Mark Simmons intervista Yoshiyuki Tomino al New York Anime Festival 2009: Ring of Gundam…
Ieri sera sul forum Starsubber il bravo Zooropa ha indicato una interessante intervista al regista Yoshiyuki Tomino, immessa dal noto sito internazionale Animenewsnetwork sulla rete si tratta della seconda parte dell’intervista in esclusiva che ANN ha realizzato al al New York Anime Festival 2009 la prima parte attende la traduzione curiosamente ignorata da tanti.
L’ intervista è doppiamente interessante perchè a fare le domande a Tomino è Mark Simmons un vero e proprio “Nome” nel mondo di Gundam e dell’animazione…un’autentico personaggio come lui stesso si definisce sul suo sito ufficiale…
artist, a writer, a bon vivant and raconteur, a professional specialist in cartoon giant robots. e tanto ci deve bastare
Per quanto si disponga di una parziale traduzione della nota abbiamo notato che Faith ha realizzato una traduzione ben interessante crediamo opportuno riprenderla
L’intervista di Mark Simmons a Tomino verte in buona parte su Ring of Gundam,il cortometraggio in CGI che il regista ha creato con la cooperazione dello studio Robot del regista Kunio Kato (La maison en petits cubes). Un ibrido tra computer grafica e animazione tradizionale a cui hanno cooperato anche Kunio Okawara per il Mecha design mentre l’acclamata compositrice Yoko Kanno (Cowboy Bebop, Macross Frontier, Escaflowne, Ghost in the Shell Stand Alone Complex) ha curato le musiche.
Un’opera che – come afferma lo stesso Yoshiyuki Tomino si annuncia particolarissima.
L’intervista…
ANN: Prima di tutto, benvenuto a New York e congratulazioni per il trentesimo anniversario di Gundam.
TOMINO: Grazie!
Vi sarà già stato chiesto innumerevoli volte di recente, ma come si sente a proposito del trentesimo anniversario?
Mi fa sentire come se stessi invecchiando, e non sono di certo felice di ciò. Ma sono davvero contento di ricevere tutti questi complimenti dalla gente, e non c’è nulla che mi renda insoddisfatto di tutto ciò. E’ un difficile stato d’animo!
Per i venti anni di Gundam ha realizzato Turn A Gundam, e adesso per il trentennale sta lavorando su Ring of Gundam. Cosa cerca di realizzare di diverso rispetto a quanto già fatto con Turn A?
Ci sono alcune fondamentali differenze. Tuttavia, Ring of Gundam non è ancora nemmeno in fase di produzione, e perciò non posso davvero spiegarvele.
Riguardo Turn A Gundam, l’ho realizzato con l’idea di accettare l’esistenza tutte le serie di Gundam. In altre parole, come tipologia di lavoro, ho voluto dargli un’impronta più positiva.
Lavorando su Ring of Gundam non sto pensando affatto a tutte le serie di Gundam precedenti. Voglio realizzare qualcosa di nuovo, dove il quesito principale possa essere se l’attuale civiltà del ventunesimo secolo possa continuare a vivere allo stesso modo anche nel futuro. Un lavoro il quale tema affronti la questione del nostro attuale modo di pensare, se ci porterà o meno ad avere un domani.
Immaginando come il nostro modo di pensare possa portarci verso il futuro, ho deciso di creare una storia dove la risposta non fosse legata una situazione positiva. E’ un tema negativo, ma ho voluto tentare di proporre l’argomento in maniera più soft, facendone appunto una serie di Gundam.
La ragione sta nel fatto che Gundam è sostanzialmente un’opera di fantasia. E penso che nelle storie di fantasia, persino gli argomenti più cupi possano essere raccontati in maniera leggera.
(proseguendo in inglese) Sono spiacente. Avrei voluto parlarvi della trama vera e propria, una storia davvero complessa…
Così, le storie di fantasia sono una strada particolarmente buona per parlare degli aspetti più tetri del nostro mondo?
E’ la natura delle storie fantastiche, narrate originariamente per dare speranza alle genti. Si tratta di pura finzione, un modo per creare storie che diano speranze alle persone, anche se esse sanno già che si tratta solo di fantasia, di qualcosa che non è reale. Anche se la gente sa già che si tratta di finzione e di sogni, è tutta una questione di speranza.
(in inglese) Vi faccio un esempio: pensate ai fantasy. Il popolo britannico crede nelle storie di draghi…
(proseguendo in giapponese) E’ così, loro amano le storie che raccontano di cavalieri che uccidono feroci draghi. E’ proprio per questo motivo che nell’era coloniale i britannici hanno avuto l’animo per prendere possesso delle colonie dall’altra parte del mondo.
