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Autore Topic: Ultimate Century - storia originale  (Letto 264624 volte)
ilIBno d
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« Risposta #180 il: 07 Giugno 2007, 10:57:07 »

Io dal lato scrittura/idee è meglio che non contribuisca... ^^

Posso proporre qualcosa dal lato tecnico: la discussione sta diventando bella lunga e i pezzi del racconto mi sembrano un po' sparsi in mezzo, magari si può pensare ad organizzarla per bene in un thread coerente (posso tentare di farlo io come mio personale contributo wink) o al limite creare una sezione del forum "fanfic" (anche se su questo si deve pronunciare il capo! ^^), cosa ne dite?

Ciao!
Priest Guntank.
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« Risposta #181 il: 07 Giugno 2007, 11:00:34 »

su questo siamo già, per così dire, "in progress"...  Very Happy
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« Risposta #182 il: 07 Giugno 2007, 14:15:46 »

Citato da: t"meat"
solo un'annotazione... non mi vedo molto i Nazi intitolare una corazzata con il nome "Canaris", visto che l'ammiraglio fu processato e condannato per tradimento del regime...


in effetti è vero, ma sul momento è stato il nome del primo ammiraglio tedesco che mi è venuto in mente, forse sarebbe meglio il nome di "von Deikun" (dal cognome dell'ingegnere) oppure (per andare sul classico) "Tirpitz II".
PS: nei nomi non ho grande fantasia
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« Risposta #183 il: 07 Giugno 2007, 16:53:56 »

M1A5 Abrams ed M1A6 Ivanhoe
Corazzato di ultima generazione americano fu uno dei pochi carri capaci di scontrasi frontalmente col lento ma corazzatissimo carro Adolf.
Caratterizzato dalla dotazione di un cannone da 140mm, questo carro costitui la punta di lancia delle divisioni corazzate americane dal 2013 e nella versione M1A6 Ivanhoe (caratterizzata dalla possibilità di lanciare missili dalla canna da 140mm, seguendo uno standard piuttosto consolidato tra i corazzati russi, e dalla presenza di piastre reattive ERA di origine russa) costitui lo standard delle forze corazzate federali dimostrandosi nettamente superiore al Black Eagle russo.
Il segreto di questo carro stava nella sua corazzatura in materiale composito di nuova generazione che li permetteva a parità di peso alle versioni precedenti di ottenere risultati migliorati nella protezione del 20%; questo materiale fu usato anche sul RX-93 per migliorarne la resistenza nei punti critici.
L’M1A6 Ivanhoe si poteva ottenere attraverso un semplice aggiornamento dell’M1A5 originale, mentre le versioni antecedenti alla M1A5 poterono essere migliorate solo per quel che riguarda l’armamento, le dotazioni interne e le piastre ERA, ma non per quello che riguarda la protezione; l’alto numero di M1A2 ed M1A3, presenti nei magazzini americani ed in giro per il mondo, che vennero aggiornati, vennero chiamati M1A6S (dove S stà per simplified).
Questi mezzi nelle varie versioni parteciparono a tutte le prinicpali operazioni, distinguendosi in particolar modo durante la battaglia di New York.

Momento di gloria:
Durante la riconquista dell’Europa gli Abrams si distinsero nel tenere testa alla divisione corazzata Goring (dotata secondo varie stime, al momento del contrattacco, di circa 150 Adolf e 28 MS di vario tipo)  durante il contrattacco sferrato da quest’ultima nei pressi di Amburgo.
In particolare il 7° plotone carri ed un plotone di MS federali, tennero testa all’intera divisione nemica per circa 16 ore, mentre difendevano una dei principali ponti sull’Elba

Momento inglorioso:
Le versioni in dotazione alle forze saudite (generalmente M1A2 o similari) vennero annientate durante l’attacco nazista non riuscendo a tenere testa a nessuno dei mezzi nemici, addirittura aveva dei problemi contro il mezzo multiruolo per il supporto MS nazista “Donner”.
I problemi erano imputabili ai sistemi di comando e controllo del mezzo e del suo armamento che subivano pesanti deterioramenti a seguito dei disturbi elettronici nazisti (cosa che non avvenne per le versioni successive caratterizzate da una maggiore resistenza alle contromisure elettroniche)


