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General Maggiore
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« Risposta #422 il: 17 Luglio 2007, 14:56:33 » |
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Avviso in questo capitolo Bright terrà un'aria di quelle che uno appena lo vedesse li vien voglia di tirarli una scarica di pugni in faccia, non vogliatemene, ma ho pensato che il giovane ufficiale Bright, uscito non da molto dall'accademia dell'USAF, si stia comportando in questo frangente come chi ha capito tutto (e come si vedrà avrà in gran parte ragione) e faccia di tutto per darsi un'aria di superiorità, giusto perchè si sente come colui che risolverà in un battibaleno il tutto, cosa che di certo l'incontro con l'ufficiale pakistano ha contribuito a convincerlo ancora di più.
Ore 5.00 P.M Aeroporto internazionale del Dubai “Attenti a quel caccia! Non è fatto in cemento!” “Caricate quelle munizioni svelti!” “La centralina di controllo modello 5B che avevo chiesto? Senza di quelle la precisione del 40mm di prua va a farsi benedire” “Da chi? Dal Papa?” risposero, esplodendo in una fragorosa risata, alcuni addetti alla manutenzione degli SP delle SS all'affannato addetto della Luftwaffe che si cimentava nell'ingrato compito di dover far caricare i caccia, gli SP di Deikun e controllare le operazioni di manutenzione del “Gustav” di Garma;il tutto doveva essere fatto entro le 6 quando normalmente per quel lavoro ci sarebbe voluta una mezza giornata. Il povero addetto della Luftwaffe sospirando si pose la più classica delle domande “Ma chi me l'ha fatto fare?”; nello stesso momento a qualche centinaio e più di chilometri un affannato Amuro si domandava la stessa cosa mentre cercava di portare in condizioni operative il suo Gundam, compito che non veniva facilitato di certo dalle turbolenze che la WB incontrava nel volo a bassa quota. “Su resisti è solo un po' di turbolenza, mai viaggiato in aereo?” chiese un divertito professore Kozumi a vedere la faccia di Amuro, mentre lo stava aiutando a ripristinare i collegamenti elettrici del braccio destro del Gundam, “Solo due volte, ma volavo ad alta quota, senza queste put**** di turbolenze” rispose un Amuro che stava assumendo un colorito leggermente tendente al verde, “Vè non si dicono le parolacce e poi Bright te lo ha detto, non vuole lasciare ai nemici l'iniziativa, perciò voleremo bassi, solo quando sarà il momento che vorremo farci identificare cominceremo a volare alti, quindi lavora! Piuttosto passami quella pinza. Grazie.”. Ormai la White Base era vicina alle posizioni dei guerriglieri della regione del Farah, la regione dove Bright voleva tendere la trappola alle forze naziste. “Tenete gli occhi aperti, appena vediamo una t bruciare avvertitemi, dovremo atterrare in quella zona” disse Bright all'equipaggio presente sul ponte di comando, “Mi scusi se le porgo la domanda, ma credo che sia quello che si stiano domandando tutti, perché dobbiamo rischiare tendendo una trappola alle forze nemiche? Non sarebbe meglio fuggire alla massima velocità verso il territorio federale?” chiese tra un misto di incredulità e velata felicità generale dell'equipaggio (che voleva porre la stessa domanda, ma non ne aveva il coraggio), “Mirai, secondo te siamo qui a fare una allegra scampagnata, cosa che farei più che volentieri o a combattere?” chiese Bright tra l'incredulità generale dell'equipaggio che non capi dove volesse arrivare il comandante “A combattere! Ma adesso la situazione impone che noi raggiungiamo il territorio federale, Bright!” disse con un velo di risentimento e sfida Mirai. “Esattamente! Ma mi dica, quali sono gli unici due mezzi che una volta che noi ci troviamo in volo hanno una reale possibilità di abbattere la White Base e qual'è la rotta più veloce per arrivare in territorio federale?” chiese con un sorriso sornione Bright “I caccia e i “Gustav” nemici sono i due più pericolosi mezzi e la traiettoria più veloce è attraverso l'Arabia Saudita” rispose stizzitamente Mirai che pensò tutto il male possibile di Bright. “Brava! Dai che hai quasi compreso il mio piano! E qual'è la base principale della Luftwaffe dove sono stanziati i “Gustav?” rispose con un malcelato orgoglio Bright. “Dubai” rispose Mirai, stringendosi tra i denti una parola che non era propriamente un complimento. “...e quindi lei pensa di distruggere o per lo meno rendere inoperativi i “Gustav”, che fra poco decolleranno per intercettarci, in un territorio che a noi può essere favorevole rendendoci più tranquillo un eventuale passaggio attraverso l'Arabia Saudita cosa che adesso sarebbe quasi completamente impossibile dato che i nazisti controllano la posizione chiave del Dubai.” aggiunse Sleggar entrato da poco nella plancia di comando “Mirai non se la prenda con Bright, ma capisca che a Bright è venuta in mente una strategia a cui neanche molti anziani generali dell'USAF avrebbero pensato, forse ad alcuni del corpo aereo dei marines, ma non molti dopotutto” aggiunse con una sonora risata Sleggar. “La ringrazio del complimento” rispose tutto soddisfatto Bright, felice che qualche d'uno apprezzasse il suo piano, tanto più che il complimento giungeva da un marines qual'era Sleggar (si sa, la rivalità tra le quattro forze armate americane è sempre stata molto pesante). “Qui postazione n°3, avvistato 6 km a nord una T che stà bruciando” “Qui Bright, siete sicuri?” “Sicurissimi signore.” rispose prontamente l'artigliere della postazione n°3, “Mirai si diriga verso le coordinate riferite dalla postazione” “A tutto l'equipaggio mettersi in stato di allerta 2, tutte le postazioni di artiglieria operative, Patriot operativi, batterie di missili AG operative, inoltre i MS si posizionino in stand-by” disse, divenendo improvvisamente serio, Bright. “Per fortuna che abbiamo finito in tempo, io torno in infermia, ci vediamo Amuro!” “Grazie ancora professore!” “Di niente! È il mio mestiere!” disse allontanandosi il professore Kozumi. “Ok, ora dovresti essere a posto” disse, rivolgendosi all'RX-78, Amuro, anche lui stava prendendo l'abitudine classica dei piloti di parlare con le proprie macchine; Amuro lo guardò per qualche secondo in attesa di una risposta che non sarebbe arrivata e poi entrò in cabina di pilotaggio per mettere il suo Gundam in posizione di stand-by.
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