A proposito di Alice, qualche secolo fa si parlava di una trasposizione di American Mcgee's Alice (un videogioco/mod basato su...era quake 3?). Ma poi non se ne è più sentito niente, vero?
Per ora no !
La passione di Sarah Michelle Gellar per Alice :
http://www.badtaste.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2789&Itemid=30Sarah Michelle Gellar e Alice :
http://www.badtaste.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1685&Itemid=33Sarah Michelle Gellar dietro lo specchio:
http://www.horrormagazine.it/notizie/1387/Alice in Wonderland a rischio 'boicottaggio'?
http://www.badtaste.it/index.php?option=com_content&task=view&id=11656&Itemid=152Il film di Tim Burton potrebbe non trovare molto spazio nei cinema, dopo l'annuncio della Disney di voler anticipare l'uscita in home video. Ci sarà un ripensamento?
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Le window sono uno degli argomenti di maggiore discussione nel mondo del cinema. Con questo termine, si indica il periodo che deve passare tra l'arrivo in sala di un film e quello in home video. Con l'obiettivo di non danneggiare gli esercenti (anche se è ovviamente difficile capire se questo ragionamento è efficace o meno), si cerca di non ridurre queste window, anche se ovviamente alle major farebbe molto comodo recuperare prima i soldi.
Per questo, non è difficile capire perché ci sia una forte polemica legata alla decisione della Disney di ridurre la window per Alice in Wonderland dalle consuete 15-16 settimane a 12-13 (i numeri divergono secondo le varie fonti) negli Stati Uniti, in Inghilterra e anche in Italia. Ovviamente, come si può constatare da una comunicazione dell'AGIS, la notizia non è stata accolta bene neanche da noi.
Infatti, da quanto comunica l'AGIS,
molte delle principali aziende di esercizio italiane hanno ritenuto di non programmare il film a queste condizioni - così come è avvenuto, notizia recente, in Gran Bretagna - e si segnala che le associazioni dell'esercizio hanno palesato alla Walt Disney la contrarietà della categoria nei confronti di un arbitrario stravolgimento della prassi, che si reputa dannoso per il mercato".
Insomma, se veramente un film così importante (peraltro in 3-D 'vero' e preventivato, a differenze di alcune uscite successive) dovesse vedersi limitare il numero delle sale, è anche possibile che la Disney riveda la sua decisione. D'altra parte, non è detto che buona parte degli esercenti voglia perdere un possibile ottimo affare e quindi la protesta potrebbe non ottenere gli obiettivi sperati.
Di sicuro, la Disney non è l'unica major a voler seguire questa strada, come dimostra questa notizia. Quello che però lascia perplessi è la modalità con cui vengono fatte certe scelte. Invece di affrontare la questione in generale, magari con una trattativa adeguata con tutte le parti in causa, si preferisce cambiare le regole del gioco in 'corsa' e su singoli titoli. E a questo punto, la teoria di David Poland, che ipotizza che la vera ragione sono i bilanci trimestrali e il possibile flop di Prince of Persia, non è certo folle...