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Autore Topic: Ultimate Century - storia originale  (Letto 264771 volte)
pna
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« Risposta #195 il: 08 Giugno 2007, 20:05:14 »

Citato da: "ttma"e
Citazione
Il nome deriva dalla frase pronunciata dall’asso Jung durante la prima missione con l’uso di questi missili; la frase era : “Lanciamo ai nazisti un piccolo pensiero di pace”.

 Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy

io suggerirei una modifica agli SSM-13

in pratica, la possibilità di sostituire una testata convenzionale con una a testata nucleare, il cui impiego è ovviamente (tatticamente) limitato alla neutralizzazione degli SKeSTRAL nazisti.

Ti lancio un'idea per un altro missile anti MS

doppio stadio, con il secondo stadio caratterizzato da una testata Stealth attiva

sui CAT... un'annotazione... dovrebbero esisterne almeno 3 versioni diverse, una prodotta in Argentina e Brasile (dalla FIAT sudamerica), ed una prodotta su commessa dalla Toyota e dalla GM USA. Ricordiamoci che la nostra italietta viene conquistata dai Nazi nelle prime ore di guerra.
PEr cui potrebbe esistere anche un CAT nazi con alcune dovute modifiche...


il missile anti-ms non mi stuzzica, di più cool ! Se poi un mio compagno di classe si decidesse a passarmi CAD potrei anche farne qualche vista in prospettiva...

In quanto alle CAT più che altro si differirebbero per piccoli particolari quelli prodotti dalla Federazione (al più il motore utilizzato su quelli Toyota potrebbe essere un derivato di quelli montati su similari mezzi jap, mentre quelli prodotti dalla Fiat e dalla GM, quest'ultima come sub-contractor della BAE attraverso la controllata United Defense, dovrebbero essere uguali, al più i primi lotti di quelli prodotti dalla FIAT sud-americana potrebbero essere degli ibridi con gli originali mezzi Lince italiani).
In quanto ai CAT nazisti si può immaginare che ne siano riusciti a produrre un 2000-3000 unità con cui hanno riequipaggiato i corpi speciali, i CAT nazi dei primi lotti non dovrebbero presentare differenze di fondo se non nell'equipaggiamento, mentre quelli degli ultimi potrebbero presentare una blindatura migliorata ed un motore (completamente elettrico per far fronte ad eventuali penurie di carburante provocate da sabotaggi ai pozzi petroliferi?) nuovo.

Le "schede dei personaggi e famiglie" è troppo bella, è scritta cosi bene che quei personaggi sembrano esistere veramente! (voglio l'emoticon che batte le mani!!!)
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matte
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« Risposta #196 il: 08 Giugno 2007, 20:18:07 »

Citazione
mentre quelli degli ultimi potrebbero presentare una blindatura migliorata ed un motore (completamente elettrico per far fronte ad eventuali penurie di carburante provocate da sabotaggi ai pozzi petroliferi?) nuovo.


ottima l'idea del motore elettrico

i Nazi dovrebbero disporre di un'ottima tecnologia relativa ai motori elettrici, in quanto - nelle colonie, non disponendo di carburante fossile, tutti i veicoli dovrebbero essere così equipaggiati. con l'eccezione delle unità militari, funzionanti con reattori di tipo Minowsky, garantenti performance maggiori e maggiore autonomia. MA anche caratterizzati da dimensioni e costo tali da renderli inutilizzabili in veicoli di "vera" mass production (come le jeep, appunto).

Diciamo, tornando a bomba, che potrebbero esistere:

- un modello "originale", (Original Cat?), quello prodotta da FIAT e GM
- un modello Jap-Cat prodotto da Toyota, funzionante con un motore Diesel di diversa concezione (i migliori Diesel, si sa, li produce FIAT... e non è una battuta!), o magari con un motore a benzina per incontrare i "gusti" americani
- un modello Nazi (Luchs, Lince in Tedesco ?), con motore elettrico anziché a combustione, che può venire ricaricato dai generatori Minowsky dei Donner.

Che ne dici?
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pna
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« Risposta #197 il: 08 Giugno 2007, 20:24:23 »

Quotato in pieno! Vado a modificare la scheda! Sul SSM-13 però non credo che possa portare una testata nucleare è troppo piccolo, magari un missile più grosso.
Un possibile SSMN-14?...lo stò già scrivendo domani o dopodomani lo posto (prima mi leggo qualche cosa sui grossi missili sovietici antinave a testata nucleare). Very Happy  Very Happy
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matte
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« Risposta #198 il: 08 Giugno 2007, 20:46:43 »

lo vedo molto bene

come sigla, tuttavia, suggerirei SSM-14, distinguendo poi una testata di tipo N (SSM-14N), con una carica a fusione, ed una di tipo SSM-14A, di tipo convenzionale, a testata cava, progettata appositamente per abbattere le corazzate spaziali

come i siluri dei sommergibili russi, insomma...  Very Happy
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pna
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« Risposta #199 il: 08 Giugno 2007, 20:54:11 »

Citato da: "emt"ta
lo vedo molto bene

come sigla, tuttavia, suggerirei SSM-14, distinguendo poi una testata di tipo N (SSM-14N), con una carica a fusione, ed una di tipo SSM-14A, di tipo convenzionale, a testata cava, progettata appositamente per abbattere le corazzate spaziali

come i siluri dei sommergibili russi, insomma...  Very Happy


aggiudicato, una testata per un attacco di precisione e una per la "pulizia" di intere zone mi sembra una ottima idea, garantendo quindi di avere un missile che in poco tempo si può riconfigurare per la missione prevista e quindi disponendo di un'ottima flessibilità operativa.
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matte
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« Risposta #200 il: 09 Giugno 2007, 07:43:00 »

Ultimate Century Wikipedia
… ovverosia …
Schede personaggi e famiglie


Il complotto del silenzio. Dopo la fine della guerra, e la disfatta del Reich, molti si interrogarono su come fosse stato possibile arrivare realmente ad un passo dalla fine. Collateralmente al cosiddetto Secondo Processo di Norimberga (vedi), presieduto da giudici militari e civili, un tribunale esclusivamente civile fu incaricato di chiarire tutto il complesso di depistaggi messi in atto dal 1947 – anno dell’incidente di Roswell.