Le storie che narrano di draghi e cavalieri esprimono al massimo lo spirito colmo di speranza del popolo britannico. Le storie fantastiche possono esprimere tutto ciò, quindi non si tratta solo di pura finzione. In altre parole, i vecchi miti e leggende possono essere anche finzione, ma esprimono i sentimenti di coloro che li narrano… il loro “spirito originale”.
E così credo che una storia fantastica come Gundam possa mostrarci un futuro piuttosto cupo in maniera decisamente più leggera.
Nell’intervista precedente, ha indicato il finale di Ideon [ Un’opera a cui Tomino tiene in particolar modo NDR] come positivo, sebbene tutti gli avvenimenti negativi che hanno investito i protagonisti. E’ vero che in tutti i suoi lavori c’è sempre un barlume di speranza?
Quando ho creato Ideon non capivo ancora il potere fondamentale della fantasia, come lo comprendo adesso. Il finale di Ideon era ancora una conclusione senza speranza, e così non è stato eletto per divenire un fantasy.
Ring of GundamTornando a parlare di Ring of Gundam (basandoci sul videoclip promozionale di 5 minuti, proiettato al New York Anime Festival),deduco che i movimenti dei personaggi siano basati su quelli di attori reali, sullo stile del motion-capture. Pensa che questo possa avvicinarla al dirigere un live action vero e proprio?
[A disposizione abbiamo questo video visto alla Gundam Big Expò 2009 ]
Certo. Credo fermamente che anime e film live action siano sostanzialmente la stessa cosa, e così ho pensato di girare Ring of Gundam come se fosse un film con attori in carne e ossa.
Ma quando ci ho realmente provato, ho riscontrato un problema che mi ha disorientato. Il ritmo dei movimenti dei film è più lento rispetto a quello degli anime. Il mio errore è stato quello di non calcolare la differenza di tempistiche, e ciò è palese in quel Ring of Gundam che avete visto.
Ebbene sì, nell’attuale Ring of Gundam ci sono un po’ di errori di regia a causa delle differenti velocità di movimento. Ma ormai è stato girato così.
In che stadio di produzione si trova Ring of Gundam adesso?
Per il momento è concluso.
Così quello spezzone promozionale è tutto ciò che è Ring of Gundam allo stato attuale; pensa che entrerà mai in fase di produzione in una versione integrale? Quanto sarà lungo? Avrà il formato di una serie TV, OVA o di un film?
Non ne sono sicuro, ma ho intenzione di creare una produzione della durata di un solo film. Purtroppo però non abbiamo ancora trovato alcun investitore, probabilmente a causa del timore di tutte le mie eventuali richieste.
Quali altri sfide ha affrontato integrando la computer graphic nell’opera, all’infuori dei ritmi narrativi?
Ho affrontato una sola grande sfida con Ring of Gundam. L’incertezza su come dipingere i personaggi in CG. Non volevo farlo come la Pixar, o come i personaggi 3D dei videogiochi attuali. Pensavo ci dovesse essere un altro modo.
(in inglese) Ho voluto accettare la sfida di disegnare i personaggi direttamente in CG. Penso sia differente dallo schizzarli a mano e successivamente progettarli in 3D…
(proseguendo in giapponese) Purtroppo però, non abbiamo a disposizione uno staff capace di lavorare in questo modo. In questo momento abbiamo solo design simili a quelli della Pixar o a quelli dei videogiochi, ma non c’è ancora nessun “artista” della computer graphic nel vero senso della parola. Penso che trattandosi di un anime, l’ideale sarebbe mantenerlo disegnato a mano così com’è. Sto tirando in ballo davvero un cattivo esempio, ma…
(in inglese) Astro Boy in 3D. Terribile!
(proseguendo in giapponese) Penso che i disegni originali siano di gran lunga superiori ai modelli in 3D. Se dovessi scegliere tra un Mickey Mouse in CG e uno realizzato a mano, penso che avrei preferito quello disegnato in maniera tradizionale. Tuttavia, è necessario trovare una via di mezzo.
Immagino che la gente sia piuttosto affascinata dall’idea che lei abbia lavorato all’originale Astro Boy. Un’altra cosa che non credo sia ben nota ai fan occidentali, è il gran numero di produzioni animate a cui lei ha collaborato, sia come autore di storyboard che di “conte”. Se non vado errato, le voci parlano addirittura di un migliaio di conte…
Già, è proprio così.
Cosa ha imparato da tutto questo lavoro?
Riuscire a comprendere diversi tipologie di storie diventa un elemento prezioso quando si tratta di creare dei lavori propri. Avere l’opportunità di lavorare sugli storyboard di così tanti e differenti tipi di anime è stato davvero un vantaggio per me.
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