PS: più penso all'idea di dare una storia anche a politici, giornalisti, ect... per quel che riguarda il prima è molto è molto intrigante: il comportamento dei politici in Europa (qualc'uno sarà stato informato dagli americani di ciò che succedeva nello spazio?), il giornalista che sapeva (quella c'è sempre), i discorsi e le idee di Zabi (i suoi veri obbiettivi, magari temeva di perdere la poltrona e per questo fece scatenare la guerra....)...
Sarebbe molto interessante vedere gli intrecci e i comportamenti di personaggi più o meno importanti prima e durante (e perchè no? anche dopo) questa vicenda.
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matte
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« Risposta #184 il: 07 Giugno 2007, 18:06:18 »

urka Pan, mi obblighi davvero a fare le schede degli Adolf e dei Donner!
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« Risposta #185 il: 07 Giugno 2007, 18:10:46 »

Citazione
PS: più penso all'idea di dare una storia anche a politici, giornalisti, ect... per quel che riguarda il prima è molto è molto intrigante: il comportamento dei politici in Europa (qualc'uno sarà stato informato dagli americani di ciò che succedeva nello spazio?), il giornalista che sapeva (quella c'è sempre), i discorsi e le idee di Zabi (i suoi veri obbiettivi, magari temeva di perdere la poltrona e per questo fece scatenare la guerra....)...


rinnovando l'invito a Val ed a tutti gli altri di contribuire, anticipo che alcune cose sulla famiglia Zabi son già pronte. Per ragioni tecniche, sono su un computer che non è connesso a internet essendo il mio fido G4 portatile, le posterò domattina...
inoltre, ci sarebbe la "side story" della Rosa Bianca...
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« Risposta #186 il: 07 Giugno 2007, 18:15:41 »

Citazione
forse sarebbe meglio il nome di "von Deikun" (dal cognome dell'ingegnere) oppure (per andare sul classico) "Tirpitz II".


fra i due nomi mi piace molto "von Deikun"... altrimenti che ne dici di "Heinrich der Loewe", Enrico il Leone - il fondatore di quelle cittadine chiamate Amburgo, Lubecca, Monaco e Dresda...
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« Risposta #187 il: 07 Giugno 2007, 18:29:25 »

non preoccuparti! razz  Se vuoi le faccio io, ho già in mente come dovrebbero essere i due mezzi:

Adolf : grosso il doppio di un M1A6 ma estremamente lento, dotato di un cannone ad anima liscia da 210mm e di una corazza che nella parte frontale è in grado di resistere a colpi diretti da 120mm sparati a distanze di 200m.
Caratterizzato dalla presenza di un reattore minovsky ultra-compatto (posto nella parte anteriore del veicolo) e dalla torretta che può diventare un modulo di salvataggio sarebbe stato un ottimo carro di sfondamento, ma la federazione non accettò quasi mai il combattimento serrato contro questo carro preferendogli usare contro imboscate di M10 e M1A6, che si rivelarono micidiali contro il lento ed impacciato Adolf.
L'Adolf, quando fu possibile, veniva accompagnato da MBT catturati dai nazisti e nelle giuste condizioni poteva rivelarsi una vera e propria cannoniera con i cingoli.

Donner : Con la comparsa dei MS e dopo vari test su Marte il comando nazista senti l'esigenza di un mezzo in grado di supportare i MS, portando sul campo di battaglia munizioni e pezzi di ricambio; il risultato fu il Donner simile all'Adolf, ma senza torretta da 175mm (sostituita con una torretta a controllo remoto da 30mm per l'autodifesa), con la corazza estremamente ridotta e con la possibilità (poi standardizzata anche agli Adolf) di portare un rimorchio per incrementare il carico utile, tra l'altro il mezzo se non portava parti di ricambio e munizioni poteva portare al suo interno una intera squadra di fanteria diventando quindi un IFV.
Dal Donner basico ne furono ricavate versioni specializzate come: Posto di comando, mezzo d'artiglieria semovente (ottenuto montandogli pezzi d'artiglieria non autopropulsa catturati nelle varie fasi della guerra), mezzo di soccorso sanitario, mezzo sminatore e posto di osservazione avanzato; comunque spesso essendo le modifiche fatte sul campo (eccetto la posto di comando) si ottennero versioni che spesso incorporavano più versioni o completamente differenti da quelle citate, per i più svariati ruoli (utile citare la Donner F/4v su cui fu montata, in via sperimentale, una arma laser).

Cosa ne pensi?

