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Autore Topic: Ipse Dixit: la parola ai protagonisti (Ultimate Century)  (Letto 4829 volte)
matte
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« il: 20 Agosto 2007, 13:45:56 »

Ipse dixit
ovvero: La Prima Guerra Coloniale nelle parole dei suoi combattenti

Si racconta che, poco prima della battaglia di New York, il generale Nigel Pershey scovasse il generalissimo Revil a riposare sotto un castagno.
“Signore,” gli avrebbe detto, “essendo io il secondo in linea di comando vorrei conoscere quali siano i nostri piani esatti... Dio non voglia che a lei accadesse qualche cosa.”
Revil, ripiegando il libro che aveva per le mani (Wallenstein, di Golo Mann), sorrise serenamente, e gli rispose: “Mio caro Nigel, ovviamente battere i nazisti.”


Subito dopo la nomina a Comandante in capo della neo-costituita settima armata federale,  a Charles Henry Kandell fu fatto notare che i suoi uomini avessero una fifa del diavolo dei Nazisti.
“Non mi preoccupo. Tra pochi minuti smetteranno di temere i Nazi. Spero per loro, che non smettano di aver paura di me...”

Poco prima della battaglia della Mekkah, un giovane marine scampato alla guerra in Occidente disse che “le unità naziste sono così numerose che i loro bombardieri oscuravano il Sole.” JT Sleggar non si fece problemi: “Meglio, vuol dire che combatteremo all’ombra”.

Ritornato a casa dopo vari mesi combattuti in Asia, il tenente Andreas Handerson (Federal Marine Corps) fu ricevuto dalla fidanzata con tutti gli onori. Ivi compreso un pranzo a dr poco luculliano. A quanto pare, tuttavia, non sembra che le capacità della signora fossero diciamo così all’altezza. “Cara,” esclamò a metà del pranzo “se preparassi tu per tutto l’esercito, sono convinto che la guerra finirebbe in pochi giorni...”

Durante la guerra, i piatti di porcellana erano considerati una vera e propria rarità. Un giorno, la signora Mary Revil, moglie del celebre generale, si lasciò sfuggire a terra un paio di terrine, che si frantumarono in mille pezzi.
“Mio Dio!” esclamò la donna, atterrita. Revil, che stava leggendo l’ultimo numero del NY Times, lo ripiegò sotto un braccio e sorrise alla moglie: “Cara, quando siamo soli, puoi anche chiamarmi Yoeshua.”

Yeoshua Revil (da una sua intervista sul Federal Times, 11. Gennaio 2022): “Le cinque più grandi fanterie della storia? Non amo le classifiche, ma se è questo che vuole, non pensi che mi tiri indietro. Al quinto posto, la falange macedone di Alessandro il Grande. Una selva di lance che permise ad un ragazzo di conquistare tutto il mondo allora conosciuto, o giù di lì. E ad un popolo di montanari e di pastori di erigersi come principale potenza globale. Al quarto posto, gli alabardieri svizzeri di Carlo V: una furia rabbiosa che devastò tutta l’Europa per oltre cent’anni, portando l’inferno sulla Terra. Al terzo posto, la fanteria prussiana di Federico il Grande: disciplina di ferro, e la forza dirompente di un uragano. Sul podio, i marines americani della seconda guerra mondiale: la fanteria meglio armata ed addestrata che abbia mai percorso i campi di battaglia dalla scomparsa della legione romana. Ecco, secondo me sono proprio i legionari romani i migliori soldati che la storia abbia mai conosciuto.”
“Mi scusi, ma come mai non ha citato la fanteria corazzata Mobile Suit? In fin dei conti mi sembra che anche i suoi uomini...”
“Lasci stare, signorina... Non partecipo a sfide che non posso perdere, nemmeno se m’impegno...”

