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Autore Topic: RIS Delitti Imperfetti - Granada City  (Letto 2767 volte)
matte
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« il: 21 Settembre 2007, 19:00:48 »

Ladies and Gentlemen...
R.I.S. Granada
Questo  soltanto uno stub, per dirla alla Wikipedia... Aspetto il vostro feedback per decidere se far seguito a queste prime righe...

Il capitano Artesia Rey, nata von Deikun, odiava viaggiare. In qualche modo ironico, per un soldato. E per un soldato come lei, che nel corso della sua vita aveva percorso tanti chilometri da bastarle per lÕeternitˆ.
Ma presto, molto presto, quel supplizio sarebbe finito.
Si stiracchi˜, lentamente, assopendo nel silenzio un profondo sbadiglio. Distendendo il braccio destro, una fitta profonda - e dolorosa, le percorse le membra, conficcandosi come un pugnale fin nella schiena, dissolvendo la piacevole sensazione di torpore delle sue membra.
Una ferita - una vecchia ferita che non sarebbe mai guarita. Non del tutto, almeno. E non era la sola. Risaliva a tre anni prima, ed era la causa di quellÕultimo pellegrinaggio. Anzi: per dirla come suo fratello, come lÕinfallibile Kaswal avrebbe sottolineato, era la ultima di quellÕultimo esodo verso lo Spazio.
Erano passati tre anni, ed il suo corpo e la sua anima non avevano ancora dimenticato lÕinferno di Marte. LÕultima battaglia con i Profeti, i folli fanatici che suo fratello - s“, proprio lui, aveva raccolto attorno a sŽ... Anche lÕinfallibile Kaswal, alla fine, aveva commesso un errore. Un errore che aveva portato la morte e la distruzione in ogni angolo del cielo e della terra.
Per fortuna, tutto era finito. LÕaveva visto con i suoi occhi, incapace di scegliere - sorridere o piangere... Il mobile suit scarlatto di Kaswal abbattuto... Lui, che come un pazzo scappava fra le gole ed i tunnel del pianeta rosso. E la morte che, pietosa, arrivava a porre fine alla sua follia, per mano del suo stesso, rinnegato sangue.
Quel sangue che le impediva di odiarlo. Quel sangue che non le permetteva di amarlo: la stessa linea univa quella morte a mille altre, e fra queste mille, lÕunica che ad Artesia importasse pi della propria vita. Amuro: lÕunico uomo che mai avesse amato. PerchŽ, quando il caso aveva intrecciato le loro strade, anchÕegli non sapeva ancora che cosa fosse lÕamore. LÕavevano imparato insieme - ed insieme erano rimasti stretti, in una morta che soltanto la morte aveva potuto dissolvere... O forse no. Certe volte, Artesia pensava che il suo amore fosse ancora l“. La guardasse, le parlasse... E parlasse a Kamille, il loro unico figlio, lo carezzasse prima di dormire, lo accompagnasse nel suo viaggio fra i sogni e la notte...
VentÕanni insieme - anzi, qualcuno in meno: eppure, quel tempo infinito le sembrava esser volato via, nel batter dÕali dÕuna farfalla notturna... Talvolta. Poi i suoi occhi incontravano quelli di Kamille, come quella sera, come tante volte prima di allora - e le sembrava che insieme avessero scritto la Storia. S“ - la Storia eterna che non teme lo scorrere del tempo e delle ere della Terra... Dormiva al suo fianco, serena, nel sorriso tranquillo di un bambino dai capelli biondi come il grano, e dalla pelle candida come i sogni dellÕinfanzia.
ÒAttenzione! AttenzioneÓ risuon˜ la voce dellÕhostess attraverso lÕamplificatore della cabina: ÒTra meno di dieci minuti atterreremo allo spazioporto Yeoshua Revil di Granada. Siete pregati di allacciare le cinture e di prepararvi alla discesa...Ó
ÒKamille, sveglia!Ó sussurr˜ Artesia, scuotendo con dolcezza il corpicciolo del bambino. Che, lentamente, riemerse dal suo pacifico sognare.
ÒCosa cՏ, mamma?Ó domand˜ con voce ancora assonnata, inconsapevolmente stringendo al petto lÕorsetto di peluche azzurro che suo padre gli aveva regalato, tanti anni prima.
ÒStiamo per atterrare... Devi metterti seduto per bene, e stringerti la cintura di sicurezza. Adesso ci sarˆ qualche scossone, ma meno che alla partenza... Sei pronto?Ó