"Heinrich der Loewe" mi sembra perfetto, vado subito a sostituirlo.
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« Risposta #188 il: 07 Giugno 2007, 18:33:00 »

mi gusta molto il Donner

devo pensare un po' sull'Adolf




ma sai come la penso sul tuo lavoro: bravissimo, come sempre Very Happy


EDIT:

ho appena riletto il tutto. Personalmente, approvo in toto. Anche se, forse, le esigenze belliche del Reich imporrebbero carri più leggeri dell'Adolf da affiancare ai MS... del resto, io mi son sempre immaginato MS decisamente più compatti e di dimensioni più contenute rispetto a quelli dello UC "classico". Per cui, tuttosommato va bene pure così! Mi sembra un ottimo punto di partenza.

PEr quanto riguarda le sigle di codifica, i carri armati tedeschi, durante la guerra, usavano sigle del tipo "PzKpfW", che starebbe per Panzerkampfwagen - Carro da guerra corazzato. L'Adolf potrebbe essere qualcosa del tipo PzKpfW - 107, mentre il Donner potrebbe avere un nome modificato, tipo PzKpfW H107 per indicare la comune derivazione ingegneristica, ma la diversa destinazione (H = Hilfe, aiuto).
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« Risposta #189 il: 07 Giugno 2007, 19:59:50 »

Citato da: mtate""
mi gusta molto il Donner

devo pensare un po' sull'Adolf




ma sai come la penso sul tuo lavoro: bravissimo, come sempre Very Happy


EDIT:

ho appena riletto il tutto. Personalmente, approvo in toto. Anche se, forse, le esigenze belliche del Reich imporrebbero carri più leggeri dell'Adolf da affiancare ai MS... del resto, io mi son sempre immaginato MS decisamente più compatti e di dimensioni più contenute rispetto a quelli dello UC "classico". Per cui, tuttosommato va bene pure così! Mi sembra un ottimo punto di partenza.

PEr quanto riguarda le sigle di codifica, i carri armati tedeschi, durante la guerra, usavano sigle del tipo "PzKpfW", che starebbe per Panzerkampfwagen - Carro da guerra corazzato. L'Adolf potrebbe essere qualcosa del tipo PzKpfW - 107, mentre il Donner potrebbe avere un nome modificato, tipo PzKpfW H107 per indicare la comune derivazione ingegneristica, ma la diversa destinazione (H = Hilfe, aiuto).


concordo pienamente, ma per il Donner pensavo a qualcosa sul genere Sd.Kfz-450/1 Ausf.A (per esempio per la versione base), pensando ad un parallelo con il tuttofare Sd.Kfz.250 o Sd.Kfz.251 Blitz tedesco della WWII.
Anche se PzKpfW H107 sarebbe dal punto di vista tecnico più giusto essendo il Donner una derivazione dell'Adolf.
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ilIBno d
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« Risposta #190 il: 08 Giugno 2007, 09:08:16 »

Citato da: a""ttme
su questo siamo già, per così dire, "in progress"...  Very Happy

Questo non ci vuole molto ad intuirlo... wink
Intendevo solo per rendere di più facile lettura il topic, dato che (suppongo) quello rimarrà sul forum.

Ciao!
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« Risposta #191 il: 08 Giugno 2007, 11:49:49 »

Citazione
Intendevo solo per rendere di più facile lettura il topic, dato che (suppongo) quello rimarrà sul forum.


Per me OK...

ce la faresti a dargli un aspetto (graficamente parlando) simile alla wikipedia?
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« Risposta #192 il: 08 Giugno 2007, 17:35:59 »

Ecco due nuove descrizioni (forse le ultime per i mezzi federali, a parte ancora un aereo da trasporto che dovrò scegliere e l'F-22 Raptor) di cui una riferita ad un particolare sistema d'arma (c'è il punto della battaglia di Salomon nell'SSM-13, però, che non mi convince molto dal punto di vista tecnico e perciò potrei dopo qualche ricerca su missili e simili in futuro cambiarla):

