ikHura
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« Risposta #13 il: 03 Febbraio 2012, 19:04:11 » |
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SECONDA PARTE
Il capitano scattò sull’attenti e si diresse all’ingresso. La ragazza entrò in casa, chiamò il maggiordomo e gli disse: “Devo partire per qualche giorno, affari urgenti. Mi metterò in contatto io quando starò per tornare, affido tutto a te”. L’uomo chinò il capo ed aggiunse: “Non vuole salutarlo?”.
“Certo”, rispose lei,”stavo per farlo”.
Lasciato l’ampio salone si recò nelle sue stanze e si cambiò indossando un completo da viaggio semplice ma molto signorile, giacca e gonna verde con camicetta bianca, quindi si diresse nell’altra ala del palazzo ed entrò in una stanza. Dopo aver aperto lentamente la porta diede un’occhiata all’interno e lo vide in un angolo, per terra. Il bambino percepì la sua presenza, si voltò, la vide e s’alzò per andarle incontro lasciando rotolare Haro per tutto il pavimento. “Mammina!”
“Ciao, Peter, giochi con Haro come sempre. Sei come Lui! Senti, piccolo, la mamma deve partire per qualche giorno, starò via poco tempo, tu rimarrai a casa, chiamerò lo zio Kai e gli dirò di venire a farti compagnia, sei contento?”
Il piccolo iniziava a mostrare le prime lacrime agli occhi, aveva cinque anni e non s’era mai separato dalla madre; quando era nato la storia tra i suoi genitori era già finita; anzi suo padre non sapeva neppure d’avere un figlio, sua madre non aveva voluto informarlo, la loro separazione era stata molto dura, e non l’aveva ancora perdonato. Invece colui che sapeva tutto era Kai Shiden, giornalista ed ex militare. Amico di sua madre dai tempi della guerra aveva subito capito di chi fosse figlio quel bimbo dai capelli ricci e rossi, ma aveva mantenuto il segreto divenendo un quasi zio per il piccolo. Un giorno gli aveva portato un Haro in dono; suo padre era divenuto ricco brevettandolo e vendendolo ma quello non era un giocattolo, era l’originale che s’era fatto regalare dal suo creatore con una scusa e che aveva poi portato a Peter affinché avesse qualcosa del suo genitore, la madre non s’era opposta.
Al sentire il nome di Kai il bambino si calmò. Il giornalista ci sapeva fare con lui, faceva facce buffissime che lo mettevamo sempre di buon umore, era la scelta più adatta. La donna abbracciò il figlio, lo bacio e lo tranquillizzò, quindi lo affidò alla cameriera e telefonò a Kai.
“Come sarebbe a dire che devi partire e che devo tenere d’occhio tuo figlio? Non sono mica suo padre!”
“Per favore, Kai, sei l’unico con cui Peter stia buono, anche per lunghi periodi; non ho altri a cui chiederlo. Sarà per pochi giorni, ti prego!”
“Dannazione, sai benissimo che a te non so dire di no. E va bene, parto subito, sono ad Hong Kong ora, sarò lì il prima possibile”.
“Ti ringrazio, sei un tesoro!”
“Sì, sì, come dici tu. Mi raccomando, sii prudente e stai attenta. Tuo figlio aspetta il tuo ritorno”.
Conclusa anche questa faccenda, la giovane salutò il piccolo ed andò nell’atrio dove l’attendeva Zinnerman, il quale stava ormai per perdere la pazienza, il suo “tornerò tra poco” era durato quasi un’ora. Ella indossò un soprabito avana, quindi i due salirono in macchina e si diressero allo spazioporto dove li attendeva il cargo dell’uomo.
Il Garencieres era un vecchio vascello che aveva visto giorni migliori, doveva aver sostenuto qualche battaglia negli ultimi giorni della guerra, ma era ancora in perfette condizioni. Appena i due furono a bordo, la nave si mise in rotta per Axis. Durante il volo il capitano e la sua ospite studiarono nei minimi dettagli in piano ed i tempi d’attuazione, la tempistica sarebbe stata importante, dovevano entrare in azione durante la battaglia per evitare controlli troppo eccessivi, i soldati di Zeon sarebbero stati tutti impegnati nello scontro.
