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Autore Topic: Jiro Taniguchi e Morvan - Mon Annè ...qualche immagine  (Letto 4786 volte)
iserbD
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« il: 14 Dicembre 2009, 08:18:53 »




  Jiro Taniguchi per la prima volta ha pubblicato un albo direttamente per un editore europeo creandolo in cooperazione con un autore europeo alla sceneggiatura:Jean David Morvan ,autore di Silloge, che vive fra Europa e Giappone,il titolo di questa nuova opera,che si svilupperà in quattro anni,è Mon Annèe.

 La protagonista è Capucine una ragazzina affetta da sindrome Trisonomica e la sua famiglia.L'albo parla di un anno della vita di Capucine,un anno iniziato con il rifiuto della scuola di accoglierla alla terza elementare,un rifiuto che costringe la sua famiglia,a fare i conti con la realtà dei problemi sollevati dalla malattia della bambina,con i propri problemi.

 L'albo è edito per Dargaux. Pag 64 a colori il primo volume si intitola "Printemps"
Quel che vedete sono alcune delle pagine diffuse dall'Editore Dargaux.

Ho immesso su faceebock alcune immagini che Dargaux ha diffuso pubblicamente

 http://www.facebook.com/album.php?aid=2022165&id=1439479707&l=11eebf83f4

 Se ci sono problemi per Faceboock usate Flickr.

http://www.flickr.com/photos/32737303@N02/4180782253/#

 Le anticipo perchè ho notato come sia iniziata una certa campagna stampa anche in vista di Angouleme 2010

 Presto Animeclick pubblicherà interviste a Jiro Taniguchi e Morvan.


 
« Ultima modifica: 16 Dicembre 2009, 18:05:20 da Debris » Loggato

Dio è ovunque ed ha mille nomi, ma non c'è foglia d'erba che non lo riconosca. Siam venuti assieme sulla terra, perchè non spartirne gioie e dolori? Un saggio Sufi.
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« Risposta #1 il: 15 Dicembre 2009, 09:37:30 »



In rete è stata attivata una pagina Faceboock dedicata all'opera...

  http://www.facebook.com/group.php?gid=141457076208&ref=ts
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« Risposta #2 il: 20 Dicembre 2009, 22:01:40 »

 In una sua intervista lo sceneggiatore Jean  David  Morvan, ha tenuto a spiegare sia le fonti di documentazione di Mon Annèe ,sia alcuni elementi del rapporto con Jiro Taniguchi e sul modo in cui ha rappresentato Capucine. Riportiamo alcuni brani di questa intervista:


 - Parlare di disabilità e della sindrome di Down non è comune, nei fumetti. Perchè questa scelta ?? Cosa ti ha motivato ??

 - Volevo trovare un soggetto che avesse in se una forza potente. Suscitasse interesse. Avevo numerose testimonianze e documentazioni oscillavo fra creare una storia basata sui problemi dell'autismo o una storia intorno alla sindrome di Down inizialmente.

 Mi è sembrato che trattare i problemi della Sindrome di Down,della vita di un bambino,desse la possibilità migliore per poter parlare delle emozioni, della vita,delle relazioni,della sua famiglia. L'intera storia nasce dal fatto che il padre di questa bambina - una persona che pretende di ottenere sempre di più nella vita - si trova davanti un'ostacolo insormontabile: il rifiuto assoluto della scuola di far frequentare a sua figlia il terzo anno delle scuole elementari.

 Non è più vero che si può ottenere di più e sempre di più,quel che si vuole dalla vita.Tutto questo sconvolgerà la sua vita,il suo matrimonio,la sua relazione con sua figlia.


- Come ti sei documentato ?

- Ci siamo recati presso un IME[Istituto Medico Pedagogico] nella città di Soissons.
Non ho incontrato le famiglie,non si voleva che si prendesse delle foto dei bambini,e io comprendo la cosa.


Ho diversi volumi sulla teoria Psicomotoria,ma non vi sono immagini ma il punto è che ne avevo bisogno per la preparazione dei disegni. Ho approfittato degli aneddoti della donna di Yves sulla loro bambina.

È un argomento molto sensibile ed è molto difficile prendere fotografie di bambini nelle scuole. Quando quest'ultimi sono dei bambini trisonomici, ciò passa molto rapidamente per voyeurismo. Una volta che si vedrà la nostra opera ad Angouleme,forse le cose saranno un pò più semplici.

- Jiro Taniguchi ha disegnato la piccola Capucine senza mostrarne,fisicamente,il suo handicap:perchè questa scelta grafica.?

