Roma 2010 - La descrizione dei primi 20 minuti di Dylan Dog!
http://www.badtaste.it/index.php?option=com_content&task=view&id=16396&Itemid=30http://www.cineblog.it/post/25229/roma-2010-ufficializzata-la-data-duscita-e-primi-20-minuti-in-anteprima-mondiale-per-dylan-dog-ecco-il-resocontoIeri sera la Moviemax ha presentato, al Festival di Roma, 20 minuti in anteprima di Dylan Dog: Dead of Night, il film con Brandon Routh diretto da Kevin Munroe.
Prima dell'inizio della proiezione, è stata finalmente annunciata la data ufficiale di uscita del film in Italia: il 18 marzo 2011. Poi, sono stati mostrati i primi venti minuti del film. Ecco il resoconto e il commento del nostro inviato, ColinMcKenzie:
La prima inquadratura ci segnala che siamo a Craven Road. Dentro una bella residenza, una ragazza (Anita Briem) sta preparando la cena, mentre il padre è al piano di sopra. A un certo punto, succede qualcosa di strano e dal soffitto inizia a colare del sangue. La ragazza corre di sopra e trova il padre morto, ucciso da una strana creatura che scappa.
Stacco, e passiamo alla voce fuori campo di Dylan Dog (Brandon Routh), che ci spiega il suo lavoro, quello di mediatore con i non morti che stanno in mezzo a noi, mentre intanto la cinepresa indugia sui vari oggetti presenti nella sua sceneggiatura. Da lì, si passa a una scena con un uomo che punta una pistola verso Dylan Dog addormentato. Anche quando si sveglia, l'investigatore dell'incubo non sembra particolarmente agitato, anzi ironizza sul fatto che l'uomo (che dovrà pagare tanti soldi all'ex moglie per colpa delle foto compromettenti scattate da Dylan) non avrebbe dovuto alzare il cane della pistola così presto, per creare "un'escalation di paura". Capiamo che Dylan Dog ha avuto una grande delusione d'amore dalle parole del divorziando. Con uno stratagemma, Dylan lo colpisce con un pugno, si prende la sua pistola e poi riesce anche a convincerlo ad assumerlo, in modo da dimostrare le infedeltà della consorte.
Arriva Marcus, il suo assistente, che gli porta qualche nuovo ritrovato tecnologico (oggetti che comunque un uomo all'antica come Dylan Dog non può apprezzare) e cerca di convincerlo a farlo diventare socio della loro attività, ma senza successo. I due si recano per un incarico in un quartiere chic, dove incontrano la ragazza che abbiamo conosciuto all'inizio. Lei ha contattato Dylan perché è sicura di aver visto un mostro e per via di un misterioso biglietto da visita che le ha dato un prete. Ma l'investigatore non ha assolutamente voglia di svolgere il lavoro e va via senza considerare l'offerta della ragazza e l'insistenza di Marcus, mostrando peraltro una gran filosofia pessimista.
Passiamo a una discoteca dove, come ci viene detto dalla voce fuori campo, si sperimenta una nuova droga, che produce degli effetti strani. Uno scagnozzo parla con il capo, Vargas (Taye Diggs), e gli spiega che corre voce tra i licantropi che è arrivato un cuore, notizia che sembra interessare molto a Vargas. La festa prosegue, ma un uomo che sta esagerando si ritrova a subire la furia di Vargas.
Intanto, Marcus torna nell'ufficio e trova la bestia che lo uccide. Dylan scopre il cadavere e chiama la polizia, mentre la voce fuori campo fa capire il suo dolore e il fatto che il suo passato torna a tormentarlo, spingendolo a rimettersi al lavoro. Così, si reca a casa della ragazza e decide di controllare gli alberi per trovare traccia del licantropo. Dalle analisi che compie, si tratta di un'esemplare femmina, mentre intanto spiega da cosa dipende questa condizione di licantropia.
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Alcune cose sono abbastanza evidenti. La recitazione non è ad altissimi livelli, soprattutto nel caso di Anita Briem. Brandon Routh invece cerca disperatamente di essere cool (anche troppo), ma non sembra funzionare benissimo sul versante ironico. Il budget non era altissimo, ma speravo qualcosa di meglio rispetto a un prodotto molto televisivo e da anni ottanta.
Normalmente, non mi sbilancio troppo in queste preview, perché è difficile capire come funzionerà il film da un estratto così ridotto. In questo caso, mi sento di fare un'eccezione e dire che, secondo il mio quinto senso e mezzo, c'è da essere discretamente preoccupati...