matte
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« Risposta #6 il: 17 Settembre 2007, 17:50:11 » |
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allora, buttate via la prima parte della storia e rileggete da qui
ho riscritto parecchio della trama, partendo dall'inizio... buona lettura...
Kidou Senshi Gundam: A way to the Stars...
Serie animata considerata quarto seguito ufficiale del più celebre "Kidou Senshi Gundam: Ashes of the War", aWttS copre il periodo compreso fra le due serie "Knights and Soldiers" e "Soul of the Space", raccontando gli eventi che hanno portato la Federazione a colonizzare parte della Galassia conosciuta. Per questo, nonostante sia stata cronologicamente l'ultima serie a venire alla luce, aWttS precede i tragici eventi del successivo SotS, fornendo anche spiegazioni più o meno razionali alle anomalie ed incongruenze che i fan dell'Ultima Century avevano ravvisato crescere esponenzialmente con il concludersi dell'ambientazione AD.
Plot generale. Sono passati circa 5 anni dalla conclusione degli eventi narrati in K&S, e finalmente il corpo di Seabook Arno ha trovato sepoltura nel restaurato cimitero militare di Arlington, nel medesimo mausoleo dedicato agli eroi delle due Guerre Coloniali. Una silenziosa e commossa processione sta seguendo il feretro fra i marmi e le lapidi, sotto lo sguardo freddo e distaccato di due uomini in uniforme bianca. Si tratta di Sven Lassiter e Klas Landon, rispettivamente comandante e primo ufficiale della nuova ammiraglia della federazione - la Phoenix, prima nave ad installare un propulsore di curvatura e quindi in grado di solcare le immense distese dello spazio esterno. Entrambi sanno di assistere ad una grande scena mediatica: il feretro di Arno è rinchiuso in una caverna sulla Luna, ben lontano dagli occhi e dalle mani di quegli uomini. Troppo pericoloso, infatti, che un cadavere contaminato da nanomacchine (vedi K&S, la Battaglia di Zefiroth ed il Moonlight Butterfly) sia conservato sulla Terra. Landon, tuttavia, commenta che Arno è comunque felice - ovunque egli sia. Non certo per il solenne funerale, né per gli onori che la rinata Federazione riserva al suo nome - ma perché l'umanità ha ricominciato a sognare, grazie a lui, ed ora è pronta a compiere l'ultimo balzo verso le Stelle, balzo che a loro è affidato. A questo punto (episodio 1: La via dell'anima), parte la schermata dei titoli che, in osservanza alle più recenti serie televisive di scuola americana, si riduce ad una breve schermata quasi statica, popolata di stelle che lentamente vanno a comporre il logo ufficiale della serie. Quando la narrazione riprende, ci ritroviamo in un altro luogo ed in un altro tempo. E' il 1944, e la spedizione della Zweite Heimat sta provvedendo allo scavo della grande base antartica. Durante tali procedure, gli ingegneri nazisti rinvengono delle enormi cavità sotterranee pre-esistenti, delle quali non riescono a farsi una ragione coerente. Provvedendo all'allontanamento dei detriti, l'ingegnere minerario Karsten Jespers, già protagonista dello speciale natalio "Circle of the Time" (vedi), nota un oggetto molto strano, che si rivela subito un artefatto. E' il celebre Disco della Luna, oggetto pressoché onnipresente nelle rappresentazioni di Gihren Zabi relative alla Prima Guerra Coloniale, e come tale già troneggiante sulla sua scrivania sin dall'episodio "La notte die ciclopi" (n.2 di Ashes of the War).
La narrazione riprende contemporanea agli eventi di aWttS, rappresentando una scolaresca in visita presso il Museo Federale di Firenze, la grande struttura museale eretta al termine delle Guerre Coloniali assemblando i reperti sopravvissuti alla distruzione del Louvre e del Pergamonmuseon. Una maestra sta spiegando ai suoi allievi che proprio quell'oggetto, il Disco della Luna, è considerato un manufatto di estrema antichità, sebbene il materiale con il quale è composto non abbia consentito alcuno studio archeologico, ed allo stesso tempo la sua particolare forma non ne consenta l'attribuzione a nessuna cultura umana in particolare. Probabilmente, come la donna commenta sotto gli occhi attenti di Karel Nemechek, ingegnere scientifico della Phoenix, si tratterebbe di un oggetto di significato rituale di origine sudamericana (Maya, Inca od Azteca, come la purezza dell'oro ivi contenuto lasciano sospettare), quindi rubato dagli spagnoli all'epoca della Conquista, e disperso fra le correnti dopo l'affonamento del galeone che lo trasportava, da queste ultime portato nell'Antartide fino alla riscoperta da parte dei Nazisti. Che, invece, lo avevano considerato una creazione dei cosiddetti "Antichi", i mitici fondatori della Razza Ariana.