In corrispondenza dell’apertura del processo, il presidente federale Sean Miller dichiarò che compito primario del processo fosse “stabilire le effettive responsabilità dei decaduti governi mondiali negli eventi quindi verificatesi, appurando se questi ultimi avessero potuto, o meno, prevenirli o rendere meno gravose le loro conseguenze.”

Le parole del presidente Miller furono interpretate come una vera e propria “investitura ufficiale” da parte dei due pubblici ministeri, Alfred Dooley e Rahaman Saman: forti dell’appoggio presidenziale, essi ottennero che tutti i documenti relativi fossero immediatamente messi a disposizione. Nonostante buona parte degli archivi segreti francesi, russi e cinesi fossero andati distrutti durante la guerra, la commissione inquirente impiegò un anno e mezzo solo per portarne a termine un primo e sommario esame degli atti, precedentemente segreti, ancora conservati a Langley (USA) e Whitehall (UK).

L’analisi dei documenti e le deposizioni raccolte durante l’istruttoria, diedero corpo a ciò che Ezio Lugari, grande giornalista dell’epoca, definì “il complotto del silenzio”.

Secondo la ricostruzione ufficiale, i governi Alleati – USA, Francia, Regno Unito, URSS e Repubblica Cinese – sospettarono l’esistenza del progetto Zweite Heimat già nel 1943, sospetti nutriti ed alimentati dalla cattura di un sommergibile nazista diretto verso l’Antartide, dove la base di lancio (nome in codice “Regenbogenbrücke”, “Ponte dell’Arcobaleno”) stava venendo segretamente predisposta.

Le esigenze belliche distolsero l’attenzione dalle relative indagini, che le successive rivalità intercorse al termine del conflitto sostanzialmente sospesero.

La conferma dell’attività nazista arrivò nel 1947, con il famoso incidente di Roswell. A cadere nel deserto del Nevada era stato un caccia da combattimento Volksstürmer FB01, unità dotata di un propulsore Minowsky sperimentale. Il suo equipaggio, composto da quattro elementi, era stato effettivamente catturato – ma a causa delle gravi ferite riportate, non era stato possibile interrogare nessuno degli stessi, deceduti entro 72 h dall’evento.

La folla di curiosi, che aveva notato gli strani movimenti attorno alla futura Area 51, aveva quindi spinto il servizio segreto americano a creare la celebre montatura degli “alieni di Roswell”, con tutto quello che ne sarebbe seguito negli anni a venire.

Secondo la documentazione raccolta, il servizio segreto americano (all’epoca ancora OSS, Organization of Secret Service, destinata a diventare Central Intelligence Agency l’anno seguente) aveva immediatamente informato sia il presidente Truman che gli alleati, britannici e francesi: i sovietici ed i cinesi, nello stesso periodo, eseguivano osservazioni simili, che li avrebbero portati (rispettivamente nel 1948 e nel 1951) a confermare la sopravvivenza di una “cellula dormiente” del nemico nazista. Il presidente francese Charles de Gaulle avrebbe voluto organizzare immediatamente un’operazione su vasta scala, volta ad estirpare i Nazisti una volta per tutte. Il conflitto coreano e la “questione berlinese” tuttavia, inasprirono irrimediabilmente i rapporti fra gli alleati, che non riuscirono a giungere ad un accordo prima del 1952.

In quell’anno, una conferenza segreta (1952) fra i capi di stato dei cinque membri del Consiglio di Sicurezza (da notare che, all’epoca, la Cina fosse rappresentata da Taiwan e non da Pekino, subentrata solo dal 1970) avrebbe quindi autorizzato una massiccia operazione militare segreta, destinata a stanare ed eliminare l’ultima cellula nazista. Poche settimane prima dell’inizio delle operazioni, dissidi fra Ike Eisenhower e Josip Stalin (nonostante l’opinione favorevole dell’ancora allineato Mao Tse-dong) ritardarono, apparentemente sine die, le procedure di ingaggio.

Dopo la morte di Stalin, la temporanea distensione dei rapporti USA-URSS durante la presidenza di Nikita Krusciov, rese nuovamente possibile un comune intervento armato. Gli eserciti alleati intervennero (1958), ma scoprirono di essere arrivati troppo tardi: l’Antartide era stata abbandonata, e le basi praticamente svuotate di ogni contenuto.

Negli anni seguenti fu chiaro praticamente a tutti che i Nazisti fossero fuggiti nello spazio, anche se ciò sembrava incredibile. Conferma diretta fu il continuo crescere degli avvistamenti di velivoli nazisti, celati all’opinione pubblica attraverso la copertura di fantomatici ed inesistenti alieni. Dietro il little green man si celava l’odiata svastica nazista – ma nessuno avrebbe mai dovuto saperlo. L’evoluzione del programma spaziale americano e russo, infine, fornì la definitiva conferma. Dopo la celebre foto del 1969 (la bandiera con la Svastica pianta sulla superficie lunare), successive conferme vennero dalle sonde Viking, Mariner, Voyager e Galileo, nonché dal più recente programma di esplorazione di Marte. Queste ultime erano state persino in grado di identificare alcuni prototipi di MS durante il loro roll-out: tutte le immagini relative erano state immediatamente segretate e, dove ciò non era possibile, veniva propagandata l’improvvisa sparizione delle sonde scientifiche. Anche a costo di coprire di ridicolo tutta la NASA, il segreto sul Reich doveva restare il più assoluto.