La nave era ormai quasi a destinazione, quando si diffuse la notizia che l’AEUG aveva fatto irruzione su Axis e che Haman stava lottando contro lo ZZ Gundam sul suo Qubeley. La loro alleanza era durata solo il tempo di sconfiggere Toto ed i suoi uomini; ora che le truppe di Neo Zeon erano state dimezzate dalla breve ma cruenta guerra civile, era giunto il momento di concludere la questione. L’evento era imprevisto, avevano valutato che Neo Zeon avrebbe retto di più all’assalto nemico, questo cambiava tutto.
“Dovrò improvvisare”, disse la giovane.
Il capitano annuì, dopo pochi minuti la nave giunse ad Axis.
“Signora, lei è pronta?” Domandò Zinnerman all’interfono.
“Sì, arrivo”. Rispose lei.
Dopo pochi istanti la porta del ponte di comando s’aprì ed entrò un bellissimo tenente di Neo Zeon con la sua splendida uniforme ed i capelli biondi che fluttuavano per la poca gravità.
“Sta benissimo!”
“È la prima volta che indosso la divisa di Zeon, comunque mi va a pennello, mio fratello ha indovinato perfettamente le mie misure. Sono pronta a scendere”.
“Bene, indossi la normal suit, ne prenda una di riserva per sé ed una per la principessa, e poi esca; noi ci ormeggeremo all’esterno della fortezza, data la situazione sarebbe troppo pericoloso attraccare al molo, gli scontri proseguono all'interno, la densità delle particelle Minovsky è altissima, quindi nessuno ci noterà, ma non potremo neppure comunicare con lei, pertanto stia attenta, sarà da sola. Mi raccomando porti con sé il portachiavi di suo fratello, se Mineva dovesse fare storie glielo mostri”. Ella rimase un po’ perplessa ma non disse nulla.
Il Garencieres si fermò presso uno dei condotti di manutenzione esterna dell’asteroide, il falso tenente uscì dalla nave e, con il codice fornitole dal capitano, aprì il portello d’accesso entrando nella fortezza. Mentre percorreva quei corridoi bui le sembrò di rivivere la sua avventura su A Baoa Qu, anche quella volta era in una situazione pericolosa per suo fratello, ed Amuro l’aveva condotta fuori dalla fortezza con i suoi poteri NewType, ma oggi era diverso: le sensazioni da lei provate erano molto più intense, percepiva come la presenza di Casval che la guidava nei condotti; certo, lungo il viaggio aveva studiato il percorso sulle mappe fornite da Zinnerman ma ora stava procedendo con troppa sicurezza, senza alcun tentennamento, era tutto molto strano. Non era possibile che suo fratello fosse lì, ma allora come poteva “guidarla” dal suo nascondiglio?
Questi pensieri la tennero occupata lungo tutto il percorso: dal condotto giunse nella baia d’attracco, da cui era entrata anche l’Argama, c’erano ancora scontri a bassa intensità in alcuni punti dello spazioporto, ma nulla di preoccupante. Il caos che regnava su Axis le facilitò il compito; giunta all’ingresso del molo trovò l’ascensore diretto che conduceva al palazzo reale, lo prese e iniziò la sua discesa verso il cuore dell’asteroide.
Secondo il piano originario, al suo arrivo avrebbe dovuto trovare due uomini fedeli a Zinnerman ad attenderla per condurla dalla principessa ma, ovviamente, l’assalto dell’AEUG aveva impedito loro di riceverla. L’ascensore arrivò al piano del palazzo, le porte si aprirono, ma non c’era nessuno ad accoglierla; uscì dalle porte e fu dentro il complesso reale.
C’era fumo ovunque, all’improvviso sentì delle voci, si nascose in un angolo e vide passare due soldati di Zeon:
“Hanno detto che lady Haman è morta lottando contro lo ZZ Gundam, a questo punto io me ne vado, tu fai quello che vuoi!”
“Aspetta, e la principessa?”
“Dimenticala, quella bambina piagnucolosa è nella sala del trono, e non vuole spostarsi, dice che vuole aspettare lady Haman. Tra poco gli uomini dell’Argama saranno qui e la faranno prigioniera, che se la sbrighi da sola”.
“Hai ragione, andiamo al bacino e scappiamo, è tutto finito!”