Missile SSM (Space to Space Missile)-13 “Little Something”
Evoluzione del missile anti-nave Harpoon americano, fu sviluppato per essere usato sugli Aurora.
Questo missile fu sviluppato, intorno al 2008 per dare all’Aurora una reale capacità antisatellite e anti Spaceship, che non era ottenibile con il solo cannone gatling (modificato per funzionare ad alte velocità e nello spazio), i missili AA di autodifesa e il malfunzionante disturbatore elettronico.
Esternamente simile all’Harpoon originale era caratterizzato da un sistema di guida modificato in grado di compiere avanzate manovre evasive in ambiente caratterizzato da mancanza di ‘livello minimo’, ‘gravità’ e ‘range’, teoricamente il missile poteva essere lanciato fino ad una distanza che quest’ultimo potesse coprire in un tempo di due ore (oltre si esaurivano le batterie) purchè avesse un obbiettivo che potesse essere assegnato anche verso la fine del volo.
La battaglia di Solomon fu caratterizzata dall’iniziale lancio di una salva di questi missili (un centinaio) a 4000km di distanza dalle navi federali usando una traiettoria balistica (la situazione era disperata e perciò si tento una operazione mai provata prima), nella fase finale MS federali in ricognizione inviarono i dati dei bersagli da colpire ai “Little Something” che pur trovando contro un forte sbarramento anti-missile riuscirono a distruggere 2 incrociatori, 1 pattugliatore danneggiandone gravemente altri 2 e danneggiando lievemente una corazzata nazista.
Il nome deriva dalla frase pronunciata dall’asso Jung durante la prima missione con l’uso di questi missili; la frase era : “Lanciamo ai nazisti un piccolo pensiero di pace”.

Iveco-BAE Systems (United Defense) VTLM II "Cat"
Mezzo da trasporto tattico che sostituì gradualmente tutti i vari mezzi fuoristrada, derivava da un progetto italiano (il VTLM Lince) acquisito da vari paesi europei dagli inizi del 2007, dal 2009 partecipò al concorso per trovare un sostituto dell’Hummer, gara che fu vinta… dall’Hummer (che provocò lo scandalo “Lucy” dal nome dell’impiegata dell’AM General, produttrice degli Hummer, che per prima parlò alla stampa dello scandalo).
Il progetto, anche a seguito dello scandalo, fu inizialmente riesumato per le forze speciali americane e poi, andando a rilento le consegne del nuovo Hummer, li fu assegnato un sostanzioso contratto per la consegna all’US Army di 4000 veicoli da assegnare a paesi amici o alleati degli USA.
Con lo scoppio della guerra del giugno del 2015 e la formazione della Federazione Terrestre, vista anche la sostanziosa presenza in giro per il mondo del veicolo, fu assegnato un contratto per un totale di 500000 veicoli per sostituire tutti gli altri modelli in giro per il mondo.
I Cat, vennero prodotti in una panoplia di versioni oltre a quella basica da trasporto: armate (con il montaggio di affusti per mitragliatrici pesanti, cannoni senza rinculo, missili guidati e mortai), per l’osservazione avanzata, ponte radio e evacuazione sanitaria per citare le più diffuse.
Di fondo però furono sviluppate varianti partendo da due modelli base:
- il modello VTLM II Cat propriamente detto (designato anche Original Cat) prodotta da FIAT, BAE e dal sub-contractors GM
- un modello Cat giapponese prodotto da Toyota, funzionante con un motore Diesel di diversa concezione ed in alcuni lottti con un motore a benzina uguale a quello degli Hummer americani per "riciclare" la marea di motori ancora in buono stato degli ormai obsoleti Hummer
C'è da segnalare che un 2000-3000 Cat furono costruiti dai nazisti col nome di Luchs, riattivando le linee di montaggio del VTLM II che si trovavano in Italia; seppur i primi lotti di produzione presentavano ancora l'originale motore ibrido elettrico-scoppio dall'esemplare n°580 furono dotati di uno degli ottimi motori elettrici, sviluppati durante la permanenza sulle colonie che può venire ricaricato dai generatori Minowsky dei Donner o dell'Adolf.
Non ebbe mai particolari momenti di gloria, anche per via della classe del veicolo, ma la sua gloria consistette proprio nell’essere dappertutto e nel fare di tutto: in pratica nell’essere il “mulo” degli anni 2000.
I Luchs nazisti si distinsero in alcune azioni di commando (soprattutto in Africa) facilitate dalla somiglianza estrema del Luchs col Cat.
Mezzi Cat erano assegnati a tutte le unite di terra e alle navi spaziali classe “Pegasus”.
A queste ultime navi erano, in particolare, assegnati mezzi nella particolare versione universale G3+ (in dotazione in genere alle forze speciali) in grado di fungere da posto d’osservazione mobile, ponte radio, trasporto e, con alcune modifiche, evacuazione sanitaria, rivelandosi un preziosissimo supporto ai MS imbarcati, consentendogli anche in ambienti saturi di contromisure elettroniche naziste di mantere il contatto radio con la nave e di avere un “occhio” in più nella scoperta di trappole, agguati e attacchi nemici.

testo modificato alle 20.41 dell'8 giugno
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« Risposta #193 il: 08 Giugno 2007, 17:42:24 »

Citazione
Il nome deriva dalla frase pronunciata dall’asso Jung durante la prima missione con l’uso di questi missili; la frase era : “Lanciamo ai nazisti un piccolo pensiero di pace”.

 Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy

io suggerirei una modifica agli SSM-13

in pratica, la possibilità di sostituire una testata convenzionale con una a testata nucleare, il cui impiego è ovviamente (tatticamente) limitato alla neutralizzazione degli SKeSTRAL nazisti.

Ti lancio un'idea per un altro missile anti MS

doppio stadio, con il secondo stadio caratterizzato da una testata Stealth attiva

sui CAT... un'annotazione... dovrebbero esisterne almeno 3 versioni diverse, una prodotta in Argentina e Brasile (dalla FIAT sudamerica), ed una prodotta su commessa dalla Toyota e dalla GM USA. Ricordiamoci che la nostra italietta viene conquistata dai Nazi nelle prime ore di guerra.
PEr cui potrebbe esistere anche un CAT nazi con alcune dovute modifiche...
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« Risposta #194 il: 08 Giugno 2007, 18:33:09 »

accogliendo l'invito di VAL...

(sob, purtroppo son saltati tutti i grassetti... maledetto Word!)

Ultimate Century Wikipedia

… ovverosia …

Schede personaggi e famiglie

Zabi. Nome di una delle più famose ed influenti famiglie del Viertes Reich (vedi), in particolare nel periodo compreso fra il 1986 ed il 2018 d.C. […]
Alla famiglia Zabi appartennero infatti gli ultimi tre Reichsführer (vedi): Edwin Zabi (1986 – 2006), ed i figli Sazro Zabi (2006 - 2007) e Gihren Zabi (2007 – 2018), considerato quest’ultimo il principale responsabile della Prima Guerra Coloniale (vedi).

Origini. Riguardo le origini della famiglia Zabi, esistono due diverse teorie. Secondo la versione più frequentemente accreditata, il nome Zabi sarebbe il risultato della tarda germanizzazione del nome ungherese “Szabi”, attestato nella regione del lago Balaton (vedi) sin dal XII secolo. Un certo Szabi Jaros viene accreditato negli archivi del sultanato Ottomano (vedi) come comandante e vassallo del Sultano durante l’assedio di Vienna (vedi), ma il successivo silenzio sulla storia del personaggio, e della sua famiglia, suggerisce piuttosto la massima cautela.

Il primo Szabi di cui si abbia notizia certa è Szabi Ferenc, nato a Vienna nel 1888, medico militare durante il Prima Guerra Mondiale (1914-1918) presso l’esercito imperiale austriaco, successivamente rimasto in territorio austriaco dopo la frammentazione dell’Impero. Negli anni seguenti, egli svolse ruolo di assistente presso il reparto di clinica generale dell’Ospedale Santa Anna di Vienna. Nel 1938, a seguito dell’Aschlüss (vedi), ovverosia l’annessione dell’Austria al Terzo Reich (vedi) nazista, Szabi modificò il proprio nome nel più celebre Zabi, ed è con quello che venne registrato nel Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (vedi).

Convinto sostenitore della dottrina Hitleriana, chiese ed ottenne il trasferimento presso i cosiddetti “ospedali speciali” dove venivano condotti esperimenti di sterilizzazione e rudimentali (ancorché brutalissime) procedure eugenetiche su soggetti ritenuti inferiori per difetti fisici, mentali, o semplicemente razziali. Di lì in poi, e per tutta la durata della guerra, l’ascesa di Zabi fu vertiginosa: divenne assistente del medico personale del Führer, e responsabile del programma eugenetico del Reich per la cosiddetta “Marca d’Austria”, per l’Ungheria e la Romania. Probabilmente, fu scelto per questa destinazione in virtù della sua buona conoscenza delle lingue locali, acquisita durante gli anni di formazione.

Sfuggito fortunosamente alla cattura all’atto della liberazione di Vienna, Zabi vagò per il Tirolo e per il Trentino per i successivi due anni. Secondo la documentazione ufficiale, sarebbe morto in un fortuito scontro a fuoco con la polizia di confine italiana, nel gennaio del 1947.

In realtà, Zabi aveva ottenuto per sé e per la propria famiglia l’adesione al progetto Zweite Heimat (vedi), e la morte era stata inscenata allo scopo di rendere possibile la sua sparizione, con la complicità di alcuni fiancheggiatori dell’organizzazione ODESSA (vedi).