Perché? Le spiegazioni ufficiali non convincono. Secondo quanto ricostruito da Saman e Dooley, i governi del Consiglio di Sicurezza temevano, con quale base di certezza non è dato saperlo, che la notizia di un Reich redivivo potesse gettare la popolazione nel caos più completo. Inoltre, pur percependo la necessità di un intervento diretto, questo appariva tecnicamente impossibile, essendo troppo arretrata la tecnologia missilistica all’epoca a disposizione.

Secondo le più recenti ricostruzioni – e se fossero vere, si tratterebbe di qualcosa di gravissimo – né i governi occidentali, né il regime sovietico avevano in realtà la minima intenzione di procedere militarmente nei confronti di quello che avrebbe potuto rivelarsi un potenziale e decisivo alleato. Riposta la forte coesione raggiunta durante la Guerra, un documento segreto del Ministero della Difesa degli USA (1966) identificava la necessità primaria di stabilire un solido contatto con il governo del Reich in esilio, valutando quindi l’opportunità di una comune alleanza nei confronti dei sovietici. Protocolli simili venivano stilati anche oltrecortina, rappresentando la più verosimile spiegazione dell’indulgenza manifestata da una parte e dall’altra.

Al termine della Guerra Fredda, nel 1989, i presidenti Bush e Gorbaciov discussero lungamente – collateralmente agli accordi START – di rendere pubblici i documenti relativi al Quarto Reich. Ciò sarebbe dovuto avvenire nel 1991, alla fine dell’estate, in un’apposita conferenza stampa congiunta: il colpo di stato militare, l’ascesa di Eltsin, la frantumazione dell’URSS, ed infine la caduta di Gorbaciov resero tale progetto irrealistico, facendolo naufragare, irrimediabilmente.

Invitato a deporre (cosa che fece puntualmente, il 12. Gennaio del 2019), l’ex Presidente USA Bill Clinton dichiarò di essere stato messo al corrente del Quarto Reich durante la cerimonia di consegna dei codici di lancio dei missili nucleari, ed al tempo stesso di aver rinnovato un’ordinanza presidenziale segreta (in codice, documento Blue Book) relativa alla censura di qualsiasi documento, immagine od altro che potesse tradire l’esistenza del Quarto Reich.
Interrogato sul perché di tale desione, Clinton aveva risposto in questi termini: “Nel 1992, noi sapevamo della Loro esistenza. Ma non avevamo idea né di come raggiungerli, né di cosa volessero fare – realmente. A conti fatti, era come trovarsi sui due lati dell’Atlantico disponendo di una barca a remi come unico mezzo di trasporto… a quel punto, annuciare al mondo l’esistenza di una potenziale, ma intoccabile, minaccia dove ci avrebbe portato? Dove? All’isteria collettiva. Senza contare che, sapendosi scoperti, i Nazisti avrebbero potuto scatenare una guerra che ancora speravamo di evitare …”

Clinton fu scagionato, nonostante il pubblico ministero Dooley avesse richiesto una condanna esemplare: motivazione della sentenza fu “la verosimiglianza delle obiezioni sollevate durante il dibattimento”.

A partire dal 1999, una serie di telescopi spaziali militari fu in grado di spiare più attentamente le mosse dei nazisti, scoprendone la flotta in fase di lenta ma costante costituzione. L’impegno militare avrebbe subito una decisiva accelerazione solo negli anni seguenti, ma questo spinse i governi dei paesi NATO, così come la Russia, a finanziare progetti militari destinati ad opporsi all’ormai imminente invasione – in particolare, il progetto V.

Il momento più duro e spinoso del processo si verificò nel Dicembre 2019, quando il giudice Dooley presentò i risultati delle indagini condotte su alcune morti sospette. Giornalisti, come Nicholas Carter (USA, 1966),  Damon Smith (UK, 1971), Giovanni Alfano (Italia, 1982), Wayne Blake (Canada, 1983), Julien Sorel (Francia, 1984), James Duhill (USA, 1985), Hans Schwabel (RFT, 1988), Georg Narbert (Svezia, 1990), Albert Duhill (fratello di James) (USA, 1991), ed Oleg Ratchewsky (Federazione Russa, 1994). Oppure, scienziati, come John Lambert (USA, 1967), Stuart Spencer (USA, 1969), Garamer Dolmer (Turchia, 1991), Klaus Lafontaine (RFT, 1995), Piotr Romanovic (Federazione Russa, 2001). Ma anche gente comune, entrata in contatto con i nazisti durante loro spedizioni a terra, e rifiutatasi di contribuire al depistaggio ed alla copertura orchestrati dai servizi segreti. Si scoprì, inoltre, che decine di alti ufficiali di vari eserciti fossero stati inibiti, talora incarcerati, in certi casi persino uccisi – anche soltanto per aver esposto critiche nei confronti del “complotto del silenzio”
Dopo un lungo dibattimento, le responsabilità dei rispettivi governi furono appurate e riconosciute: alla luce della verità giudiziaria, si era trattato di vere e proprie “condanne a morte”, pronunciate in totale assenza di ogni valida motivazione, anche in Paesi (come l’Italia) che non ammettevano tale genere di pena.
“Atti ignobili”, come furono definiti dai pubblici ministeri: nonostante mille difficoltà, i due PM ottennero che i firmatari delle esecuzioni ancora viventi fossero processati con l’accusa di “Alto tradimento”, “Crimini contro l’Umanità”, e di “Congiura nei confronti della Pace Mondiale”. I medesimi atti d’accusa riservati a buona parte dei gerarchi nazisti catturati e processati a Norimberga.
Alla fine del processo, furono pronunciate due sentenze di condanna a morte per impiccagione […], quattro condanne al carcere a vita […], e sette condanne a 20 di reclusione in regime di carcere duro.