- E' questa la sua concezione di Capucine..Quando un bambino Trisonomico compie un comportamento particolare ma ha l'apparenza di bambino affetto da sindrome Trisonomica la "brava Gente" è più tollerante. Questa ragazzina non ha l'aria di essere una ragazzina affetta da sindrome Trisonomica...i genitori sono obbligati a spiegare i suoi problemi quando si comporta in un certo modo,per evitare che si pensi che è solo maleducata.

Pensavo accentuasse i disegni ma invece non lo ha fatto. E sono venuti bene..Non sò perché lo abbia fatto,in fondo,forse alcuni codici sono ben diversi fra noi e il Giappone.


-  Ci sono molti livello di sviluppo nel bambino Trisonomico. Avete avuto delle esitazioni a prendere come modello un bambino che possiede capacità superiori alla media anche a costo che rappresenti una parte trascurabile delle persone colpite dalla sindrome Trisonomica ?

 - Volevamo prendere in considerazione una bambina,da seguire durate per un anno. Quel che ci interessava era il momento in cui il padre, prende coscienza della situazione della bambina.Da lui in fondo negata.
Quella fase di rottura in cui si passa dalla speranza che la situazione sarà diversa da quella che è,al momento quello dove si rende conto che questa speranza è inutile


L'arrivo all'IME sarà uno choc per lei perchè dovrà confrontarsi con altri ragazzi e si sentirà superiore agli altri.. Si confronta con l'immagine che rifletteva la sua mamma e papà. Volevo che fosse una storia il più realistico possibile
« Ultima modifica: 27 Febbraio 2010, 14:05:45 da Debris » Loggato

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« Risposta #3 il: 18 Febbraio 2010, 15:26:53 »

 Vogliamo scommettere che Jiro Taniguchi si presenta - e presenta!!! - a Davide Castellazzi il suo volume insieme a Morvan e questa intervista ANCORA NON ME LA FANNO USCIRE!!!

 GIACE LI' ALL'INTERNO DELLA BACKDOOR!!!  bastonate bastonate furibondo furibondo furibondo e io stupido che non mi impunto!!!

 Scommetto che si presenta al Napolicomicon 2010!!!
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« Risposta #4 il: 15 Aprile 2010, 22:54:38 »

 C'è stato qualcosa di buona da quanto accaduto in queste ultime giornate,finalmente è stata PUBLICATA su Animeclick l'intervista a Jiro Taniguchi e Morvan...

 L'intervista è stata realizzata da Vincent Degrez.


 - Mon Année per voi è davvero una "Prima Volta". Lavorate per la prima volta direttamente per un editore belga, con uno sceneggiatore francese, usando direttamente i colori. È particolarmente interessante per voi?

 - È stato un sogno. Io conosco la B.D. da trent'anni e mi è stato offerto un modo per entrarvi trent'anni dopo averla scoperta.

 - Qual è, secondo voi, la differenza maggiore fra lavorare per un editore francese e lavorare per un editore nipponico, cosa avete sviluppato con Dargaud?

- La grande differenza è l'assenza di un tantosha (un incaricato, l'editore responsabile). Jean David Morvan e io abbiamo sviluppato la storia, ci siamo accordati sulla sceneggiatura, etc.
L'editore non è intervenuto sull'elemento creativo.
Il contrario rispetto al Giappone, dove la discussione si realizza con l'editore. Essendo abituato al sistema nipponico, trovo la situazione davvero migliorata.

 - Avete consapevolezza di star gettando, attraverso Mon Année, una sorta di ponte fra Europa e Giappone?

- Non pensavo prendesse questa rotta. La mia opera descrive molte sensazioni condivise dalla maggior parte degli individui, e questo, naturalmente, gli da un senso e un tono molto universale.

 - Come vi siete ripartiti il lavoro con Jean-David Morvan?

 - La storia e la sceneggiatura sono di sua competenza, sono nati attraverso una serie di brevi scambi di messaggi.
Io mi sono occupato del disegno sulla base di una larga documentazione ricevuta dalla Francia.

 - È stato facile per un giapponese disegnare, descrivere la Francia?

 - Ho fatto molte domande sugli usi e i costumi francesi, come si apparecchia una tavola in Francia, ad esempio, come ci si saluta.
Per i sentimenti, però, ho lavorato al mio solito, con il rischio di commettere qualche errore in relazione allo stile di vita.

 - Jean David Morvan si è adattato allo stile di Taniguchi?

- Sì. Sì, ha fatto un ottimo lavoro. Se guardate le altre sue opere, l'adattamento è evidente.