Trasferitosi nella colonia di Loum (vedi) (completata nel 1955), ne divenne direttore fino all’anno della morte, 1957. Lo sostituì il figlio Dieter (morto nel 1977), che però non riuscì mai a superare la condizione di Gauleiter (vedi), e le cui ambizioni politiche furono annientate dalla cosiddetta “Congiura dei Colonnelli” (vedi) del 1977. In tale occasione, Dieter sfuggì al processo, ed alle estreme conseguenze che ne sarebbero seguite, suicidandosi.

Il rapporto di polizia fu completato molto frettolosamente, e gli avvenimenti successivi lasciano sospettare che ciò fosse determinato dalla volontà del figlio Edwin Zabi di allontanare da sé ogni sospetto: oggi si ritiene plausibile che proprio questi ne sia stato l’effettivo responsabile.

Edwin Zabi, nato a Vienna il 12. Febbraio del 1936, entrò nel Gran Consiglio del Partito Nazionalsocialista (Haupttag des nazionalsozialistichen Partei) nel 1978, dopo una lunga ed affatto luminosa trafila nelle fila dell’esercito.
Suo principale “sponsor” fu il generale Hermann Lübnek, comandante in capo della Wehrmacht fino al 1980, anno della sua morte. Di Lübnek, Zabi sposò infatti la figlia Katerina, dalla quale ebbe i tre figli maggiori Sazro (1973 - 2007), Gihren (1974 – 2018) e Cecilia (1980 – 2018): i più giovani, Dozul (1990 – 2017) e Garma (1998 – 2015) nacquero invece da una relazione adulterina, consumata con una giovane cadetta dell’accademia militare di Bad Bramstedt, Alissa Normann, per altro più celebre per bellezza ed abilità nel canto lirico che per le qualità marziali.

L’ascesa di Edwin Zabi è costellata di dubbi ed interrogativi – in particolare, molti si sono interrogati sulle modalità che abbiano consentito ad un mediocre, o presunto tale, figlio di un Gauleiter ribelle di ascendere fino alla più importante poltrona del Reich.

Secondo Gerod Reuter (vedi), il principale storico dello Zabi, egli si trovò semplicemente nel posto giusto al momento giusto. Il momento fu la morte del Quarto Führer, Martin Jensen (vedi), nel 1986: ritenuto, a torto od a ragione “un mediocre”, non troppo distante dalle due anime del partito, all’epoca incarnate da Gehrard Schneider (fautore della politica di completo isolamento dalla sfera terrestre) e Walter Heintze (promotore di un interventismo analogo, o forse ancor più radicale di quello successivamente applicato dagli Zabi), e soprattutto accreditato di una salute cagionevole, Edwin Zabi fu probabilmente scelto quale “Führer di transizione”, destinato ad un breve interregno, durante il quale i due opposti schieramenti avrebbero potuto ricomporre le divergenze dietro le quinte, o quantomeno giungere ad un accordo sulla nomina successiva.

Un calcolo tragicamente sbagliato. La salute dello Zabi divenne improvvisamente salda come una roccia, tanto da consentirgli di regnare pressoché incontrastato per quasi vent’anni. Mossa chiave fu il saldissimo legame conseguito con le alte sfere dell’esercito: un vero e proprio “patto di ferro” che spingerà lo Zabi, da un lato, alla progressiva estromissione di tutti i membri del partito avversi alle alte sfere militari, dall’altro a sposare la politica di deciso riarmo suggerita dalla Wehrmacht. Questa, del resto, contribuì all’ascesa dello Zabi schierandosi apertamente dalla parte del nuovo Reichsfüher, ed appoggiandone in termini pressoché incondizionati ogni nuova proposta o decisione. Le due ali del partito vennero rapidamente messe in condizioni di non nuocere: l’eliminazione fisica di Schneider ed Heintze, eseguita da sicari in realtà appartenenti alla polizia militare, gli consentì di acquisire pieno controllo sia sul Gran Consiglio che sul Reichstag, che esautorò in modo pressoché totale di ogni residuo potere legislativo od esecutivo.

In linea di massima, con il 1999 e la cosiddetta “dichiarazione di maggio” (vedi), proclama pronunciato in occasione del 32° Congresso del Partito Nazista, il Reich diventa proprietà privata della famiglia Zabi. In quell’occasione, infatti, non soltanto Zabi ottiene la ratifica del potere assoluto in campo legislativo, esecutivo e giudiziario, nonché il comando supremo dell’esercito, ma viene ugualmente riconosciuto il figlio Sazro Zabi quale suo erede designato a nuovo Reichsführer, ottenendo nello stesso tempo il riconoscimento del secondogenito Gihren Zabi ad erede dello stesso Sazro.