Nel 2021, sopravvissuti a due attentati con auto-bomba, i PM Sahman e Dooley furono candidati al Premio Nobel per la Pace, loro assegnato nel 2022 insieme ai pubblici ministeri civili Scherbanenko e Doleak, impegnati nel vero o e proprio Secondo Processo di Norimberga, con la motivazione di “aver contribuito, nonostante innumerevoli difficoltà, a rendere giustizia, senza che il loro atto assumesse mai i contorni della bieca, e deprecabile vendetta”.

Kozumi Soichiro
(21. Febbraio 1970 AD, 22. Dicembre 25 NC). Soprannomi: “il papà del Gundam”, “herr Professor”, “Professor-san” ma, soprattutto, “professor Otaku”.

Soichiro Kozumi nacque il 21. Febbraio 1970 a Nagita, un piccolo villaggio in prossimità di Nagano, nell’Hokkaido. I suoi genitori, Akira Kozumi e Nami Ashitaka, erano di estrazione sociale modesta: originari dello stesso villaggio di Nagita, si erano trasferiti nella regione del Kanto in gioventù, subito dopo il matrimonio, lavorando per oltre dieci anni presso la Honda Motorcycles. Con i soldi risparmiati, e grazie al decisivo contributo dei genitori, erano infine riusciti a comprare un negozio di alimentari nel paesello natio, dove avevano fatto ritorno poco prima della nascita del loro unico figlio, Soichiro.

“Non eravamo ricchi – ma non mi mancava mai niente. Se desideravo un libro, i miei genitori me lo compravano. Se volevo dei fumetti, dei videogiochi o dei giocattoli, beh… mia madre non si comprò mai una pelliccia, ma io avevo la collezione completa di Final Fantasy… Ci fu solo una cosa che mi mancò veramente, durante tutta la mia infanzia. Un amico.”

Quella di Soichiro fu, giocoforza, un’infanzia solitaria. Nagita non aveva scuole, ed il ragazzo era costretto a compiere lunghi viaggi in pulmino, sin dalla più tenera infanzia: il suo compagno di classe più vicino abitava a quasi dodici chilometri. Suoi amici, durante gli interminabili spostamenti, e nel corso delle infinite notti invernali, furono i libri. Romanzi, anche e soprattutto di Autori occidentali, spesso in lingua originale; saggi, testi scientifici… Divorava tutto, con una fama insaziabile. Dedicava ogni minuto della sua giornata allo studio – unico svago, la visione dei pochi animé che la televisione locale trasmetteva. In particolare, di un celebre cartone animato dell’epoca: Mobile Suit Gundam, di cui divenne un vero e proprio fanatico. Una passione, quella per i cartoni animati e la fantascienza, che lo avrebbe accompagnato per tutta la sua vita, contribuendo a creare il mito di un uomo fuori dagli schemi, forse un po’ svitato, forse un po’ bambino, che sarebbe stato incarnato dal leggendario soprannome “professor Otaku”.
Conseguiti i migliori risultati di tutto il Giappone agli esami di ammissione alla scuola secondaria, Soichiro ottenne una ricchissima borsa di studio per uno dei più elitari licei di Tokyo. Terminata la scuola superiore, Kozumi avrebbe potuto iscriversi alle migliori università giapponesi, ma preferì lasciare il Paese, raggiungendo la Columbia University. In quell’occasione, Kozumi conobbe il professor Galamir Khan, con il quale intraprese la proficua collaborazione che li avrebbe portati alla scoperta delle nanomacchine bio-simbionti ed all’invenzione del primo cervello positronico. Sempre in quegli anni, durante un party organizzato dallo stesso Khan – e cui Kozumi non avrebbe mai partecipato se Khan non si fosse imposto, il giovane ricercatore fece conoscenza di Joyce Rivelli, all’epoca ventiduenne, sua futura moglie, figlia di un chirurgo plastico di Los Angeles, e futura, brillantissima oculista: sposatisi nel 1992, ebbero il primo dei loro sette figli, Alex, l’anno seguente.

Laureatosi con il massimo dei voti, ottenuto il Dottorato di Ricerca in robotica applicata, Kozumi fu contattato e quindi assunto dalla Honda Robotics nel 1996. Il suo incarico, coordinatore del progetto ASIMO, celava in realtà l’interessamento nel cosiddetto “progetto V”, nel quale il governo giapponese era entrato con un ruolo di primissimo piano sin dal 1992.