 - Il personaggio principale del romanzo è una ragazza, Capucine, una giovane handicappata mentalmente.

Esiste una differenza fra come sono considerati gli handicap mentali in Europa e in Giappone?


- Il sostegno sociale degli handicappati in Giappone è minore, davvero svantaggiato rispetto a quello presente in Europa.
Spero si evolva verso una migliore accettazione e un maggior sostegno sociale. Restano i settarismi.
Anche per il Giappone, l'argomento dell'handicap è un argomento difficile, del quale pochi autori parlano. Quando Jean David Morvan mi ha esposto questa sua idea - una famiglia francese con un figlio minorato - mi ha detto come in Francia esistessero altri fumetti su questo argomento. Non in Giappone. È un soggetto davvero atipico in Giappone!

 - Capucine non era il personaggio che lei aveva immaginato? Una ragazzina dotata di "super percezioni" per le cose, illustrate in Mon Année con dei disegni da bambino.

 - Non avevo ancora affrontato, nelle mie opere, il tema delle persone molto ricche. Una problematica piuttosto interessante per me.
Ho utilizzato dei disegni per bambini per rendere le percezioni di Capucine, mi hanno impegnato molto. Ai miei occhi sono ancora troppo ben disegnate!

 - Le prime pagine di Mon Année sono molto silenziose. Quale ruolo gioca il silenzio nelle vostre opere?

 - È molto importante. In giapponese non diremmo silenzio ma... vuoto ("vide"). Un vuoto molto denso. Un termine usato nella danza, nella musica, nella pittura, nel cinema, nei fumetti, ecc.

- Questo concetto rivela un amore per i segreti, qualcosa da scoprire, un segreto da rivelare.

 - Ai miei occhi significa non cercare le cose in atto, ma uno stato di disponibilità a lasciare che le cose si rivelano. E lo fanno... se necessario!

- Douroudoudou, una sorta di fusione fra un Pikachu nipponico e un terribile cane, è l'amico immaginario di Capucine. Eppure, alla fine del primo volume, diventa un'inquietante figura notturna.

 La dualita di questa inquietante amico è voluta?


 - È stato Jean David a suggerire il carattere di Douroudoudou.
Per la ragazza che disegna sulla sabbia, all'inizio del primo volume, Douroudoudou è un amico. Ma è una bambina che cresce: non è sempre "nero", non sempre "chiara", lei impara le sfumature...

- Dopo Mon Année, quale sarà il suo prossimo progetto?

 - Attualmente sto adattando un romanzo giapponese, Hiromi Kawakami: Les Années douces , un feuilleton.
Per il 2010 credo che realizzero l'Uomo che cammina trasposto nel Periodo Edo, che si estende dal 1600 fino al tardo XVIII secolo.


« Ultima modifica: 18 Aprile 2010, 19:56:33 da Debris » Loggato

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« Risposta #5 il: 17 Aprile 2011, 13:42:31 »



  brindisi brindisi brindisi

ARRIVA.
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« Risposta #6 il: 17 Aprile 2011, 15:19:47 »


 Leggere prego:

http://www.pandistribuzione.it/web/guest/news?id=53177

PRIMAVERA


(RIZZOLI LIZARD)

Capucine ha appena compiuto otto anni. È una ragazzina come tante altre, con una sola “piccola” differenza: è affetta dalla sindrome di Down. Una malattia, nel suo caso, non troppo evidente a livello fisico. La primavera narrata da Taniguchi in questo nuovo, tenerissimo romanzo segna un punto di non ritorno nella vita della bambina, quando la lenta uscita dall’infanzia scatena problemi mai avvertiti in precedenza. Di Jiro Taniguchi e Jean David Morvan, due maestri del fumetto mondiale.


15 euro circa..
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« Risposta #7 il: 09 Settembre 2011, 13:14:19 »


In effetti costa qualche euro in più il primo volume della versione italiana ( edizione Rizzoli Lizard) di questa bella e delicata saga....Una prima impressione: la copertina è straordinariamente bella. E così la carta...Un vero "bravò" a chi ha scelto questa particolare edizione di questo fumetto, sarà pur vero che viviamo nell'epoca del libro elettronico ma Primavera ci riporta alla dimensione di cosa vuol dire "albo a fumetti" da scorrere con calma, una pagina,pagine vere, pesanti, alla volta, apprezzare senza fretta e studiarsi ben bene. Una storia a tratti davvero emozionante e toccante. Da scoprire anche quando ben si conosce la sua fine attraverso i mille canali del web.
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