C'è stato qualcosa di buona da quanto accaduto in queste ultime giornate,finalmente è stata
PUBLICATA su Animeclick l'intervista a Jiro Taniguchi e Morvan...
L'intervista è stata realizzata da Vincent Degrez.
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Mon Année per voi è davvero una "Prima Volta". Lavorate per la prima volta direttamente per un editore belga, con uno sceneggiatore francese, usando direttamente i colori. È particolarmente interessante per voi?
- È stato un sogno. Io conosco la B.D. da trent'anni e mi è stato offerto un modo per entrarvi trent'anni dopo averla scoperta.
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Qual è, secondo voi, la differenza maggiore fra lavorare per un editore francese e lavorare per un editore nipponico, cosa avete sviluppato con Dargaud?- La grande differenza è l'assenza di un tantosha (un incaricato, l'editore responsabile). Jean David Morvan e io abbiamo sviluppato la storia, ci siamo accordati sulla sceneggiatura, etc.
L'editore non è intervenuto sull'elemento creativo.
Il contrario rispetto al Giappone, dove la discussione si realizza con l'editore. Essendo abituato al sistema nipponico, trovo la situazione davvero migliorata.
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Avete consapevolezza di star gettando, attraverso Mon Année, una sorta di ponte fra Europa e Giappone?
- Non pensavo prendesse questa rotta. La mia opera descrive molte sensazioni condivise dalla maggior parte degli individui, e questo, naturalmente, gli da un senso e un tono molto universale.
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Come vi siete ripartiti il lavoro con Jean-David Morvan? - La storia e la sceneggiatura sono di sua competenza, sono nati attraverso una serie di brevi scambi di messaggi.
Io mi sono occupato del disegno sulla base di una larga documentazione ricevuta dalla Francia.
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È stato facile per un giapponese disegnare, descrivere la Francia? - Ho fatto molte domande sugli usi e i costumi francesi, come si apparecchia una tavola in Francia, ad esempio, come ci si saluta.
Per i sentimenti, però, ho lavorato al mio solito, con il rischio di commettere qualche errore in relazione allo stile di vita.
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Jean David Morvan si è adattato allo stile di Taniguchi?- Sì. Sì, ha fatto un ottimo lavoro. Se guardate le altre sue opere, l'adattamento è evidente.
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Il personaggio principale del romanzo è una ragazza, Capucine, una giovane handicappata mentalmente.
Esiste una differenza fra come sono considerati gli handicap mentali in Europa e in Giappone?- Il sostegno sociale degli handicappati in Giappone è minore, davvero svantaggiato rispetto a quello presente in Europa.
Spero si evolva verso una migliore accettazione e un maggior sostegno sociale. Restano i settarismi.
Anche per il Giappone, l'argomento dell'handicap è un argomento difficile, del quale pochi autori parlano. Quando Jean David Morvan mi ha esposto questa sua idea - una famiglia francese con un figlio minorato - mi ha detto come in Francia esistessero altri fumetti su questo argomento. Non in Giappone. È un soggetto davvero atipico in Giappone!
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Capucine non era il personaggio che lei aveva immaginato? Una ragazzina dotata di "super percezioni" per le cose, illustrate in Mon Année con dei disegni da bambino.
- Non avevo ancora affrontato, nelle mie opere, il tema delle persone molto ricche. Una problematica piuttosto interessante per me.
Ho utilizzato dei disegni per bambini per rendere le percezioni di Capucine, mi hanno impegnato molto. Ai miei occhi sono ancora troppo ben disegnate!
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Le prime pagine di Mon Année sono molto silenziose. Quale ruolo gioca il silenzio nelle vostre opere? - È molto importante. In giapponese non diremmo silenzio ma... vuoto ("vide"). Un vuoto molto denso. Un termine usato nella danza, nella musica, nella pittura, nel cinema, nei fumetti, ecc.
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Questo concetto rivela un amore per i segreti, qualcosa da scoprire, un segreto da rivelare. - Ai miei occhi significa non cercare le cose in atto, ma uno stato di disponibilità a lasciare che le cose si rivelano. E lo fanno... se necessario!
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Douroudoudou, una sorta di fusione fra un Pikachu nipponico e un terribile cane, è l'amico immaginario di Capucine. Eppure, alla fine del primo volume, diventa un'inquietante figura notturna.
La dualita di questa inquietante amico è voluta? - È stato Jean David a suggerire il carattere di Douroudoudou.
Per la ragazza che disegna sulla sabbia, all'inizio del primo volume, Douroudoudou è un amico. Ma è una bambina che cresce: non è sempre "nero", non sempre "chiara", lei impara le sfumature...
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Dopo Mon Année, quale sarà il suo prossimo progetto? - Attualmente sto adattando un romanzo giapponese, Hiromi Kawakami: Les Années douces , un feuilleton.
Per il 2010 credo che realizzero l'Uomo che cammina trasposto nel Periodo Edo, che si estende dal 1600 fino al tardo XVIII secolo.