Dal 2002, a soli 32 anni, Kozumi divenne l’unico coordinatore di tutto il piano di sviluppo mobile suit, cui impresse la decisiva accelerazione. Le sue scelte ingegneristiche, talora radicali, permisero di portare a termine il progetto V in tempo per contrastare l’aggressione nazista, risultando decisive per l’esito finale del conflitto.
Come avrebbe ammesso in atti segretati alla fine del Secondo Processo di Norimberga, il successo finale del progetto V fu comunque possibile solo grazie ad una serie di informazioni provenienti, tramite vie traverse e collaterali, da un misterioso informatore del Reich, soprannominato dallo stesso Kozumi “Char Aznable”, in omaggio ad uno dei personaggi della sua serie preferita. Quando, durante il Processo, Kaswal von Deikun dichiarò di essere tale personaggio, fu proprio l’intervento immediato di Kozumi a determinare la sospensione del processo contro la Cometa Rossa, e la separazione del suo processo dal filone principale dell’inchiesta. Evacuato da Okinawa insieme alla sua famiglia dalla “White Base”, ne seguì la terribile odissea fino alla conclusione, con l’arrivo a Città del Capo. Durante l’eroica fuga della corazzata federale, Kozumi non si limitò a lavorare al supporto tecnico, come logicamente ci si sarebbe aspettati dal “padre” del Gundam: dando l’esempio a tutti gli sfollati della base, ospitati dalla WB, si offrì volontario per qualsiasi attività non bellica fosse richiesta dal mutare delle circostanze. Infermiere, macchinista, cuoco, persino spazzino… Kozumi, sua moglie, i suoi figli maggiori – Alex, Norma e Shiro, erano ovunque, sempre, instancabili. Un esempio che contribuì alla granitica coesione dell’equipaggio, e che fu riconosciuto con una medaglia al valor militare consegnatagli alla fine del conflitto – medaglia che Kozumi non volle mai ritirare.
La fuga sulla WB, e soprattutto la tragica morte del tenente Jose segnarono profondamente il giovane professore: improvvisamente, egli vedeva con i suoi occhi cosa la sua scienza fosse in grado di provocare. Quali disastri potesse generare. Di quali orrori potesse essere la causa… Fu allora, così scrisse nelle sue memorie, che decise di dedicare ogni giorno che il Destino gli avrebbe concesso ad espiare le proprie responsabilità.
Non deve stupire quindi che, a guerra conclusa, Kozumi riprendesse la proprie ricerche nel campo della robotica civile. Continuando la proficua collaborazione con il professor Khan, i due ricercatori riuscirono a produrre la prima interfaccia biomeccanica-neurale nel 2 NC: grazie a questa scoperta, ed al known-how acquisito durante lo sviluppo dei MS, divenne possibile realizzare protesi artificiali complesse, che alleviarono il destino di quanti, durante la guerra, avevano riportato ferite più o meno invalidanti. Due anni dopo (4 NC, 2022), Kozumi e Khan portarono a termine lo sviluppo dei primi organi di senso bioneurali artificiali, perfettamente vicarianti le funzioni dell’occhio e dell’orecchio interno: questa scoperta permise a migliaia di ciechi e sordi di riacquistare il perfetto controllo dei sensi perduti. Con l’abbattimento del segreto militare, atto osteggiato dal governo federale ma strenuamente sostenuto dai due professori, nel 2023 (5 NC) vennero infine rese disponibili su vasta scala le nanomacchine impiegate per la creazione delle interfacce militari: riprogrammate per riparare le lesioni cerebrali, vennero introdotte su vasta scala nel trattamento delle lesioni nervose, rendendole finalmente trattabili, indipendentemente dalla loro gravità.
Già premiati con il Nobel per la medicina nel 2020 (2 NC), Kozumi e Khan furono laureati con il Premio Nobel per la Pace nel 2025 (7 NC). Madrina della cerimonia non fu, come previsto dall’etichetta, la regina di Svezia Viktoria, ma sua figlia Hedel, di sedici anni, rimasta ferita durante un bombardamento nazista, e che aveva potuto riacquisire l’uso delle gambe e della vista proprio grazie al trattamento con nanomacchine. Una scelta che prese di sorpresa tutti, compresi Kozumi e Khan, che scoppiarono a piangere nel cuore della cerimonia, travolti delle emozioni. Durante il discorso celebrativo, Kozumi era ancora tanto emozionato da non riuscire a portarlo a termine: con uno strappo al consolidato rituale, il pubblico lo incoraggiò esplodendo in un vigoroso e sincero applauso, poi entrato nella “storia” del celeberrimo premio scandinavo.

Nel 2028 (10 NC), Kozumi fu “richiamato a forza” nella neocostituita Unità di Ricerca e Sviluppo Avanzato dell’Esercito Federale Terrestre, incaricata dalla Presidenza con l’atto PoEF n.101/10 di “provvedere allo sviluppo di nuove tecnologie di interesse nazionale”. Per Kozumi, si trattò di un vero e proprio “dramma” personale. Aveva dedicato 10 anni della propria vita all’espiazione dei dolori e dei drammi che le sue ricerche avevano consapevolmente provocato: il secondo Presidente Federale, Hamann Karn, lo costringeva sostanzialmente a “tornare sui propri passi”. Lo fece, senza passione, con impegno, per il proprio innato senso dell’onore, e comprendendo che – agendo diversamente, le armate di von Deikun avrebbero conseguito una facile vittoria sulla Federazione, nei cui valori e nel cui sincero umanesimo, Kozumi credeva ciecamente.

Dal suo intervento, e dalla collaborazione con gli allievi del professor von Deikun, in particolare con Harald Schnellinger, originò il progetto RX93 “Freedom”, causa prima della grande svolta della Seconda Guerra Coloniale, nonché veicolo impiegato dall’asso per antonomasia, Amuro Rey, durante il decisivo confronto con Kaswal von Deikun.

