State tranquilli non è un altro universo gundamico, anzi qui Gundam non c'entra niente.
Eppure... mecha story è e mecha story rimane (qualche velata citazione magari la potrete trovare in futuro lo ammetto) ed ammetto che ero un po' indeciso se postarla o meno questa storia
Io inserisco qui il prologo che ho appena finito di revisionare, ditemi che pensate....
Storia completamente originale, di Gundam, Amuro, Kira e compagnia neanche l'ombra (riuscirò forse ad inventare il primo robot italiano in grado di combattere Gundam?
)
Bipedal Military VehiclesMARE NOSTRUM: PROLOGOAnno 2074...
...Ruiu su coro
e s'animu che lizzu
cussos colores
adornant s'istendarde
boh! boh!
e fortes che nuraghe
a s'attenta pro mantenere
sa paghe
Sa fide nostra
no la pagat dinari
aioh! dimonios!
avanti forza paris...I militari della 5a Brigata di Manovra 'Sassari' della P.M.A.F. stavano passando in rassegna davanti al palco delle autorità cantando il loro inno; quella del 9 agosto di quell'anno, a Marsiglia, era una parata sfarzosa ed elegante, in cui si respirava un'aurea di potenza, ma allo stesso tempo nell'aria si percepiva come del pericolo.
Una parata così non si vedeva dalla mitica prima parata delle P.M.A.F. di Roma di diversi anni prima, ormai da quei giorni era passata una generazione e per molte persone era la prima volta che vedevano una cosa del genere.
“E ora, gentili telespettatori, potete vedere inquadrati gli MF-14 'Gheppio' in dotazione agli stormi caccia, ricordiamo che l'altro giorno questi velivoli hanno intercettato dei Mig-53 sopra il canale di Sicilia, azione che i nostri piloti hanno svolto in modo perfetto”.
Il telecronista commentava la parata non risparmiandosi di ricordare ogni volta possibile quel che stava succedendo con ampie parole d'elogio per le forze militari, ma se il giornalista sembrava abbastanza tranquillo così non era per le principali cariche militari e politi che assistevano alla parata: c'era un continuo via vai di aiutanti che scendevano e salivano sul palco delle autorità per riferire le ultime notizie ai generali presenti, quest'ultimi analizzavano le notizie e le riportavano (tagliando ciò che non serviva) ai principali ministri e al capo del governo.
I generali sul palco delle autorità ogni minuto che passava e ogni aiutante che si avvicinava diventavano sempre più nervosi e sudavano sempre di più; la situazione stava peggiorando di minuto in minuto, ma sembrava che il presidente non volesse agire.
“Signore abbiamo gli ultimi rilevamenti dell'SN-32, sembra che non vogliano cambiare rotta... dobbiamo prendere una decisione e alla svelta, l'eventuale perdita di...” sussurrò il capo di stato maggiore al presidente che li sedeva a fianco.
Ma il presidente della Repubblica: Joacchino Gribel interruppe il generale in malo modo: “Lo sa meglio di me che se facciamo la prima mossa...”.
“Se facciamo la prima mossa avremo il beneficio dell'iniziativa, al punto in cui ci troviamo per la diplomazia internazionale non cambia niente se saremo noi o loro a sparare per primi”.
“Non è mia intenzione far scoppiare una guerra... ho la certezza che la loro è solo una mossa dimostrativa”.
“Ne ha la certezza o lo spera?” suggerì il generale sapendo già la risposta: il Presidente non rispose solo una smorfia di disappunto si dipinse sulla sua faccia.
“Lo dicevo io che bisognava stare attenti, sempre a danno fatto, sempre a danno fatto” aggiunse il generale sottovoce carico di rabbia: la sua era una pesante accusa politica, non diretta contro una determinata persona, ma contro un'intera classe e le sue decisioni, anche di decenni prima.
“E cosa dovevamo fare? Farli morire di fame?” domandò il Presidente con velata rabbia.
“No, anzi! Ma neanche farli arrivare dove sono arrivati. A questo punto la guerra è inevitabile, credo che lo sappia meglio di me: in un sistema economico come il nostro non possono esserci due elementi forti in contemporanea nella stessa regione, che perseguono gli stessi interessi, che hanno gli stessi sbocchi e che puntano ad avere la supremazia sulla regione in questione”.
“Lei vaneggia” ribatté il presidente osservando distrattamente alcuni unità di carri che li stavano passando davanti, non aveva mai potuto sopportare il capo di stato maggiore: in fondo l'aveva ricevuto come eredità dal precedente governo.
“Probabile, ma è un fatto che da derelitti sono diventati la nostra copia e ora non si faranno problemi a sparare contro coloro che li hanno aiutati. Gli uomini dimenticano presto gli aiuti ricevuti se subiscono anche un solo minimale sgarro” concluse Garcia Gil, capo di stato maggiore delle P.M.A.F., la sua voce era cupa e la visiera del suo cappello era calata leggermente sugli occhi: non sapeva più come convincere il Presidente, poteva solo sperare che le azioni di deterrenza organizzate dal settore aeronautico delle P.M.A.F. funzionassero, ma dubitava fortemente che le forze della F.A.U. si facessero intimorire da alcuni caccia che volevano a bassa quota presso le loro formazioni navali.