Nuovo distacco: siamo (come riporta la sovraimpressione) a - 90 giorni dal viaggio inaugurale della Phoenix, e su Marte due nuovi MS F95 "Avenger" stanno completando il volo di roll-out. Si tratta di nuovi MS ultracompatti ad altissime prestazioni, appositamente progettati per sfruttare i nuovi reattori ad antimateria, prodotta dal colossale reattore a ciclo Ionesco installato sulla Phoenix, e per operare nelle particolarissime condizioni dello spazio interstellare. Durante un dog-fight simulato, Samuel Shydan (ultimo erede del più celebre Kay) e Kaspers Lang - assi del 101th MS, divisione assegnata alla medesima Phoenix, rimangono travolti da una tempesta di Coriolis: mentre Kaspers trova riparo fra le gallerie marziane, Samuel viene travolto dalla tempesta. Kaspers inizia a girovagare fra le gallerie, circondato dai resti di MS coinvolti nella seconda guerra coloniale, il cui ultimo atto - la battaglia del Monte Olympus, non era svolta molto distante dal sito di prova. Fra le rovine dell'antica fortezza di von Deikun, Kaspers rinviene un vecchio "Adolf" modificato dai Profeti per funzionare come centro di comando. Riattivando fra mille cautele il propulsore di fusione, ancora funzionante, riesce a trasmettere un segnale di SOS, che viene fortunosamente captato dalla base Olympus. Prima di disconnettere il sistema di comando dell'Adolf, Kaspers nota tuttavia un particolare file criptato a nome "Eternal Vengeance", che immediatamente copia sul proprio pad personale (fortunatamente, come appreso durante la serie regolare K&S, i protocolli di comunicazione wireless non subspaziali erano rimasti sostanzialmente immutati nel corso degli ultimi trecento anni). Recuperato e rientrato alla base, mentre sta per informare i propri superiori della scoperta casuale, riceve la comunicazione che sarà suo compito guidare il 101th MS durante il breve volo di prova della Phoenix: Shydan è infatti infortunato piuttosto seriamente, e ne avrà per almeno tre mesi. Kaspers accetta di buon grado, e la felicità determinata dalla temporanea promozione a tenente colonnello gli fa dimenticare la recente scoperta.
La scena si sposta a -20 giorni dalla partenza. Nell'antica capitale coloniale di Bad Bramstedt, successivamente diventata - con il nome di Zeon, capitale dei Ronah, due giovani ufficiali federali (Alam Nordem e Sirem Kohlan) hanno un breve entretien con una figura il cui nome non viene rivelato (e che non sarà svelato durante tutta la Serie, e che pertanto ha dato adito a precchie supposizioni da parte dei fan), e che ordina loro di sabotare in ogni modo la partenza della Phoenix.
Siamo a -5 giorni dalla partenza. La scena è di nuovo nel celebre cimitero militare di Arlington: una giovane donna sta portando dei fiori sulla tomba di Noah Bright e di Mirai Shima, all'interno del celebre mausoleo dedicato agli eroi della WB. Si tratta di Lindsay Bright, ultima erede del celeberrimo capitano (quindi ammiraglio), assegnata alla Phoenix con un ruolo secondario. Prima di partire, ha ritenuto opportuno salutare i più celebri antenati, chiedendo la loro protezione. Con un celebre colpo di regia, uscendo Lindsay incontra Nemecheck nella folla: la scena non dura che poche frazioni di secondo, e la regia non pone particolare attenzione, lasciando che la sua sia una faccia fra molte altre. Della presenza dell'ufficiale scientifico, si sono accorti soltanto alcuni fan riesaminando al rallentatore i fotogrammi della scena.