Al termine della Seconda Guerra Coloniale, Kozumi firmò un atto di obiezione di coscienza, con il quale chiese pubblicamente di essere dispensato da qualsiasi attività scientifica. Precedentemente (7 NC) laureatosi in Medicina e Chirurgia, dedicò gli ultimi anni della sua vita a prestare assistenza alle popolazioni africane ed asiatiche travolte dai cataclismi e dalle devastazioni climatiche del tempo. Fondatore di svariati ospedali e lebbrosari, morì nel 15 NC durante un’epidemia di Ebola, contratta prestando assistenza ai malati. Il figlio maggiore, Alex, raccolse il testimone paterno, dedicando tutta la propria vita alla cura dei diseredati e degli “ultimi del mondo”, ricevendo a sua volta il premio Nobel per la Pace nel 34 NC.
Nonostante Kozumi avesse chiesto di essere seppellito a Lambarené, l’ospedale cui aveva dedicato le sue ultime forze, ed in cui era morto, il suo corpo fu richiesto e quindi ottenuto dal governo locale giapponese. Nel 16 NC, lui e la moglie (morta durante la medesima epidemia) furono tumulati con una toccante cerimonia di stato, in un mausoleo eretto a spese della popolazione, nella patria Nagita: il luogo divenne immediatamente meta di veri e propri pellegrinaggi di uomini e donne riconoscenti, di ogni etnia, cultura e religione.
Da allora, il 17. Maggio – giorno della sua morte così come della sua tumulazione, è considerato festa nazionale in tutto il territorio federale. A partire dal 19 NC, il nome di Soichiro Kozumi ha trovato spazio nella roccia granitica ed eterna del “Monumento dei Giusti”.[/b]
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« Risposta #201 il: 09 Giugno 2007, 15:24:48 »

Citato da: t"e"tma
Citazione
Intendevo solo per rendere di più facile lettura il topic, dato che (suppongo) quello rimarrà sul forum.


Per me OK...

ce la faresti a dargli un aspetto (graficamente parlando) simile alla wikipedia?

Non avevo pretese così ambiziose, pensavo solo a modificare il post iniziale inserendo i link ai singoli messaggi rilevanti per la storia, oppure creare un thread apposito che facesse da indice, nulla più! wink

Ciao!
Priest Guntank.
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« Risposta #202 il: 09 Giugno 2007, 17:42:58 »

Nuova scheda nuovo missile, domani mi metto al lavoro per i caccia nazisti.
SSM-14A/N
L’SSM-14A e N affonda le sue radici nella guerra fredda, quando i due contendenti svilupparono missili dei più svariati tipi anti-nave e anti-sommergibile a testata nucleare.
Alla metà degli anni ’80 comiciò ad essere sviluppato, in risposta al SS-N-22 Sunburn sovietico,  l’RGMN-114 Antietam.
Lo sviluppo del missile (portato avanti dalla marina americana) rimase allo stadio puramente concettuale per via della fine della contrapposizione tra blocchi.
Nel 2008 satelliti spia americani che sorvegliavano le manovre delle forze naziste nelle colonie spaziali si resero conto che ormai le spaceship da battaglia naziste avevano raggiunto reali risultati operativi e divenne chiaro che in quel momento le forze armate americane non avevano alcun sistema per reagire ad eventuali attacchi, per questo motivo furono lanciati due programmi l’SSM-13 e l’SSM14 A e N.
Il primo programma era un programma “sicuro” che si basava su strumenti e tecnologie già utilizzati e semplicemente adattati all’uso nello spazio tramite vettore Aurora.
Il secondo programma era più ambizioso: si basava su un progetto in gran parte nuovo e delineato solo di massima.
Come base per questo secondo programma furono prese in esame alcune scelte effettuate sull’RGMN-114 Antietam, in particolare: la possibilità di cambiare tipo di testa di guerra in meno di due minuti attraverso una costruzione modulare della fusoliera del missile (bastava sostituire la prua del missile), la possibilità di “disarmare” la testata nucleare a distanza (garantendo in caso di mancato centro la possibilità che in caso che ricadesse sulla Terra non facesse danni), la possibilità (volendo) di “frammentare” il missile in più parti indipendenti, come testa di guerra e propulsione, verso la parte finale dell’attacco in modo che potesse colpire bersagli multipli, sistema di guida di tipo fire and forget (la nave pensava ad assegnare il bersaglio che poi veniva seguito dai sistemi del missile, togliendo alla nave il compito di guidarlo fino all'obbiettivo)
Il risultato fu un missile (pronto nel 2012) si efficiente, ma troppo grosso per le stive interne dell'Aurora; quest'ultimo lo poteva portare si esternamente, ma facendogli perdere ogni caratteristica stealth; ciò era dovuto al fatto che per motivi di segretezza non venne rivelato ai progettisti la grandezza della stiva in cui doveva essere montato, dando solo valori generici tra 7-8 e 10-11 metri.
I progettisti, pensando che eventualmente la stiva sarebbe stata adattata/creata al missile, puntarono ad usare ogni centimetro disponibile creando un missile di 10756mm, quando la stiva in realtà era lunga 9980mm.
Per non attirare troppo l’attenzione sul programma, già alle prese con le ire della Russia e dei pacifisti (il programma continuava ad essere celato sotto la copertura di un nuovo missile anti-nave e sommergibile nucleare) si accettò di metterlo in produzione, in primis per le nuove corazzate spaziali classe “Pegasus”, anche se ufficialmente i missili erano destinati a rimpiazzare i missili anti-nave e som. dei SSN americani.
Durante l’operazione Star One tutte le “Pegasus” e le poche “Pubblic” (nuova classe di nave spaziale di scorta e appoggio alle Pegasus) disponibili vennero dotate di questi missile, che comunque non potè mai rivelare le sue vere potenzialità e venne presto soppiantato, nel NC 11, dal SSM-21A/N diretta evoluzione dell’SSM-14A/N che però era più compatto potendo essere, finalmente, caricato sugli Aurora e dal loro successore Aurora Borealis.