Come notato da molti storici, la “dichiarazione di maggio”, oltre a rappresentare il momento che rende gli Zabi definitivamente padroni del Reich, segna anche l’inizio della forte conflittualità interna alla famiglia. Benché la seconda carica all’interno dello stato (il comando delle SS) fosse, nella medesima occasione, assegnata alla terzogenita Cecilia Zabi, quest’ultima veniva sostanzialmente estromessa dalla linea ereditaria, a tutto vantaggio dei fratelli maggiori. Scelta paradossale, d’altro canto, visto il carisma e la presa che la pur giovanissima Cecilia poteva contare non solo sulle SS, ma su tutta la Wehrmacht – ed il sostanziale disprezzo dei militari per Sazro (cosa che risulterà fatale al primo erede di Edwin), e per Gihren: il settimo Reichsführer salverà sé stesso dalle invidie e dall’inimicizia della Wehrmacht solo approvando e promuovendo l’Operazione Klausewitz, che darà poi inizio alla Prima Guerra Coloniale.

Ugualmente, l’estromissione di Cecilia indurrà quest’ultima ad allearsi con il fratellastro Dozul, apprezzatissimo ed amato comandante in capo della Wehrmacht: grazie a questo stretto rapporto, Cecilia riuscirà a trasformare le unità da combattimento delle SS, in precedenza niente più di una specie di “polizia del terrore” interna allo stato nazista, in formidabile corpo da combattimento, come le prime operazioni militari terrestri dimostreranno in modo inequivocabile.
Per questo motivo, molti ritengono plausibile che proprio Cecilia Zabi sia stata la mandante dell’omicidio di Sazro Zabi: un’operazione pianificata in modo perfetto, che svela la mano diabolica ed il cervello raffinatissimo della più celebre degli Zabi.
Sazro Zabi, assunto al potere il 12 gennaio 2006, in occasione di una grave forma di polmonite del padre, e quindi proclamato Reichsführer alla sua morte (19 giugno 2006), si era fatto immediatamente portavoce di una politica di relativa rottura rispetto alle linee paterne. Convinto assertore della necessità delle Colonie di rientrare in contatto con la Terra, e di trovare una composizione in qualche modo pacifica, aveva infatti incaricato l’organizzazione ODESSA di intavolare i primi contatti ufficiosi con i governi dei cinque membri del Consiglio di Sicurezza ONU, preparando quindi la pubblica rivelazione dell’esistenza delle Colonie e del Viertes Reich.
Tali contatti, in realtà, non ebbero mai luogo: poco prima del comizio, che avrebbe dovuto ufficializzare la decisione del nuovo Reichsführer (11 dicembre 2006), l’automobile dello stesso esplose nella strada principale di Neue Heimgard. I membri della scorta morirono tutti sul colpo: il solo Sazro sopravvisse, benché gravemente menomato, per i successivi 25 giorni, al termine dei quali i poteri passarono integralmente nelle mani di Gihren Zabi.
Se la responsabilità di Cecilia appare assolutamente assodata (dopo la conclusione del conflitto, vennero trovate prove schiaccianti a suo carico), più discussa quella di Gihren: è plausibile che il settimo Reichsführer, preoccupato dall’impopolarità del fratello, e temendo che l’esercito potesse rovesciare entrambi imponendo Cecilia al loro posto, abbia, se non fiancheggiato, quantomeno non ostacolato gli eventi. Sicuramente, proprio Gihren insabbiò le successive indagini, consentendo alla sorella di evitare le peggiori conseguenze.
Del resto, primo atto di Gihren fu proprio nominare la sorella sua erede: la salute invero non saldissima del nuovo Reichsführer garantiva a Cecilia la certezza di ascendere al sommo potere, se soltanto avesse saputo pazientare. Il che, puntualmente accadde.
Questo spianò la strada al cosiddetto “principato” di Gihren.

