Recensioni di un paio di film :
Fate/Stay Night - Unlimited Blade Works: quest'anno di anime ne abbiamo visti proprio pochi, non voglio scendere nuovamente nel merito di quanto sia caduta in basso la produzione televisiva/home video nipponica, non posso però non notare quanto questo abbia inciso sulla mia voglia di mettermi seduto a guardare i ''grandi lungometraggi'', importanti e di sicura qualità divenuti disponibili con il consueto, clamoroso, ritardo. Non voglio neppure toccare nuovamente l'argomento ''morte del fansub'', né l'argomento ''ri-isolazionismo distributivo giapponese''. L'unica cosa che voglio dire in apertura è questa: quest'anno ci sono 3 film che avrebbero dovuto/dovrebbero soddisfare la mia quota di anime per il 2010, li ho accumulati tutti in quest'ultimo scampolo di settimane, sono tre film con un denominatore comune evidente e provante delle teorie sulle quali non ho voluto tornare. Il presente lungometraggio dedicato a Fate/Stay Night, il secondo nuovo film di Evangelion e il re-reborn della Yamato: l'elemento comune è chiaramente quello di essere film su soggetti, nel migliore dei casi, di 6 anni fa (7 ormai). Ricorderete che sono un grande fan dei Type Moon, in particolare proprio di Fate/Stay Night (rispetto a Tsukihime/Melty Blood), aspettavo ansioso questo film e mi devo dire tutto sommato contento. Unlimited Blade Works è scritto secondo i tipici caratteri delle sceneggiature giapponesi ''tratte da'': 1) la storia è leggermente alternativa rispetto al ''canone'' (concetto per altro ignoto ai nipponici... non scrivo di anime da tanto, mi sento di ripetere vecchi concetti); 2) viene data pesantemente per scontata la conoscenza della storia originale. Quest'ultimo punto è il più arduo: il massimo momento di Fate/Stay Night fu nel 2006, la serie tv, è difficile pensare (nonostante ci siano un pò di remake in giro) che la visual novel o la serie siano ancora così ben presenti nelle memorie degli spettatori. Nella mia lo sono ma il classico spettatore giapponese ha un tasso d'attenzione decisamente più basso. In ogni caso l'amico sceneggiatore Takuya Sato, regista di Armitage III e compreso in ruoli secondari nella serie tv di Fate/Stay Night, qui esagera: vengono date per scontate alcune premesse fondamentali, realmente fondamentali; per il primo quarto d'ora del film ho pensato di aver acquisito una versione danneggiata, tagliata. Non era così: l'editing è selvaggio e tutta la parte di prologo e introduzione a personaggi e concetti è falcidiata e ridotta a un accostamento di scene ''note''; niente viene spiegato. Per esempio nessuno racconta cosa sia la Holy Grail War, perché sia combattuta e quale sia il premio per il vincitore... è un dato piuttosto importante: il vincitore, la coppia vincitrice, avrà un desiderio esaudito; non viene spiegato cosa siano gli Heroic Spirits, i Servants: sono guerrieri/eroi del mito/passato, ''spiriti inquieti'' che rincorrono una missione incompiuta in vita, che si assoggettano a servire in cambio della realizzazione di quanto non erano riusciti a fare prima di morire. Sono cose solo vagamente accennate nel corso del film, sono ''accennate'' se si sa di cosa parlino i personaggi altrimenti immagino possano sembrare riferimenti oscuri e senza senso. Veniamo al dunque: Unlimited Blade Works segue, come dichiarato evidentemente dal titolo, il terzo e più famoso scenario del ''romanzo'', quella parte di narrazione che era stata tenuta fuori dalla serie tv. Nel corso della storia originale impariamo la vera identità di tutti gli Heroic Spirits tranne Archer: viene variamente suggerita da piccoli indizi ma tenuta segreta e nascosta, ''sbloccabile'' solo finendo il romanzo due volte (mi pare ci fosse un bad ending che lo rivelava subito ma...). Il film la nasconde per mezzora circa, a voi la dico subito: Archer è Emiya nel futuro, finalmente un eroe ma, sfortunatamente, un eroe pieno di rimpianti e rimorsi. L'animazione è oscillante, quasi sempre di buon livello (comunque al di sotto delle maggiori produzione) ma con evidenti cali durante le frequenti scene di combattimento: dallo Studio Dean sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di meglio; regista e designer vari sono gli stessi della serie, le musiche sono di Kenji Kawai, anche lui già sulla serie. I fan di Fate possono stare tranquilli, Unlimited Blade Works possiede tutta la vecchia magia nonostante l'eccessiva lunghezza e vaga ripetitività delle situazioni, gli altri si troveranno per le mani un film a tratti incomprensibile ma certamente pieno di quel fascino unico posseduto solo dalle produzioni Type Moon. Finisco con un ultimo difetto della sceneggiatura: l'aspetto erotico/amoroso è stato completamente cassato, l'insistenza sul rapporto Archer/Emiya ha mangiato tutto il tempo dedicato all'approfondimento dei personaggi; si sarebbe potuto fare qualcosa di più equilibrato.