ÒMa chi diavolo sarebbe questa Artesia von Deikun!?Ó sbrait˜ il tenente Carlo Venturi - e se avesse potuto, non si sarebbe limitato certo a quelle urla.
ÒCalmati, Carlo... E non  un consiglio...Ó
Il generale Oskar Zei§ conosceva benissimo il sangue ÒcalienteÓ del proprio sottoposto. Come lo chiamavano? Ah, s“. Il ÒtemperamentoÓ... Di madre spagnola e di padre italiano, non era esattamente il prototipo dellÕautocontrollo, nŽ del senso di misura - in compenso, madre natura gli aveva fatto in dono ben altre doti. Come il buonsenso, cui Zei§ cerc˜ di aggrapparsi, subito.
PerchŽ quello che avevano di fronte era un ordine dallÕalto. Ma cos“ in alto, che a fare un altro gradino si sarebbe sbattuta la testa contro il soffitto. Anzi, direttamente contro le stelle.
Nomina diretta da parte del generale Cowen, il comandante in capo della Federal Special Police: nessuno, dai tempi degli Zabi - quando, detto per inciso, le Òcamicie nereÓ avevano ben altro nome, ben altro stemma, e soprattutto ben altra fama - aveva mai beneficiato di un simile trattamento. Lettere di presentazione firmate dal defunto generale Revil - e che Dio lÕavesse in gloria, scritte di proprio pugno dallÕammiraglio Bright (ahimŽ destinato a seguire ben presto il suo celebre mentore sulla stessa implacabile strada) e - udite udite, dalla Regina Bianca in persona!
ÒIn un certo senso,Ó sospir˜ Zei§, ben sapendo che quello non sarebbe bastato certo a placarlo, Òdimostra parecchia modestia... Con simili raccomandazioni, avrebbe potuto aspirare al comando centrale di tutta la Polizia Speciale - e non soltanto del RIS...Ó
In quella battuta, Venturi non trov˜ nulla di divertente.
Nato trentadue anni prima a Marsiglia, era uno di quei giovani che avevano visto la propria infanzia spaccata in due dalla Guerra. Da un giorno allÕaltro, letteralmente: genitori spariti, portati via, chissˆ da chi, chissˆ dove. Nessuno che si prendesse cura di lui, se non la strada. Una maestra inflessibile, che tantissimo gli aveva insegnato, e molto di questo Venturi aveva tenacemente appreso. Il che, Zei§, pur sapendolo assai bene, cercava il pi spesso di dimenticare.
ÒQuella maledetta nazista...!Ó sibil˜ fra i denti, senza dar conto al moto di rabbia che scintill˜ dietro le pupille spettrali del suo superiore. PerchŽ Oskar Karl Zei§, generale della Federal Special Police, comandante in capo della Guardia Civile per le colonie lunari - ovverosia, per i tre agglomerati cittadini di Granada, Von Braun City e Bayreuth - non faceva mistero di aver servito per i primi anni della propria carriera sotto lo stemma bianco rosso e nero della croce uncinata.
Del resto, chiunque fosse nato nelle Colonie prima della guerra - della Grande Guerra del Ô15-Õ18, non avrebbe avuto moltÕaltra scelta. Cos“ si diceva, spicciatamente, per chiudere precocemente discorsi che, troppo prolungati, avrebbero obbligato a dire molte cose spiacevoli, e a pensarne molte altre.
ÒVenturi, la prego di controllarsi... Il capitano Artesia von Deikun non  una raccomandata. Non soltanto, almeno. é un eroe di guerra, non se lo dimentichi. Incidentalmente,  anche la sorella di Kaswal von Deikun...Ó
ÒE dice niente?!Ó
Le ferite della seconda guerra coloniale non sÕerano rimarginate - non ancora, non del tutto. E per Venturi, che quella guerra aveva combattuto attivamente, nei Rangers lunari, erano ferite che ancora buttavano sangue copioso.
ÒSenta Venturi,Ó riprese Zei§, Òio la capisco - e sappia che io stesso ho perorato la sua causa al Comando Generale. Tuttavia... Tuttavia si renda conto che la corrente situazione  questa, tenente Venturi: la sua promozione a capitano  sospesa sine die, e quale nuovo comandante del RIS  stata scelta Artesia von Deikun. Fine delle trasmissioni...Ó
ÒNon finisce qui, generale!Ó grid˜ il tenente, prendendo la direzione della porta a vetri polarizzati.
ÒS“ che finisce qui, Venturi!Ó grid˜ il generale - un urlo che ebbe sul tenente il medesimo effetto dello sguardo di Medusa.
ÒAdesso mi ascolti attentamente, perchŽ non ho intenzione di ripetermi. Neanche me questa von Deikun piace particolarmente. Ma  la moglie di un eroe di guerra. Anzi,  la vedova dellÕeroe di guerra per antonomasia. é un eroe di guerra essa stessa, avendo combattuto sia la Prima che la Seconda guerra coloniale. Ha fatto parte del 101¡ MS - e se cÕerano dei soldati durante la Guerra, ti giuro che erano quelli... é stata ferita in battaglia, due volte - e tre volte decorata al valore. Per la Federazione ha perso un marito, il fratello, tutto ci˜ che restava della sua famiglia. Non pu˜ rimettere piede sulle Colonie senza rischiare la vita... Venturi, se vuoi prendertela con qualcuno - se vuoi sfogare su qualcuno la tua frustrazione perchŽ ti sei visto passare davanti, fammi un piacere - un sentito piacere: apri a caso il registro del RIS, e scegli un tuo collega o superiore. A caso - chiunque. Ma non lei.Ó
Venturi sÕimporpor˜ rosso come pomodoro maturo. Non era soltanto una questione dÕamor  proprio o dÕorgoglio ferito. No.
Il RIS di Granada, prima dellÕarrivo di Venturi - e si parlava dellÕimmediato dopoguerra, non esisteva. Lui lÕaveva costruito, trovando gli spazi, gli uomini, i fondi. Scovandoli fra le pieghe del bilancio, pregando e genuflettendosi di fronte a superiori e privati pur di completare la dotazione del suo reparto.
Il RIS di Granada, grazie a Venturi, era diventato il fiore allÕocchiello della polizia speciale sulla Luna. Non avrebbe accettato che una straniera, unÕex-nazista per di pi, glielo portasse via - non cos“, non allora.
ÒVa bene, signore...Ó sibil˜ il tenente, malcelando i pensieri che dentro gli ruggivano: Òora, se vuole scusarmi, ho del lavoro da sbrigare.Ó
ÒLo so... Questa cittˆ non dorme mai, vero Venturi? Vada pure: in libertˆ.Ó
Il tenente usc“, sbattendosi la porta dietro le spalle. Un fragore sordo e violento, simile al tuonare che, nel silenzio di una serena giornata di fine estate, annuncia lÕimprovviso arrivo delle tempeste invernali.
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