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Nella prima scrittura non erano  "Pubblic" ma erano "Salamis", sostituito il 30 giugno
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matte
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« Risposta #203 il: 09 Giugno 2007, 18:21:40 »

per priest

avevo capito male, scusami

per me, provvedi pure... sentiti libero di muoverti come preferisci (in fin dei conti, anche il lavoro deve in quale modo divertire... o no?): ci saranno alcune correzioni da fare, sui vari testi, ma possiamo parlarne dopo.

Ciao!


per Pan

sulle Salamis aspetta... non sono convinto di implementarle... vorrei pensarci un po' su

sul resto, tutto ok, come sempre

tra stasera e domani vorrei lavorare al progetto della battaglia di Salomon, con i relativi diagrammi: prima di postarlo, però, vorrei sentire te e Franius per relativi commenti.

Ciao ancora
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« Risposta #204 il: 09 Giugno 2007, 19:10:13 »

Citato da: ate"mt"
per priest

avevo capito male, scusami

per me, provvedi pure... sentiti libero di muoverti come preferisci (in fin dei conti, anche il lavoro deve in quale modo divertire... o no?): ci saranno alcune correzioni da fare, sui vari testi, ma possiamo parlarne dopo.

Ciao!


per Pan

sulle Salamis aspetta... non sono convinto di implementarle... vorrei pensarci un po' su

sul resto, tutto ok, come sempre

tra stasera e domani vorrei lavorare al progetto della battaglia di Salomon, con i relativi diagrammi: prima di postarlo, però, vorrei sentire te e Franius per relativi commenti.

Ciao ancora


Sulle Salamis se scegli di non implementarle non c'è problema (neanche io sono molto convinto sulle Salamis), però le Pegasus da sole mi sembra un pò pochino, magari si potrebbe implementare una nave spaziale piuttosto piccola e semplificata (senza capacità di combattimento atmosferico, munita di propulsione a razzo e veloce da costruire, simile ad una classe Public come dimensioni, ma con armamento fisso maggiorato) con compiti generici di pattugliamento armato, supporto alle unità maggiori e capacità di portare un piccolo numero (2 o al massimo 4) di MS.

In quanto a Salomon, se fossi un produttore penserei ad una battaglia in grande stile, ma pensando ad una battaglia reale opterei più per qualche cosa del tipo: la Federazione scopre all'ultimo l'operazione e invia in zona tutto ciò che ha nello spazio (poco) facendo arrivare sul luogo le unità alla spicciolata senza un vero e proprio piano di battaglia.
Si potrebbe pensare che alcune unità della Federazione (come gli Aurora) arrivino durante la battaglia in corso per via del fatto che erano impegnati in altre missioni o erano in fase di lancio dalla Terra.
Le forze naziste, secondo me, nel tentativo di depistare la Federazione avrebbero mandato forti quantitativi di navi (però dei più vecchi modelli) in operazioni alternative (simulazioni di invasioni via spazio per esempio), quindi le forze naziste intorno a Salomon dovrebbero essere costituite da poche navi e MS (comunque in quantità superiori a quelli schierati dalla Federazione durante la battaglia in un rapporto di 1.5-2 a 1) ma dei migliori modelli.
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« Risposta #205 il: 09 Giugno 2007, 19:13:52 »

Molto bella la cronologia degli eventi.
Bello anche come si incastra con la questione Roswell e altri fatti veramente accaduti. Very Happy
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« Risposta #206 il: 09 Giugno 2007, 19:31:09 »

Citazione
In quanto a Salomon, se fossi un produttore penserei ad una battaglia in grande stile, ma pensando ad una battaglia reale opterei più per qualche cosa del tipo: la Federazione scopre all'ultimo l'operazione e invia in zona tutto ciò che ha nello spazio (poco) facendo arrivare sul luogo le unità alla spicciolata senza un vero e proprio piano di battaglia.
Si potrebbe pensare che alcune unità della Federazione (come gli Aurora) arrivino durante la battaglia in corso per via del fatto che erano impegnati in altre missioni o erano in fase di lancio dalla Terra.


infatti, era proprio quello cui pensavo... (Jung che guida gli Aurora che vanno a tutta, con il rischio che alcuni esplodano o si fermino, e che comunque vanno avanti per poter arrivare... ) e che ne dici di un disperato fronte di TUTTE le unità terrestri che sparano TUTTO quello che hanno contro la cometa nel tentativo di fermarla? e sono costretti a vederla cadere sulla Terra, senza poterla fermare...

questione corazzate
io pensavo ad una classe Pegasus II, la classe Avalon, semplicemente rivista e corretta... un po' come la Albion rispetto alla WB in 0083

in effetti, da sole le Pegasus sono un po' pochino, anche per ragioni di logistica... le Salamis non mi hanno mai convinto... al solito, se qualcuno avesse una buona idea...  Very Happy  Very Happy  Very Happy

x VAL... tu pensa che mi sono trattenuto, ci avrei voluto mettere anche Ustica, ma poi pensavo che qualcuno che nel disastro i suoi cari li ha persi per davvero avrebbe potuto protestare... ed avrebbe avuto mille volte ragione
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« Risposta #207 il: 09 Giugno 2007, 19:52:32 »

Citato da: a""emtt

infatti, era proprio quello cui pensavo... (Jung che guida gli Aurora che vanno a tutta, con il rischio che alcuni esplodano o si fermino, e che comunque vanno avanti per poter arrivare... ) e che ne dici di un disperato fronte di TUTTE le unità terrestri che sparano TUTTO quello che hanno contro la cometa nel tentativo di fermarla? e sono costretti a vederla cadere sulla Terra, senza poterla fermare...

questione corazzate
io pensavo ad una classe Pegasus II, la classe Avalon, semplicemente rivista e corretta... un po' come la Albion rispetto alla WB in 0083


la scena delle unità terrestri che si mettono a sparare a mio dire sarebbe una scena bellissima, l'umanità che stà per assistere alla sua fine e nonostante la disperazione gli esseri umani, anche coloro che non hanno gli strumenti per evitare il disastro, cercano di fermare Salomon pur essendo consapevoli che ciò risulterà inutile, ma non potendo fare nient'altro... meglio provare che assistere impotenti alla propria fine!

