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Autore Topic: Intervista a Simona Stanzani traduttrice di Bleach  (Letto 1896 volte)
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« il: 19 Agosto 2007, 13:40:42 »

Una segnalazione interessante da Manga for ever...

 http://www.mangaforever.net/forum/index.php?showtopic=8270


Sul sito di "Pingmag" sito nipponico...è apparsa un'intervista all'italiana Simona Stanzani, che traduce molti dei titoli di maggior successo in Italia, tra cui "Bleach" e "Steel Ball Run".

Sarà interessante scoprire la sua storia e gli aspetti più particolari del lavoro di traduzione!




Da 15 anni, Simona Stanzani traduce manga dal Giapponese all'Italian. E non manga qualsiasi, ma i pezzi grossi dei generi shojo e shonen: “Air Gear”, “Bleach”, “Steel Ball Run”, “Host Club” e “Nana”! Una professione abbastanza speciale e scommetto che molti la invidiano. Come è arrivata fin lì? PingMag è andato a trovare Simona nell'amabile complesso Nakameguro di Tokyo, dove vive attualmente...

Semplice domanda: Come sei diventata ciò che sei oggi – una traduttrice di manga?

E' cominciata così: Quando ero piccola, cominciarono a trasmettere sulla Tv italiana anime come “Heidi”, la coproduzione nippo-svedese “Barbapapa” o “Vicky the Vicking”. Solo che non sapevamo che erano giapponesi perché eravamo talmente abituati ai fumetti americani o all'animazione francese. E la cosa che mi fece più impazzire fu “Grendizer” (“Goldrake”), un cugino del “Great Mazinger” di Go Nagai, il creatore del genere e padre dei robot giganti anni '70. Così, cominciai a disegnare fumetti con i personaggi dell'animazione. A 14 anni il mio sogno era di venire in Giappone e diventare una fumettista. E all'età di 17 anni cominciai a studiare Giapponese.

A 17 anni??
Il fatto è che avevo lasciato la scuola così non avevo un diploma delle scuole superiori. Ma sapevo che a Bologna tenevano un corso di Inglese. Andai lì presso un professore dell'Università e gli dissi che che volevo assolutamente studiare il Giapponese. Mi disse “OK!”. Così. Studiai per appena due anni! Dopodiché, c'erano tanti ragazzi interessati all'animazione e ai fumetti giapponesi, il che ci rese una piccola comunità. Ognuno conosceva l'altro da differenti città, e c'erano differenti gruppi che facevano fanzines. Alla fine, alcuni di loro decisero di formare un'azienda a Bologna per pubblicare manga con il supporto di un grosso editore. Entrarono in contatto con me e, non appena ebbi finito il mio corso di Giapponese, cominciai a lavorare con loro nel 1992. In più, non avevo bisogno di studiare i manga. Sono una fumettista anch'io, e anche se la mia professione è scrivere, un fumetto per me è una maniera molto naturale per esprimermi.

il resto su manga for ever ovviamente
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