Secondogenito di Edwin, Gihren Zabi era stato colpito in età giovanile da un virus neurotropo mutato, derivante da quello della più comune poliomielite, all’epoca ancora molto diffuso nelle colonie.
La malattia aveva segnato il suo corpo in modo irrimediabile, danneggiando la funzione motoria a carico della gamba destra e rendendolo zoppo e storpio per tutto il resto della vita. Estromesso da qualsiasi forma di carriera militare, e da buona parte della formazione prevista dal Reich, Gihren dedicò tutta la propria infanzia allo studio. Per qualche tempo, Edwin Zabi pensò se ne sarebbe potuto ricavare uno splendido ingegnere aerospaziale (incarico fra i più importanti e prestigiosi nel mondo coloniale), ma Gihren a 17 anni (AD 1991) stupì tutti chiedendo l’ammissione nella Politische und Historischwissenschaftliche Hochschule (vedi) di Bayreut (side 4), la più prestigiosa accademia delle Colonie, dove veniva impartita un’istruzione fortemente politicizzata, ma in compenso di altissimo livello, paragonabile alle migliori università americane del tempo. Completò il ciclo di studi in soli 3 anni (in luogo dei canonici 5), terminandoli con il massimo dei voti e la proposta di entrare immediatamente nel corpo insegnante. Gihren acconsentì, e svolse l’incarico di lettore di storia e filosofia classica fino al 1999. Da allora, Gihren diventò consigliere politico del padre – per quanto, va detto, i rapporti fra i due fossero tutt’altro che idilliaci, in particolare durante l’ultimo quinquennio di vita di Ewdin Zabi.

Diventato Reichsführer, Gihren annullò immediatamente tutte le leggi promosse dal fratello Sazro, ed in particolare quelle inerenti l’introduzione di una certa, limitata, libertà di stampa. Successivamente, concordò con l’esercito la strategia da applicarsi nei confronti della Terra, optando per quella che sarebbe passata alla storia come Operazione Klausewitz. L’inizio delle ostilità venne fissato per il 2016, quindi anticipato all’anno precedente grazie all’accelerazione improvvisa del progetto SP, reso possibile dal miglioramento delle performance dei propulsori Minowsky.

Di carattere chiuso ed introverso, Gihren diventò progressivamente sempre più sanguinario, provvedendo alla sistematica eliminazione di qualsiasi avversario politico, anche solo se potenziale. Alcuni credono che questo suo comportamento fosse in qualche modo determinato da un interessamento corticale della grave malattia neurologica (una forma giovanile, e molto aggressiva, di sclerosi multipla) da cui fu colpito a partire dal 2005, e che molto probabilmente l’avrebbe ucciso a breve termine, se Kaswal Deikun (vedi) non avesse provveduto personalmente nel corso della decisiva battaglia delle Porte di Zedan (31. Dicembre 2018) (vedi).

Morto Garma in circostanze tutt’altro che chiare (11. Gennaio 2016), Gihren ordinò a Rudolph Rahl (vedi) di indagare sull’accaduto, assegnandogli l’incarico ufficiale di eliminare personalmente la nuova corazzata federale White Base (vedi). Egli non sapeva che il vero responsabile della morte fosse proprio il protetto della sorella, nonché suo amante, Kaswal Deikun appunto – ma sospettava che egli avesse un qualche ruolo nella vicenda. Per questo motivo, egli osteggiò in tutti i modi la nomina di Kaswal a comandante in capo delle difese del Reich – titolo che, dopo i disastro del Venezuela, di New York, e infine Berlino (primavera 2018),  fu praticamente costretto a consegnargli.
La morte di Gihren Zabi avvenne nel corso della battaglia delle Porte di Zedan, il disastro finale della Prima Guerra Coloniale: a bordo dell’ammiraglia “Hermann Göring”, resa “anatra zoppa” dalla distruzione dei motori di manovra (evento di esclusiva responsabilità del von Deikun), egli fu quindi abbattuto dal 101° plotone corazzato MS federale (le leggendarie “Revil’s Broken Spears”), comandato da Amuro Rey.
Gli succedette, per alcune ore, la sorella Cecilia. La “Eiserne Frau” (la donna d’acciaio) fu anche ultimo Reichsführer, dato che lei stessa morì nel corso della medesima battaglia. Ulteriore evento mai realmente chiarito e sul quale, tuttora, circolano vere e proprie leggende – come quella che vuole von Deikun responsabile della sua morte, condotta sottoforma di una vera e propria esecuzione.

Con la morte di Cecilia, preceduta da quella di Dozul nel corso della battaglia di Odessa, la famiglia Zabi va incontro alla sostanziale estinzione. La supposta figlia di Cecilia e di Kaswal von Deikun, Elyzabeth, non dimostrò mai l’effettiva appartenenza alla famiglia Zabi: sicuramente erede dei von Deikun, come dimostrato dai test genetici eseguiti all’epoca (e quindi probabile figlia di Kaswal), la mancanza di footprint generici degli Zabi rese impossibile rintracciare lesue origini nell’altrettanto celebre famiglia del Reich.
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