecchi o hentai, può essere un ottimo fumetto se dato al lettore giusto, e probabilmente il grande riscontro del pubblico femminile di PEEP HOLE ne è la prova.
Non voglio mentire: il #Giappone è un paese, come tutti gli altri, con una grande quantità di problemi che portano il suo popolo a fare cose per certi versi incomprensibili ma, così come ogni medaglia ha due facce, c'è un lato del Giappone che non possiamo fare a meno di amare.
Penso che l'immaginario #Maid sia uno dei pochi ponti tra il mondo a due dimensioni e quello reale e, per questo, sia il più amato dagli otaku di tutto il mondo. Tutto è fantastico, adorabile e sgargiante: le divise, i balletti, le strane personalità da personaggio animato che le maid interpretano, ma anche le classiche “shima pantsu” (sì, le mutandine a righe azzurre) fanno tutti parte dell'atmosfera “moe” e “kawaii” che è il marchio di fabbrica della cultura otaku. Se passeggi per le strade di #Akihabara, tra i cartelloni dai colori psichedelici e le mille luci intermittenti, le maid ti porgono i volantini del locale in cui lavorano, invitandoti con un enorme sorriso: “Anche le ragazze sono benvenute da noi!”. Quando ho chiesto a una di loro se non fosse strano che una ragazza frequentasse un maid cafè, mi sono sentita rispondere: “Se la padroncina è felice, che problema c'è?”. Ho passato un'oretta nel suo cafè, bevuto una bevanda zuccherosa a cui era stata fatta una bizzarra magia perché diventasse più buona (ovvero la mia maid che saltellava con le mani a cuore canticchiando “Moe, Moe, Kyun!”), pagato tre euro per giocare con una di loro al Pirata Pop-Pop, assistito a un balletto e dovuto ammettere di essermi divertita un sacco.
Per alcuni il Giappone è soltanto un posto strano, per altri è dove si realizzano i desideri. Per noi, il Giappone è un luogo che ci ha sempre accolto, stupito e insegnato molto.
Per quanto riguarda i media, sarà sempre così: tutti i videogiochi incitano alla violenza, tutti i manga rendono pervertiti e, per fare notizia, si distorcono ed esagerano i fatti. Per fortuna, solo una di queste affermazioni è vera.
Georgia - J-Pop
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