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Autore Topic: Ciao Moebius...  (Letto 2665 volte)
moNe
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« il: 10 Marzo 2012, 18:45:43 »

Oggi è venuto a mancare a 73 anni un altro mostro sacro del fumetto e dell'illustrazione fantastica, parlo di Jean Giraud meglio conosciuto Moebius.

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/10/foto/moebius-31307882/1/

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groeR
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« Risposta #1 il: 12 Marzo 2012, 08:18:21 »

"Arzak" è un fumetto storico bellissimo, e anche il "Garage Ermetico". think frigna
Tra l'altro credo abbia collaborato pure con Jodorowski...Daltronde con quell'alias non poteva che essere un grande amante delle cose speciali. prostrato
« Ultima modifica: 30 Maggio 2012, 07:57:06 da Roger » Loggato

"Ha ha ha ha ha!", disse in portoghese. (A.Dumas)
Drsieb
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« Risposta #2 il: 25 Marzo 2012, 21:47:11 »


 Molto speciali..davvero...non ho messo una nota percè..Oh perchè alcune cose fanno più male o confondono più di altre...molto più di altre...

Luca raffaelli ha proposto questa nota sulle pagine di Repubblica cultura...

Il bambino che disegnava


E' morto ieri a Parigi, dopo una lunga malattia, Jean Giraud, conosciuto come Moebius.
Avrebbe compiuto 74 anni il prossimo maggio. Era uno dei padroni del segno, uno di quei disegnatori che possono incantare con un solo tratto di matita.
Cambiò il fumetto e poi, dopo la rivoluzione, continuò a farlo crescere, senza mai rinunciare ad affrontare nuove esperienze. Jean Giraud era nato a Nogentsur-Marne nella periferia di Parigi.

E sempre in periferia è cresciuto, disegnando, anzi per tutti era «il bambino che disegnava». Nella sua autobiografia ( Il mio doppio io, Derive Approdi) racconta un momento fondamentale: quando sua nonna si riconobbe in una donna che lui aveva disegnato. «Per tre settimane mia nonna ha girato tutto il quartiere con quel disegno.

Lo mostrava a tutti: "Guardate, questa sono io, con lo chignon!"» Aveva quattro, o forse cinque anni. A quindici Jean pubblica il suo primo fumetto, a ventitré diventa assistente di Jijé, uno dei grandi autori di allora. E solo due anni dopo eccolo pubblicare il primo episodio del Tenente Blueberry su sceneggiature di Jean-Michel Charlier. Blueberry è un ribelle, un giusto che combatte soprattutto l'arroganza del potere. Il personaggio offre a Gir (così si firmava allora) la popolarità.


Ma popolarità non vuol dire necessariamente libertà, mentre «il mio lavoro è essere libero interiormente. E il mio dovere è esprimerlo anche attraverso i miei disegni». Per questo Jean Giraud si costruisce una seconda vita artistica prima sulla rivista satirica Hara-Kiri e poi fondando, nel 1975, il mensile Métal Hurlant con altri sodali tra cui un altro grande fumettista come Philippe Druillet.

Métal era la rivista dei disegnatori fatta dai disegnatori, contro gli editori e contro gli sceneggiatori. Fu, appunto, una rivoluzione. Sono rimaste celebri le parolemanifesto di Moebius (il nuovo pseudonimo di Giraud) che reclamava la possibilità di fare fumetti «a forma d'elefante, di campo di grano o di fiammella di cerino». Erano quelli del Garage ermetico, o quelli di Arzach (o anche Arzak, oppure Arzack perché se non c'è coerenza nelle storie figuriamoci se sono importanti i nomi). Di colpo dei fumetti si accorgevano anche il cinema e il mondo dell'arte: omaggiato da Fellini nel suo Casanova, Moebius avrebbe cominciato a esporre le sue tavole originali in tutto il mondo. Ridley Scott lo avrebbe chiamato per aiutarlo a creare i suoi mondi, mentre con Alexandro Jodorowsky avrebbe inventato l'universo dell'Incal: la perfetta e geniale transazione post-Métal.

Nella sua continua voglia di cambiare, Moebius ha partecipato a film d'animazione, ha scritto un fumetto per Jiro Taniguchi e ha allestito a Parigi una mostra meravigliosa insieme a Hayao Miyazaki. Ha anche accettato di disegnare un episodio di Silver Surfer scritto da Stan Lee.


Quando nel 2007 venne al Comicon di Napoli annunciò di avere accettato di realizzare un episodio di XIII, in Francia celeberrimo personaggio creato da Jean Van Hamme. «Mi hanno offerto troppi soldi per poter rifiutare», fu la sua dichiarazione. Ma era la (sincera) boutade di un artista che ha passato la vita a cercare di capire come il suo segno potesse interpretare la realtà e quale fosse la realtà da interpretare. Ci ha lasciato con un mare di risposte meravigliose.


LUCA RAFFAELLI

Speed Painting Masters - Angouleme 2009



"Non c'è alcuna ragione perchè una storia sia come una casa con una porta per entrare, delle finestre per guardare gli alberi e un camino per il fumo. Si può benissimo immaginare una storia a forma d'elefante, di campo di grano o di fiammella di cerino.."


Ritengo che il Comicon farà qualcosa per onorare la memoria di Moebius già in questa occasione. .
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Dio è ovunque ed ha mille nomi, ma non c'è foglia d'erba che non lo riconosca. Siam venuti assieme sulla terra, perchè non spartirne gioie e dolori? Un saggio Sufi.
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