“Bene il corpo di guardia è nel caos, sarà più semplice raggiungere la piccola”.
Il tenente fece di corsa i corridoi del palazzo, ma nella fretta si perse, iniziando a girare senza meta. Più tempo impiegava, maggiore era il rischio che la scoprissero. Se l’avessero trovato con un’uniforme di Zeon addosso sarebbe stato difficile giustificare la sua presenza.
Ad un certo punto si sentì come “spinta” verso una direzione ben precisa, aveva la certezza che sarebbe giunta alla sala del trono. Stava per svoltare un angolo quando, all’improvviso, udì una voce gridarle nella mente:
“FERMATI!”
Arrestò immediatamente il suo passo, osservò da dietro l’angolo e vide gli uomini dell’Argama irrompere nella sala, a guidarli c’era il suo vecchio comandante, il capitano Bright Noa, oltre ad un ragazzo in normal suit, una ragazza molto bella con i capelli lunghi e viola ed altre persone che non conosceva. Dopo che ebbero fatto irruzione, la giovane sentì Bright urlare: “principessa Mineva Zabi la dichiaro in arresto”. Per tutta risposta udì una bambina piangere ed una donna, forse una dama di compagnia, consolarla.
Poi ci fu un alterco. Il ragazzo in normal suit iniziò a parlare di sua sorella scomparsa e finì per picchiare qualcuno, dalle voci degli altri presenti, la giovane suppose che il pugno l’avesse ricevuto lo stesso Bright, le venne quasi da ridere.
Tornata la calma sentì il capitano parlare ancora: “Judau, calmati, la troveremo. Intanto dobbiamo chiudere la principessa in un luogo sicuro. Facciamo così: tu e tu portate la principessa e la sua dama negli alloggi reali e chiudetele lì dentro, quindi rimanete fuori di guardia. Ormai il palazzo è in mano nostra, ma non si sa mai. Judau, tu e Roux potete andare a cercare tua sorella, state attenti. Io torno all’Argama, ci sono ancora sacche di resistenza qua e là”.
Detto questo tutti uscirono dalla sala, il tenente riuscì a nascondersi in un angolo ed a non farsi vedere, ma nel fare ciò perse di vista il gruppo con la principessa. Iniziò quindi a percorrere i corridoi deserti, ad un certo punto girò un angolo ed urtò contro qualcuno che cadde a terra per il colpo. Subito estrasse la pistola, aveva il cuore a mille, guardò verso colui che aveva colpito e si accorse che era una ragazzina, vestita in modo discretamente elegante.
“Ahi, mi hai fatto male! Perché non guardi dove vai?”
“Hai ragione, ti chiedo scusa, tutto a posto? Chi sei?”
“Mi chiamo Leina Ashta, piacere. Non ti ho mai vista qui. Come ti chiami?”
“Sono un’amica della principessa Mineva, la voglio aiutare, mi sai indicare qual è la sua stanza?”
“Certo, seguimi!”
Le due percorsero altri corridoi fin quando giunsero nella sezione degli appartamenti reali. Qui trovarono le due guardie lasciate da Bright. La donna bloccò Leina, quindi si preparò a sparare, ma la ragazzina la fermò: “Non c’è bisogno di tutto questo, conosco un passaggio segreto che porta nelle stanze della principessa, vieni con me”.
In pochi minuti giunsero alle cucine, entrarono e si diressero nella dispensa. Dietro una finta parete, tra i sacchi di patate, c’era un corridoio segreto.
“Lo scoperto giorni fa, mentre cercavo un modo per uscire da qui non vista”, spiegò la ragazzina, “invece di portarmi all’esterno mi ha condotto nelle stanze della principessa”.
“Ti ringrazio, puoi andare ora”.
“No, ti prego, portami con te, non voglio rimanere più qui. Devo trovare una persona a me cara”.
“Va bene, aspettami, tornerò subito”.
Detto ciò si inoltrò nel tunnel poco illuminato, ma questo non la fermò; dopo un breve tragitto giunse alla fine del camminamento segreto. Prima d’aprire la porta d’uscita, si concentrò, per percepire se c’era qualcuno oltre Mineva e la sua dama: i suoi poteri NewType s’erano risvegliati quel tanto da farle evitare qualche pericolo. In effetti percepì la presenza della donna, che dava le spalle al passaggio segreto, e della piccola sovrana che piangeva sul letto.
