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« il: 19 Febbraio 2017, 19:49:43 » |
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Quello che segue é uno stralcio di un articolo da me scritto per il "Colony Post", la fanzine del Gundam Italian Club. Essendo la versione originale costituita perlopiù da un'analisi brano-per-brano che ha valore recensorio e quindi poco informativo, condivido qui i passaggi riguardanti i dati più interessanti dal punto di vista storico, spero gradiate.
Un aspetto spesso sottovalutato, ma per nulla marginale nella riuscita di un anime, non ha nulla a che fare specificamente con l'animazione: si tratta del commento sonoro, la soundtrack... le musiche, insomma. Pur essendo nato come una produzione molto economica per gli standard del 1979 (in realtà, si trattava di una produzione costosissima e ad alto rischio, per quello che l'allora giovane Nippon Sunrise poteva permettersi da quando s'era affrancata dalla Toei per mettersi in proprio), "Kidoo Senshi Gandamu" poteva contare su un cast tecnico di "nuove leve" di tutto rispetto: il promettente Yoshiyuki Tomino alla regia principale, l'astro nascente Yoshikazu Yashuiko al design dei personaggi, Kunio Okawara, l'uomo che ha effettivamente creato la specializzazione in Mecha Design, ai disegni meccanici... paradossalmente, l'unico "non- giovane" artista affermato era il compositore delle musiche, Takeo Watanabe (1933-1989). Nato a Tokyo nel 1933, figlio dell'affermato musicista e compositore classico Urato Watanabe, Takeo mostra già da giovane uno spiccato talento musicale, al punto che a 23 anni, appena laureatosi (in economia), parte per Parigi per studiare musica ed in particolare gli strumenti meno diffusi in oriente, quali l'armonica e la fisarmonica. La passione per l'accostamento insolito di strumenti musicali di estrazione e tradizione diverse porterà il giovane Watanabe ad essere uno dei primi compositori di anime a sperimentare l'"accompagnamento musicale ibrido", popolarissimo nel campo cinematografico al giorno d'oggi, proprio a partire dai suoi lavori presso la giovane Nippon Sunrise. Prima "Tommy la Stella dei Giants" (tutte le serie ed i film), il mitico "Cutie Honey", "Bia, La Sfida della Magia", "Dolce Remì" e, nemmeno a dirlo, "Candy Candy" (e, successivamente, anche "Georgie"!). Il tema del film "Tomei Tengu", il suo primo lavoro importante, finirà "postuma" nella colonna sonora del film americano "Lost in Translation" nel 2003. Nelle più moderne orchestrazioni per musica ibrida, però, Watanabe trova la sua naturale dimensione compositiva, e le serie mecha (dopo le prime sperimentazioni nel già citato "Cutie Honey") si prestano particolarmente a questa particolare tipologia. Affiancato dal fidato arrangiatore Yuji Matsuyama, col quale formerà un sodalizio destinato a durare per tutta la carriera, firma dunque le soundtrack di "Zambot 3", "Daitarn 3" e infine "Mobile Suit Gundam", la serie tv per la quale produrrà una colonna sonora di ben 21 tracce (cui si aggiungeranno altre canzoni nella versione cinematografica, ma ne parleremo un'altra volta), alcune delle quali "doppie", come vedremo più avanti. Ma cos'è la musica ibrida? Essenzialmente, si tratta di far suonare assieme orchestre di diverso tipo: ad esempio una classica (quindi composta da sezioni di archi, ottoni, legni, pianoforte, percussioni...) con una pop/rock (chitarra elettrica, basso elettrico, piano Rhodes/organo Hammond, batteria...), come avviene appunto in Gundam, che accosta a ricche sezioni di ottoni (dopotutto, ci muoviamo in un'ambientazione militare), tappeti di suoni synth e a volte perfino un theremin (à la "Star Trek"!) che doppia i flauti, tutto sostenuto da una solida ritmica ottenuta da basso elettrico, timpani classici e batteria rock. Il risultato è, a parere di chi scrive, spesso molto sperimentale, con risultati al dire il vero un po' discontinui, ma con qualche episodio particolarmente ben riuscito. [...] Per dovere di cronaca, la colonna sonora di cui abbiamo parlato è facilmente reperibile nei negozi on-line specializzati ma anche ascoltabile in modo assolutamente legale (e spesso gratuito) su vari siti che trattano di colonne sonore di opere d'animazione. Ne esiste una versione leggermente più moderna, intitolata “Gundam Symphonic Poem” e curata dall'ottimo Kazuhiko Komatsu, che ripropone alcuni (non tutti) brani tratti sia dalla serie tv che dai film in chiave arricchita... tuttavia, mentre l'originale è stata più volte stampata su CD, quest'ultima versione ci risulta esistere solo in formato LP (ma è anche questa reperibile online in modo legale e ottima qualità). Spendiamo un paio di parole infine per contestualizzare ulteriormente l'effettivo valore di questa colonna sonora. Oggigiorno, con ben altri budget in ballo, i commenti musicali vengono creati una volta che le scene dell'anime hanno raggiunto quantomeno la fase di previsualizzazione. Ai tempi in cui venne prodotto il primo Gundam, invece, le musiche -spesso in numero esiguo- venivano scritte e registrate preventivamente, con poco o nulla dei soli primi episodi già visualizzabile. Bisognava quindi scrivere musiche che si sarebbero ben adattate anche al prosieguo della storia, un compito per nulla facile. Al di là del suo ovvio spirito “seventies” e di qualche ingenuità presente qua e la, la colonna sonora di Gundam riesce ad accompagnare ogni singola scena di tutti e 43 gli episodi, senza annoiare e senza sbagliare un colpo per quanto riguarda l'attinenza tra sequenze mostrate e commento musicale, il che è forse il suo maggior pregio – se il dettaglio d'essere una delle prime composizioni ibride prodotte per l'animazione, di suo, non bastasse già come primato!
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