E' il giorno della partenza. Ordem Salom, presidente federale, si trova sulla Phoenix per salutare il suo equipaggio poco prima del volo inaugurale. La CCN-01X Phoenix è la più grande nave da guerra mai costruita dalla federazione, con la sua lunghezza superiore al chilometro e mezzo, e la stazza pari al milione e mezzo di tonnellate. Con il suo equipaggio di 2500 persone, la sua dotazione di oltre 100 MS da combattimento, per di più del nuovissimo modello F95, la Phoenix è il prototipo delle future navi destinati all'esplorazione ed alla colonizzazione dello spazio. Alimentata da un reattore ciclo Ionesco (step successivo del più celebre ciclo Minowsky, produce energia dalla fusione e la incamera in antimateria da impiegare per l'alimentazione dei veicoli più piccoli), in grado di funzionare a pieno regime operativo per anni interi, la nave dispone infatti del primo propulsore a curvatura mai realizzato, e permette alla colossale astronave di percorrere distanze pari ad un 1 anno luce in 3 settimane.
Il presidente lascia la Phoenix, affidando al comandante Lassiter la celebre copia della Kusanagi, unico lascito di Arno che siano stati autizzati ed estrarre dalla celebre caverna di quarantena lunare.
Mentre le complesse procedure di partenza hanno inizio, Sirem ed Alam hanno un diverbio molto acceso: Alam ha ripensato agli ordini ricevuti, e non vuole eseguirli. Sirem, invece, fedelissimo alla missione, è pronto a tutto per portarli a termine. I due hanno una colluttazione, al termine della quale Sirem riesce comunque ad attivare un ordigno che ha posizionato in prossimità della gondola di curvatura di dritta. Il tempo che Alam gli fa perdere ha conseguenze esiziali: l'esplosione avviene in contemporanea all'attivazione del propulsore di curvatura, e determina un'imprevista ed incontrollata fluttuazione nei relativi circuiti energetici. Inoltre, anche la rotta - studiata per anni da sonde automatizzate, risulta modificata. Invece di puntare verso Alpha Centauri, la Phoenix si dirige dritta verso il nucleo del Sole. Il risultato è potenzialmente catastrofico, ma non appena la nave entra nell'orbita solare (pochi secondi dopo l'accensione del reattore) la Phoenix scompare nel nulla.
Quando riappare, la situazione è disastrosa. Ogni ponte ha avarie di vario grado, e l'infermeria del dottor Rooney è piena zeppa di feriti, molti dei quali gravissimi. Fortunatamente, i morti sono soltanto quattro - fra questi Alam, ucciso in realtà da Sirem al termine della citata colluttazione, ed il primo ufficiale Landon.
Mentre Lassiter cerca di riprendere il controllo della nave, gli addetti radar gli comunicano tre pessime notizie. Prima di tutto, non hanno la minima idea di dove si trovino - sicuramente, non sono in orbita solare. Secondariamente, le riserve di idrogeno sono rimaste compromesse dall'esplosione nel reattore di curvatura: anche fermando il flusso di plasma immediatamente, resta alla nave energia sufficiente per sei giorni al massimo. Infine, sullo schermo radar sono improvvisamente comparsi due oggetti in rapido avvicinamento.
Lassiter non perde tempo: ordina immediatamente l'allarme rosso, e l'attivazione di tutti i sistemi d'arma on-line. Appena in tempo, perché i due oggetti non identificati si rivelano due navi spaziali che, appena arrivate a tiro, rilasciano i propri MS ed iniziano a cannoneggiare selvaggiamente la povera Phoenix - le cui dimensioni non rendono propriamente maneggevole, e che è ulteriormente azzoppata dai danni ricevuti.
Ha inizio un durissimo combattimento: nonostante la Phoenix disponga di una vera e propria foresta di cannoni a megaparticelle da 450 mm, le navi nemiche (di piccole dimensioni, non superiori ai 100 m di lunghezzA) sono più agili. Inoltre, anche quando colpite in pieno, esse non riportano se non danni lievissimi grazie ad un sistema di scudi e di campi di forza.
