uakHir
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« Risposta #153 il: 17 Settembre 2014, 10:50:02 » |
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Visto ieri sera al cinema. Per essere un cartone animato, e di martedì sera, la sala era bella piena, ed anche la proiezione delle 17, a giudicare dalle persone che uscivano al nostro arrivo, era abbastanza affollata (per Thermae Romae, ad esempio, saremo stati in 15, forse meno, qui si superava certamente il centinaio, dopo 50 ho smesso di contare, per una sala di 200 posti massimo).
Comunque, il film mi è piaciuto. Certamente è il più cupo dtra quelli del maestro, non c'è "il lieto fine", né personale né professionale per Jiro, amaro il commento finale del protagonista, di tutti i suoi aerei "non ne è tornato nemmeno uno".
Bell'affresco del Giappone a cavallo tra gli anni '20 e '30, con modernità e tradizione che si fondono, ed un popolo che si sente arretrato ma vuol crescere e divenire una potenza, toccante e dolcissima la storia d'amore tra i due ragazzi, ìl film è il meno "onirico" tra quelli creati da Miyazaki, solo nei sogni, quando Jiro incontra Caproni, l'autore dà libero sfogo alla sua fantasia e ritroviamo il classico Miyazaki di sempre (è anche il momento in cui il protagonista, ed anche l'autore, cerca di dare una spiegazione del suo lavoro. Crea aerei, ma saranno usati per la guerra; così Miyazaki, per parlare di aerei deve accennare al loro uso. Caproni gli spiega che non è il progettista a deciderne l'uso, lui crea un sogno che poi altri usano, e possono usarlo bene o male. In quei momenti si sente, secondo me, il dissidio interno di Miyazaki che, da fervente pacifista, scrive la storia del padre dello Zero).
Spettacolare e resa con tocco leggero, ma saldo, la scena del terremoto. Come quello della morte di Naoko, degno del miglior Adachi, secondo me. Forse non sarà un capolavoro, come altre opere del maestro, ma è un film d'altissima qualità che riesce a trattare, nel modo migliore possibile, la vita di un personaggio che poteva risultare "scomodo".
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