Yeoshua Revil (da un’intervista sulla Kolonialische Zeitung del 31. Dicembre 2028): “Signor Revil, secondo lei, quali sono stati i più grandi generali di tutti i tempi?”
“Beh... È una bella sfida, signorina. Comunque, premettendo che secondo me queste classifiche lasciano il tempo che trovano, metterei al decimo posto quel genio di Eugenio di Savoia, il distruttore dei Turchi. Al nono posto, quel genio di Annibale, preceduto dall’unico uomo che l’abbia mai sconfitto in battaglia - Scipione l’Africano. Al settimo posto, un parimerito: Edwin Rommel, George Patton e Douglas McArthur. Guglielmo il Conquistatore al sesto. Horace Nelson e Wellington al quinto, ed al quarto il loro grande nemico, Napoleone Bonaparte. Al terzo posto, Khalid al-Walid, la spada dell’Islam, il vero e proprio creatore dell’impero islamico, e Giovanni Sobierski. Al secondo posto, Giulio Cesare e Gustavo Adolfo di Svezia. Al primo, un altro parimerito: Alessandro di Macedonia e Ciro di Persia.”
“Annoto la sua modestia, generale... Non si è riservato un posto, nemmeno nelle retrovie.”
“E come potrei? Scipione combatté contro Annibale, Patton contro Rommel, McArthur contro Yamamoto, Napoleone contro Nelson e Wellington. Eugenio di Savoia e Khalid al-Walid distrussero il più potente impero del proprio tempo, Gustavo Adolfo fu sul punto di trasformare la Svezia in potenza mondiale, e Giovanni Sobierski fece lo stesso con la Polonia, ridicollizando i più quotati generali dell’epoca. Guglielmo il Conquistatore, dal nulla, diventò re d’Inghilterra. Giulio Cesare fece polpette dei migliori eserciti dell’epoca, e sconfiggendo i più quotati condottieri del tempo - da Pompeo in avanti. E conquistò mezza Europa. Alessandro e Ciro andarono anche più in là, conquistando il mondo. Io? Io che ho fatto? Ho combattuto contro gli Zabi. Grazie tante...”

Poco prima dell’operazione Odessa, al generale Kandell fu chiesto cosa ne pensasse di Dozul Zabi. “A quanto si dice, l’unico degli Zabi che, ci fosse un processo, non rischierebbe la condanna a morte...” “No, generale. Io mi riferivo a Dozul Zabi come generale...” “Signorina, vogliamo parlare di cose serie?”
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« Risposta #1 il: 05 Settembre 2007, 14:40:19 »

Citato da: "mtea"t
Ipse dixit Poco prima della battaglia della Mekkah, un giovane marine scampato alla guerra in Occidente disse che “le unità naziste sono così numerose che i loro bombardieri oscuravano il Sole.” JT Sleggar non si fece problemi: “Meglio, vuol dire che combatteremo all’ombra”.


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matte
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« Risposta #2 il: 31 Marzo 2008, 21:32:48 »

Durante la riscossa sul fronte russo, un rapporto annunciò al Generale Revil che i suoi soldati "stavano tenendo la posizione":
"Che tengano un accidente! L'unica cosa che voglio che tengano sono i nazisti per la collottola, e che li riempiano di calci fino a fargli sputare le budella, e finite le budella tutto il sangue, e finito il sangue anche la bile!"

Durante un'ispezione, il Generale Revil chiese ad un giovane ufficiale appena uscito dall'accademia fin dove fosse disposto ad arrivare, pur di vincere:
"A dare la vita per il mio paese, signore!"
"Un accidente, ragazzo mio! Nessuno ha mai vinto una guerra dando la vita per il proprio paese - ma obbligando un altro bastardo a darla per il suo!"
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matte
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« Risposta #3 il: 03 Aprile 2008, 21:02:09 »

Si dice che Charles Henry Kandell avesse un ego smisurato. Ma Yehoshua Revil non gli era da meno.
Dopo la grande vittoria di New York, battaglia che Kandell aveva guidato dalla prima linea, questi esclamò - in presenza del suo superiore, in una frase del genere:
"Ormai ne sono sicuro: con tutto il rispetto, io sono il più grande stratega vivente! Me l'ha detto Dio!"
Revil sorrise e, porgendogli uno dei deliziosi sorbetti della moglie, gli chiese:
"Charly, scusami tanto: e quando mai te l'avrei detto?"
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