Il tenente si fece forza, aprì con cautela la porta e sorprese la dama colpendola alla nuca con il calcio della pistola. La donna cadde a terra priva di sensi, quindi la giovane si diresse alla porticina che metteva in comunicazione, attraverso il salone su cui s’apriva la porta d’ingresso, la saletta con la camera da letto della bambina; qui giunta girò la maniglia e vide un ampia tenda porpora che copriva la sua visuale Dopo un momento di esitazione, entrò nella stanza e parlò alla piccola: “La prego, non gridi, non sono venuta per farle del male”.
Mineva si alzò di scatto ed iniziò ad osservare la nuova venuta che, abbassata la cerniera della normal suit, mostrava una divisa di Neo Zeon.
“Tu chi sei, tenente? Non ti ho mai vista!”
“Non sono un tenente di Axis, sono …, la sorella di Char Aznable. Su richiesta di mio fratello sono venuta per metterla in salvo”.
“Tu sei la sorella di Char? Non ti credo, se un membro dell’AEUG, sei venuta per uccidermi. Aiuto, che qualcuno mi aiuti!”
“Aspetti, la prego; le mostro qualcosa che solo Char poteva avere, qualcosa che lei conosce bene”.
Così dicendo prese dalla tasca il portachiavi a forma di Zaku rosso. La ragazzina rimase stupita. “Ma questo è il portachiavi che ho dipinto di rosso e poi ho regalato a Char poco prima che lasciasse Axis, avevo 4 anni”.
La vista di quell’oggetto la tranquillizzò e la convinse.
“La prego, dobbiamo andare via, gli uomini dell’AEUG potrebbero entrare da un momento all’altro per trasferirla sull’Argama, non posso farla catturare”.
“Va bene, andiamo!”
Mentre le due attraversavano la sala principale, la porta s’aprì e fecero irruzione le guardie lasciate da Bright che avevano sentito il grido della principessa.
“Ferma là, chi sei?”, urlò uno dei due estraendo la pistola. Ma il tenente fu più veloce, mirò, sparò e non mancò il bersaglio: la pistola volò via dalle mani dell’uomo e cadde per terra, la cosa lasciò sbalordito il suo amico che perse un paio di secondi nell’indecisione. Il tempo fu sufficiente, la donna e la principessa erano scomparse nella saletta.
Gli uomini dell’AEUG si ripresero dallo sbalordimento e si gettarono all’inseguimento, ma trovarono la porta d’accesso alla saletta sbarrata e chiusa dall’interno, fu quindi necessario far saltare la serratura con la pistola. I due fecero irruzione nella stanza, ma la trovarono vuota.
Intanto il tenente guidava la principessa attraverso il tunnel; giunti all’uscita, ritrovarono Leina che salutò con affetto Mineva e la tranquillizzò ulteriormente. Quindi lasciarono le cucine e si diressero all’ascensore.
Il palazzo era nel subbuglio più totale: la notizia della fuga della principessa s’era diffuso, tutti i membri dell’AEUG presenti nella reggia la stavano cercando.
La piccola comitiva, intanto, aveva raggiunto l’ascensore per il bacino; con i suoi poteri NewType, e guidata da quella strana voce che le parlava nella mente, la giovane aveva evitato tutti quelli che stavano frugando nell’edificio e poté quindi arrivare al molo.
Il bacino era ormai totalmente deserto, ma si vedeva l’Argama ormeggiata, si era giunti nel punto più difficile e pericoloso. Le tre giovani imboccarono il corridoio che doveva condurle al condotto di manutenzione, quando sentirono dei passi dirigersi verso di loro. Dovevano cambiare strada, ma dove andare?
La voce le rimbombò nel cervello:
“Torna indietro di dieci metri, ed imbocca il corridoio alla tua sinistra, quindi avanza per ottanta metri, sulla destra troverai un portello che dà al condotto di manutenzione imboccalo e sarete salve”.
La ragazza fece quanto detto dalla voce ed in breve furono dentro il condotto. Prima di proseguire fece indossare alle due giovani le normal suit che aveva portato con sé.
[continua]
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