La classe Pegasus II credo che che sarebbero assolutamente realistiche. Dopo un anno di esperienza in combattimento credo che gli equipaggi e i tecnici abbiano individuato una tale serie di cose da migliorare che una volta applicate abbiano portato alla creazione di una vera e propria nuova classe (cambiamenti minimali a livello esterno, ma equipaggiamenti, anche principali, completamente cambiati o sensibilmente migliorati).

Una notà su Jung (mi sa che scriverò una biografia di questo personaggio, più si va avanti con lo sviluppo più diventa importante): si potrebbe immaginare che Ryu José, facesse parte del 4° Air Supremacy Wing e che, quando venne abbattuto con il suo EF-2000, facesse parte di una missione speciale, con compiti di scorta alla WB, coordinata da Jung dal suo Typhoon che però non prese direttamente parte alla battaglia essendo impegnato, oltre che nella direzione della battaglia, anche nel fornire copertura antiaerea agli altri velivoli (insieme ovviamente ad altri 3-4 velivoli) .
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matte
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« Risposta #208 il: 10 Giugno 2007, 08:27:06 »

Citazione
Una notà su Jung (mi sa che scriverò una biografia di questo personaggio, più si va avanti con lo sviluppo più diventa importante): si potrebbe immaginare che Ryu José, facesse parte del 4° Air Supremacy Wing e che, quando venne abbattuto con il suo EF-2000, facesse parte di una missione speciale, con compiti di scorta alla WB, coordinata da Jung dal suo Typhoon che però non prese direttamente parte alla battaglia essendo impegnato, oltre che nella direzione della battaglia, anche nel fornire copertura antiaerea agli altri velivoli (insieme ovviamente ad altri 3-4 velivoli) .


approvato

 Very Happy  Very Happy  Very Happy

!!!!!!

piuttosto... a questo punto, visto che con i MS ed i veicoli siam messi benino (voglio sistemare le Pegasus e le Pegasus II, ma van pensate bene... poi ci sanno le Public, per le quali ho già una mezza idea), è quasi ora di cominciare a pensare a quel particolare "fan service" Gundamico che sono assi e squadroni...

per ora, tra una cosa e l'altra, son saltati fuori...

Il Battaglione "Hermann von Salza" di Gato
le "Schwartze Sterne" (che poi sono la solita Black Constellation"
le "Revil's Broken Swords" (il 101° MS costituito SOLO da assi e capitanato da Amuro... in pratica, il meglio del meglio del meglio)
e poi tutte le squadriglie dei caccia, che sarebbero un po' da sistemare...
io quasi quasi comincio a dargli un aspetto più organico...

se qualcuno volesse aiutare è il benvenuto! anche, magari, chi per ora si è limitato a leggere e volesse lanciarsi...


EDIT

sulla scena di Salomon/Apophis...

io la immagino così... lo SKeSTRAL di Salomon è stato distrutto...

Revil ordina a TUTTE le navi ed a TUTTI i MS di lasciar perdere le unità del Reich, che sono comunque in rotta per la morte di Gihren e Cecilia, e per l'esser fuori combattimento di Kaswal

Le unità si piazzano davanti alla cometa e sparano tutto quello che hanno...
la telecamera, intanto, inquadra i volti noti di tutti gli eroi che abbiamo imparato a conoscere durante la guerra, ma anche di gente comune, che non abbiamo mai visto

sulla Terra, intanto, la gente si affanna a scappare,a  rifugiarsi nei rifugi sbrigativamente messi a disposizione

il presidente Miller assiste a tutto dal bunker delle Nazioni Unite, fumando nervosamente (aveva smesso dieci anni prima...)

Intanto, la colonna sonora sale alle stelle, soffocando tutti i rumori della battaglia... una musica come quella iniziale di Heroic Age, e sale, sempre più di ritmo...

la telecamera si stacca...

Huston, che mostra il raggiungimento del punto di non ritorno

e poi

e poi silenzio

la cometa che supera lo sbarramento

raggiunge l'orbita lunare

inizia la caduta sulla terra

ed i combattenti sono costretti ad assistere impotenti alla caduta della cometa... che però si spezza in due all'impatto, e pur creando disastri, non riesce ad essere l'evento di fine del mondo desiderato da Gihren

alcuni piloti di MS e comandanti di navi puntano verso le colonie naziste per distruggerle, ma Revil piazza l'ammiraglia sulla quale si trova proprio nel mezzo del loro percorso... ed ordina di sparare addosso a chiunque si azzarsi... e intanto la scena sfuma, mentre fosche orribili nubi di morte si addensano sulla TErra ferita... come in Deep Impact, insomma...
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« Risposta #209 il: 10 Giugno 2007, 11:14:29 »

Pan, mi devi promettere che però Jung indossa una sciarpa ROSSA in perfetto stile Ryoma Nagare anche quando pilota l'Aurora...

 Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy

sennò, mi tocca introdurre un personaggio "clone" del mito...
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