Durante il combattimento fra MS, svantaggiato dallo stesso problema, Lang nota per caso un difetto nel campo di forza nemico. Che appare in grado di fermare praticamente qualsiasi tipo di arma a raggi, ma è del tutto inefficace contro i più brutali calci e pugni dei MS. Sfruttando una storica proprietà della serie F9x, Lang abbassa la frequenza di fuoco e la velocità delle megaparticelle dei sistemi d'arma, andando oltre i normali standard di qualità operativa. Così facendo, riesce a colpire i MS nemici, rispetto ai quali la serie F95 si rivela nettamente superiore per velocità e manovrabilità. Non soltanto: lui ed il suo wingman Anders Smitey riescono a raggiungere il ponte di comando di una delle navi, applicando la classica procedura Deikun per l'aggressione alle navi da guerra. Ma mentre Lang sta per scaricare un'intera raffica di megaparticelle sulla nave nemica, i suoi occhi vedono qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Vede il nemico. Esseri umani, esattamente come lui. Mentre due MS stanno convergendo sugli F95, Smitey prende il comando delle operazioni e, portata al massimo la tensione di mp all'interno della light saber (nb. evoluzione della beam saber dei vecchi MS, in uso durante la guerra Feudale ed impiegata per la prima volta sull'F91) del proprio F95, sfonda scudi e pareti fisiche della nave, provocandone la decompressione esplosiva. Nel caos generale, la nave superstite fugge. Il comandante Lassiter riceve l'informazione che i propulsori di curvatura sono tornati on-line, ed ordina l'immediato ripiegamento a tutti i MS. Le perdite si limitano ad una mezza di Mobile Suit danneggiati - ma questo, nelle particolari condizioni operative, rappresenta un potenziale disastro. Lassiter ordina, pertanto, di recuperare e di portare sulla Phoenix quanto più materiale nemico possibile. Mentre l'ufficiale scientifico Nemecheck inizia la valutazione del materiale di recupero, la Phoenix punta alla massima velocità verso un sistema stellare distante un anno luce, al limite della portata operativa, dove i sistemi ottici della nave hanno identificato un pianeta con atmosfera respirabile ed un paio di giganti gassose. L'uno e gli altri essenziali per provvedere alle riparazioni della nave, a ricostituire le riserve idriche e soprattutto di idrogeno.
Durante il viaggio, condotto in stato di massima allerta a causa della minaccia rappresentata dal nemico sconosciuto, Nemecheck compie una scoperta che lascia tutti a bocca aperta. I MS con i quali sono entrati in contatto non soltanto sono il prodotto di altri esseri umani, come loro... le scritte in alfabeto latino ed in numeri arabi presenti sui rottami li qualifica come parto di altri esseri umani provenienti dalla Terra. E, come se non bastasse, una più approfondita analisi dei sistemi residui, evidenzia un sistema di giroscopi assolutamente inconfondibile, marchio di fabbrica della vecchia linea MS della Deikun Electronics... ebbene sì, con grande sorpresa di tutti, ciò che hanno di fronte sono gli eredi dei Profeti. Di fronte alla sorpresa collettiva, Lang si ricorda improvvisamente del reperto ritrovato casualmente su Marte. consegna il relativo file alla Bright, che ne inizia le procedure di decodifica, particolarmente complesso a causa della chiave di codifica applicata, la tipica Prophete-key, la cui modalità di decodifica non era mai stata scoperta anche nei tempi d'oro della Federazione. Le settimane successive procedono senza troppi intoppi, ed anche il nemico sembra scomparso nel nulla. All'arrivo sul pianeta, che Lassiter - in omaggio a Cristoforo Colombo, battezza San Salvador (in effetti, è il primo mondo extrasolare sul quale l'umanità, a quanto se ne sapeva prima della loro partenza, abbia mai messo piede), la seconda sorpresa. Si tratta di un mondo primordiale, con vasti oceani e nessuna forma di vita terrestre. L'atmosfera è appena respirabile, e nell'aria - la cui composizione è prossima a quella terrestre, ma con ridottissima frazione di ossigeno, inferiore al 15%, non è presente nulla che possa rassomigliare a delle forme di vita. Lassiter ordina di ridurre al minimo l'equipaggio destinato all'esplorazione del pianeta, che viene compiuta solo "per obbligo di firma" e così la permanenza in orbita. Il compito principale degli esploratori è scoprire se l'acqua degli oceani del pianeta sia utilizzabile per l'alimentazione umana. E per instaurare serre idroponiche. La Phoenix è infatti attrezzata per la loro installazione, ma - presupponendo un viaggio di breve durata, non erano state attivate prima della partenza. L'esplorazione rivela un mondo desolato, sul quale nessuna forma di vita sembra presente... finché, al tramonto del primo giorno, quando