Space Battleship Yamato - Resurrection: altrimenti noto come Yamato Rebirth o Yamato Revival. Una decina d'anni di battaglia legale, non ancora risolta, ha visto opposti il ''creatore del soggetto'' della Yamato, Yoshinobu Nishizaki, al ''creatore della Yamato come la conosciamo'', Leiji Matsumoto. Questi anni di controversia hanno tenuto in stallo due progetti paralleli, capitanati dai due contendenti, dedicati a una nuova serie tv + manga e a un nuovo lungometraggio animato. In questa sede non parliamo dell'imminente live action cinematografico. La disputa non è completamente risolta ma, nel frattempo, Nishizaki si è visto confermare la proprietà primaria dei diritti potendo quindi portare a compimento il suo progetto, il presente film. Il punto cruciale sul quale dobbiamo concentrarci è il seguente: Nishizaki nella sua carriera come Original Creator della Yamato non ha mai fatto un cazzo, a parte ''produrre'', in questo film si improvvisa regista e sceneggiatore con risultati alquanto scarsi. La sceneggiatura di Resurrection è tra le più idiote che si siano mai viste, piena di lacune concettuali, di buchi logici e assurdità ridicole: personaggi e situazioni che capitano senza un filo narrativo, senza una continuità sensata, un susseguirsi di eventi slegati e improbabili. La Yamato non ha mai avuto sceneggiature particolarmente degne o notevoli, sono sempre state piuttosto banali e ripetitive; qui però rasentiamo un fondo di stupidità certamente imbarazzante. Tutto ciò premesso sono stato variamente sull'orlo delle lacrime guardando il film, costantemente avvolto da una profonda commozione: Nishizaki non saprà scrivere ma di certo ha chiaro in mente cosa sia la Yamato per i suoi fan e quale tipo di service si voglia vedere passare davanti. Prese singolarmente, le scene del film sono fantastiche; i dialoghi sono infarciti di quello spirito di sacrificio altamente drammatico, virile, cameratesco e martirico che ha reso immortali le vicende dei tanti kamikaze che hanno prestato la propria opera sulla Space Battleship per antonomasia. Sono passati 17 anni da Final Battle, una nuova minaccia si profila in questo spazio pieno di pericolo: un Buco Nero vivente ha preso di mira la Terra per farne il proprio pasto; in pieno stile Galactica, l'umanità si appresta a trasferirsi su un altro pianeta: lungo la strada finiscono però per incontrare la solita alleanza spaziale tirannicamente guidata da una razza malevola di bastardi. La Terra sforna navi spaziali a ripetizione, le battaglie tra flotte sono fantastiche ma, a un certo punto, rimane solo (come dovuto) la Yamato contro forze soverchianti di ogni genere (lungo la strada ci sono i classici generali cattivi che, colpiti dal coraggio della Yamato cambiano sponda). Kodai è il Comandante della Yamato, gli altri ufficiali della vecchia guardia occupano posizioni importanti nel governo terrestre ma hanno tutti abbandonato il combattimento; Yuki ''muore'' all'inizio del film. L'equipaggio della Yamato è ora tutto composta da giovani, al comando di Kodai (invecchiato senza darlo a vedere). Chiaramente a ogni muro della Yamato e in ogni piazza della Terra c'è un quadro e/o una statua del super uomo Okita. Dicevamo: Nishizaki non è un artista ma sa vendere. Ci sono tutte le scene dovute: c'è la Yamato che emerge dell'acqua, c'è la vecchia theme song riarrangiata (orgasmo), c'è il cannone a onde moventi per l'occasione upgradato a SEI COLPI DI VIOLENZA, c'è c'è c'è. C'è tutto quello che si vuole in un cartone della Yamato ma i giovinastri non potranno capirlo.
First Look At Japan - Speciale:
http://www.everyeye.it/anime/articoli/first-look-at-japan_speciale_12759