Già la F.A.U, la Federal African Union... l'unione delle nazioni africane era nata nel 2030 a seguito del cosiddetto 'periodo nero'.
Nel 2025, ma soprattutto nel 2026, una serie di condizioni climatiche sfavorevoli a livello mondiale aveva generato gravi e generalizzate carestie e crisi idriche; anche i paesi sviluppati avevano avuto grossi problemi di approvvigionamento, ma grazie all'uso generalizzato di colture geneticamente modificate, impianti idrofonici e altre diavolerie tecnologiche si era riusciti a resistere in un qualche modo riuscendo ad evitare la crisi totale che avrebbe colpito l'intera umanità se fosse proseguito il periodo di scarse precipitazioni.
Ma le crisi idriche e le carestie avevano portato anche epidemie, alcune con virus nuovi: ci furono milioni di morti.
E tutto perché si era semplicemente in troppi, si perché non è che ci fosse stato un periodo di terribile siccità a livello mondiale (con precipitazioni concentratissime e catastrofiche), c'era stata si una forte siccità, ma non terribile, però sufficiente a far decrescere la produzione agricola quel tanto che bastava a innescare questa terribile situazione.
Però, però... qualche cosa di buono era nato: la P.M.N. (la Pan-Mediterranean Nation) erede in gran parte di quel che fu l'UE; la P.M.N. nacque dai gravi sconvolgimenti politici che avvennero in quei difficili anni: il crollo economico e politico delle nazioni del Nord ed Est Europa sotto la spinta del rinato gigante russo, la piccola guerra nucleare nel Kashmir, la caduta della monarchia saudita, la guerra di conquista del Brasile in Sud-America, la nascita della confederazione americana tra USA, Canada e Messico, la spartizione del continente asiatico tra due sfere di influenza (cinese e giapponese)...
Tutti eventi che spinsero le nazioni affacciate sul Mediterraneo ad unirsi tra di loro per non essere sopraffatte : Francia, Spagna, Italia, Malta, Grecia, Croazia, Slovenia, Albania, Turchia, Israele con in più la Svizzera e la Serbia, ma a questa alleanza non presero parte le nazioni africane, che pure erano state invitate.
Ed infatti il continente africano (con alcune eccezioni, quali Egitto e Sud-Africa) si unirono in un unico mega-stato; all'inizio la situazione economica era disastrosa, ma grazie all'intervento della nascente P.M.N. almeno i generi primari per le popolazioni africane poterono essere assicurati.
Lentamente la F.A.U. crebbe economicamente ricalcando in un certo modo la storia della Cina nella seconda metà del '900 e da stato povero e traballante qual'era era diventato uno stato in grado di intimorire la potente confederazione americana o da essere trattato come pari dalla Cina.
“E ora l'orgoglio nazionale! Il BMV-2 'Hercules'! La macchina militare più avanzata al mondo! 6 metri e mezzo d'altezza! Propulso da un avanzatissimo motore elettrico con 2 ore di autonomia in combattimento! Agilissimo! È l'unico mezzo in grado di accompagnare le unità di alpini sui più alti picchi e gli incursori marittimi lungo le più frastagliate coste!” il telecronista cominciò a descrivere nel dettaglio la macchina, unica nel suo genere, solo il Giappone e la confederazione americana avevano sviluppato qualche cosa di simile, ma li ritenevano poco più di un banco prova tecnologico.
Per la P.M.N. la questione era diversa, poter portare armamenti pesanti sulle vette alpine poteva essere un incredibile vantaggio in un eventuale scontro contro gli altri big-state che avessero voluto invaderla dai fronti come quello alpino o balcanico, senza contare lo sviluppo di coste che aveva la P.M.N.
Alcuni illustri militari che avevano servito Israele prima che confluisse nella P.M.N quando videro quella macchina furono tutti d'accordo nell'affermare un concetto: “Con questo potremo combattere ancora per un po' nel caso fossimo scacciati in mare”
I cittadini assiepati lungo le transenne cominciarono a scattare foto a più non posso: quella era la prima uscita pubblica per i BMV-2.
Il mezzo non poteva non destare scalpore: era il primo mezzo bi-pedale e dotato di veri e propri arti nella parte superiore, armato con mitragliatrici pesante e lanciamissili poteva essere dotato anche di armi a energia diretta e vari altri tipi di armi.
“Sembra uscito da un cartone animato. Non credi?” domandò un ragazzino al suo vecchio nonno sporgendosi dalla transenna per osservare meglio.
“Eheh credo proprio che tu abbia ragione, ma questa è la realtà”.
Intanto a 200m di profondità presso il canale di Sicilia il vecchio sottomarino nucleare SN-32 'Infermabile' continuava a seguire silenziosamente la formazione navale della F.A.U., la situazione era tesa: la portaerei Kilimangiaro si stava apprestando a lanciare alcuni convertiplani, probabilmente ASW.
Per l'SN-32 era giunto il momento di tornare alla base, a quel punto la formazione nemica sarebbe stata seguita dai radar di Malta e da quelli posizionati lungo le coste siciliane: era inutile prendersi tali rischi in assenza di chiari ordini da parte dello stato maggiore.