le due lune del pianeta campeggiano trionfanti sul cielo privo di nubi, gli esploratori (fra i quali Lang ed il dottor Rooney) si scoprono circondati da migliaia di animali simili a scorpioni, grandi quanto la gamba di un essere umano, che immediatamente iniziano ad aggredirli. Nonostante sembrino animali piuttosto lenti, primitivi e prevedibili, gli esploratori riescono a scampare solo per il rotto della cuffia, ed aprendosi la strada a colpi di beam-rifle. Rientrati e rinchiusi sulla navetta, Rooney fa una scoperta sensazionale. Quelli non soltanto sembrano scorpioni - sono effettivamente scorpioni. Scorpioni di mare, una specie terrestre risalente all'Ordoviciano, e scomparsa da almeno mezzo miliardo di anni. Le prime creature terrestri a disporre di occhi, nonché la specie dominante negli oceani terrestri fino alla comparsa dei pesci e dei vertebrati in generale. Gli esploratori non hanno il tempo per farsi domande: mentre si stanno interrogando, la loro navetta viene afferrata e trascinata in mare da un polipo colossale, un nautiloide, che li ha scambiati per uno scorpione di mare troppo cresciuto. Lang, imprecando per essere sceso sul pianeta senza un MS (errore che non ripeterà), si arma ed entra in mare iniziando un duello furioso con l'animale, che pur molto più lento e primitivo di lui, dispone di una forza proporzionata alle dimensioni. Alla fine, riesce vincitore del duello con un trucco, proiettando un fascio di luce violentissima negli occhi dell'animale, cresciuto negli abissi ed abituato all'oscurità. Il nautiloide molla la presa, e gli esploratori riescono a scappare. L'episodio ("Capitano Nemo") è stato spesso citato dai paleontologi come un buon esempio di credibile rappresentazione della vita negli oceani dell'Ordoviciano. Ugualmente apprezzato (sebbene drammatizzato ai fini del racconto) l'accurato disegno di scorpioni di mare e nautiloidi. Rientrati sulla nave, con la buona novella dell'utilizzabilità delle acque del pianeta per ricostituire le riserve idriche - così come delle specie lì viventi per integrare con dosi di proteine nell'alimentazione dell'equipaggio, il comandante Lassiter chiude l'episodio con la domanda, inquietante, destinata a diventare il tormentone della prima parte della serie. Com'era possibile che creature risalenti all'Ordoviciano fossero presenti su un pianeta lontano chissà quanti milioni di anni luce dalla Terra? Quale poteva essere la più razionale spiegazione per un reperto simile?
Terminate le riparazioni, la Phoenix riprende il proprio viaggio. Ma in quale direzione, visto che nessuna cartina in loro possesso riesce a definire con precisione la loro posizione relativa al centro galattico? E, soprattutto, com'è possibile che siano finiti lì? E' Nemecheck a fornire una spiegazione apparentemente folle, ma in qualche modo razionale. L'esplosione precedente la partenza ha alterato la stabilità dei circuiti energetici del reattore di curvatura, provocandone il sovraccarico. La risultante è stata un campo di curvatura di intensità notevolmente superiore alla norma, come dimostrato dal tempo eccezionalmente breve (pochi secondi) per percorrere la distanza Luna-Sole (in condizioni normali, la luce percorre la medesima distanza in 8 minuti: anche a velocità massima, la Phoenix avrebbe impiegato 8 min /3, cioé poco più di due minuti e 20 secondi, contro i 10 secondi effettivamente impiegati). Non appena il campo di curvatura artificiale ha interagito con quello naturalmente prodotto dal Sole, si è formato qualcosa di simile ad un transiente pozzo gravitazionale, una struttura fisica teorizzata alcuni secoli prima e mai rilevata, che ha inghiottito la nave facendola fuoruscire in una regione di spazio fortunosamente prossima a quella di ingresso sia per posizione quadridimensionale che per caratteristiche termodinamiche. Probabilmente, queste le conclusioni di Nemecheck, la Phoenix si trova in un'altra spirale galattica: per questo motivo, le cartine spaziali a loro disposizione, frutto della prolungata osservazione astronomica con punto di riferimento terrestre, appaiono inadeguate. L'unica soluzione praticabile è utilizzare i dati di emissione spettrale delle stelle fisse (e quindi ipoteticamente equidistanti fra la Terra e la loro posizione) per identificare le stelle guida (Aldebaran, Antares, Betelgeuse e così via) e quindi la loro posizione relativa rispetto al Sole. Un procedimento che, comunque, impiegherà per settimane il loro computer. Nulla di preoccupante, da quel punto di vista. Visto che, nella migliore delle ipotesi, la distanza fra loro e la Terra sarebbe tale da obbligare ad un viaggio di centinaia di anni...
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